Tornatore, evaso un aggressore
Rumeno fugge da centro accoglienza
E' evaso dal centro di prima accoglienza nel quale si trovava, uno dei tre fermati per l'aggressione nei confronti del regista Giuseppe Tornatore avvenuta a Roma il 21 agosto. Il ragazzo, un rumeno di 17 anni, era stato fermato dai carabinieri nei giorni scorsi insieme con due connazionali.
I stanno cercando di ricostruire come e quando sia fuggito il minorenne. Il ragazzo, accusato di rapina aggravata e lesioni, era stato individuato grazie agli identikit forniti dal cineasta e alle tracce lasciate dal telefono cellulare rapinato a Tornatore insieme ad un iPod e a un portafogli. Il ragazzo era così stato bloccato il 31 agosto in un campo nomadi, nei pressi del quartiere Anagnina, nella periferia sud-est di Roma. Il minorenne, da pochi mesi in Italia, si era già fatto conoscere dalle forze dell'ordine per aver commesso alcune rapine.
Coniugi uccisi: fermati 3 stranieri
Treviso,omicidio per bottino da 20 euro
Svolta nelle indagini sul duplice omicidio di Gorgo al Monticano (Treviso) del 21 agosto. I carabinieri hanno arrestato due albanesi e un romeno. I due albanesi sarebbero gli autori dell'efferato delitto dei coniugi Pelliciardi, seviziati con uno scalpello e poi uccisi. Avrebbero agito sotto l'effetto della cocaina. Venti euro il bottino della banda, ritirati dopo l'omicidio con la tessera rubata a Lucia Comin.
I tre arrestati sono Artur Lleshi, 32 anni, pregiudicato albanese irregolare; Naim Stafa, 32 anni, pregiudicato albanese residente a Marcianise (Caserta); B.A.G., 20 anni, rumeno, considerato complice nel delitto ma non l'esecutore materiale. Il giovane rumeno infatti, al momento dell'omicidio, era al lavoro in turno notturno alla Inipress, la fabbrica della famiglia Durante proprietaria della villa di Gorgo al Monticano.
Sarebbe stato proprio il giovane rumeno a rivelare ai conoscenti albanesi alcuni particolari utili per penetrare nella villa dei Durante dove i Pelliciardi lavoravano come custodi. La posizione del rumeno, che ha confessato gran parte della storia agli inquirenti, è tutta da valutare, mentre per i due albanesi l'accusa è di omicidio volontario aggravato.
I due albanesi e il romeno sono stati fermati nel corso della notte: uno nel veneziano e due nel trevigiano. Secondo quanto si è appreso, il romeno sarebbe stato il basista. Al momento, però, gli investigatori stanno valutando le specifiche responsabilità per il duplice omicidio. Gli albanesi, sempre secondo quanto si è appreso, si sarebbero resi responsabili di vari colpi nel Veneto, ed erano quindi già noti alle forze dell'ordine.
"I carabinieri hanno fatto un lavoro fantastico - ha detto il Procuratore generale di Venezia Ennio Fortuna - e il quadro probatorio a carico dei tre si preannuncia piuttosto solido". "I tre sono stati trovati e fermati - ha aggiunto Fortuna - sulla base di indizi ed elementi probatori molto consistenti".
I presunti assassini potrebbero aver compiuto sotto l'effetto di sostanze stupefacenti. Solo così si spiegherebbe infatti l'inaudita violenza dell'assalto e la volontà di uccidere per pochi euro. Ad incastrare i tre potrebbe essere stato un postamat presso il quale hanno effettuato un prelievo da 20 euro con la tessera contenuta nel portafoglio sottratto a Lucia Comin. Secondo quanto si è appreso da fonti investigative, sarebbe anche disponibile il filmato ripreso dalla telecamera dell'istituto di credito. La circostanza, inoltre, rafforza ulteriormente l'ipotesi iniziale sul movente del delitto, cioè quella dell'aggressione a scopo di rapina. Fondamentale è stata anche la testimonianza di un vicino che aveva subito riferito ai carabinieri di essersi svegliato e di aver notato che i cani del vicinato stavano tutti abbaiando. L'uomo era uscito sulla terrazza di casa e aveva visto fuggire dalla villa vicina tre persone di pelle bianca che parlavano una lingua dell'Est europeo.
Un componente della banda era fuori per l'indulto
Uno dei tre fermati dai carabinieri con l'accusa di omicidio per l'uccisione dei coniugi Pelliciardi era stato incarcerato per violenza sessuale, nel 2006 era uscito grazie all'indulto. Lo ha confermato il Procuratore della Repubblica di Treviso, Antonio Fojadelli.
La taglia in un fondo
Intanto il presidente della Provincia di Treviso, Leonardo Muraro, ha fatto sapere che i soldi versati in questi giorni sul conto corrente aperto per istituire una "taglia" sugli assassini dei coniugi verranno convertiti in un "Fondo Istituzionale per la Lotta alla Criminalità". "Con questo fondo - ha spiegato - vogliamo dare un supporto tangibile alle Forze dell'Ordine che stanno lavorando senza tregua per mantenere la giustizia nel nostro territorio. I soldi raccolti verranno investiti in mezzi e tecnologie avanzate di ausilio alle indagini e per supplire alla carenza di risorse statali".
Padova,giovane ucciso:fermato serbo
Si è consegnato ai Cc di Trieste
Si trova ora in carcere, in stato di fermo per omicidio volontario, il ragazzo serbo ricercato per l'assassinio del giovane padovano Giuseppe Cusin. Dejan Todorovic, 19 anni, si è consegnato spontaneamente ai carabinieri di Trieste. Il pubblico ministero di Padova ha firmato il provvedimento dopo un lungo interrogatorio durante il quale Dejan sarebbe caduto più volte in contraddizione.
Secondo alcune indiscrezioni, il giovane serbo si sarebbe difeso chiamando in causa un altro slavo come responsabile dell'omicidio maturato nel mondo della droga.
Già poche ore dopo l'assassinio di Giuseppe Cusin, lo studente di 20 anni trovato morto accoltellato lunedì mattina in un parco ritrovo abituale di spacciatori e tossicodipendenti, i sospetti dei carabinieri di Padova si erano concentrati su Dejan Todorovic, che nel frattempo si era reso irreperibile rifugiandosi in Slovenia.
Gli investigatori hanno sentito a lungo i genitori del ragazzo, che nel 2004 era stato arrestato dalla polizia per detenzione di sostanze stupefacenti, e ieri il padre ha convinto il figlio a consegnarsi. Gli uomini del Nucleo operativo e della Compagnia di Padova sono andati a prenderlo a Trieste e in tarda serata - come riportano alcuni quotidiani - sono arrivati a Padova, dove a mezzanotte è cominciato l'interrogatorio da parte del pm.
In attesa dei risultati delle analisi sul coltello con la lama spezzata trovato sul luogo del delitto e sugli abiti trovati dentro i cassonetti poco distanti dall'abitazione del giovane serbo, le indagini dei carabinieri puntano ad accertare l'eventuale presenza di un terzo uomo.
Rumeno fugge da centro accoglienza
E' evaso dal centro di prima accoglienza nel quale si trovava, uno dei tre fermati per l'aggressione nei confronti del regista Giuseppe Tornatore avvenuta a Roma il 21 agosto. Il ragazzo, un rumeno di 17 anni, era stato fermato dai carabinieri nei giorni scorsi insieme con due connazionali.
I stanno cercando di ricostruire come e quando sia fuggito il minorenne. Il ragazzo, accusato di rapina aggravata e lesioni, era stato individuato grazie agli identikit forniti dal cineasta e alle tracce lasciate dal telefono cellulare rapinato a Tornatore insieme ad un iPod e a un portafogli. Il ragazzo era così stato bloccato il 31 agosto in un campo nomadi, nei pressi del quartiere Anagnina, nella periferia sud-est di Roma. Il minorenne, da pochi mesi in Italia, si era già fatto conoscere dalle forze dell'ordine per aver commesso alcune rapine.
Coniugi uccisi: fermati 3 stranieri
Treviso,omicidio per bottino da 20 euro
Svolta nelle indagini sul duplice omicidio di Gorgo al Monticano (Treviso) del 21 agosto. I carabinieri hanno arrestato due albanesi e un romeno. I due albanesi sarebbero gli autori dell'efferato delitto dei coniugi Pelliciardi, seviziati con uno scalpello e poi uccisi. Avrebbero agito sotto l'effetto della cocaina. Venti euro il bottino della banda, ritirati dopo l'omicidio con la tessera rubata a Lucia Comin.
I tre arrestati sono Artur Lleshi, 32 anni, pregiudicato albanese irregolare; Naim Stafa, 32 anni, pregiudicato albanese residente a Marcianise (Caserta); B.A.G., 20 anni, rumeno, considerato complice nel delitto ma non l'esecutore materiale. Il giovane rumeno infatti, al momento dell'omicidio, era al lavoro in turno notturno alla Inipress, la fabbrica della famiglia Durante proprietaria della villa di Gorgo al Monticano.
Sarebbe stato proprio il giovane rumeno a rivelare ai conoscenti albanesi alcuni particolari utili per penetrare nella villa dei Durante dove i Pelliciardi lavoravano come custodi. La posizione del rumeno, che ha confessato gran parte della storia agli inquirenti, è tutta da valutare, mentre per i due albanesi l'accusa è di omicidio volontario aggravato.
I due albanesi e il romeno sono stati fermati nel corso della notte: uno nel veneziano e due nel trevigiano. Secondo quanto si è appreso, il romeno sarebbe stato il basista. Al momento, però, gli investigatori stanno valutando le specifiche responsabilità per il duplice omicidio. Gli albanesi, sempre secondo quanto si è appreso, si sarebbero resi responsabili di vari colpi nel Veneto, ed erano quindi già noti alle forze dell'ordine.
"I carabinieri hanno fatto un lavoro fantastico - ha detto il Procuratore generale di Venezia Ennio Fortuna - e il quadro probatorio a carico dei tre si preannuncia piuttosto solido". "I tre sono stati trovati e fermati - ha aggiunto Fortuna - sulla base di indizi ed elementi probatori molto consistenti".
I presunti assassini potrebbero aver compiuto sotto l'effetto di sostanze stupefacenti. Solo così si spiegherebbe infatti l'inaudita violenza dell'assalto e la volontà di uccidere per pochi euro. Ad incastrare i tre potrebbe essere stato un postamat presso il quale hanno effettuato un prelievo da 20 euro con la tessera contenuta nel portafoglio sottratto a Lucia Comin. Secondo quanto si è appreso da fonti investigative, sarebbe anche disponibile il filmato ripreso dalla telecamera dell'istituto di credito. La circostanza, inoltre, rafforza ulteriormente l'ipotesi iniziale sul movente del delitto, cioè quella dell'aggressione a scopo di rapina. Fondamentale è stata anche la testimonianza di un vicino che aveva subito riferito ai carabinieri di essersi svegliato e di aver notato che i cani del vicinato stavano tutti abbaiando. L'uomo era uscito sulla terrazza di casa e aveva visto fuggire dalla villa vicina tre persone di pelle bianca che parlavano una lingua dell'Est europeo.
Un componente della banda era fuori per l'indulto
Uno dei tre fermati dai carabinieri con l'accusa di omicidio per l'uccisione dei coniugi Pelliciardi era stato incarcerato per violenza sessuale, nel 2006 era uscito grazie all'indulto. Lo ha confermato il Procuratore della Repubblica di Treviso, Antonio Fojadelli.
La taglia in un fondo
Intanto il presidente della Provincia di Treviso, Leonardo Muraro, ha fatto sapere che i soldi versati in questi giorni sul conto corrente aperto per istituire una "taglia" sugli assassini dei coniugi verranno convertiti in un "Fondo Istituzionale per la Lotta alla Criminalità". "Con questo fondo - ha spiegato - vogliamo dare un supporto tangibile alle Forze dell'Ordine che stanno lavorando senza tregua per mantenere la giustizia nel nostro territorio. I soldi raccolti verranno investiti in mezzi e tecnologie avanzate di ausilio alle indagini e per supplire alla carenza di risorse statali".
Padova,giovane ucciso:fermato serbo
Si è consegnato ai Cc di Trieste
Si trova ora in carcere, in stato di fermo per omicidio volontario, il ragazzo serbo ricercato per l'assassinio del giovane padovano Giuseppe Cusin. Dejan Todorovic, 19 anni, si è consegnato spontaneamente ai carabinieri di Trieste. Il pubblico ministero di Padova ha firmato il provvedimento dopo un lungo interrogatorio durante il quale Dejan sarebbe caduto più volte in contraddizione.
Secondo alcune indiscrezioni, il giovane serbo si sarebbe difeso chiamando in causa un altro slavo come responsabile dell'omicidio maturato nel mondo della droga.
Già poche ore dopo l'assassinio di Giuseppe Cusin, lo studente di 20 anni trovato morto accoltellato lunedì mattina in un parco ritrovo abituale di spacciatori e tossicodipendenti, i sospetti dei carabinieri di Padova si erano concentrati su Dejan Todorovic, che nel frattempo si era reso irreperibile rifugiandosi in Slovenia.
Gli investigatori hanno sentito a lungo i genitori del ragazzo, che nel 2004 era stato arrestato dalla polizia per detenzione di sostanze stupefacenti, e ieri il padre ha convinto il figlio a consegnarsi. Gli uomini del Nucleo operativo e della Compagnia di Padova sono andati a prenderlo a Trieste e in tarda serata - come riportano alcuni quotidiani - sono arrivati a Padova, dove a mezzanotte è cominciato l'interrogatorio da parte del pm.
In attesa dei risultati delle analisi sul coltello con la lama spezzata trovato sul luogo del delitto e sugli abiti trovati dentro i cassonetti poco distanti dall'abitazione del giovane serbo, le indagini dei carabinieri puntano ad accertare l'eventuale presenza di un terzo uomo.
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