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che c'azzecca?
ad ogni modo il tfr è del lavoratore che puo' scegliere dove destinarlo. solo quello inoptato relativo alle grandi aziende passava al fondo gestito dall'inps
come che c'azzecca?
il tfr è andato nei conti dello stato come se avesse ottenuto un aumento delle entrate, ora cerco un link
La spartizione del T.F.R. tra finanza speculativa, imprese e tesoro attraverso l'INPS Il colpo di mano più grosso di questa finanziaria è la spartizione del salario differito da parte della speculazione (fondi pensione) delle imprese e della tesoreria statale. Questa spartizione segna un momento cruciale del riassetto brigantesco speculativo e usuraio delle forze di potere e della forma Stato e richiede un esame approfondito che ci riserviamo di fare a parte. In questa presa di posizione a caldo bastano le seguenti osservazioni sintetiche. In primo luogo va detto che la programmata suddivisione del T.F.R. tra fondi pensione e cassa statale indica che il contenuto liquido di tutta la manovra è costituito dall'accantonamento dei dipendenti; e che è il salario in tutte le sue forme (diretto, differito, previdenziale) e, quindi, il proletariato il supporto generale di ogni manovra finanziaria. La cosiddetta lotta all'evasione fiscale, proclamata come impegno prioritario dal governo che si è proposto di recuperare 7 miliardi nel 2007, è una demagogia di copertura degli evasori e di ulteriore torchiatura di tutte le categorie vessate fiscalmente. In secondo luogo va detto che la suddivisione del T.F.R. tra finanza e Stato, con il convogliamento a favore di quest'ultimo tramite l'INPS della quota inoptata di T.F.R., sopprime qualsiasi disponibilità sulla liquidazione da parte dei lavoratori, trasformati in vuoti titolari di prestito forzoso. In terzo luogo c'è da dire che aumenterà la pressione dei gruppi finanziari-assicurativi per canalizzare il T.F.R. verso i fondi pensione; e che la suddivisione di questo denaro fresco, a parte le risse intestine, si travestirà sempre di "socialità". Infine non resta che rammentare che se la quota che va ai fondi pensione è destinata a terminare la sua corsa nei disastri finanziari, quella che affluirà alle casse dello Stato non avrà migliore sorte, essendo già impegnata in commesse mangiasoldi e in imprese militari. Pertanto l'esproprio statal-finanziario del T.F.R. costituisce la manovra più vasta di spoliazione schiavizzante del lavoro salariato dal 2003 (ved. murale straord. 15/1/04 "Un riassetto negriero e dispotico dei rapporti di lavoro e sociali tra le classi e terrorizzante dell'iniziativa operaia").
La spartizione del T.F.R. tra finanza speculativa, imprese e tesoro attraverso l'INPS Il colpo di mano più grosso di questa finanziaria è la spartizione del salario differito da parte della speculazione (fondi pensione) delle imprese e della tesoreria statale. Questa spartizione segna un momento cruciale del riassetto brigantesco speculativo e usuraio delle forze di potere e della forma Stato e richiede un esame approfondito che ci riserviamo di fare a parte. In questa presa di posizione a caldo bastano le seguenti osservazioni sintetiche. In primo luogo va detto che la programmata suddivisione del T.F.R. tra fondi pensione e cassa statale indica che il contenuto liquido di tutta la manovra è costituito dall'accantonamento dei dipendenti; e che è il salario in tutte le sue forme (diretto, differito, previdenziale) e, quindi, il proletariato il supporto generale di ogni manovra finanziaria. La cosiddetta lotta all'evasione fiscale, proclamata come impegno prioritario dal governo che si è proposto di recuperare 7 miliardi nel 2007, è una demagogia di copertura degli evasori e di ulteriore torchiatura di tutte le categorie vessate fiscalmente. In secondo luogo va detto che la suddivisione del T.F.R. tra finanza e Stato, con il convogliamento a favore di quest'ultimo tramite l'INPS della quota inoptata di T.F.R., sopprime qualsiasi disponibilità sulla liquidazione da parte dei lavoratori, trasformati in vuoti titolari di prestito forzoso. In terzo luogo c'è da dire che aumenterà la pressione dei gruppi finanziari-assicurativi per canalizzare il T.F.R. verso i fondi pensione; e che la suddivisione di questo denaro fresco, a parte le risse intestine, si travestirà sempre di "socialità". Infine non resta che rammentare che se la quota che va ai fondi pensione è destinata a terminare la sua corsa nei disastri finanziari, quella che affluirà alle casse dello Stato non avrà migliore sorte, essendo già impegnata in commesse mangiasoldi e in imprese militari. Pertanto l'esproprio statal-finanziario del T.F.R. costituisce la manovra più vasta di spoliazione schiavizzante del lavoro salariato dal 2003 (ved. murale straord. 15/1/04 "Un riassetto negriero e dispotico dei rapporti di lavoro e sociali tra le classi e terrorizzante dell'iniziativa operaia").
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