Una farsa pericolosa
32
commenti
La storia non si ripete mai eguale a se stessa. Così dagli interventi della Delta force di Silvio Berlusconi per pilotare l'informazione Rai, oggi passiamo a quelli del ministro della Giustizia, Clemente Mastella, per bloccare una fiction su Graziella Campagna, la ragazza di 17 anni uccisa nel 1985 da Cosa Nostra perché testimone oculare di un omicidio. Il Guardasigilli ha fatto propria una richiesta del presidente della Corte d'Appello di Messina che chiedeva di impedire la messa in onda del film per la tv (programmato per martedì 27 novembre) "La Vita Rubata", perché la trasmissione avrebbe potuto turbare la serenità dei giudici di secondo grado nel processo contro i presunti assassini di Graziella. La direzione generale della Rai di fronte al ministro si è messa sull'attenti. Della fiction si riparlerà dopo il dibattimento che inizierà il prossimo 13 dicembre. Insomma, dalla tragedia (la telecrazia di Berlusconi) si passa alla farsa: il trio Mastella-presidente della Corte di Appello di Messina-direzione generale Rai.
Sarà forse il caso che qualcuno si decida a ricordare a questi signori l'esistenza dell'articolo 21 della Costituzione che garantisce a tutti la libertà di parola. Dopo le fiction, toccherà all'informazione (o meglio a ciò che resta dell'informazione): infatti se un telefilm influisce sui giudici, che cosa può mai fare un documentario, una trasmissione di approfondimento o un servizio di cronaca? Sembra uno scherzo, ma non lo è. Mastella è la stessa persona che tra gli applausi bipartisan di più o meno tutta la Camera ha fatto approvare (in prima lettura) il provvedimento sulle intercettazioni che vieta di pubblicare gli atti giudiziari depositati. Una norma votata per nascondere le malefatte della Casta, dimenticando un piccolo particolare: il controllo della stampa (e cioè dell'opinione pubblica) serve per impedire tutti gli abusi di potere. Non solo quelli della politica, ma anche quelli della magistratura.
32
commenti
La storia non si ripete mai eguale a se stessa. Così dagli interventi della Delta force di Silvio Berlusconi per pilotare l'informazione Rai, oggi passiamo a quelli del ministro della Giustizia, Clemente Mastella, per bloccare una fiction su Graziella Campagna, la ragazza di 17 anni uccisa nel 1985 da Cosa Nostra perché testimone oculare di un omicidio. Il Guardasigilli ha fatto propria una richiesta del presidente della Corte d'Appello di Messina che chiedeva di impedire la messa in onda del film per la tv (programmato per martedì 27 novembre) "La Vita Rubata", perché la trasmissione avrebbe potuto turbare la serenità dei giudici di secondo grado nel processo contro i presunti assassini di Graziella. La direzione generale della Rai di fronte al ministro si è messa sull'attenti. Della fiction si riparlerà dopo il dibattimento che inizierà il prossimo 13 dicembre. Insomma, dalla tragedia (la telecrazia di Berlusconi) si passa alla farsa: il trio Mastella-presidente della Corte di Appello di Messina-direzione generale Rai.
Sarà forse il caso che qualcuno si decida a ricordare a questi signori l'esistenza dell'articolo 21 della Costituzione che garantisce a tutti la libertà di parola. Dopo le fiction, toccherà all'informazione (o meglio a ciò che resta dell'informazione): infatti se un telefilm influisce sui giudici, che cosa può mai fare un documentario, una trasmissione di approfondimento o un servizio di cronaca? Sembra uno scherzo, ma non lo è. Mastella è la stessa persona che tra gli applausi bipartisan di più o meno tutta la Camera ha fatto approvare (in prima lettura) il provvedimento sulle intercettazioni che vieta di pubblicare gli atti giudiziari depositati. Una norma votata per nascondere le malefatte della Casta, dimenticando un piccolo particolare: il controllo della stampa (e cioè dell'opinione pubblica) serve per impedire tutti gli abusi di potere. Non solo quelli della politica, ma anche quelli della magistratura.
Commenta