Considerazioni sul Fascismo (astenersi dalle frasi fatte e motivare!)

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  • Sean
    Csar
    • Sep 2007
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    • In piedi tra le rovine
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    Permettimi, Simones, un ringraziamento sentito e personale per questi tuoi due contributi che chiariscono, definiscono, illuminano con ancora più luce punti non sempre di facile spiegazione e, mi rendo conto, comprensione.

    Ci sei riuscito con passaggi come questi che voglio quotare e sottolineare, e che ho letto con piacere estremo:

    Originariamente Scritto da simones Visualizza Messaggio

    personalmente nel mio essere razionale,accetto l'irrazzionalità quale pulsione vitale,irrinunciabile.
    semplicemente la gestisco ritenendo l'esercizio estremo della ragione paradossalmente irrazzionale e se vogliamo paralizzante.


    si è certamente soggetti ad un certo dogmatismo,non tanto ideologico o religioso,quanto metafisico che si esplica nella ricerca di valori supremi ai quali immolare la propria vita quasi fosse impossibile l'accettazzione del biologismo,del meccanicismo e del materialismo storico.
    e il caso di mishima,citato da sean è quantomai emblematico.
    Originariamente Scritto da simones Visualizza Messaggio
    non è mai esistita,negli ambienti legatio al fascismo,una e una sola tradizone.
    esiste la tradizione ossia la ricerca spasmodica di un quid metafisco che possa liberare l'uomo dalle catene del materialismo nichilista conferendo all'esistenza un valore superiore.

    il fscismo ed il neofascismo hanno offerto la sponda alle teorie e alle ricerche personali di una via interiore più disparate.
    sei libero di chiamarle suggestioni se ti pare.
    ...ma di noi
    sopra una sola teca di cristallo
    popoli studiosi scriveranno
    forse, tra mille inverni
    «nessun vincolo univa questi morti
    nella necropoli deserta»

    C. Campo - Moriremo Lontani


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    • ma_75
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      • Sep 2006
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      Originariamente Scritto da Luna Caprese Visualizza Messaggio
      "E' incredibile come tu continui ad intervenire in questo 3d senza dire assolutamente nulla di utile alla discussione.
      Ad ogni modo, fatta la tara sulla malafede (che io preferisco sempre all'incapacità di capire la lingua italiana )"

      che le mie parole siano inutili può darsi... magari chi legge potrebbe avere un altra opinione... o forse no chissà...

      la malafede ( ??? ) non capisco proprio dove stia...

      poi aggiungi :

      "la mia frase che quoti significa, semplicemente, che il fascismo viene condannato sull'onda dell'emotività (partigianeria, sentito dire, quello che vuoi) non sulla base dei dati reali. In questo senso cosa c'entri la natura irrazionale ed emotiva del fascismo me lo devi spiegare.. (ma non lo frarai, come non hai risposto alle 1000 altre domande che io, o altri, ti abbiamo fatto qui)"

      i dati reali ci sono ( altro che emotività... , ci sono fior di elementi oggettivi e di testimonianze ) ma non era quello l' oggetto dei miei ultimi post

      la tua frase :

      "Visto che di solito la condanna del fascismo si esprime su base emotiva più che razionale"

      mi suonava comica detta da chi crede in un ideologia che della ragione se ne frega altamente

      la 1000 domande sinceramente non le ho viste

      ricorda che in teologia non ci sono domande ma solo risposte ; se il fascismo è una fede , e lo è , non puoi domandare alcunchè

      Che tu ti sottragga alla dialettica della diuscussione non è certo opinione solo mia. Chiunque, leggendo le pagine dalla prima in poi, se ne può fare un'idea. Ti limiti a portare avanti delle proposizioni apoditttiche che, giacchè si parla di storia e non di teologia, sono sindacabili, come tutta la storia del resto. I dati reali di cui parli, ad esempio, andrebbero esplicitati, se non altro per dare a noi tutti la possiblità di esprimerci in contraddittorio. Non puoi dire il fascismo è colpevole, senza indicarmi di cosa e per quali ragioni.
      In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
      ma_75@bodyweb.com

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      • simones
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        • altoadige
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        Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
        Permettimi, Simones, un ringraziamento sentito e personale per questi tuoi due contributi che chiariscono, definiscono, illuminano con ancora più luce punti non sempre di facile spiegazione e, mi rendo conto, comprensione.

        Ci sei riuscito con passaggi come questi che voglio quotare e sottolineare, e che ho letto con piacere estremo:






        grazie sean sono sinceramente lusingato.
        spero in ogni caso che il mio piccolo contributo possa invitare alla discussione lo stesso dorian.
        "Nulla è gratuito in questo basso mondo. Tutto si sconta, il bene come il male, presto o tardi si paga. Il bene è necessariamente molto più caro."

        L.F.Celine

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        • gbpackers
          #1 Fan GreenBay Packers
          • Jun 2006
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          Originariamente Scritto da simones Visualizza Messaggio
          non è mai esistita,negli ambienti legatio al fascismo,una e una sola tradizone.
          esiste la tradizione ossia la ricerca spasmodica di un quid metafisco che possa liberare l'uomo dalle catene del materialismo nichilista conferendo all'esistenza un valore superiore.
          il fscismo ed il neofascismo hanno offerto la sponda alle teorie e alle ricerche personali di una via interiore più disparate.
          sei libero di chiamarle suggestioni se ti pare.
          Vorrei sottolineare poi che il concetto di "Tradizione" è stato sviluppato e discusso molto soprattutto nel neofascismo del dopoguerra a partire da Evola che ne faceva un suo "cavallo di battaglia".

          Simo che mi dici di "Disintegrazione del sistema" di Freda?
          sigpic

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          • simones
            Bodyweb Senior
            • Jun 2002
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            • altoadige
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            Originariamente Scritto da gbpackers Visualizza Messaggio
            Vorrei sottolineare poi che il concetto di "Tradizione" è stato sviluppato e discusso molto soprattutto nel neofascismo del dopoguerra a partire da Evola che ne faceva un suo "cavallo di battaglia".

            Simo che mi dici di "Disintegrazione del sistema" di Freda?

            la "disintegrazione del sistema" è un libro che ho letto una decina di anni fa ma che ricordo con estremo piacere.
            di freda non condivido assolutamente il razzismo biologico tuttavia trovo assolutamente affascinanti e vicine al mio concetto di stato le tesi nazionalcomuniste espresse nel libro.

            una sorta di comunismo dorico,uno stato ultraorganico che formi il cittadino fin dalla prima infanzia.
            molto spartano,se mi si passa il parallelismo metastorico,il concetto di educazione dell'individuo in appositi istituti statali fino all'età dei vent'anni.
            ci addentriamo in concetti pericolosi e di difficilie trattazione in quanto lo stato di freda è essenzialmente comunista.

            non ho volutamente partecipato alla polemica del 3ead vertente su eventuali simiglianze tra fascismo e comunismo per non alimentare polemiche.
            tuttavia non credo che l'argomento possa esaurirsi in poche pagine in quanto ritengo che affinità ve ne siano.
            butto il sasso ma non ritiro la mano,se qualcuno vuole ridiscuterne io sono qui.



            il concetto di tradizione è stato fatto proprio dal neofascismo e questo è un dato di fatto certo.
            ricordo però che la formulazione delle tesi evoliane avvennne in pieno fascismo essendo "rivolta contro il mondo moderno" del 1936.
            evola in italia ebbe poca sponda ma in germaniaq fu letto ed apprezzato
            "Nulla è gratuito in questo basso mondo. Tutto si sconta, il bene come il male, presto o tardi si paga. Il bene è necessariamente molto più caro."

            L.F.Celine

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            • gbpackers
              #1 Fan GreenBay Packers
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              Grazie Simo, prossimo acquisto sarà proprio quello con "rivolta contro il mondo moderno", l'ho trovato su librerie ar.
              sigpic

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              • gbpackers
                #1 Fan GreenBay Packers
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                UP

                Altro libro sulla Mambro e Fioravanti
                "Sulla Mambro e il terrorismo l'ipocrisia è dei politici" - Spettacoli & Cultura - Repubblica.it
                sigpic

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                • ma_75
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                  La storia di Mambro e Fioravanti è esemplare di come è stata chiusa, nel nostro paese, la stagione del terrorismo. A due ragazzi (macchiatisi senza dubbio di azioni violente e criminali, ma sempre nel solco di una lotta politica, pur perseguita con mezzi violenti, in cui avversari erano lo stato ed i gruppi antagonisto dell'area opposta) è stata affibbiata la strage più vergognosa della nostra storia. Chiunque abbia un minimo di onestà morale non può non osservare l'incongruenza tra le vite di Mambro e Fioravanti, il loro spontaneismo anti-sistema, tale da rendere i NAR una sorta di paria anche all'interno della galassia dell'estrema destra, ed una strage che è, invece, tutta nata e gestita all'interno del sistema. Ipotizzare un legame tra Mambro e Fioravanti e Gelli, ufficiali dei servizi, agenti stranieri è semplicemente ridicolo.
                  Per le colpe che hanno comemsso pagano la giusta pene, in carcere. Ma la loro dignità è enormemente superiore a coloro che allora avevano come compagni di lotta (ma Mambro e Fioravanti esposti in prima fila, dove i proiettili partono ed arrivano, gli altri nelle retrovie, già allora impegnati nell'ombra in accordi irripetibili) ed oggi siedono, in doppiopetto, in scranni parlamentari.
                  In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
                  ma_75@bodyweb.com

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                  • Sean
                    Csar
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                    Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza Messaggio
                    La storia di Mambro e Fioravanti è esemplare di come è stata chiusa, nel nostro paese, la stagione del terrorismo. A due ragazzi (macchiatisi senza dubbio di azioni violente e criminali, ma sempre nel solco di una lotta politica, pur perseguita con mezzi violenti, in cui avversari erano lo stato ed i gruppi antagonisto dell'area opposta) è stata affibbiata la strage più vergognosa della nostra storia. Chiunque abbia un minimo di onestà morale non può non osservare l'incongruenza tra le vite di Mambro e Fioravanti, il loro spontaneismo anti-sistema, tale da rendere i NAR una sorta di paria anche all'interno della galassia dell'estrema destra, ed una strage che è, invece, tutta nata e gestita all'interno del sistema. Ipotizzare un legame tra Mambro e Fioravanti e Gelli, ufficiali dei servizi, agenti stranieri è semplicemente ridicolo.
                    Per le colpe che hanno comemsso pagano la giusta pene, in carcere. Ma la loro dignità è enormemente superiore a coloro che allora avevano come compagni di lotta (ma Mambro e Fioravanti esposti in prima fila, dove i proiettili partono ed arrivano, gli altri nelle retrovie, già allora impegnati nell'ombra in accordi irripetibili) ed oggi siedono, in doppiopetto, in scranni parlamentari.
                    Splendido
                    ...ma di noi
                    sopra una sola teca di cristallo
                    popoli studiosi scriveranno
                    forse, tra mille inverni
                    «nessun vincolo univa questi morti
                    nella necropoli deserta»

                    C. Campo - Moriremo Lontani


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                    • saffado
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                      Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza Messaggio
                      La storia di Mambro e Fioravanti è esemplare di come è stata chiusa, nel nostro paese, la stagione del terrorismo. A due ragazzi (macchiatisi senza dubbio di azioni violente e criminali, ma sempre nel solco di una lotta politica, pur perseguita con mezzi violenti, in cui avversari erano lo stato ed i gruppi antagonisto dell'area opposta) è stata affibbiata la strage più vergognosa della nostra storia. Chiunque abbia un minimo di onestà morale non può non osservare l'incongruenza tra le vite di Mambro e Fioravanti, il loro spontaneismo anti-sistema, tale da rendere i NAR una sorta di paria anche all'interno della galassia dell'estrema destra, ed una strage che è, invece, tutta nata e gestita all'interno del sistema. Ipotizzare un legame tra Mambro e Fioravanti e Gelli, ufficiali dei servizi, agenti stranieri è semplicemente ridicolo.
                      Per le colpe che hanno comemsso pagano la giusta pene, in carcere. Ma la loro dignità è enormemente superiore a coloro che allora avevano come compagni di lotta (ma Mambro e Fioravanti esposti in prima fila, dove i proiettili partono ed arrivano, gli altri nelle retrovie, già allora impegnati nell'ombra in accordi irripetibili) ed oggi siedono, in doppiopetto, in scranni parlamentari.
                      Quoto !

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                      • In corpore sano
                        Bodyweb Senior
                        • Mar 2007
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                        In passato si era parlato di Valle Giulia; ho trovato (tramite una discussione sul forum di POL) questo interessante articolo del Giornale (Neri e rossi contro i poliziotti una foto riscrive Valle Giulia - Articolo - ilGiornale.it del 11-10-2008)

                        Debbo confessare che quella «foto di gruppo», chiamiamola così, riprodotta a metà del libro e che forse farà scalpore - sai tu quanti e quali dibattiti sulla «natura del Sessantotto» finirà con l’alimentare - per me non è affatto una novità. Anzi, la conosco benissimo. È scolpita nella memoria, anche se da un’altra visuale, opposta a quella delle camionette della polizia. Il mio fotogramma è scattato dalla scalinata di Valle Giulia; e anche se visti di spalle, i giovani che in quel momento fronteggiavano le gip della Celere li conoscevo. Li conoscevano tutti, nel movimento studentesco romano. E che fossero fasci, in quel 1° marzo di quarant’anni fa, non scandalizzava nessuno.

                        O meglio: scandalizzava i burocrati del Pci e quelli del Msi, che quindici giorni dopo provvidero a restaurare il giusto ordine delle cose anche nella ribellione giovanile, con la sciagurata spedizione di Almirante e Caradonna alla facoltà di Giurisprudenza: blitz che ristabilì l’egemonia dei due partiti sulle rispettive aree ideologiche, e guai agli eretici. Sarà un caso se un anno e mezzo dopo, quando a Piazza Fontana e sull’Altare della Patria s’aprì la stagione delle stragi, nel mirino finirono anarchici, nazimaoisti, gruppettari di destra e di sinistra?
                        Il libro che, insieme ad altre, ripropone tale foto, è quello di Nicola Rao Il sangue e la celtica (Sperling&Kupfer, in libreria da martedì 14 ottobre; 458 pagine, euro 18). Per onorare il titolo parte dagli anni Cinquanta, raccontando del neofascismo armato che voleva «vendicare Piazzale Loreto», ma giunge presto al Sessantotto, da qui muove per concludersi non a caso con le stragi, quel rosario insanguinato che dal 12 dicembre 1969 giunge a Piazza della Loggia, l’Italicus e via terrorizzando, sino all’alba cupa degli anni di piombo. Ordine Nero, il golpe Borghese, Avanguardia Nazionale, sono i protagonisti della storia di Rao. Il quale, avendo scritto due anni fa La fiamma e la celtica, non poteva che proseguire con questo libro. Ma essendo persona precisa, ha già quasi pronto il terzo, che s’intitola Il piombo e la celtica, e che uscirà l’anno prossimo.

                        Quella foto però, è cruciale. Non solo perché documenta una realtà rimossa dalla storiografia ufficiale e dalla memoria di sinistra, ma perché la «battaglia di Valle Giulia» come pomposamente viene chiamata dai reduci, rappresenta la scintilla di un Sessantotto che non c’è stato. Come l’isola di Peter Pan. Mario Merlino - il “mago” poi implicato nella madre di tutte le stragi - che indica all’autore i personaggi con spranghe o sanpietrini, «questo con i capelli lunghi sono io, con una molotov in mano, questo è Tonino Fiore... questo è Franco Papitto... questo coperto è Guido Paglia... tutti quelli più dietro sono dei compagni», e ancora Stefano Delle Chiaie detto er Caccola per via della statura, Adriano Tilgher e svariati altri camerati, racconta una verità nota e condivisa dall’intero movimento studentesco. Rao certamente esagera, quando scrive che «l’assalto alla polizia degli studenti romani fu dunque lanciato e guidato dagli universitari fascisti». Basta cercare altre foto di quella giornata: in una spicca un giovanissimo Giuliano Ferrara più impavido all’assalto e scatenato di Paglia.

                        Gli è che quando alla Sapienza iniziarono le occupazioni, mentre a Lettere e Architettura dominavano i giovani di sinistra espulsi o in rotta col Pci, a Legge prevalevano quelli di destra ormai border line con la Fiamma di Arturo Michelini collaterale alla Dc. Ma le due aree convivevano, s’annusavano, per quanto sommessamente dialogavano. Non fosse stato per l’intervento del 16 marzo, con l’assalto a Giurisprudenza del Msi, avrebbero anche potuto incontrarsi, sull’isola che non c’è. Per menar le mani si incontrarono ugualmente anche dopo Valle Giulia e la separazione imposta dai partiti bisognosi di «opposti estremismi», se quando il movimento andò a manifestare per il maggio francese represso, cercando di giungere sotto l’ambasciata e divampò la guerriglia urbana intorno a Piazza Farnese, in quei vicoli erano in azione pure i fasci. Forse non ci sono foto, ma io li ho incontrati.

                        Dopo Valle Giulia, è la storia della gioventù di destra che non voleva starci, quella che ha scelto - o forse è stata costretta a scegliere - la violenza. Speculare a quella dei giovani di sinistra che rifiutavano la protezione e il controllo del partito madre. Quel che oggi ancora rimane incomprensibile, è perché le due «fazioni» si siano esercitate principalmente a massacrarsi tra loro, almeno sino all’avvento degli anni di piombo. Il libro di Rao però, offre un contributo per questa risposta. Oltre a svariate rivelazioni, come quella fatta da Guido Paglia sul mistero di un suo portafoglio smarrito nel dicembre ’69 e delle avventure capitategli per l’omonimia con un altro giornalista di destra, Guido Giannettini.
                        Pull me under Pull me under
                        Pull me under I’m not afraid
                        All that I feel is honor and spite
                        All I can do is set it right

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                        • ma_75
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                          • Sep 2006
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                          Mi fa piacere notare come si sposi in questo articolo la stessa tesi che io ed altri qui abbiamo espresso (e non poteva essre altimenti, essendo comune la fonte da cui abbiamo attinrto le notizie, lo splendido libro di Rao).
                          Vediamo che ne pensano coloro che ci hanno dato dei folli e ci hanno tacciato di fare un mischione ideologico mai esistito
                          In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
                          ma_75@bodyweb.com

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                          • Sean
                            Csar
                            • Sep 2007
                            • 120694
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                            • Italy [IT]
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                            Originariamente Scritto da In corpore sano Visualizza Messaggio
                            Quel che oggi ancora rimane incomprensibile, è perché le due «fazioni» si siano esercitate principalmente a massacrarsi tra loro, almeno sino all’avvento degli anni di piombo. .
                            Questo è il punto attorno a cui sono girate in effetti anche le analisi tentate in questo Thread, sopratutto quelle di Ma_ , ovvero perchè non si è realizzata questa fusione tra gli opposti estremismi contro quello stato rappresentato dalle camionette della polizia in quella foto;
                            L'articolo tiene in sè già una risposta, quando rievoca i vertici di PCI ed MSI andare a rimettere in linea (nella linea dello stato) tutti quei ragazzi che stavano per convogliare univocamente la loro rabbia giovane contro un solo obiettivo, da cui però quei vertici di partito provenivano, obiettivo in cui quei vertici comodamente sedevano, al pari dei loro "avversari" parlamentari, la DC.
                            Quei politicanti, abituati alla doppiezza di Giano fin dai tempi del post-fascismo, applicarono semplicemente una sempieterna regola:
                            Divide et impera.
                            Last edited by Sean; 11-10-2008, 22:49:24.
                            ...ma di noi
                            sopra una sola teca di cristallo
                            popoli studiosi scriveranno
                            forse, tra mille inverni
                            «nessun vincolo univa questi morti
                            nella necropoli deserta»

                            C. Campo - Moriremo Lontani


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                            • saffado
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                              Stavo riflettendo sul fatto che L'Italia e' sempre stata la Patria del bipolarismo, e questo aldila' del Divide et Impera.

                              Guelfi-Ghibellini , Nord-Sud , Monarchici-Repubblicani , Partigiani-Fascisti , Destra-Sinistra , Berlusconiani-Anti Berlusconiani...e potrei andare oltre.

                              Come se ci fosse il desiderio di schierarsi da una parte o dall'altra nonostante , molto spesso , le idee politico-ideologiche siano simili.
                              L'esempio sessantottino dovrebbe far riflettere cosi come dovrebbe far riflettere quello che e' accaduto alle ultime elezioni.

                              La maggiorparte dei voti della Lega sono arrivati dagli operai delle fabbriche ; alcuni vecchi feudi rossi sono stati completamente convertiti in quartieri generali della Lega.

                              Anche qui i vertici PDL e PD hanno cercato di andare a rimettere in linea (nella linea dello stato) tutti quei militanti che stavano per convogliare univocamente la loro rabbia giovane contro un solo obiettivo.(in questo caso la Roma ladrona che non protegge i suoi connazionali).
                              La Storia a volte si ripete sotto celate spoglie

                              Gli operai Fiom che votano a destra "Così protetti da tasse e criminalità" - Politica - Repubblica.it

                              BRESCIA - L'importante è saper rispondere alla domanda: "Mi conviene?". Paolo, ad esempio, ha capito che gli conviene votare Bossi perché la Lega lo protegge. Ha 22 anni, sta appoggiato al muro insieme ai coetanei durante la pausa mensa alla Innse Berardi, 250 metalmeccanici specializzati alla periferia di Brescia. Da chi ti protegge la Lega? "Dagli extracomunitari". Ne hai bisogno alla tua età? "Non è bello doversi difendere quando vai alla stazione". Che cosa vuol dire che la Lega ti difende? "Che, bloccherà i flussi, non li lascerà più entrare in Italia".
                              Last edited by saffado; 12-10-2008, 12:19:39.

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                                • In piedi tra le rovine
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                                Mi sento di condividere questa tua riflessione.
                                La tecnica democratica, questa tecnica, tende a riconvogliare nell'ordine costituito ogni minimo accenno di devianza dal sistema, tende a regolarizzare ogni avviso di disagio.
                                Destra e Sinistra in questo senso non sono altro che specchietti per le allodole di cui servirsi per dare l'illusione di avere una cassa di risonanza per tutti i malesseri che scuotono questa società già sul fondo del barile;
                                La Lega, sopratutto, ne rappresenta l'esempio più illuminante, cavalcando il disagio e mutandolo in retorica politica della peggior specie.
                                La "protezione" che offre alle classi più basse in verità non esiste, è solo un (facile) gioco di prestigio che continua ad assicurare voti, senza alcuno sbocco nel concreto.
                                L'anestetico è stato servito in dosi massicce se a questi ragazzi basta la faccia di un Borghezio per credere che tutto andrà a posto, che il sistema dal suo interno possa arivare a sanarsi, quando invece è proprio grazie a gente come questo Paolo di Brescia, lavoratore metalmeccanico che identifica la sua paura nello straniero, che il sistema perpetua se stesso, autentica morza mascherata da rassicurante carezza.
                                ...ma di noi
                                sopra una sola teca di cristallo
                                popoli studiosi scriveranno
                                forse, tra mille inverni
                                «nessun vincolo univa questi morti
                                nella necropoli deserta»

                                C. Campo - Moriremo Lontani


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