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Guarda che un cieco , come te anche, nel cervello non vede semmai ricostruisce ... per cui questa affermazione e' una stronzata immane
il corpo astrale o anima e' dotato di vista pur non avendo occhi...e' dotato di olfatto pur non avendo naso e' dotato di gusto pur non avendo la lingua.
Cosa succede se prendo le proteine senza fare palestra?
Originariamente Scritto da Perineo
vi è mai capitata l'ipertrofia muscolare? ci sono dei rischi?
Originariamente Scritto da Spratix
C'è un modo per capire che tipo di look muscolare avrò?
Fai da te - Il tagliando
Originariamente Scritto da erstef
Che ne dite come alimentazione per la manutenzione muscolare?
Disagio alimentare & logistica bidibolder
Originariamente Scritto da Gianludlc17
se vi dovete spostate in giornata, come fate a scaldarvi i pasti o nel caso in cui abbiate carne a cucinarla ?
Estetica rulez
Originariamente Scritto da 22darklord23
la mia intenzione era di rendere tonico l'addome con la palestra e, se ci riesco, coprire le smagliature con dei tatuaggi... visto che mi sono stancato del sentirmi dire dalle ragazze, ogni votla che mi vedono nudo, '' Sei una persona fantastica ma...''. Grazie
va bhè lassa perde, sono un povero idiota. vado a magnà, che è meglio.
Non si tratta di essere idioti, si tratta che un cieco non ha i mezzi per farti capire se la sua immagine mentale corrisponde a quella reale ... come fa ? L'unico caso possibile e' quello che all'improvviso ci vedesse e riconoscesse cio' che diceva , magari un viso che ne so, tra decine di persone ... allora si che dimostrerebbe che aveva visto davvero
il corpo astrale o anima e' dotato di vista pur non avendo occhi...e' dotato di olfatto pur non avendo naso e' dotato di gusto pur non avendo la lingua.
Guarda se tiriamo in ballo gli altri sensi allora un cieco riconosce una **** tra un milione di cazzi se puo' palpare ,astralmente parlando si intende
Breve panoramica sugli studi scientifici sulle NDE effettuati da ricercatori italianiby E.B.
Prima di addentrarmi nel tema relativo ai vari studi scientifici da parte di ricercatori italiani sulle NDE, c'è da considerare che il nostro paese, in merito, ha prodotto poca letteratura in conseguenza dei pochi studi che sono stati fatti. Siamo, infatti, una delle poche nazioni in cui non si è creata ancora un'organizzazione che si occupi specificamente di NDE e dove l'argomento, nonostante la sua diffusione a livello popolare, è guardato sempre con molta diffidenza e scetticismo da parte degli ambienti scientifici e accademici, come se di scientifico avesse ben poco, per questo degno di scarsa attenzione, se non da parte della sola area sensazionalistica di rotocalchi e mass media. Ed è proprio quest'ultima condizione ad avere impedito l'insorgere di un clima culturale e scientifico che agevolasse una accettazione del fenomeno a livello di medicina ufficiale e di conseguenza la produzione di lavori di carattere scientifico.
Comunque, fatta questa breve premessa, bisogna riconoscere che anche in Italia non è mancato chi, avvalendosi di strumenti prettamente scientifici nel senso tradizionale del termine, ha indagato sul fenomeno in questione, effettuando degli studi che hanno prodotto dei risultati notevoli che nella prospettiva dei dati e delle ricerche finora condotte, hanno costituito dei contributi di un certa valenza da un punto di vista qualitativo.
Tenterò in questo scritto di sintetizzare le caratteristiche dei vari lavori e le relative convinzioni di chi si è occupato in Italia del fenomeno NDE. Antonino Aldo Sodaro, primario chirurgo all'ospedale Fatebenefratelli di Roma, è stato forse il primo ad affrontare l'argomento in maniera scientifica. Egli ha recepito i resoconti di varie persone da lui stesso rianimate, tra cui anche bambini, che hanno riportato NDE, e confrontando tali racconti con quelli emersi dalle stesse persone durante lo stato ipnotico da egli stesso indotto, questi ha notato che i pazienti non solo raccontavano le stesse cose dette spontaneamente nello stato di veglia ma a volte i loro racconti si arricchivano di particolari che il soggetto non riferiva in prima battuta. Il fatto che solo una percentuale tra le persone rianimate ricorda qualcosa, potrebbe forse trovare un risposta in questi esperimenti. Infatti è probabile, sostiene Sodaro, che per effetto di una sorta di rimozione il vissuto non venga mantenuto nella memoria della persona che ha avuto l'esperienza e solo con un profondo stato ipnotico riemergerebbe. Tuttavia bisogna ammettere che questa è solo una possibile spiegazione anche perché l'ipnosi non esclude fenomeni di telepatia o di suggestione.
Comunque, dopo aver analizzato una casistica di una trentina di individui, Sodaro è convinto che il fenomeno è tale da meritare un approfondimento, a prescindere dal significato che da esso si può ricavare. Egli inoltre auspica uno studio nazionale delle NDE, come tempo fa era stato tentato di fare quando il governo istituì un'apposita commissione composta da medici e presieduta dallo stesso Sodaro che avrebbe dovuto studiare scientificamente e statisticamente il fenomeno; tale iniziativa purtroppo, non andò in porto e sarebbe opportuno, afferma il chirurgo romano che venisse riproposta.
Il professor Aureliano Pacciolla, indotto ad interessarsi alle NDE da Sodaro, con il quale è intercorso anche un rapporto di collaborazione su questi studi, ha affrontato l'argomento da un punto di vista psicologico, analizzando i singoli vissuti dell'NDE e misurando i cambiamenti effettivi che tali vissuti provocavano nei soggetti che hanno riportato l'esperienza; uno studio, quello di Pacciolla, molto serio, minuzioso e scrupolosamente scientifico, considerato che i cambiamenti esistenziali riscontrati nei soggetti da lui esaminati, venivano attestati da risultati scaturiti da test psicologici ben collaudati in ambienti scientifici.
Pacciolla è stato anche l'autore di un libro (?), il quale descrive tutti il lavori scientifici finora compiuti a livello mondiale sulle NDE, riportando in esso anche le principali teorie ed ipotesi interpretative elaborate dagli studiosi di tutto il mondo sull'argomento. Questo libro è forse l'unico testo scientifico in Italia sul tema NDE. Altri libri hanno soltanto un valore aneddotico o giornalistico.
Il dott. Marco Margnelli, direttore del centro studi delle ricerche sugli stati della coscienza e neurofisiologo di Milano, ha esaminato il fenomeno inquadrandolo nella vasta e variegata fenomenologia degli stati alterati di coscienza, come l'estasi la meditazione, ecc. Egli, più volte intervistato circa il significato da attribuire all'NDE, ha espresso la convinzione che il fenomeno in esame non è da considerarsi assolutamente sintomo di un cervello malato o allucinato, ma espressione di un campo alquanto complesso qual è la coscienza (materia che la scienza ha solo da pochi decenni iniziato ad indagare e sulla quale è ben lungi dall'essere pervenuta a conclusioni), cosi come è prematuro, sostiene sempre il Margnelli, trarre conclusioni definitive sulle NDE; certamente esse non sono fenomeni riconducibili a cause biologiche, ma fenomeni della coscienza e come tali debbono essere studiati.
Sulla stessa strada del dottor Margneli si è mosso Giorgio Gagliardi, medico psichiatra di Como. Egli sulla base di una casistica di venti casi ha mostrato, dopo aver sottoposto alcuni di questi soggetti al poligrafo (strumento scientifico comunemente chiamato macchina della verità) che il vissuto da essi sperimentato è di tipo esperienziale, nel senso che vi è stato certamente il contatto concreto e tangibile con un'altra realtà o dimensione; che poi questa sia oggettiva oppure addirittura manifestazione dell'aldilà non è questione rispetto alla quale la scienza con i suoi strumenti è in grado di dare una risposta. Un dato acquisito dal Gagliardi, e su questo si trova in linea con il Margnelli, è che queste esperienze non sono il segnale di una patologia nell'accezione classica del termine, ma rappresentano degli autentici e genuini vissuti della coscienza. Tuttavia, se questa abbia una sua autonomia rispetto al cervello, come le NDE sembrano suggerire, richiede lo svolgimento di ulteriori ricerche che diano dei risultati più univoci e significativi sul piano statistico e comprovanti su quello scientifico.
Decisamente incline ad una ipotesi che parla a favore dell'extracorporeità è invece il dott. Giuseppe Genovesi, il quale ha presentato una interessantissima relazione al recente congresso di S. Marino interamente dedicato alle NDE e fenomeni similari ("NDE, territori oltre la vita: primo congresso Internazionale di studi delle esperienze di confine"). Prima di illustrare il lavoro di Genovesi mi sembra doveroso fare un accenno a quello che è stato il primo congresso sulle NDE in Italia.
Sono intervenuti molti cattedratici ed illustri esperti, anche stranieri, che hanno brillantemente relazionato sul tema da svariate angolazioni, da quella medico clinica a quella sociologica. Il congresso organizzato dalla dott.ssa Fulvia Cariglia di Firenze è servito ad incoraggiare un accostamento allo studio delle NDE da parte di coloro che sono radicati nell'ortodossia scientifica e soprattutto al confronto reciproco dei soggetti che avendo vissuto un evento così singolare, avevano bisogno di un senso di condivisione con i propri simili; infatti i numerosi testimoni presenti hanno avuto modo di parlare tra di loro di una esperienza comune e scambiarsi i sentimenti che la stessa ha in loro suscitato. Nell'ambito del congresso, come dicevo innanzi, un preziosissimo contributo è stato dato dal dottor Giuseppe Genovesi, il quale ha esposto una tesi supportata da due soggetti ciechi dalla nascita, che avendo riportato l'esperienza avevano della stessa un preciso ricordo visivo. Questo gli ha consentito di affermare che l'esperienza in questione non ha alla base qualcosa di allucinatorio secondo la definizione classica scientifica dell'allucinazione, dato che questa presuppone sempre una cosiddetta “memoria percettiva”, cosa che il cieco congenito non può avere. Quindi, questo dato porta, secondo il fautore della tesi in argomento, inequivocabilmente ad escludere ogni tipo di ipotesi allucinatoria, come da molti sostenuto al riguardo, e a parlare in modo chiaro di una extracorporeitàche sarebbe l'unica componente che ci consente la percezione di vissuti, che i nostri cinque sensi fisici non sono in grado di avvertire. Secondo Genovesi le future ricerche in questo campo se fatte seriamente e senza pregiudizi non potranno che portare a questa conclusione. Con quest'ultimo ricercatore chiudo questa prima parte dedicata a chi ha compiuto sperimentalmente, avvalendosi di casistiche più o meno ampie, ricerche sull'NDE. Mi riservo sin da ora, di ritornare sull'argomento parlando di altri studiosi che pur non avendo specificatamente posto ad oggetto della loro attenzione le NDE di queste si sono occupati in maniera indiretta o trasversale; ma non per questo il loro contributo non è degno di attenzione dal momento che è stato il risultato di un procedimento scientifico.
Quali sarebbero, dunque, i contenuti paranormali della NDE che la tesi allucinatoria non puo' sostenere? Sono essenzialmente due e si prestano alle verifiche oggettive più precise:
- percezioni extrasensoriali (ESP): la visione di quanto avviene accanto al proprio corpo e su di esso ad opera di medici e/o soccorritori, e la visione di ambienti e persone viventi che si trovano altrove;
- episodi di chiaroveggenza: talvolta durante la NDE il soggetto apprende notizie che nessuno dei presenti conosceva o che non sono state espresse in sua presenza.
Riportiamo un paio di esempi tratti dalla vastissima letteratura in materia. Uno attiene alla fenomenologia ESP e riguarda una donna, operata di ernia lombare del disco all’Ospedale dell’Università della Florida ed è stato raccolto dal cardiologo americano Michael Sabom ("Dai confini della vita", Longanesi, 1983). Ecco la descrizione di quanto la paziente ha visto nel corso di una NDE, sopravvenuta durante l’intervento chirurgico: "All’improvviso, mi parve di destarmi, e mi trovai come fluttuante all’altezza del soffitto. Mi sentivo benissimo, anche se un po’ eccitata al pensiero di poter osservare ciò che i chirurghi si apprestavano a fare… [descrive accuratamente lo svolgersi dell’intervento]. Chi aveva parlato, ricorrendo a termini tecnici che non ricordo, gridò che stava succedendo qualcosa e che la mia respirazione si era paurosamente rallentata. Pronunciò parole come arresto o blocco. Poi quasi urlò: ‘Chiudere!’. A quella specie di ordine affrettarono le operazioni, tolsero pinze e divaricatori e presero a cucire in fretta l’incisione (…). A quel punto mi recai nella hall. Mi trovavo certamente a ridosso del soffitto, perché distinguevo con chiarezza le lampade fluorescenti. Da allora in poi non rammento altro, salvo il fatto di essermi destata in un’altra stanza. Accanto a me scorsi uno dei medici che mi avevano operata; non l’avevo mai visto prima, ma lo riconobbi subito…"
Il secondo è un caso di chiaroveggenza riferito da Raymond Moody: "Ero gravissimo, in punto di morte per problemi di cuore, e contemporaneamente, in un altro reparto dell’ospedale, mia sorella stava morendo di coma diabetico. Lasciai il mio corpo e mi spostai in un angolo della stanza, da dove vedevo tutto dall’alto.Improvvisamente, mi trovai a chiacchierare con mia sorella, che si trovava lassù insieme a me, e alla quale ero molto legato. Eravamo nel pieno di una conversazione su quel che accadeva laggiù, quando lei cominciò ad allontanarsi. Cercai di seguirla, ma lei continuava a dirmi di restare dov’ero. ‘Non è la tua ora’ - mi disse - Non puoi venire con me, perché non è ancora il momento’. E cominciò a retrocedere lungo untunnel, lasciandomi solo. Quando mi svegliai, dissi al medico che mia sorella era morta. Dapprima negò, ma poiché insistevo, mandò un infermiere a controllare: come ben sapevo, mia sorella era morta". Le ricerche, tuttavia, che han-no offerto le evidenze più imbarazzanti per la scienza, sono quelle effettuate sui ciechi. Se ne interessò per prima, negli anni Ottanta, Elisabeth Kubler-Ross, una psichiatra svizzera che lavorava negli Stati Uniti, e che si specializzò nell’assistenza ai malati terminali. Fu così che conobbe il fenomeno NDE ed ebbe modo di studiarlo anche su soggetti non vedenti. "Abbiamo interrogato molte persone cieche che ci raccontarono la loro esperienza di pre-morte. Non solo seppero dirci chi era entrato per primo nella stanza, chi si diede da fare per la rianimazione, ma ci descrissero in dettaglio il vestiario dei presenti". (E. Kubler-Ross "La morte e la vita dopo la morte", Ed. Mediterranee, 1991). Ricerche sulle NDE dei non vedenti vennero ripetute, con l’uso delle più rigorose metodologie e su un numero significativo di soggetti, e si ottenne la conferma che i ciechi (sia dalla nascita che avventizi) durante esperienze di pre-morte potevano avere nitide visioni, perfettamente rispondenti alla realtà Per l’interpretazione di questa categoria di fenomeni paranormali - di cui quelli dei ciechi sono solo il caso più emblematico - la teoria fisiologica e quella psicologica sono del tutto impotenti, almeno allo stato attuale delle conoscenze. Insomma la scienza, per ora, non sa dare risposte. E allora, per chi è disposto ad andare oltre la scienza, subentra la teoria spiritualista o trascendente, la quale ritiene che la psiche, in particolari circostanze, possa separarsi temporaneamente dal corpo, mantenendo la coscienza e le capacità intellettiva e percettiva. Questa autonomia delle attività psichiche dal corpo, che nelle NDE (ed anche nelle OBE) si manifesta sia pure per breve tempo, sarebbe secondo la teoria spiritualista un importante indizio della sopravvivenza dopo la morte.
Breve panoramica sugli studi scientifici sulle NDE effettuati da ricercatori italianiby E.B.
Prima di addentrarmi nel tema relativo ai vari studi scientifici da parte di ricercatori italiani sulle NDE, c'è da considerare che il nostro paese, in merito, ha prodotto poca letteratura in conseguenza dei pochi studi che sono stati fatti. Siamo, infatti, una delle poche nazioni in cui non si è creata ancora un'organizzazione che si occupi specificamente di NDE e dove l'argomento, nonostante la sua diffusione a livello popolare, è guardato sempre con molta diffidenza e scetticismo da parte degli ambienti scientifici e accademici, come se di scientifico avesse ben poco, per questo degno di scarsa attenzione, se non da parte della sola area sensazionalistica di rotocalchi e mass media. Ed è proprio quest'ultima condizione ad avere impedito l'insorgere di un clima culturale e scientifico che agevolasse una accettazione del fenomeno a livello di medicina ufficiale e di conseguenza la produzione di lavori di carattere scientifico.
Comunque, fatta questa breve premessa, bisogna riconoscere che anche in Italia non è mancato chi, avvalendosi di strumenti prettamente scientifici nel senso tradizionale del termine, ha indagato sul fenomeno in questione, effettuando degli studi che hanno prodotto dei risultati notevoli che nella prospettiva dei dati e delle ricerche finora condotte, hanno costituito dei contributi di un certa valenza da un punto di vista qualitativo.
Tenterò in questo scritto di sintetizzare le caratteristiche dei vari lavori e le relative convinzioni di chi si è occupato in Italia del fenomeno NDE. Antonino Aldo Sodaro, primario chirurgo all'ospedale Fatebenefratelli di Roma, è stato forse il primo ad affrontare l'argomento in maniera scientifica. Egli ha recepito i resoconti di varie persone da lui stesso rianimate, tra cui anche bambini, che hanno riportato NDE, e confrontando tali racconti con quelli emersi dalle stesse persone durante lo stato ipnotico da egli stesso indotto, questi ha notato che i pazienti non solo raccontavano le stesse cose dette spontaneamente nello stato di veglia ma a volte i loro racconti si arricchivano di particolari che il soggetto non riferiva in prima battuta. Il fatto che solo una percentuale tra le persone rianimate ricorda qualcosa, potrebbe forse trovare un risposta in questi esperimenti. Infatti è probabile, sostiene Sodaro, che per effetto di una sorta di rimozione il vissuto non venga mantenuto nella memoria della persona che ha avuto l'esperienza e solo con un profondo stato ipnotico riemergerebbe. Tuttavia bisogna ammettere che questa è solo una possibile spiegazione anche perché l'ipnosi non esclude fenomeni di telepatia o di suggestione.
Comunque, dopo aver analizzato una casistica di una trentina di individui, Sodaro è convinto che il fenomeno è tale da meritare un approfondimento, a prescindere dal significato che da esso si può ricavare. Egli inoltre auspica uno studio nazionale delle NDE, come tempo fa era stato tentato di fare quando il governo istituì un'apposita commissione composta da medici e presieduta dallo stesso Sodaro che avrebbe dovuto studiare scientificamente e statisticamente il fenomeno; tale iniziativa purtroppo, non andò in porto e sarebbe opportuno, afferma il chirurgo romano che venisse riproposta.
Il professor Aureliano Pacciolla, indotto ad interessarsi alle NDE da Sodaro, con il quale è intercorso anche un rapporto di collaborazione su questi studi, ha affrontato l'argomento da un punto di vista psicologico, analizzando i singoli vissuti dell'NDE e misurando i cambiamenti effettivi che tali vissuti provocavano nei soggetti che hanno riportato l'esperienza; uno studio, quello di Pacciolla, molto serio, minuzioso e scrupolosamente scientifico, considerato che i cambiamenti esistenziali riscontrati nei soggetti da lui esaminati, venivano attestati da risultati scaturiti da test psicologici ben collaudati in ambienti scientifici.
Pacciolla è stato anche l'autore di un libro (?), il quale descrive tutti il lavori scientifici finora compiuti a livello mondiale sulle NDE, riportando in esso anche le principali teorie ed ipotesi interpretative elaborate dagli studiosi di tutto il mondo sull'argomento. Questo libro è forse l'unico testo scientifico in Italia sul tema NDE. Altri libri hanno soltanto un valore aneddotico o giornalistico.
Il dott. Marco Margnelli, direttore del centro studi delle ricerche sugli stati della coscienza e neurofisiologo di Milano, ha esaminato il fenomeno inquadrandolo nella vasta e variegata fenomenologia degli stati alterati di coscienza, come l'estasi la meditazione, ecc. Egli, più volte intervistato circa il significato da attribuire all'NDE, ha espresso la convinzione che il fenomeno in esame non è da considerarsi assolutamente sintomo di un cervello malato o allucinato, ma espressione di un campo alquanto complesso qual è la coscienza (materia che la scienza ha solo da pochi decenni iniziato ad indagare e sulla quale è ben lungi dall'essere pervenuta a conclusioni), cosi come è prematuro, sostiene sempre il Margnelli, trarre conclusioni definitive sulle NDE; certamente esse non sono fenomeni riconducibili a cause biologiche, ma fenomeni della coscienza e come tali debbono essere studiati.
Sulla stessa strada del dottor Margneli si è mosso Giorgio Gagliardi, medico psichiatra di Como. Egli sulla base di una casistica di venti casi ha mostrato, dopo aver sottoposto alcuni di questi soggetti al poligrafo (strumento scientifico comunemente chiamato macchina della verità) che il vissuto da essi sperimentato è di tipo esperienziale, nel senso che vi è stato certamente il contatto concreto e tangibile con un'altra realtà o dimensione; che poi questa sia oggettiva oppure addirittura manifestazione dell'aldilà non è questione rispetto alla quale la scienza con i suoi strumenti è in grado di dare una risposta. Un dato acquisito dal Gagliardi, e su questo si trova in linea con il Margnelli, è che queste esperienze non sono il segnale di una patologia nell'accezione classica del termine, ma rappresentano degli autentici e genuini vissuti della coscienza. Tuttavia, se questa abbia una sua autonomia rispetto al cervello, come le NDE sembrano suggerire, richiede lo svolgimento di ulteriori ricerche che diano dei risultati più univoci e significativi sul piano statistico e comprovanti su quello scientifico.
Decisamente incline ad una ipotesi che parla a favore dell'extracorporeità è invece il dott. Giuseppe Genovesi, il quale ha presentato una interessantissima relazione al recente congresso di S. Marino interamente dedicato alle NDE e fenomeni similari ("NDE, territori oltre la vita: primo congresso Internazionale di studi delle esperienze di confine"). Prima di illustrare il lavoro di Genovesi mi sembra doveroso fare un accenno a quello che è stato il primo congresso sulle NDE in Italia.
Sono intervenuti molti cattedratici ed illustri esperti, anche stranieri, che hanno brillantemente relazionato sul tema da svariate angolazioni, da quella medico clinica a quella sociologica. Il congresso organizzato dalla dott.ssa Fulvia Cariglia di Firenze è servito ad incoraggiare un accostamento allo studio delle NDE da parte di coloro che sono radicati nell'ortodossia scientifica e soprattutto al confronto reciproco dei soggetti che avendo vissuto un evento così singolare, avevano bisogno di un senso di condivisione con i propri simili; infatti i numerosi testimoni presenti hanno avuto modo di parlare tra di loro di una esperienza comune e scambiarsi i sentimenti che la stessa ha in loro suscitato. Nell'ambito del congresso, come dicevo innanzi, un preziosissimo contributo è stato dato dal dottor Giuseppe Genovesi, il quale ha esposto una tesi supportata da due soggetti ciechi dalla nascita, che avendo riportato l'esperienza avevano della stessa un preciso ricordo visivo. Questo gli ha consentito di affermare che l'esperienza in questione non ha alla base qualcosa di allucinatorio secondo la definizione classica scientifica dell'allucinazione, dato che questa presuppone sempre una cosiddetta “memoria percettiva”, cosa che il cieco congenito non può avere. Quindi, questo dato porta, secondo il fautore della tesi in argomento, inequivocabilmente ad escludere ogni tipo di ipotesi allucinatoria, come da molti sostenuto al riguardo, e a parlare in modo chiaro di una extracorporeitàche sarebbe l'unica componente che ci consente la percezione di vissuti, che i nostri cinque sensi fisici non sono in grado di avvertire. Secondo Genovesi le future ricerche in questo campo se fatte seriamente e senza pregiudizi non potranno che portare a questa conclusione. Con quest'ultimo ricercatore chiudo questa prima parte dedicata a chi ha compiuto sperimentalmente, avvalendosi di casistiche più o meno ampie, ricerche sull'NDE. Mi riservo sin da ora, di ritornare sull'argomento parlando di altri studiosi che pur non avendo specificatamente posto ad oggetto della loro attenzione le NDE di queste si sono occupati in maniera indiretta o trasversale; ma non per questo il loro contributo non è degno di attenzione dal momento che è stato il risultato di un procedimento scientifico.
Tu sai cos'e' la telecinesi ? beh e' il movimento a distanza ... Bene, se sposto un bicchiere messo sopra un tavolo a dieci metri dimostro che esiste , se roteo il ***** al vento e arriva Niko di corsa anche se l'ho spostato da dov'era ho fatto la telecinesi ?
Tu sai cos'e' la telecinesi ? beh e' il movimento a distanza ... Bene, se sposto un bicchiere messo sopra un tavolo a dieci metri dimostro che esiste , se roteo il ***** al vento e arriva Niko di corsa anche se l'ho spostato da dov'era ho fatto la telecinesi ?
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