Karol ed i suoi.....

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  • Conan
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    Karol ed i suoi.....

    Tutti gli uomini di Karol


    <FONT face="Times New Roman" size=3><B><SPAN style="COLOR: #0000cc">
    sigpic"Ooh amore ooh amante
    Che fai stasera ragazzo?
    Tutto va bene, solo tienimi stretto
    Questo perché sono un buon amante vecchio stampo"

    Così non capisce. Devi dire "Conan, hai rotto er *****!" (Sergio cit.)
  • max_power
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    • Dec 2000
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    #2
    Che è.
    Max_power, The Sicilian Rock

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    • madmax68
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      #3
      Karol è morto. lasciamolo riposare in pace. Mi sembra che abbia fatto molto di buono. L'apparato di potere forse è marcio( del resto la chiesa e fatta di uomini come me e te). Tuttavia ciò che quell'uomo ha fatto resta di esempio per tutte le generazioni a venire nei secoli.

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      • MikaelPROBass
        Inattivo
        • Feb 2007
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        #4
        Originariamente Scritto da Conan Visualizza Messaggio
        Tutti gli uomini di Karol


        <FONT face="Times New Roman" size=3><B><SPAN style="COLOR: #0000cc">
        what?nn c è nulla...

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        • Conan
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          • Nov 2000
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          #5
          scusate ora riprendo l'articolo.....ho fatto male il copia incolla.
          sigpic"Ooh amore ooh amante
          Che fai stasera ragazzo?
          Tutto va bene, solo tienimi stretto
          Questo perché sono un buon amante vecchio stampo"

          Così non capisce. Devi dire "Conan, hai rotto er *****!" (Sergio cit.)

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          • Conan
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            #6
            La Curia assomiglia sempre più a un governo nazionale. Interviene sull'informazione. Spinge su amnistia e indulto. Influisce sulle politiche sanitarie. Censura il Gay Pride. Ecco i suoi uomini-chiave, come lavorano, i loro scontri

            C'è un grande protagonista non ufficiale ma assai influente della politica e del dibattito sociale e culturale in Italia: la Chiesa cattolica, anzi la sua struttura di governo (mondiale e assolutistica), il vaticano. Interviene sulla fecondazione assistita e sulla scuola, sull'amnistia e sul Gay Pride... Ecco come funziona la grande macchina del governo più antico del mondo, come decide oggi, come dovrà cambiare domani.

            Roma

            Il Cardinale è vestito di nero, come un semplice prete. Ha i capelli candidi, parla un italiano gentile. Il lungo tavolo della sala stampa vaticana è addobbato con gladioli bianchi e gialli. Anche l'agitazione dei cameramen si calma, quando Sua Eminenza Joseph Ratzinger, 73 anni, tedesco di Marktl am Inn, dal 1980 prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, vicedecano del collegio cardinalizio, comincia a leggere alla stampa di mezzo mondo il testo del terzo segreto di Fatima.
            Il giorno dopo, nella stessa sala, sono rimasti i gladioli ma la scena è cambiata. La casa editrice Einaudi presenta il libro di memorie di Agostino Casaroli, segretario di Stato n27n27vaticano dal 1979 al 1990, padre della Ostpolitik della Santa Sede (la politica vaticana nei confronti dei Paesi allora comunisti). Al tavolo, accanto a Joaquin Navarro Valls, il numero uno degli addetti stampa, impeccabile nel suo completo grigio, sono seduti il presidente della Commissione europea Romano Prodi, il ministro degli Esteri italiano Lamberto Dini, il cardinale Achille Silvestrini, l'ex leader sovietico Michail Gorbaciov. A fare gli onori di casa c'è il successore di Casaroli, il cardinale Angelo Sodano, zucchetto e fascia rossa come impone il ruolo. Il segretario di Stato coglie l'occasione per elogiare "gli uomini della Curia romana, valido strumento nelle mani dei pontefici affinché essi possano compiere la loro opera nel mondo". Il parterre, ministri, ex presidenti della Repubblica, rappresentanti delle istituzioni e la Curia romana al gran completo, applaude con soddisfazione. "Contrariamente alle abitudini di questa sala stampa, questa volta non sarà possibile per i giornalisti fare domande", conclude Navarro Valls con un pizzico di ironia.
            Il mistero e la storia. La profezia e la politica. Da sempre i due piani convivono dietro il portone di Bronzo, nelle Stanze apostoliche, sala di comando di un potere universale che si estende, come raccomandato da Gesù ai suoi discepoli, "fino ai confini della terra". Una burocrazia di 1.740 persone, provenienti soprattutto dalle file del clero. Preti in tonaca che sono funzionari, diplomatici, politici, spie, ma tutti convinti di agire ad majorem Dei gloriam. Da sempre nei corridoi di marmo l'umano e il divino, disegni provvidenziali e strategie mondane si incrociano, si intrecciano in una trama difficile da decifrare. "Sul fresco cielo di giugno, appena lavato dalla pioggia, ti ergi chiara ai miei occhi, cupola di San Pietro, e sembri realizzare l'antica aspirazione dell'uomo, il ponte gettato tra lui e il cielo", scriveva nel 1955 il grande giurista Arturo Carlo Jemolo, cattolico a tutto tondo e liberale intransigente, alla fine della sua opera sui rapporti Stato-Chiesa in Italia.



            Fatima e Gorbaciov

            All'ombra del Cupolone, in questi giorni, la macchina vaticana lavora a pieno ritmo. Ci sono i grandi eventi del Giubileo da organizzare, la giornata mondiale della gioventù - due milioni di ragazzi previsti nella capitale per metà agosto - è ormai alle porte. C'è il governo della Chiesa universale da assicurare: l'arcivescovo del Texas rapito da un folle, la nomina del successore di monsignor Samuel Ruiz in Chiapas. C'è l'ordinaria amministrazione: Roma dà il suo parere sulla riduzione allo stato laicale dei preti di ogni più remota diocesi del mondo e perfino sulle dispense per i sacerdoti alcolizzati che non possono bere il vino da messa.
            C'è appena il tempo, si direbbe, per dare un'occhiata ai rapporti con lo Stato confinante, l'Italia che quest'anno festeggia i 130 anni dalla presa di Porta Pia e dalla fine dello Stato pontificio. Eppure mai come in queste settimane il N27n27vaticano e la Conferenza episcopale italiana hanno avuto tanta influenza sulla politica e sulla società italiana. Dettano legge su ogni materia. Decretano grazie. Dispongono indulti e amnistie. Stabiliscono l'agenda dei lavori parlamentari, dalla parità scolastica alla fecondazione assistita. Cancellano i debiti dei Paesi del Terzo mondo. Condizionano la politica estera, nei Balcani e a Timor Est. Disegnano il palinsesto della televisione di Stato. Se interpellati, dicono la loro sulla nomina dei direttori dei tg. Hanno provato anche a far rinviare il World Gay Pride, ma almeno su questo fronte è andata male. In ogni caso, il governo curiale rappresenta per quello italiano un vicino scomodo. Un governo ombra che spesso si sovrappone a quello ufficiale.
            Lo si è visto nelle settimane che hanno preparato il Giubileo dei detenuti di domenica 9 luglio. Mentre i partiti si dividevano su indulto e amnistia, N27n27vaticano e Chiesa italiana dispiegavano un ventaglio di rapporti a tutto campo. Apre il dibattito il cardinale Camillo Ruini, che all'assemblea dei vescovi di metà maggio chiede un ripensamento della pena, facendo capire che la Chiesa gradirebbe un provvedimento di indulto in occasione della visita di Giovanni Paolo II nel carcere di Regina Coeli. La Santa Sede prosegue la sua azione, con il coordinamento discreto dall'ispettore centrale dei cappellani carcerari italiani monsignor Giorgio Caniato, già cappellano di San Vittore. Il segretario di Stato Sodano scrive a Sergio Segio e Sergio Cusani una lettera di apprezzamento per il loro impegno in direzione dell'amnistia. Ruini incontra il responsabile della Giustizia di Alleanza Nazionale Alfredo Mantovano e tiene contatti informali con il ministro Piero Fassino. Don Vinicio Albanesi, a nome del coordinamento delle comunità di accoglienza (2.149 strutture in tutta Italia), scrive al premier italiano Giuliano Amato dando la sua disponibilità ad accogliere gli ex detenuti e chiede un "piano Marshall" per il loro reinserimento sociale. Infine, arriva la lettera del papa che invoca per il Giubileo "una riduzione anche modesta della pena come segno chiaro di sensibilità nei confronti dei detenuti". Nel frattempo il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha firmato la grazia per l'attentatore del papa Mehemet Alì Agca. Ma il killer turco sa bene chi deve ringraziare: "Il cardinale Sodano, monsignor Re e il cardinale Ratzinger. Questi uomini hanno contribuito fortemente alla mia liberazione".
            Meno lineare, e molto meno clemente, è la posizione della Santa Sede sul World Gay Pride. In un primo momento "autorevoli" fonti della segreteria di Stato avevano fatto trapelare che non ci sarebbe stato alcun passo diplomatico. Una linea di basso profilo. Il 28 gennaio però il segretario di Stato Sodano, bloccato dai giornalisti all'inaugurazione del rinnovato Braccio di Carlo Magno in N27n27vaticano, invoca il carattere "sacro" della città di Roma: "Si tratta di riconsiderare la cosa: spero che le autorità sapranno usare il buon senso". Qualche giorno dopo, l'11 febbraio, durante il tradizionale ricevimento nell'ambasciata italiana presso la Santa Sede per l'anniversario dei Patti lateranensi, arriva anche il "passo diplomatico": Sodano ricorda "il desiderio della Santa Sede che non si turbi il Giubileo con manifestazioni scomposte che non fanno onore all'Italia". Sull'accelerazione vaticana pesano alcuni fattori: tra questi, certamente l'impressione suscitata dalla decisione del Consiglio regionale del Lazio, qualche tempo prima delle elezioni regionali, di accettare le unioni di fatto, che costa al cattolico Piero Badaloni l'appoggio elettorale delle gerarchie; e il clima di crescente freddezza tra il Vicariato di Roma guidato dal cardinale Ruini e la giunta di Francesco Rutelli, dopo anni di rapporti idilliaci. La successiva campagna elettorale, con il tacito appoggio della Chiesa romana al candidato della destra Francesco Storace sulla base della promessa di rinviare il Gay Pride, fa il resto. Il raduno non è stato impedito, ma il N27n27vaticano impone al vescovo francese monsignor Jacques Gaillot di non parlare a un convegno a Roma su omossessualità e religione.



            Fuori dalla retroguardia

            L'opposizione al Gay Pride è l'unico passo falso di un anno finora trionfale. A scorrere il calendario di questi primi sei mesi del Duemila il bilancio è impressionante. Non c'è ambito o disciplina in cui la Chiesa non sia intervenuta per ammonire, suggerire, consigliare. È l'idea centrale del lungo pontificato di papa Wojtyla: colmare il fossato che per due secoli ha diviso il cattolicesimo dalla modernità. Uscire dalla difensiva, abbandonare la retroguardia. Riportare la Chiesa alla guida dei processi storici, a essere maestra delle nazioni e dunque dei politici, degli artisti, di scienziati, artigiani, giornalisti, banchieri, lavoratori... Ogni Giubileo di categoria ha l'obiettivo di lanciare un messaggio universale, ma l'impatto sull'Italia è immediato. Così il Giubileo dei giornalisti consente al direttore del quotidiano cattolico Avvenire Dino Boffo di mettere sotto accusa la stampa italiana e di chiedere un mea culpa di fronte ai lettori. Il Giubileo dei lavoratori del primo maggio, per monsignor Ferdinando Charrier responsabile della Pastorale del lavoro della Conferenza episcopale italiana (l'assemblea dei vescovi d'Italia), dovrebbe "colmare la storica frattura tra la Chiesa e il mondo del lavoro". Il risultato, però, è una dura polemica all'interno del sindacato da parte di chi si sente scippato della festa del primo maggio.
            Le voci che dissentono dalle ingerenze della gerarchia ecclesiastica sulla politica italiana sono pochissime. Alla fine degli anni Novanta, nella disfatta dei partiti e delle ideologie, la Chiesa è percepita come l'unica fonte di identità in grado di "tenere" di fronte alla crisi. Un riconoscimento che arriva spesso da parte laica e che invece infastidisce molti cattolici. "Oggi l'anticlericale è fuori moda. C'è un'opinione pubblica di atei devoti pronti a scappellarsi per le posizioni ufficiali della Chiesa, salvo poi continuare a difendere i loro spazi secondo principi che sono altri", dice Giovanni Bianchi, deputato del partito Popolare, per anni presidente delle Acli, l'associazione dei lavoratori cristiani. "È la religione collante di Durkheim, non la fede di Gesù". "In Italia e nel resto del mondo la Chiesa si dibatte tra due strategie", spiega il giornalista Giancarlo Zizola, tra i più attenti osservatori delle cose vaticane. "La prima è quella della riconquista: essere a ogni costo una forza rilevante nella società, in concorrenza con altre forze. La seconda è tradurre la consapevolezza di essere minoranza in un più vivo senso della testimonianza, di costituirsi seme e lievito. La Chiesa italiana si dibatte tra la nostalgia per gli spazi esteriori e il tentativo di ripensare la propria presenza nella società, concentrandosi sull'annuncio del Vangelo e sul servizio dei più deboli".



            La macchina della curia

            Il problema è che la nomenklatura curiale che dovrebbe operare la conversione non sembra in grado di reggere una sfida di questa portata. Si regge su un equilibrio precario tra varie anime e lobby, che come in ogni fine pontificato rischia di crollare. Detiene un potere antico e glorioso, da 500 anni studiato e imitato da tutti i governi assolutisti, eppure messo sempre più in discussione. "La vecchia Curia romana non è più in grado di governare il mondo", dice lo storico del cristianesimo Alberto Melloni. "È una macchina su cui ormai passa tutto e il contrario di tutto, il mea culpa e il segreto di Fatima, la beatificazione di Giovanni XXIII e di Pio IX. Perfino i documenti e alcune encicliche sono scritte a più mani, in alcuni passaggi sono contraddittori. Tutto questo significa crisi. Crisi vera, non edulcorata. Stagione di esodo, di prova, di caldo e sudore". Una crisi resa ancora più grave dall'indifferenza di papa Wojtyla per il governo curiale e per il lento deteriorarsi della sua salute.
            A dirigere la macchina vaticana dal dicembre 1990 è un astigiano di 72 anni, il cardinale Angelo Sodano. È il segretario di Stato, il primo ministro del papa: un incarico istituito nel Cinquecento da Leone X e che nel corso dei secoli ha subito molte trasformazioni. Uomo pignolo, forse poco brillante, ma irremovibile nelle sue decisioni. Un albero con le radici ben piantate nel terreno della tradizione, per usare una delle sue metafore preferite. Sodano deve la sua ascesa ai dieci anni trascorsi in Cile come nunzio apostolico, tra il 1978 e il 1988, durante la transizione dal regime di Pinochet alla democrazia. Un decennio che gli ha lasciato in eredità una fitta rete di alleanze nel grande continente latino-americano in cui vive circa il 40 per cento dei cattolici, ma anche qualche amicizia pericolosa: vedi l'affettuosa lettera all'ex dittatore per i suoi cinquant'anni di nozze, con foto e dedica del papa e la pressione della Santa Sede perché Pinochet fosse estradato in Cile.
            Molto discusso per la decisione di riconoscere subito, nel 1992, l'indipendenza di Croazia e Slovenia dalla federazione jugoslava, nella politica italiana Sodano è considerato un nostalgico della Dc, aperto al Polo e allo sdoganamento della destra: clamorosa, qualche anno fa, la sua udienza a Gianfranco Fini. Un altro handicap è la difficoltà di comunicazione e di sopportazione del dissenso che una volta, al sinodo dei vescovi del 1994, lo portò a sbottare: "Chi ama non critica".
            Ma il vero uomo forte della Curia è un altro prelato italiano, il sostituto per gli Affari generali (il "ministro dell'Interno") Giovan Battista Re. Originario della Val Camonica, 66 anni, lavoratore implacabile, molta sostanza e poca immagine, mai un'intervista o una parola di troppo, definito di recente da Le Monde "Monsignor Efficienza", è uno dei pochi, insieme al segretario del papa monsignor Stanislao Dwiciz, ad avere quotidiano accesso alle stanze papali. Monsignor Sostituto occupa il ruolo-chiave appartenuto in passato a un altro bresciano, Giovan Battista Montini, il futuro Paolo VI, e a Giovanni Benelli, poi arcivescovo di Firenze e super-papabile nei due conclavi del 1978. Al prossimo concistoro dovrebbe diventare cardinale. Le voci sul suo futuro si rincorrono: presidente della Congregazione dei vescovi, arcivescovo di Firenze o di Milano (dopo Carlo Maria Martini), presidente Cei (dopo Ruini). Insomma, un personaggio da tenere d'occhio. Come dimostra l'onore che gli riservò due anni fa Giovanni Paolo II, andandolo a trovare durante le vacanze nella sua Borno. Fu l'unico caso in cui si lasciò andare: "È il viaggio del papa che preferisco".
            A completare la troika che guida il N27n27vaticano c'è il "ministro degli Esteri", il francese Jean-Louis Tauran, segretario per i rapporti con gli Stati. Appassionato di pianoforte, capo di 164 nunziature, vertice di una scuola di diplomazia tra le più antiche al mondo, quella dell'Accademia Ecclesiastica di piazza della Minerva a Roma, è l'uomo delle missioni impossibili: spedito in piena guerra del Kosovo a portare a Milosevic un messaggio del papa o in Iraq a parlare con Saddam Hussein.
            Alle strette dipendenze della Segreteria di Stato ci sono nove Congregazioni permanenti, in tutto simili a un ministero, presiedute da un cardinale-prefetto assistito da un segretario e da un sottosegretario, e gli undici Consigli pontifici, di più recente istituzione. Durante il pontificato di Giovanni Paolo II, la Curia si è fortemente internazionalizzata (attualmente l'unico italiano è il prefetto della Congregazione delle Chiese orientali, il cardinale Achille Silvestrini) e comprende alcune tra le figure più interessanti della Chiesa: il francese di origini basche Roger Etchegaray, presidente del Comitato del Giubileo, "ambasciatore dei diritti dell'uomo" del N27n27vaticano in Cina, Ruanda, Bosnia, Cuba, anticonformista, tra i più convinti sostenitori del mea culpa della Chiesa; il vietnamita Francis Xavier Van Thuan, nominato presidente del Comitato Giustizia e Pace dopo 13 anni nelle prigioni vietnamite, uomo di profonda spiritualità, sostenitore del dialogo con il gigante cinese; il nigeriano Francis Arinze, inviato del N27n27vaticano a tenere i rapporti con le altre religioni, primo cardinale di colore a sedere sul trono papale sotto il grande altare del Bernini in San Pietro nel 1994, a conclusione del sinodo africano; il colombiano Dario Castrillon Hoyos, della Congregazione per il clero.
            Altri dicasteri-chiave della curia romana sono la Congregazione per i vescovi da cui passano le nomine episcopali (presidente è il brasiliano Lucas Moreira Neves); quella per l'evangelizzazione dei popoli che dirige le missioni cattoliche, di cui è presidente il cardinale Josef Tomko, il "papa rosso"; il Consiglio per i laici che ha la competenza sui movimenti carismatici (neo-catecumenali, rinnovamento dello spirito, Comunione e liberazione, Comunità di Sant'Egidio); la Prefettura della Casa Pontificia; l'Amministrazione del patrimonio della Sede apostolica (Apsa), la corte dei conti del N27n27vaticano che ha chiuso l'ultimo bilancio con un attivo di 9 miliardi dovuto all'apprezzamento del dollaro sull'euro e a una serie di investimenti in borsa, presieduta dal marchigiano monsignor Sergio Sebastiani. Da segnalare, infine, il responsabile delle liturgie pontificie, monsignor Piero Marini, ombra del papa in tutte le cerimonie ufficiali e il potente segretario del comitato del Giubileo monsignor Crescenzio Sepe, un campano emergente, regista di tutti gli eventi dell'Anno santo, anche lui in pole position per i più svariati incarichi curiali.



            Il resto d'Israele

            Messi insieme, questi uomini danno impressione di compattezza e di varietà. Eppure sono sottoposti ad attacchi feroci dall'interno stesso della Chiesa. "Colpa di alcuni atti che alle Conferenze episcopali nazionali sembrano provocatori", afferma Melloni. "Come si spiega altrimenti l'invito rivolto ai cattolici tedeschi ad abbandonare i consultori in cui si pratica l'aborto? Con lo stesso criterio bisognerebbe ritirare le suore che assistono nelle carceri americane i condannati a morte o i cappellani militari". Un anno fa ha fatto rumore il libro dell'arcivescovo di San Francisco John R. Quinn, The Reform of papacy, appena tradotto in italiano. Un duro atto di accusa contro la gestione della Curia: meccanismi di selezione, verticismo, centralismo, scarsa apertura ai vescovi e ai laici, mancanza di trasparenza, idea di appartenere a una casta di protettori della Chiesa. "Le strutture della Curia a tutt'oggi sono modellate su governi secolari come il senato romano, la corte bizantina e la cancelleria francese", scrive Quinn. "Al Concilio c'era un gruppo che si riteneva il resto d'Israele, la minoranza interprete e fiduciaria della volontà di Dio. Molti vescovi direbbero che questa è anche la situazione attuale".
            Tra i più avvertiti del pericolo di una lenta trasformazione della Chiesa in una burocrazia ierocratica c'è anche il panzer-kardinal che da quasi due decenni è incaricato di vigilare sull'ortodossia della dottrina cattolica, il cardinale Joseph Ratzinger, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, l'ex Santo Uffizio.
            Arrivato alle soglie della pensione, Ratzinger sta vivendo una terza trasformazione: teologo progressista negli anni del Concilio, quindi cane da guardia della corretta interpretazione della fede e inquisitore dei teologi della liberazione, ora fustigatore del carrierismo ecclesiastico e della riduzione del governo della Chiesa a pura amministrazione. Ostentatamente si rifiuta di partecipare alle riunioni delle varie "curie parallele", è fuori dalle lobby ecclesiali, frequenta l'Opus Dei, Cl e gli altri movimenti, ma senza farsi strumentalizzare. Nelle ultime settimane Ratzinger è intervenuto per dare l'interpretazione ufficiale del terzo segreto di Fatima e lo ha fatto con toni e modi che sono sembrati distanti da quanto aveva detto un mese prima il cardinale Sodano. Sodano aveva esaltato la visione di Fatima come lettura del Novecento e della "lotta dei sistemi atei contro la Chiesa e i cristiani" e aveva parlato di un vescovo vestito di bianco "che cade a terra come morto": la profezia dell'attentato al papa del 13 maggio 1981. Nella presentazione di Ratzinger il segreto esce ridimensionato: "Nessun grande mistero viene svelato, il velo del futuro non viene squarciato", si legge nelle prime righe del commento. E la visione viene ridotta al rango di "rivelazione privata".



            La malattia del papato

            Lotta di potere attorno a un mistero? Senz'altro segnali di equilibri che vengono meno. E sullo sfondo dell'interpretazione di Fatima si intravvede il futuro stesso del papato. Per ora sembrano accantonate le voci di possibili dimissioni di Karol Wojtyla, di cui a inizio anno aveva parlato in un'intervista il presidente dei vescovi tedeschi monsignor Karl Lehman. Il papa si prepara ai prossimi appuntamenti giubilari: il mega-raduno dei giovani di metà agosto e poi la beatificazione congiunta di Pio IX, il papa della condanna della società moderna, e di Giovanni XXIII, che nel giorno dell'apertura del Concilio, nel famoso "discorso della luna", fece la più rivoluzionaria delle affermazioni: "La mia persona conta niente".
            Giovanni Paolo II, invece, si sente chiamato da un destino provvidenziale: ma proprio questa stretta identificazione tra l'istituzione e la sua biografia, di cui il segreto di Fatima è l'ennesima dimostrazione, potrebbe finire per mettere a repentaglio il ruolo del pontefice. Per questo anche i settori più conservatori della Curia cominciano a preoccuparsi e qualcuno sussurra che nel prossimo conclave sarà messo all'ordine del giorno il tema delle dimissioni del papa. "La malattia del papato romano", dice Melloni, "è il suo essere un'istituzione residualmente monarchica in cui il titolare è costretto a sopravvalutare all'infinito la sua storia personale. La cura per la malattia sta nella misericordia, che è innanzitutto ridimensionarsi. Al vertice e alla base. In qualsiasi parrocchia c'è la fine del ministero pastorale e il culto dell'organizzazione. Gesù parlava con la Maddalena, i cristiani fondano le associazioni per le maddalene. Le gerarchie parlano della vita della gente come dovrebbe essere, non come è. Bisogna ritrovare la semplicità evangelica, stare vicini ai drammi soggettivi delle persone che soffrono, i bambini, la povera gente, gli omosessuali. Altrimenti la Chiesa perderà il senso di se stessa: annunciare una bontà che travalica la sorte e l'esperienza individuale, che è donata a tutti con gratuità".
            Dietro i trionfi giubilari c'è un cattolicesimo chiamato a rinnovarsi nelle radici. La chiusura nei confronti di questioni come la condizione femminile, la morale sessuale, la democraticità delle decisioni, il difficile cammino ecumenico nei confronti delle altre chiese cristiane, la debolezza della fede assediata dalla scomparsa degli orizzonti trascendenti o sostituita da una pallida spiritualità new age: problemi di vita o di morte perfino per un'istituzione come la Chiesa abituata a ragionare in termini di millenni. All'ombra del Cupolone i burocrati di Dio continuano a fare il loro lavoro come ogni giorno.
            Eppure, scriveva Jemolo, è proprio la maestà della costruzione michelangiolesca a ricordare la caducità dei progetti umani: "Solo ancora vivente tra i grandi monumenti romani, solo ancora intatto, solo ch'esplichi oggi lo stesso compito assegnatoti nel giorno in cui sorgesti e ospiti i medesimi riti e ascolti i medesimi inni, partecipi però con tutti i monumenti millenari di questa città al compito ammonitore: ricordare agli uomini quale piccola cosa siano i loro contrasti, quanto effimera sia ogni vicenda che abbia come metro generazioni umane". Come recita il salmo: mille anni ai tuoi occhi sono come un giorno, ed è già passato.

            Marco Damilano
            sigpic"Ooh amore ooh amante
            Che fai stasera ragazzo?
            Tutto va bene, solo tienimi stretto
            Questo perché sono un buon amante vecchio stampo"

            Così non capisce. Devi dire "Conan, hai rotto er *****!" (Sergio cit.)

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            • boss123
              Bodyweb Advanced
              • Mar 2007
              • 5782
              • 456
              • 84
              • venezia
              • Send PM

              #7
              troppo lungo.....


              poi non ho capito...perche ce l'hai su con karol?

              Commenta

              • Bad Girl
                Bodyweb Senior
                • Oct 2003
                • 10214
                • 557
                • 557
                • Send PM

                #8
                conan cosa ne pensi dei papa boys?

                BEEE NE DETTO




                BEEEE NE DETTO









                DIO MIO
                Originariamente Scritto da Gary
                mi è stato consigliato nutella e caciotta come spuntino pre nanna. che faccio leo ?



                Originariamente Scritto da Leonida
                vai tranquillo, se sei in def puoi anche pensare di metterci due peperoni vicino.



                https://www.bodyweb.com/threads/1713...ozze+colazione

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                • gabriele81
                  eh eh son manzo
                  • Jul 2006
                  • 10168
                  • 861
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                  • roma
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                  #9
                  Non so di cosa si stia parlando ma per me la colpa è dell'islam e degli omosessuali.

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                  • antonio21
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                    #10
                    Originariamente Scritto da Conan Visualizza Messaggio
                    Tutti gli uomini di Karol


                    <FONT face="Times New Roman" size=3><B><SPAN style="COLOR: #0000cc">
                    sei preda della follia.......pensa alla tua vita e ai tuoi problemi piuttosto che ad infangare la memoria della gente.

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                    • Senna94
                      Banned
                      • Sep 2006
                      • 3630
                      • 87
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                      #11
                      Originariamente Scritto da antonio21 Visualizza Messaggio
                      sei preda della follia.......pensa alla tua vita e ai tuoi problemi piuttosto che ad infangare la memoria della gente.
                      prete, perchè perdere tempo con chi anzichè lavorare, stà su internet tutto il tempo?

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                      • Bicipes
                        Il drugo
                        • May 2006
                        • 5058
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                        • A casa mia
                        • Send PM

                        #12
                        Conan sto leggendo tutto con attenzione!
                        Onestamente su questi argomenti di carattere religioso, non ho mai approfondito, però alcune tesi postate sono davvero interessanti!


                        "Folleggiammo alquanto con altri viaggiatori della notte da autentici sbarazzini della strada. Poi decidemmo che era ora di eseguire il numero "Visita a sorpresa": un po' di vita, qualche risata..e una scorpacciata di ultraviolenza."

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                        • antonio21
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                          #13
                          Originariamente Scritto da Senna94 Visualizza Messaggio
                          prete, perchè perdere tempo con chi anzichè lavorare, stà su internet tutto il tempo?
                          infatti....non ce lo perdo il tempo
                          era giusto per farsi sentire...
                          tranquillo....che il tempo lo perdo con chi ne vale la pena

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                          • Sergio
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                            • Send PM

                            #14
                            Originariamente Scritto da antonio21 Visualizza Messaggio
                            sei preda della follia.......



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                            • Sergio
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                              #15
                              Scusa Antonio per le battute e le foto, ma mi aspettavo un tuo ritorno.... stavolta non voglio neanche partecipare, tanto ci facciamo il "sangue cattivo" per nulla, lascio la discussione a te che è il tuo lavoro



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