Violentare una minorenne disabile è un 'fatto lieve': pena ridotta2007-11-15 22:50:02
Ridotta in appello a Campobasso la pena comminata in primo grado ad un uomo di 78 anni accusato di abusi sessuali su una minorenne.
I giudici di secondo grado hanno condannato M.B., tassista di Campomarino, a due anni di reclusione riformando la sentenza di primo grado che aveva condannato l'uomo a 3 anni e 8 mesi. I fatti contestati sono accaduti nel 1998. L'uomo, incaricato di accompagnare a scuola una ragazzina con problemi psichici, l'avrebbe costretta a subire atti sessuali. La motivazione per la riduzione della pena starebbe nel fatto che i giudici d'appello hanno ritenuto l'episodio di "lieve entità". L'accusa parlava di vere e proprie violenze sessuali, di rapporti sessuali tra l'anziano tassista e la minorenne durati circa due mesi. Il difensore dell'uomo ha chiesto invece l'assoluzione, ritenendo non veritiero il racconto della ragazza sul quale è stato costruito il capo di imputazione. La sentenza dei magistrati di appello rischia di aprire un caso nazionale. Il sottosegretario alla Solidarietà Sociale, Cristina De Luca ha così commentato: "È una decisione discutibile e assai grave. Chi definisce uno stupro un comportamento non grave, invece di chiamarlo crimine, in qualunque contesto avvenga o chiunque lo subisca, evidentemente ignora le devastanti conseguenze psicologiche oltre che fisiche che una violenza sessuale lascia sulla vittima. Questo episodio lascia ancora più amarezza perchè il violentatore si è letteralmente approfittato di una ragazza con un handicap psichico. E, in un paese civile, questa dovrebbe essere un'aggravante, non una scusante." Secondo Pietro Barbieri, presidente dalla Fish (Federazione italiana superamento handicap), ha affermato che questa sentenza "è di una gravità inaudita".
Ridotta in appello a Campobasso la pena comminata in primo grado ad un uomo di 78 anni accusato di abusi sessuali su una minorenne.
I giudici di secondo grado hanno condannato M.B., tassista di Campomarino, a due anni di reclusione riformando la sentenza di primo grado che aveva condannato l'uomo a 3 anni e 8 mesi. I fatti contestati sono accaduti nel 1998. L'uomo, incaricato di accompagnare a scuola una ragazzina con problemi psichici, l'avrebbe costretta a subire atti sessuali. La motivazione per la riduzione della pena starebbe nel fatto che i giudici d'appello hanno ritenuto l'episodio di "lieve entità". L'accusa parlava di vere e proprie violenze sessuali, di rapporti sessuali tra l'anziano tassista e la minorenne durati circa due mesi. Il difensore dell'uomo ha chiesto invece l'assoluzione, ritenendo non veritiero il racconto della ragazza sul quale è stato costruito il capo di imputazione. La sentenza dei magistrati di appello rischia di aprire un caso nazionale. Il sottosegretario alla Solidarietà Sociale, Cristina De Luca ha così commentato: "È una decisione discutibile e assai grave. Chi definisce uno stupro un comportamento non grave, invece di chiamarlo crimine, in qualunque contesto avvenga o chiunque lo subisca, evidentemente ignora le devastanti conseguenze psicologiche oltre che fisiche che una violenza sessuale lascia sulla vittima. Questo episodio lascia ancora più amarezza perchè il violentatore si è letteralmente approfittato di una ragazza con un handicap psichico. E, in un paese civile, questa dovrebbe essere un'aggravante, non una scusante." Secondo Pietro Barbieri, presidente dalla Fish (Federazione italiana superamento handicap), ha affermato che questa sentenza "è di una gravità inaudita".
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