Treviso, per favorire integrazione
Per favorire l'integrazione religiosa una chiesa diventa moschea ogni venerdì. E' accaduto a Paderno di Ponzano Veneto (Treviso). A renderlo noto è stata l'Auser, durante un convegno sull'integrazione in Italia tenutosi a Roma. Il parroco della chiesa di Santa Maria Assunta, don Aldo Danieli, ha deciso di riservare, ogni settimana, alcuni locali della parrocchia alla preghiera e all'incontro degli immigrati musulmani.
Le polemiche
"Mi appello al vescovo Mazzocato perché chiarisca la posizione di questo parroco che non sono convinto sia in linea con il comune sentire della Chiesa; non mi risulta, infatti, ci siano state in Veneto altre iniziative di questo genere", ha commentato il vicepresidente della Giunta Regionale del Veneto, Luca Zaia. "A parte il fatto che non esiste in questo nessun principio di reciprocità - ha detto Zaia - visto che nei loro Paesi non ci prestano certo le moschee per svolgere le nostre funzioni, comunque, la mia non vuole essere una presa di posizione frutto di pregiudizi, semplicemente non mi si faccia credere che l'integrazione passa attraverso queste iniziative buoniste. Io dico che integrazione significa ben altro e il processo, semmai, deve essere inverso, deve partire dagli immigrati.
La rispostaA Ponzano risiedono 11.400 persone. I nuclei familiari di immigrati stranieri sono 232, circa 650 persone, provenienti soprattutto dal Nord Africa e dall'Est Europa. "E' inutile parlare tanto di dialogo se poi gli sbattiamo la porta in faccia. Papa Woytila li ha chiamati cari fratelli musulmani, come si fa allora a chiudergli la porta? Per me sono tutti figli di Dio"'. A parlare è don Aldo, 69 anni, dopo aver aperto le porte dell'oratorio della parrocchia, con annessa cucina e palazzetto. Il venerdì sono circa 200 i musulmani che arrivano da varie parti e si riuniscono a pregare nel locale che un giorno alla settimana diventa una moschea, ma per la fine del Ramadan e la festa del montone il numero sale a 1000-1200. ''Loro me l'hanno chiesto e io ho detto di sì - spiega il parroco - Gli oratori del resto rischiano di fare le ragnatele".
Una decisione quella presa da don Aldo due anni fa che all'inizio ha fatto storcere il naso a più di un parrocchiano. E non solo visto che, come racconta lui stesso, anche il vescovo e la Curia hanno fatto arrivare all'orecchio di don Aldo le loro perplessità: ''Io, ingenuamente, non avevo chiesto il permesso nèal vescovo, nè a nessun altro perché per me è come fare la carità - spiega tranquillo e sicuro di sè don Aldo - Del resto sono più vecchio del vescovo e sono stato anche suo professore, così quando l'ho incontrato non ha avuto il coraggio di dirmi niente - racconta tra il serio e il faceto - Comunque se me lo avessero proibito non sarei stato disposto ad obbedire".
pareri?
Per favorire l'integrazione religiosa una chiesa diventa moschea ogni venerdì. E' accaduto a Paderno di Ponzano Veneto (Treviso). A renderlo noto è stata l'Auser, durante un convegno sull'integrazione in Italia tenutosi a Roma. Il parroco della chiesa di Santa Maria Assunta, don Aldo Danieli, ha deciso di riservare, ogni settimana, alcuni locali della parrocchia alla preghiera e all'incontro degli immigrati musulmani.
Le polemiche
"Mi appello al vescovo Mazzocato perché chiarisca la posizione di questo parroco che non sono convinto sia in linea con il comune sentire della Chiesa; non mi risulta, infatti, ci siano state in Veneto altre iniziative di questo genere", ha commentato il vicepresidente della Giunta Regionale del Veneto, Luca Zaia. "A parte il fatto che non esiste in questo nessun principio di reciprocità - ha detto Zaia - visto che nei loro Paesi non ci prestano certo le moschee per svolgere le nostre funzioni, comunque, la mia non vuole essere una presa di posizione frutto di pregiudizi, semplicemente non mi si faccia credere che l'integrazione passa attraverso queste iniziative buoniste. Io dico che integrazione significa ben altro e il processo, semmai, deve essere inverso, deve partire dagli immigrati.
La rispostaA Ponzano risiedono 11.400 persone. I nuclei familiari di immigrati stranieri sono 232, circa 650 persone, provenienti soprattutto dal Nord Africa e dall'Est Europa. "E' inutile parlare tanto di dialogo se poi gli sbattiamo la porta in faccia. Papa Woytila li ha chiamati cari fratelli musulmani, come si fa allora a chiudergli la porta? Per me sono tutti figli di Dio"'. A parlare è don Aldo, 69 anni, dopo aver aperto le porte dell'oratorio della parrocchia, con annessa cucina e palazzetto. Il venerdì sono circa 200 i musulmani che arrivano da varie parti e si riuniscono a pregare nel locale che un giorno alla settimana diventa una moschea, ma per la fine del Ramadan e la festa del montone il numero sale a 1000-1200. ''Loro me l'hanno chiesto e io ho detto di sì - spiega il parroco - Gli oratori del resto rischiano di fare le ragnatele".
Una decisione quella presa da don Aldo due anni fa che all'inizio ha fatto storcere il naso a più di un parrocchiano. E non solo visto che, come racconta lui stesso, anche il vescovo e la Curia hanno fatto arrivare all'orecchio di don Aldo le loro perplessità: ''Io, ingenuamente, non avevo chiesto il permesso nèal vescovo, nè a nessun altro perché per me è come fare la carità - spiega tranquillo e sicuro di sè don Aldo - Del resto sono più vecchio del vescovo e sono stato anche suo professore, così quando l'ho incontrato non ha avuto il coraggio di dirmi niente - racconta tra il serio e il faceto - Comunque se me lo avessero proibito non sarei stato disposto ad obbedire".
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