San Pio, un acido di troppo Il dubbio attanaglia fedeli e devoti vip, dopo che un libro ricostruisce misteriose e segretissime richieste di sostanze chimiche caustiche
MILANO, 24 ott - Che cos'hanno in comune Elena di Montenegro (moglie di Vittorio Emanuele III) e Luciano Moggi, l'imperatrice Zita d'Austria e Lino Banfi, Marina Doria e Aldo Moro, Andrea Bocelli e Giulio Andreotti? Cosa riesce a unire perfino Antonio Di Pietro e Irene Pivetti, Gino Bartali e Fausto Coppi, Enzo Biagi e Indro Montanelli? Qual è il comun denominatore tra Walter Chiari, Alberto Sordi, Totò e Sophia Loren, Valeria Marini e Pippo Baudo, Sergio Castellito, Massimo Dapporto e Sandro Mayer? Semplice, la devozione per Padre Pio. Ma anche, con l'eccezione dei defunti, un nuovo motivo di ansia e preoccupazione, un libro che rischia di distruggere il "faro" spirituale di tutte queste personalità.
Dopo le accuse di Padre Gemelli, il fondatore dell'Università Cattolica che scrisse al Sant'Uffizio una lettera contro il frate di Pietrelcina e condusse una battaglia feroce contro di lui, sono delle testimonianze degli anni '20 riportate in un volume di Sergio Luzzato (di cui alcuni estratti sono pubblicati dal Corriere), a gettare sospetti sul cappuccino e le sue stimmate. Risulterebbe infatti che Padre Pio avesse chiesto in gran segreto alla cugina di tale dottor Valentini Vista, farmacista di Foggia, di riempire una bottiglietta da 100 grammi di acido fenico puro. Tale sostanza, un vero e proprio veleno, «brucia e caustica enormemente allorquando lo si adopera integralmente», motivo per cui il medico ipotizzava che «quell'acido fenico adoperato così puro potesse servire a Padre Pio per procurarsi o irritarsi quelle piaghette alle mani».
Non dubitando sull'onestà del religioso e della "originalità" delle stimmate, il farmacista avrebbe comunque inviato il veleno. Solo poche settimane dopo, però, la richiesta sarebbe diventata quella di quattro grammi di veratrina, altro prodotto fortemente caustico generalmente prescritto in milligrammi. Bloccata la "fornitura", il dottore tennè però per sè le perplessità, ma quando il vescovo di Foggia stava per essere trasferito ad Acireale, decise di riferirgli tutto. E tutto fu poi confermato dalla cugina.
Le testimonianze furono allora inviate al Sant'Uffizio, insieme a due documenti scritti proprio da Padre Pio per la cugina del farmacista affinché le procurasse l'acido fenico prima e la veratrina dopo. Una prova apparentemente decisiva e raccomandata come segretissima alla sua latrice. E la domanda decisiva viene proprio da tanta discrezione: a che scopo, se non a procurarsi o irritarsi le ferite (sostiene l'autore), potevano servire sostanze chimiche non prescrivibili od ottenibili dal medico dei cappuccini? I devoti, celebri o meno, attendono inquieti la risposta.
Intanto però potrebbero consolarsi con un'auto: va infatti all'asta la Mercedes 180 bicolore del 1959 del frate. Sarà battuta da Coys a fine mese e i banditori prevedono di ricavarci oltre un milione di euro. (Libero News)
Posso dire con orgoglio che su BW sostenevamo già da tempo tale tesi
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