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Considerazioni sul Fascismo (astenersi dalle frasi fatte e motivare!)
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Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza MessaggioE giustamente sottolinea in questi mesi. Quasi che, la coerenza, non si misurasse sul metro di una vita intera ma su pochi mesi.
Signori, un altro pagliaccio per il circo.
e abbiamo perso anche gianni......si,anzi CI risparmiassero almeno il Presente ad Acca Larentia ed iniziassero a dimostrare perlomeno un pò di rispetto verso un'ideale e verso delle persone che stanno infangando giorno dopo giorno.
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Ieri, ricordo di giovani ragazzi che troppo presto ci hanno lasciato
La Destra News: giornale online della Destra. Notizie dall'Italia, dal mondo, cronaca politica - 7 Gennaio, niente antifascisti...sigpic
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Tanti italiani sono un popolino, pronti a salire sul carro del vincitore appena le cose vanno male.....era così una volta è così adesso
Basti pensare che molti partigiani erano militanti del pnf, e le cosidette regioni rosse di oggi erano quelle che davano + militanti alle squadre fasciste...........
I sono orgogliosamente fascista e anticomunista mi fà schifo il politicamente corretto, e disprezzo la marmaglia che siede in parlamento a 360°anche perchè non rappresentano voti ideologici ma solo gruppi d'interesse......
Non parliamo di colonialismo..........i cosidetti paese democratici Inghilterra e i magna baguette hanno fatto nefandezze immani, per non parlare del neocolonialismo sionista-americano..........Last edited by Lucone; 08-01-2009, 10:38:34.Tutto ciò che ami rimane, il resto è scorie. Tutto ciò che ami non ti può essere sottratto. Tutto ciò che ami è la tua stessa eredità..." (Ezra Pound)
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Originariamente Scritto da bersiker1980Allora facciamo un applauso a Israele che in 60 anni ha trasformato una regione desertica in uno Stato all'avanguardia.
Peggio per i palestinesi se non hanno saputo cogliere l'opportunità
Qui si tratta circa il Fascismo e le considerazioni storiche che girano attorno ad esso....ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
C. Campo - Moriremo Lontani
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Riporto pienamente in argomento questa discussione, per discutere questo articolo, su La Repubblica di oggi
"Nessun riconoscimento ai repubblichini
Erano e restano nemici dello Stato"
di MATTEO TONELLI
Giuliano Vassalli
ROMA - "Che vuole che le dica, la situazione è difficile ma bisogna fare di tutto per far sapere come stanno realmente le cose. Chiarire a chi non l'ha vissuto cosa è stato quel periodo storico". Giuliano Vassalli, presidente emerito della Corte Costituzionale, classe 1915, è amareggiato ma non rassegnato. A lui, arrestato e torturato durante il fascismo, il nuovo tentativo di "equiparare" per legge partigiani, deportati e militari ai repubblichini di Salò, proprio non piace.
Per farlo il Pdl ha presentato una proposta che ha come primo firmatario Lucio Barani del Nuovo Psi (schierato con il centrodestra). Un disegno di legge, il numero 1360, con il quale la maggioranza pretende di istituire l'Ordine del Tricolore, con tanto di assegno vitalizio. Assegnandolo indistintamente sia ai partigiani, sia "ai combattenti che ritennero onorevole la scelta a difesa del regime ferito e languente e aderirono a Salò". Un testo che l'Anpi bolla come "l'ennesimo tentativo della destra di sovvertire la Storia d'Italia e le radici stesse della Repubblica"
Presidente Vassalli un'operazione analoga fu tentata anche nelle precedenti legislature, ma venne respinta. Adesso il tentativo riprende vigore. Perché è contrario?
"Perché è assolutamente chiaro che c'è stata la continuità dello Stato anche dopo l'8 settembre e la caduta del fascismo. E non si può riconoscere a chi ha contrastato lo stato italiano sovrano schierandosi con la Repubblica sociale il titolo di combattente. La Cassazione è chiara in merito. Tutte quelle pronunce sono concordi nel definire i repubblichini come nemici".
Lo scorso 2 giugno il ministro della Difesa Ignazio Larussa chiese di accumunare i morti "di entrambe le parti". I firmatari parlano di "un progetto coerente con la cultura di pace della nuova Italia".
"Ma cosa vogliono ancora? Hanno avuto tutto, l'amnistia di Togliatti, la legittimazione democratica immediata, l'Msi in Parlamento, adesso sono al potere. Eppure vanno avanti, incuranti del fatto che non esiste paese in Europa dove i collaborazionisti del nazismo sono premiati".
La formulazione del testo apre la porta anche alla legittimazione a tutti coloro che "facevano parte delle formazioni che facevano riferimento alla Rsi". Non solo dunque agli appartenenti delle 4 divisioni dell'esercito ma anche a chi faceva parte delle "brigate nere".
"E' vero ma non c'è spazio per sottilizzare troppo. Lo status di combattente non va riconosciuto a nessuno di coloro che fecero parte della Rsi. Bisogna dire no e non solo per ragioni politiche ma anche dal punto di vista costituzionale".
Mi interessa, in particolare, il passaggio relativo al fatto che, dopo l'8 settembre, ci fu, comunque una continuità nello stato italiano, il che significa che esistono solo due parti: chi combatteva a favore e chi contro quello stato, sic et simpliciter, identificato come stato italiano.
Quello che Vassalli, eminente giurista ma evidentemente storico poco accorto, ignora è che, invece, quella continuità non vi fu affatto. Dopo l'8 settembre, se vi fosse stata una effettiva continuità nello stato italiano non si spiegherebbero certo le diserzioni di massa, gli eserciti allo sbando e senza ordini, il si salvi chi può, il rompete le righe in anticipo di due anni sulla fine della guerra. E' tutta qui la questione, giacchè è ovvio che se si parla di continuità nello stato si legittima solo chi quello stato difendeva mentre gli altri, divengono, automaticamente, nemici dello stato. Se la situazione, invece, viene letta come fanno gli storici più attenti, ovvero come disgregazione dellacompagine statale, come vacatio, ciascuna delle due parti poteva, legittimamente, ritenere di combattere per l'Italia e la prospettiva cambia di molto.
Ma voglio seguire fino in fondo il ragionamento di Vassalli: se esiste una continuità nello stato, esiste a maggior ragione, anche nei suoi rappresentanti. Questo significherebbe che devono essere elevati ad eroi nazionali, Badoglio e lo stesso sovrano che ignominiosamente fuggì da Roma, ma non mi pare che si sia propensi, anche da parte dei più scalmanati antifascisti, a tributare onori ai rappresentanti del governo fantoccio dell'8 settembre...
Sul resto dell'intervento, evidentemente ispirato da una storia personale asolutamente di parte, non intervengo.Last edited by ma_75; 08-01-2009, 22:09:26.In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
ma_75@bodyweb.com
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A stare "larghi" ci fu, come sottolinei, una vacanza dello Stato, ed è già comunque un concedere molto alle fole storiche degli antifascisti in servizio permanente ed effettivo.
Non si può tenere il piede in due staffe:
Se ci fu continuità allora si riportino subito in Italia le salme dei re morti in esilio, altrimenti si lasci ancora raffreddare la materia, che ci si arriverà, passate queste sentinelle dell' "io c'ero", a leggere quella storia con occhi depurati da ogni passione partitica, e anche da ogni interesse.
Se ha ragione Vassalli non si onorino più i caduti di Cefalonia, e i fascisti ligi al dovere che vi morirono, tutti in attesa di ordini da questo fantomatico governo continuativo, riparato tra le braccia di quello che fino ad un secondo prima era il "nemico".
Il Savoia non volle salvare il Paese, ma se stesso e la dinastia, altrimenti non si sarebbe nascosta la verità, ma la avrebbero gridata in faccia, diramando ordini chiari a tutti, senza l'ambiguità del radiomessaggio di Badoglio.
Per i tedeschi da quel preciso istante fummo i Traditori, e lo stesso Mussolini, a Salò, fu sottoposto ad una libertà di manovra sottoposta al placet di Berlino.
Fu la fine di una Nazione, non la sua rinascita, ed è talmente profonda questa consapevolezza, e a tutti i livelli, che per sessant'anni la menzogna storica, la verità indicibile, travasata nelle orecchie degli italiani fin dalle elementari, ha impedito alla luce di penetrare, riconciliando.
A Vassalli ricordo che se le altre nazioni europee sono in pace col loro passato è perchè lo hanno condiviso, vetta o abisso che fosse, fino all'ultimo:
A noi non piacque nè la porpora della vittoria, nè quella del sudario.
Ci fu chi andò, comunque e nonostante tutto, a morire, restando fermo sulle trincee rivolte al nemico, che avanzava da Sud...
La ferita che non si è voluta mai ricomporre continua a sanguinare, a Salò come ad Acca Larentia (per il ricordo della quale ringrazio ancora e sempre il nostro Gbpackers, che non manca mai di citare tutte queste date), e i vecchi continuano a parlare, incapaci di comprendere il perchè non tutti stiano dietro al carro di una vulgata di cartapesta,
C'è chi non si è mai mosso da lì, presidente, c'è chi ha creduto e crede, ma non a voi.Last edited by Sean; 08-01-2009, 22:08:05....ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
C. Campo - Moriremo Lontani
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Uscita recentissima in libreria, mio prossimo acquisto cui farò seguire, se vi interessa, una recensione, per poter discutere insieme a voi i passi più interessanti. Nella galassia fascista, uno dei rami che mi ha attirato da sempre maggiormente.
In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
ma_75@bodyweb.com
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Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza MessaggioUscita recentissima in libreria, mio prossimo acquisto cui farò seguire, se vi interessa, una recensione, per poter discutere insieme a voi i passi più interessanti. Nella galassia fascista, uno dei rami che mi ha attirato da sempre maggiormente.
sigpic
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Sono ormai a metà del libro: numerosi gli spunti che mi riservi di approfondire in seguito: dalle origini della sinistra fascista, che vanno ricercate nel mito del risorgimento tradito, perchè governato non dal popolo, ma dalla borghesia, con, quindi, il ruolo di nume tutelare risorgimentale, attribuito a Mazzini, fino alla singolare sorte della sinistra fascista negli ultimi mesi del conflitto, con una diaspora tra RSI e comunismo, per non parlare del suo ruolo nel sindacato fascista e di come, questo, sia stato, come idee, strutture, organigramma, pari pari ripristinato nella CGIL del secondo dopo guerra. Ma di questo parleremo in seguito. Qui voglio concentrarmi su una frase di Bombacci, che mi permette di riprendere un discrso già fatto su queste pagine:
"L'errore è stato Stalin. Se fosse stato ancora vivo Lenin, l'URSS si sarebbe saldata ad Italia e Germania, nella lotta contro le demoplutocrazie".
Ipotesi affascinante e, ideologicamente, tutt'altro che balzana.In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
ma_75@bodyweb.com
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Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza Messaggio"L'errore è stato Stalin. Se fosse stato ancora vivo Lenin, l'URSS si sarebbe saldata ad Italia e Germania, nella lotta contro le demoplutocrazie".
Ipotesi affascinante e, ideologicamente, tutt'altro che balzana.
Ma, devi ancora leggere la fattoria degli animali Ricordatelo
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Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza MessaggioUscita recentissima in libreria, mio prossimo acquisto cui farò seguire, se vi interessa, una recensione, per poter discutere insieme a voi i passi più interessanti. Nella galassia fascista, uno dei rami che mi ha attirato da sempre maggiormente.
veramente interessante...facci sapere!sigpic Amanti della carne..
"La sconfitta è un'eleganza, per l'ipocrisia di chi si arrende in partenza..."
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Troppo lungo srebbe soffermarsi su tutte le personalità della sinistra fascista, ne scelgo forse la più significativa come esempio.
Si tratta di Cianetti, leader sindacale e, in seguito, sottosegretario e poi ministro delle corporazioni, proprio negli ultimi mesi prima dell'8 settembre 1943.Uomo esemplare, nella storia personale, di quella che fu la sinistra fascista e di cosa si debba intendere per fascismo rivoluzionario. Elenco solo alcuni dei progetti e provvedimenti a cui mise mano:
-raddoppio degli assegni familiari per i richiamati alle armi
-aumento di pensioni di invalidità e vecchiaia, con aumenti del 50% su base contribuitiva(contributi 2/3 a carico del datore di lavoro, 1/3 del lavoratore)
-diminuzione dell'età pensionabile
-garanzie per i lavroatori delle industrie belliche
-problema delle 40 ore
-indennità di disagio e di sfollamento
-partecipazione dei lavoratori agli utili dell'azienda
-blocco dei salari e blocco dei prezzi.
Non entro qui nello specifico dei singoli provvedimenti (il libro è assai meticoloso nell'analisi) ma faccio notare quel fosse l'impostazione ideologica di base. Si partiva dall'assunto che l'Italia liberale avesse mortificato i lavoratori, sfruttandone il lavoro e non garantendoli nei confronti degli imprenditori (non di rado identificati nei "borghesi").
Come equilibrare la situzione? Come noto la risposta fascista era nella nascita delle Corporazioni, ovvero, in un tipo di istituto che avrebbe, di colpo, superato la storica dicotomia sindacato/confcategorie, lavoratore/padrone. In specifico il blocco dei salari con corrispettivo blocco dei prezzi mirava a bloccare, almeno temporaneamente, la perdita di potere d'acquisto dei salari. Il provvedimento relativo alla partecipazione agli utili si inseriva, invece, nel superamento del concetto di salario che veniva considerato riduttivo per i lavoratori. I lavoratori, dunque, avrebbero dovuto sentirsi solidali con l'azienda, partecipandone ad utili (e perdite). Era prevista anche l'ipotesi di partecipare azionariamente alle aziende stesse (altro che stock option..).
Le basi ideologiche, si diceva, sono chiaramente movimentiste, rivoluzionarie e operaiste. Lo steso Cianetti non fece mistero di avere studiato i piani quinquennali di Stalin, trovandone utili suggerimenti nella programamzione economica dello stato anche se tese sempre a mettere bene in evidenza come nulla di bolscevico vi fosse in queste idee. Fermo restando, infatti, che egli-come tutti i fascisti rivoluzionari- era dell'idea che vi fossero profonde ragioni ideali in un accordo tra i popoli giovani (Italia, Germania, URSS) contro le demoplutocrazie, ritenne comunque la Germania ideale partner per l'Italia, arrivando ad intessere profondissimi rapporti con l'alleato germanico, nell'idea che la guerra volgesse in quella direzione,quindi, per accreditarsi in previsione di un futuro dopoguerra nei confronti del potente alleato, ma anche nell'idea che Germania ed Italia, insieme, avrebbero potuto, sole, procedere ad una giustizia distributiva mondiale, dunque ad un nuovo ordine sociale.
In Cianetti, ma in tutta la sinistra fascista, è sempre ben chiara la natura rivoluzionaria del fascismo, Cianetti, uomo del primo fascismo, uomo di San Sepolcro, poteva ben dire nel1942 :"se la rivoluzione non ha impiantato delle ghigliottine è stato perchè essa è stata lenta. Ma potete star certi che il nostro cammino sarà al più presto accelerato".
Ovviamente larga parte della storiofrafia non ha potuto credere ad un fascismo realmente rivoluzionario, nella stolta convinzione che la rivoluzione potesse ontologicamente provenire solo da una parte ed ecco che il fascismo di sinistra è stato bollato, ad esempio, come ingenuo, fino alla ridicola asserzione (Manacorda) secondo la quale esso "avrebbe forzato l'unica chiave ideologia di cui disponeva fino quasi a farla funzionare" ovvero, avrebbe quasi raggiunto la via della verità, ma con strumenti ideologici che non nascevano a tale scopo e che, dunque, furon forzati oltre natura per raggiungerlo. Eppure la realtà è tanto palese che lo stesso Asor Rosa non può fare a meno di ammettere che " pare insostenibile ed eccessiva la tesi che vorrebbe tutte queste espressioni di fede culturale e politica fascista di questi giovani (scil. della sinistra fascista) prodotto di una contraddizione insanabaile che solo la loro ingenuità poteva sperare di comporre". La storiografia di matrice comunista ha, infatti, a lungo sostentuo che questi giovani fascisti di sinistra sarebbero stati, in sostanza, dei comunisti spuri, ovvero dei comunisti inconsapevoli. A riprova di ciò si cita il fatto che alcuni di essi nel dopoguerra passraono nelle fila del PCI e della CGIL (ma altri militarono, e fino alla fine, a Salò). Ciò che, invcece, appare chiarissimo è che, semmai, il percorso fu inverso: questi giovani cercano nel fascismo la realizzazione di propri progetti rivoluzionari. Quando, per le cause ben note, il fascismo cadde essi "migrarono" verso la sponda del PCI nella convinzione che l'unica sede, caduto il fascismo, in cui si potessero coltivare progetti rivoluzionari e di rinnovameno sociale fosse quella (e, d'altro canto, la scelta tra PCI e DC era-in tal senso- legittima).
Ora con questo libro si getta un po' di luce su questi giovani idealisti, su cui è sceso un doppio velo d'oblio, quello che condanna al silenzio eterno i fascisti e quello, ulteriore, di chi viene considerato ingombrante per una ricostruzione storica di tipo manicheo e quindi, come tale, da rimuovere.In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
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Ma, bellissima (a dir poco ) recensione, almeno di questa parte.. E soprattutto nteressante per me che amo l'economia.. Interessantissimo in particolare il discorso della partecipazione dei lavoratori agli utili aziendali.. provvedimento che a mio parere incrementerebbe non poco la produttività, che soprattutto oggi ha toccato livelli infimi.. Interessante anche il modo in cui questo provvedimento venga "agevolato", mi sembra il termine migliore, col blocco dei salari e dei prezzi..
Inoltre devo constatare, ancora una volta, come ci sia continuità tra i due estremi.. cosa che spesso non si vuol prendere in considerazione, che si dimentica, proprio per la manipolazione della storia che c'è stata dal dopoguerra in poi..
Grazie
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