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  • John Titor
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    • Dec 2007
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    #31
    "La dottrina dell'eterno ritorno dell'uguale è l'espressione della Phronesis nietzcheana, della saggezza pratica che segue ad una filosofia che si rivela essere un'altissima riproposizione dell'Eraclitismo: non si sfugge al divenire di ogni cosa dell'universo: l'unica verità è il trascorrere.
    Il "presente"è oggettivamente illusorio, ma vivo nel senso interno del soggetto e informante le sue rappresentazioni, quindi l'attimo è reale e significativo della totalità della propria esistenza, la parte che contiene il tutto. Zarathustra, pienamente vivo nella notte di luna piena, mentre parla col nano, vive l'attimo, lo ferma e lo abbellisce con la sua volontà di potenza: ha scaricato il nano pesante dalle proprie spalle e adesso si confronta con lui, alla luce della sua nuova consapevolezza. Sotto la porta carraia, che segna lo spazio limite dell'"attimo", egli illustra al nano la dottrina dell'eterno ritorno. Se il passato è un'eternità e il futuro un'altra eternità, allora coincidono, sono la stessa cosa: due infiniti, che alla fine sono uno (usa ,in effetti, un argomento parmenideo, ma colorandolo di significati nuovi).L'eterno ritorno starebbe a significare che tutto ciò che è stato è, e sarà di nuovo, in un'eterna ripetizione, senza alcuna variante".

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    • John Titor
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      • Dec 2007
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      #32
      "Questo è ciò che la ragione può, al massimo giudicare, del tempo. Il punto di vista dell'ubermensch, tuttavia, è quello di colui che "crea" il suo tempo, affacciandosi al futuro com'esso fosse del tutto nuovo,vergine,orfano del passato.Il soggetto creatore può permeare il tempo dei suoi nuovi valori, senza che gli pesino le eredità passate, anticipando il futuro nel presente, allargando quest'ultimo all'infinito e attirare in esso quanta più vita gli è possibile.
      Il passato pesa sicuramente in una concezione del tempo in cui "tutto torna" esattamente uguale. Ma l'oltrepassamento dell'uomo, implica, innanzitutto, un superamento ,in senso soggettivista e compiutamente nichilistico (cioè di superamento totale, negazione),dell'eredità storica,del passato,della metafisica dell'occidente, dei condizionamenti morali, della pretesa di responsabilità universale degli accadimenti".
      Last edited by John Titor; 16-12-2007, 23:16:27.

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      • Dave Clark's attacks
        PHEEGA LOVER
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        #33
        mi sa ke abbiamo un pazzo in libertà

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        • Arturo Bandini
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          #34
          Originariamente Scritto da kaze74 Visualizza Messaggio
          capisco il tuo stato emotivo.non è senso di nullita' è sfiducia nell avvenire.impotenza degli eventi futuri nei confronti dell'ineluttabilita' della morte.ma tutto non finisce ricorda.abbiamo in noi qualcosa che puo' darci il senso di eterno..l'amore.lamore nelle cose di tutti giorni,nella vita..questa è la salvezza e il senso dell'esistenza,la fede stessa non prettamente religiosa ma negli eventi è il motore del nostro cammino.sai che penso sempre che le cose piu' belle che mi sono capitate nella vita sono state quelle che mai e poi mai mi sarei aspettato.condire l'esistenza con quelle sensazione di imprevedibilita' nel futuro puo' farti stare bene.lascia perdeer il rispetto amico,se lo intendi come qualcosa da conquistare ti sbagli,non è nemmeno una barriera di diffidenza e paura verso di te o il prossimo che ce lo fa' avere.alcuni pensano che la forza sia il mezzo per ottenerlo ma si sbagliano..non hai rispetto ma la paura..ed è la cosa peggiore se vuoi avvicinare il prossimo a te..
          è ancora una questione di prospettive. Se guardiamo da qui verso la morte, sulla strada possiamo immaginare ancora giorni, amori, risate o dolori: comunque vita. Ma guardando dalla morte verso qui, niente ha più senso.
          Se penso alle persone che ho amato e sono morte, all' angoscia e alla stanchezza che leggevo nei loro occhi, morendo, mi sembra di sentirle dire "lascia perdere. Gli amori e il lavoro, le vittorie e le sconfitte, i luoghi e le cose e i ricordi e le speranze: non erano lì a salvarci, mentre morivamo. Loro non c'erano."

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          • Arturo Bandini
            Bodyweb Senior
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            #35
            la vita è questo: qualche giorno, poche cose da ricordare, altre che subito finiscono, e andare al lavoro, la sera ripresentarsi a casa, e sentire che questo sarà per sempre, e nn vedere che alla fine, nel furore di chi muore, nel ricordo di chi resta, quei giorni lontani sembreranno ieri, e a risalire nel tempo, tutti i nostri ieri erano già oggi, i pochi pezzi di una catena su sè avvolta: pezzi che girando si toccano, che legandosi si fondono, e mancano solo poche mattine, poche sere, poche vacanze... è già ora di andare...

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            • Sean
              Csar
              • Sep 2007
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              • In piedi tra le rovine
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              #36
              Originariamente Scritto da John Titor Visualizza Messaggio
              "Questo è ciò che la ragione può, al massimo giudicare, del tempo. Il punto di vista dell'ubermensch, tuttavia, è quello di colui che "crea" il suo tempo, affacciandosi al futuro com'esso fosse del tutto nuovo,vergine,orfano del passato.Il soggetto creatore può permeare il tempo dei suoi nuovi valori, senza che gli pesino le eredità passate, anticipando il futuro nel presente, allargando quest'ultimo all'infinito e attirare in esso quanta più vita gli è possibile.
              Il passato pesa sicuramente in una concezione del tempo in cui "tutto torna" esattamente uguale. Ma l'oltrepassamento dell'uomo, implica, innanzitutto, un superamento ,in senso soggettivista e compiutamente nichilistico (cioè di superamento totale, negazione),dell'eredità storica,del passato,della metafisica dell'occidente, dei condizionamenti morali, della pretesa di responsabilità universale degli accadimenti".
              Originariamente Scritto da John Titor Visualizza Messaggio
              "La dottrina dell'eterno ritorno dell'uguale è l'espressione della Phronesis nietzcheana, della saggezza pratica che segue ad una filosofia che si rivela essere un'altissima riproposizione dell'Eraclitismo: non si sfugge al divenire di ogni cosa dell'universo: l'unica verità è il trascorrere.
              Il "presente"è oggettivamente illusorio, ma vivo nel senso interno del soggetto e informante le sue rappresentazioni, quindi l'attimo è reale e significativo della totalità della propria esistenza, la parte che contiene il tutto. Zarathustra, pienamente vivo nella notte di luna piena, mentre parla col nano, vive l'attimo, lo ferma e lo abbellisce con la sua volontà di potenza: ha scaricato il nano pesante dalle proprie spalle e adesso si confronta con lui, alla luce della sua nuova consapevolezza. Sotto la porta carraia, che segna lo spazio limite dell'"attimo", egli illustra al nano la dottrina dell'eterno ritorno. Se il passato è un'eternità e il futuro un'altra eternità, allora coincidono, sono la stessa cosa: due infiniti, che alla fine sono uno (usa ,in effetti, un argomento parmenideo, ma colorandolo di significati nuovi).L'eterno ritorno starebbe a significare che tutto ciò che è stato è, e sarà di nuovo, in un'eterna ripetizione, senza alcuna variante".
              Direi perfetta questa sintesi dell'Eterno Ritorno Nietzcheano,al quale m'introdusse negli anni del liceo un mio amico;

              Ancora oggi più che mai, tramontati gli eroi e addormentati gli dei, affascinante.
              ...ma di noi
              sopra una sola teca di cristallo
              popoli studiosi scriveranno
              forse, tra mille inverni
              «nessun vincolo univa questi morti
              nella necropoli deserta»

              C. Campo - Moriremo Lontani


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              • John Titor
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                #37
                Originariamente Scritto da Dave Clark's attacks Visualizza Messaggio
                mi sa ke abbiamo un pazzo in libertà

                Il popolo cammina nel senso del mondo : pensa che il primo dato é la cosa, il reale, la natura, quello che chiama la materia; e la scienza pare confermare questa prima direzione del pensiero popolare: cammina nel senso dell'istinto comune. Quello che esiste, da questo punto di vista, sono le cose esteriori al mio io, che si riflettono nell'io quando si serve dei suoi occhi, delle sue orecchie e delle sue mani.
                Al contrario, se si esercita lo spirito nell'altra direzione, come fecero i filosofi, e specialmente i moderni, allora si penserà che il primo dato non é la cosa, il mondo, l'oggetto, la materia, bensì lo spirito del quale il mondo non é che il riflesso, lo specchio, il prodotto, la "rappresentazione"(J.Guitton)

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                • Arturo Bandini
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                  #38
                  " Domani, poi domani, poi domani: così, da un giorno all'altro, a piccoli
                  passi, ogni domani striscia via per arrivare all'ultima sillaba del tempo
                  che si ricorda ancora; e tutti i nostri ieri hanno rischiarato, a dei pazzi,
                  la via che conduce alla polvere della morte. Spegniti, spegniti, piccola
                  candela. La vita non è che un'ombra che cammina; un povero commediante che si pavoneggia e si agita, sulla scena del mondo, per un'ora, e poi non se ne parla più; è la storia di un idiota, piena di frastuono e di foga, che non
                  significa nulla."

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                  • John Titor
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                    #39
                    Colui che cerca affannosamente l'essere non fa altro che rifuggirlo, perché l'essere è vicino a noi nella sua forma più umile e basta aprire la mano per possederlo.(L.Lavelle)

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                    • John Titor
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                      #40
                      Negli ultimi trent'anni sono stato consultato da gente venuta da ogni parte del mondo civile. Tra tutti i miei pazienti che avevano passato i trentacinque anni non ne trovai uno i cui problemi non fossero in ultima istanza legati ad una visione religiosa della vita. Posso dire con sicurezza che ognuno di loro si era ammalato perché aveva perduto ciò che le religioni viventi in ogni epoca hanno dato ai loro seguaci, e nessuno di essi guarì davvero finchè non ebbe riacquistata la visione religiosa della vita.(G.Jung)

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                      • John Titor
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                        #41
                        Il mondo in cui ciascuno vive dipende in primo luogo dal personale modo di comprenderlo, ed é perciò conforme alle caratteristiche dei soggetti, secondo cui potrà apparire povero, insulso, piatto, interessante, notevole...Lo stesso avvenimento che appare così interessante allo sguardo di un uomo di ingegno, se é visto da un ometto qualunque diventa una scialba scenetta della vita di tutti i giorni.(Schopenhauer)

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                        • Arturo Bandini
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                          #42
                          per quanti anni ancora vivremo, guardando indietro ricorderemo questi come i nostri ultimi anni. Come una cima faticosamente scalata, poi guardi in basso e vedi che il fondo è così vicino...
                          "quando eravamo giovani", penseremo...
                          forse 40 anni fa, ma
                          ...solo l' anno scorso ho fatto...
                          e
                          ...era solo l' anno prima...
                          e poi
                          ...era solo l' anno prima ancora"
                          e poi
                          ...appena prima, appena prima...

                          e vedi come in questa catena di giorni, avere 80 anni, averne 20, era solo l' anello prima...

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                          • John Titor
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                            #43
                            Lo scopo della vita non è il tuo merito personale dovuto alla tua generosità; il tuo merito sta nel mettere tutta la tua generosità per lasciarmi vivere in te. (Gesù a Suor Maria della Trinità)

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                            • Arturo Bandini
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                              #44
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                              Lo scopo della vita non è il tuo merito personale dovuto alla tua generosità; il tuo merito sta nel mettere tutta la tua generosità per lasciarmi vivere in te. (Gesù a Suor Maria della Trinità)
                              come può gesù aver detto qualcosa a una suora che nn esistevano ancora

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                                La vita silenziosa, disciplinata e industriosa di centinaia di migliaia di monaci, frati, suore, eremiti, fratelli e sorelle religiose e "bhikhu"(mendicanti) è certamente rivelatrice ed è anche la risposta ai problemi più profondi della vita e della morte, della felicità e della tristezza, del tempo e dell'eternità, problemi che fanno inquieta l'anima dell'uomo finché non avrà raggiunto Dio, il Sè, il Nirvana.(A.Elenjimittam)

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