la faranno franca !
complimenti a queste due troie incivili e al giudice che le processa.
*****
L'asilo nido degli orrori di via Cisalpino. L'insegnante ai giudici: "Chiamavamo ogni bambina 'Puttanella' perchè il mio cane si chiama così". Chiesti tre anni di reclusione dall'accusa
Venerdí 21.09.2007 17:00
di Fabio Massa
LE FRASI CHOC
DELLE MAESTRE
"Le chiamavamo Puttanelle perchè io ho un cane che si chiama così, 'Puttanella'"
Ma che sberle, "il problema è che si stava strozzando con il cibo, e allora gli davo delle pacche"
Percuotevano, insultavano, minacciavano bambini tra i 15 mesi e i tre anni. Li chiudevano nello sgabuzzino, al buio. Distruggevano metodicamente, giorno dopo giorno, la loro serenità di bimbi. Malgrado tutto questo, due insegnanti di un asilo nido di Milano, quello di via Cisalpino, in prigione non ci andranno mai. Tra indulto e condizionali, anche se fossero condannate a tre anni, come richiesto dal pm di Milano Marco Ghezzi, la faranno franca. Le due, Simona Maturo, 29 anni e Simona Della Corna, 24, hanno parlato oggi davanti ai giudici, prima della requisitoria dell'accusa.
"PUTTANELLE" - Tiravano ai bimbi sberle, li chiudevano piangenti in uno sgabuzzino infame, angusto, oscuro. Chiamavano le bambine "puttanelle". Davanti ai giudici, le due Simone, chiamate a rispondere dei loro comportamenti, hanno dato le giustificazioni più fantasiose. La peggiore, senza dubbio, quella addotta da Della Corna e confermata dalla Maturo: "Le chiamavamo Puttanelle perchè io ho un cane che si chiama così, 'Puttanella'". Un epiteto simpatico, eccome. La linea difensiva delle due è la negazione assoluta. Così, davanti ai filmati di un bimbo rinchiuso in uno sgabuzzino la Maturo non ha dubbi: "Ho appoggiato a terra il bambino e ho chiuso la porta dello sgabuzzino perchè dovevo spostare il carrello delle pulizie". E ancora, sulle sberle rifilate ai piccoli: "Il problema è che si stava strozzando con il cibo, e allora gli davo delle pacche". Insieme alle pacche, per l'accusa, c'erano anche calci nel sedere, urla, insulti, epiteti irripetibili confermati da filmati girati con il telefonino da una bidella. Da lei, Jessica Russi, sono arrivate le conferme e le prove per quello che i genitori dei piccoli avevano intuito dai pianti disperati dei figli.
complimenti a queste due troie incivili e al giudice che le processa.
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L'asilo nido degli orrori di via Cisalpino. L'insegnante ai giudici: "Chiamavamo ogni bambina 'Puttanella' perchè il mio cane si chiama così". Chiesti tre anni di reclusione dall'accusa
Venerdí 21.09.2007 17:00
di Fabio Massa
DELLE MAESTRE
"Le chiamavamo Puttanelle perchè io ho un cane che si chiama così, 'Puttanella'"
Ma che sberle, "il problema è che si stava strozzando con il cibo, e allora gli davo delle pacche"
Percuotevano, insultavano, minacciavano bambini tra i 15 mesi e i tre anni. Li chiudevano nello sgabuzzino, al buio. Distruggevano metodicamente, giorno dopo giorno, la loro serenità di bimbi. Malgrado tutto questo, due insegnanti di un asilo nido di Milano, quello di via Cisalpino, in prigione non ci andranno mai. Tra indulto e condizionali, anche se fossero condannate a tre anni, come richiesto dal pm di Milano Marco Ghezzi, la faranno franca. Le due, Simona Maturo, 29 anni e Simona Della Corna, 24, hanno parlato oggi davanti ai giudici, prima della requisitoria dell'accusa.
"PUTTANELLE" - Tiravano ai bimbi sberle, li chiudevano piangenti in uno sgabuzzino infame, angusto, oscuro. Chiamavano le bambine "puttanelle". Davanti ai giudici, le due Simone, chiamate a rispondere dei loro comportamenti, hanno dato le giustificazioni più fantasiose. La peggiore, senza dubbio, quella addotta da Della Corna e confermata dalla Maturo: "Le chiamavamo Puttanelle perchè io ho un cane che si chiama così, 'Puttanella'". Un epiteto simpatico, eccome. La linea difensiva delle due è la negazione assoluta. Così, davanti ai filmati di un bimbo rinchiuso in uno sgabuzzino la Maturo non ha dubbi: "Ho appoggiato a terra il bambino e ho chiuso la porta dello sgabuzzino perchè dovevo spostare il carrello delle pulizie". E ancora, sulle sberle rifilate ai piccoli: "Il problema è che si stava strozzando con il cibo, e allora gli davo delle pacche". Insieme alle pacche, per l'accusa, c'erano anche calci nel sedere, urla, insulti, epiteti irripetibili confermati da filmati girati con il telefonino da una bidella. Da lei, Jessica Russi, sono arrivate le conferme e le prove per quello che i genitori dei piccoli avevano intuito dai pianti disperati dei figli.
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