Siena, ex Br preso dopo rapina in banca
Cristoforo Piancone era in semilibertà, la sera doveva rientrare nel carcere di Vercelli. Fuggito un suo complice
Cristoforo Piancone (Omega)SIENA - Carcerato di notte, rapinatore di giorno. E' un ex terrorista delle Brigate Rosse il bandito arrestato dalla polizia a Siena dopo la rapina messa a segno lunedì in pieno centro ad una filiale del Monte de Paschi di Siena insieme ad un complice che è riuscito a fuggire. L'uomo, Cristoforo Piancone, 57 anni, era stato ammesso al regime di semilibertá, dopo aver scontato 25 anni di carcere, e ogni sera doveva rientrare nel penitenziario di Vercelli. Piancone, condannato all'ergastolo per concorso in sei omicidi, partecipò anche all'assassinio del maresciallo di polizia Rosario Berardi avvenuto il10 marzo 1978. Non si era mai pentito né dissociato.
IL MINISTRO AMATO - Sul caso Piancone, destinato a sollevare un vespaio di polemiche, è intervenuto anche il ministro dell'Interno, Giuliano Amato: i giudici devono essere «consapevoli di esercitare una responsabilità enorme», ha detto Amato, intervistato da Sky sull’arresto di Cristoforo Piancone, e sullo stato di semilibertà dicui godeva l’ex Br. «Non dirò mai che deve essere esclusa qualunque possibilità per i giudici di tener conto del comportamento tenuto in carcere da un detenuto e di modulare la pena di conseguenza - ha detto il responsabile del Viminale - però certo i giudici debbono essere consapevoli di esercitare una responsabilità enorme».
VERIFICA MINISTERIALE - Sul caso della semilibertà concessa all'ex Br ergastolano, il ministero della Giustizia «provvederà a verificare che la decisione di concedere il beneficio a Cristoforo Piancone siano state assunte previa attenta e completa valutazione delle condizioni richieste».
LA RAPINA - I due malviventi sono entrati a volto parzialmente coperto nell'istituto bancario, e tenendo sotto la minaccia delle pistole i dipendenti, si sono fatti consegnare 170mila euro. Qualcuno è riuscito però ad avvertire il 113, e i due banditi sono fuggiti in moto.Uno di loro è sceso dal mezzo e ha proseguito la fuga a piedi, ma è stato arrestato dai poliziotti nella zona di Fontegiusta. Uno degli agenti ha sparato un colpo di pistola in aria a scopo intimidatorio dopo che il rapinatore, arrestato successivamente, aveva cercato di sparare contro i poliziotti, ma la sua arma si era inceppata. La polizia ha recuperato sia la refurtiva sia tre pistole, due calibro 9' e un'altra a tamburo calibro 38', tutte con matricola abrasa. Una quarta pistola, sempre calibro 9', è stata recuperata dai carabinieri. L'altro bandito è ricercato in tutta la zona.
L'INTERROGATORIO - Dopo l'arresto Piancone non ha voluto dire chi era, nè ha dato indicazioni sul suo complice. Ha spiegato solo che il colpo era stato preparato con cura e che la via di fuga avrebbe dovuto essere un'altra rispetto a quella poi scelta. Secondo quanto spiegato nel corso di una conferenza stampa tenutasi in questura, la polizia ha impiegato due ore per identificare Piancone, che non ha voluto rivelare il suo nome. In questo modo, secondo gli investigatori, avrebbe avvantaggiato la fuga del complice, di cui non ha voluto rivelare l'identità. L'ex br non ha poi nominato un avvocato di fiducia. La polizia di Siena ha spiegato che oltre alle ricerche del complice, sono state avviate indagini per verificare se il colpo in banca sia stato una rapina da criminalità comune o se si trattasse di una rapina a scopo di autofinanziamento politico. È stato anche precisato che il motorino usato per la fuga è risultato rubato in provincia di Massa Carrara, non di Siena come inizialmente emerso.
LA SUA STORIA - L'ex brigatista rosso, aveva ottenuto la semilibertà dal carcere di Vercelli all'inizio del 2004. Il beneficio gli era stato concesso dal tribunale di sorveglianza di Torino. Piancone, che ha scontato 25 anni di carcere, apparteneva alla direzione strategica delle Brigate rosse. Non si è mai pentito nè dissociato e ha definito la sua militanza «una vicenda storicamente chiusa» Anni prima era già stato ammesso al lavoro esterno presso una cooperativa cittadina, ma fu trovato all'interno di un supermercato con merce non pagata per 27 mila lire. Accusato di rapina impropria per avere spintonato due dipendenti, fu condannato a due anni, risarcì la direzione del market che ritirò la costituzione di parte civile e donò un milione al «Fondo assistenza del personale di Ps vittime del dovere». A seguito di quell'episodio, attribuito dall'ex brigatista ad un momento di grave tensione per le non buone condizioni di salute di un familiare, gli fu sospeso il beneficio. A distanza di anni ha presentato la richiesta per poter andare a lavorare durante il giorno e avvicinarsi a Torino, città dove vivono l'anziana madre e altri familiari. Il beneficio gli venne concesso anche perchè la sua condotta penitenziaria fu definita ottima.
«ARTEFICE DELLA MORTE DI MIO PADRE» - «È stato uno degli artefici della morte di mio padre. La magistratura, le infiltrazioni del governo, i giudici, stanno facendo di tutto per tutelare gli ex terroristi». È con queste parole che Bruno Berardi, presidente dell'Associazione vittime del terrorismo «Domus civitas» e figlio del maresciallo Rosario Berardi, ha commentato l'arresto di Cristoforo Piancone: «Vorrei ricordare che Piancone è l'uomo che sparò alle spalle a mio padre e lo finì con un colpo alla nuca», ha detto ai microfoni di Sky Tg24.
LA SEMILIBERTA' - «Non mi risulta vivesse in condizioni di particolare disagio - ha raccontato il legale di Piancone, l'avvocato Riccardo Vaccaro - Ci stavamo preparando per chiedere di nuovo la libertà condizionale». Un beneficio negato dal tribunale di Sorveglianza di Torino, la scorsa primavera, mantenendo invece per l'ex militante della lotta armata la semilibertà concessa nel 2004. «Piancone - ha spiegato ancora il legale - viveva la semilibertà come un supplemento di pena. Tutti i giorni doveva spostarsi da Vercelli a Torino, dove lavorava come bidello in una scuola, per poi tornare a Vercelli in carcere». L'ex brigatista non poteva essere trasferito nella casa di detenzione di Torino, «perché - ha detto ancora l'avvocato - è intitolata a Lorenzo Cotugno, la guardia uccisa da Piancone».
Come è possibile che uno con tre ergastoli sia messo fuori?
X me dovrebbe restarci sino alla morte certa.
Cosa vuol dire buona condotta?
E' tuo dovere tenere la buona condotta, quindi niente premi sennò noi che siamo fuori e andiamo a lavorare tutti i gg cosa dovrenmmo pretendere, il nobel?
E se nn tieni la buona condotta legnate sanguinose a tutto spiano..e poi vedi che la buona condotta ti viene.
E poi xkè deve fare il bidello, un asassino in mezzo ai ragazzi?
Catene alle caviglie e fare strade, pulire fossi, quelli sono i lavori da dargli, il bidello diamolo da fare a chi te ha bisogno di lavorare.
Basta con stà schifezza di regole, bisogna cambiare, difendere gli onesti, nessuna pietà x gli assassini, ergastolo? Bene adios, dentro in vita, in vita, marcisci dentro, esci con i piedi in avanti ma dopo tre gg di morte certa, quando sei putrefatto e puzzi con i vermi che ti divorano!!
SONO STANCOOOOOO!!!!!!! Voglio giustizia!!
L'altro giorno ha sparato ancora contro la polizia, dio vuole che si è inceppata la pistola sennò faceva l'ennesima vittima.
BASTAAAA, METTETELO VIA IN UNA GABBIA 2 X 2 E LASCIATELO MORIRE DI STENTI!!
p-e
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