ditemi se ora avete ancora il coraggio di votare uno che si mette a dialogare con i comunisti mangia bambini:
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Il Cavaliere si dice ferito dai sospetti di aver favorito la scissione di Storace
Poi apre nuovi scenari in caso di elezioni anticipate: "Meglio la grande coalizione"
Berlusconi sempre più lontano da Fini
"Mi ha offeso, ora il referente è Veltroni"
Silvio Berlusconi
ROMA - Parte con un diplomatico "ne prendo atto, ma non replico". In realtà dopo l'affondo di Gianfranco Fini, Silvio Berlusconi è un fiume in piena che punta dritto dritto sul leader di Alleanza nazionale. Le dichiarazioni di Fini, dice il Cavaliere ai suoi collaboratori riuniti, lo hanno ferito. "Il solo fatto di essere stato sospettato di aver pagato per avere avuto dalla mia parte Storace e Santanchè e di aver influenzato 'Striscia la notizia' mi ha offeso", precisa.
La rottura è innanzitutto sul piano personale, ma su quello politico le cose non vanno meglio, tanto che negli scenari futuri Berlusconi si spinge ad immaginare non solo un modello elettorale tedesco, ma anche una grande coalizione sull'esempio di quella insediata a Berlino.
Se il percorso delle riforme, come lui si augura, condurrà ad elezioni anticipate, in caso di eventuale impasse l'ipotesi di un accordo con il Pd verrebbe prima di una complicata ricucitura con An. "Se avremo la maggioranza per consentirci di governare, bene - ragiona Berlusconi con i suoi - altrimenti, per il Paese, dovremo allearci con la più grande forza nel centrosinistra e fare come in Germania".
Con Veltroni, ricorda il Cavaliere, "i canali sono aperti, il nostro referente da oggi in poi sarà il Partito democratico" perché "con tutte le divisioni che ci sono state non potevamo riproporre lo stesso schema del passato, dovevamo avere delle garanzie per poter governare sul serio". "La situazione economica è talmente grave - osserva ancora l'ex premier - che c'è bisogno di un governo autorevole che prenda delle scelte coraggiose per far ripartire l'Italia".
Uno scenario che al momento può apparire fantapolitica, ma al quale Berlusconi afferma di credere, sia sulla base dei numeri che dei ragionamenti. La grande coalizione, ricorda ai collaboratori, "conviene anche ai nostri vicini del Pd (e la scelta dell'aggettivo "vicini" non può non colpire, ndr), che non possono pensare più di governare con l'estrema sinistra". Una convenienza rafforzata dai numeri, visto che l'intesa con il Pd garantirebbe al governo del Paese un consenso plebiscitario vicino al 70%. "I sondaggi danno il nuovo partito del Popolo della Libertà tra il 35 e il 37%", ripete Berlusconi rispondendo a Fini che ha definito illusoria la sua aspirazione a sottrarre elettori al bacino di An.
(20 novembre 2007)
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Il Cavaliere si dice ferito dai sospetti di aver favorito la scissione di Storace
Poi apre nuovi scenari in caso di elezioni anticipate: "Meglio la grande coalizione"
Berlusconi sempre più lontano da Fini
"Mi ha offeso, ora il referente è Veltroni"
Silvio Berlusconi
ROMA - Parte con un diplomatico "ne prendo atto, ma non replico". In realtà dopo l'affondo di Gianfranco Fini, Silvio Berlusconi è un fiume in piena che punta dritto dritto sul leader di Alleanza nazionale. Le dichiarazioni di Fini, dice il Cavaliere ai suoi collaboratori riuniti, lo hanno ferito. "Il solo fatto di essere stato sospettato di aver pagato per avere avuto dalla mia parte Storace e Santanchè e di aver influenzato 'Striscia la notizia' mi ha offeso", precisa.
La rottura è innanzitutto sul piano personale, ma su quello politico le cose non vanno meglio, tanto che negli scenari futuri Berlusconi si spinge ad immaginare non solo un modello elettorale tedesco, ma anche una grande coalizione sull'esempio di quella insediata a Berlino.
Se il percorso delle riforme, come lui si augura, condurrà ad elezioni anticipate, in caso di eventuale impasse l'ipotesi di un accordo con il Pd verrebbe prima di una complicata ricucitura con An. "Se avremo la maggioranza per consentirci di governare, bene - ragiona Berlusconi con i suoi - altrimenti, per il Paese, dovremo allearci con la più grande forza nel centrosinistra e fare come in Germania".
Con Veltroni, ricorda il Cavaliere, "i canali sono aperti, il nostro referente da oggi in poi sarà il Partito democratico" perché "con tutte le divisioni che ci sono state non potevamo riproporre lo stesso schema del passato, dovevamo avere delle garanzie per poter governare sul serio". "La situazione economica è talmente grave - osserva ancora l'ex premier - che c'è bisogno di un governo autorevole che prenda delle scelte coraggiose per far ripartire l'Italia".
Uno scenario che al momento può apparire fantapolitica, ma al quale Berlusconi afferma di credere, sia sulla base dei numeri che dei ragionamenti. La grande coalizione, ricorda ai collaboratori, "conviene anche ai nostri vicini del Pd (e la scelta dell'aggettivo "vicini" non può non colpire, ndr), che non possono pensare più di governare con l'estrema sinistra". Una convenienza rafforzata dai numeri, visto che l'intesa con il Pd garantirebbe al governo del Paese un consenso plebiscitario vicino al 70%. "I sondaggi danno il nuovo partito del Popolo della Libertà tra il 35 e il 37%", ripete Berlusconi rispondendo a Fini che ha definito illusoria la sua aspirazione a sottrarre elettori al bacino di An.
(20 novembre 2007)
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