Originariamente Scritto da Liam & Me
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frecciata al Capo dello Stato: «E' vero, non è il mio Paese. E' quello di Napolitano»
Grillo in risciò: diamo l'Italia ai trentenni
Il comico porta al Senato le 350mila firme per una legge a favore di un Parlamento pulito
Beppe Grillo porta in risciò al Senato le firme raccolte a sostegno di una legge di iniziativa popolare sul «Parlamento pulito» (Ansa) ROMA - «Il Paese riparte»: così Beppe Grillo, a bordo di un risciò, ha iniziato il suo viaggio verso il Senato per portare i 18 scatoloni in cui sono contenute le 350 mila firme per una legge di iniziativa popolare a favore di «un Parlamento pulito». Il comico è partito attorno alle 11 accompagnato da un gruppo di esponenti del suo movimento, circa una trentina, da via Zanardelli, vicino piazza Navona, per poi intraprendere il percorso verso il Senato. Grillo non si limiterà a consegnare le firme agli addetti di Palazzo Madama, ma incontrerà a tu per tu anche il presidente dell'Aula, Franco Marini.
LE RICHIESTE - Tra le richieste di iniziativa popolare ci sono l'espulsione dal Parlamento dei condannati in sede definitiva e la richiesta che il mandato parlamentare sia solo per due legislature. Durante il tragitto il comico ha affrontato alcuni dei temi forti di carattere politico-sociale sui quali da tempo conduce le proprie battaglie. «La privatizzazione dell'acqua non è politica, il nucleare non è politica, una centrale nucleare non mi cambia la vita - ha detto tra l'altro Grillo -. Eppure c'è qualcuno che non capisce nulla di nucleare e vorrebbe riproporlo. Il Paese è da dare in mano a gente di 30 anni, magari invece tra poco torna lo psico-nano, ci divertiremo per tre anni».
«E' IL PAESE DI NAPOLITANO» - Grillo ha poi commentato l'intervento del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che dopo la pubblicazione della corrispondenza del New York Times in cui gli italiani venivano descritti come un popolo di depressi aveva sottolineato che la vera Italia non è quella di Grillo. «Meno male, mi ha tolto un peso...» è stato il commento del comico genovese. Che polemicamente ha poi aggiunto: «Infatti, questo è il Paese di Napolitano...». Secono Grillo il New York Times ha fatto un servizio «bellissimo» sull’Italia. Quindi quella di un Paese depresso è un’immagine che corrisponde alla realtà? «Ho paura di sì».
ATTACCO AI MEDIA - Ma Grillo non ce l'ha solo con la politica. Anzi: «Il vero cancro non è la politica ma l'informazione» ha detto ai microfoni di Sky Tg24. «L'informazione - ha aggiunto - è la vera depressione di questo Paese. L'informazione con i suoi limiti, con la sommersione di informazioni inutili, la gente è sommersa di ca…. È un mezzo destinato a scomparire, sarà assorbito dalla rete. La rete è la cosa più democratica che esista perchè c'è il contraddittorio». Il comico genovese si è poi scagliato contro l'ordine dei giornalisti: «Bisogna abolirlo perchè è fascista, è mussoliniano»
Grillo in risciò: diamo l'Italia ai trentenni
Il comico porta al Senato le 350mila firme per una legge a favore di un Parlamento pulito
Beppe Grillo porta in risciò al Senato le firme raccolte a sostegno di una legge di iniziativa popolare sul «Parlamento pulito» (Ansa) ROMA - «Il Paese riparte»: così Beppe Grillo, a bordo di un risciò, ha iniziato il suo viaggio verso il Senato per portare i 18 scatoloni in cui sono contenute le 350 mila firme per una legge di iniziativa popolare a favore di «un Parlamento pulito». Il comico è partito attorno alle 11 accompagnato da un gruppo di esponenti del suo movimento, circa una trentina, da via Zanardelli, vicino piazza Navona, per poi intraprendere il percorso verso il Senato. Grillo non si limiterà a consegnare le firme agli addetti di Palazzo Madama, ma incontrerà a tu per tu anche il presidente dell'Aula, Franco Marini.
LE RICHIESTE - Tra le richieste di iniziativa popolare ci sono l'espulsione dal Parlamento dei condannati in sede definitiva e la richiesta che il mandato parlamentare sia solo per due legislature. Durante il tragitto il comico ha affrontato alcuni dei temi forti di carattere politico-sociale sui quali da tempo conduce le proprie battaglie. «La privatizzazione dell'acqua non è politica, il nucleare non è politica, una centrale nucleare non mi cambia la vita - ha detto tra l'altro Grillo -. Eppure c'è qualcuno che non capisce nulla di nucleare e vorrebbe riproporlo. Il Paese è da dare in mano a gente di 30 anni, magari invece tra poco torna lo psico-nano, ci divertiremo per tre anni».
«E' IL PAESE DI NAPOLITANO» - Grillo ha poi commentato l'intervento del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che dopo la pubblicazione della corrispondenza del New York Times in cui gli italiani venivano descritti come un popolo di depressi aveva sottolineato che la vera Italia non è quella di Grillo. «Meno male, mi ha tolto un peso...» è stato il commento del comico genovese. Che polemicamente ha poi aggiunto: «Infatti, questo è il Paese di Napolitano...». Secono Grillo il New York Times ha fatto un servizio «bellissimo» sull’Italia. Quindi quella di un Paese depresso è un’immagine che corrisponde alla realtà? «Ho paura di sì».
ATTACCO AI MEDIA - Ma Grillo non ce l'ha solo con la politica. Anzi: «Il vero cancro non è la politica ma l'informazione» ha detto ai microfoni di Sky Tg24. «L'informazione - ha aggiunto - è la vera depressione di questo Paese. L'informazione con i suoi limiti, con la sommersione di informazioni inutili, la gente è sommersa di ca…. È un mezzo destinato a scomparire, sarà assorbito dalla rete. La rete è la cosa più democratica che esista perchè c'è il contraddittorio». Il comico genovese si è poi scagliato contro l'ordine dei giornalisti: «Bisogna abolirlo perchè è fascista, è mussoliniano»
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