Dopo la lunga diatriba sull'aborto, vi propongo una discussione più leggera sulla decisione fiorentina di arrestare gli odiati lavavetri.
Nella vostra città vorreste una simile presa di posizione, o preferite dileggiare la loro indigenza mostrando dieci euro dal finestrino per poi sgommare sui loro piedi *****?
FIRENZE - Mai più lavavetri. La giunta di centrosinistra guidata dal sindaco Leonardo Domenici dichiara guerra a chi fa la posta ai semafori armato di spugna. Per effetto di un'ordinanza "urgente", da stamani chiunque venga colto sul fatto ai semafori del capoluogo toscano finisce davanti al giudice e rischia, oltre al sequestro degli attrezzi, una pena che può arrivare fino a tre mesi d'arresto o una multa da 206 euro. Da stamani le 10 pattuglie di vigili urbani in circolazione saranno invitate ad applicare il divieto. E la caccia ai circa 50 lavavetri contati fin qui a Firenze, quasi tutti romeni, nonostante la critiche piovute da Arci e Rifondazione comunista, comincia subito.
L'ordinanza, firmata dall'ex senatore dei Ds e attuale assessore alla sicurezza Graziano Cioni, classifica il lavavetri come "mestiere girovago" e, visto che il Comune non ha rilasciato alcuna autorizzazione, riconosce come abusivo chiunque chieda soldi in cambio del lavaggio del vetro. "Intralcio alla circolazione, nocumento all'igiene delle strade ma soprattutto episodi di molestie e il pericolo di conflitto sociale", si legge tra le motivazioni riportate nell'ordinanza fiorentina.
"Negli ultimi tempi c'è stata un'impennata di segnalazioni e reclami da parte dei cittadini, perché i lavavetri sono diventati aggressivi, non chiedono permesso: ti mettono direttamente la spugna sul parabrezza e a volte nascono discussioni e alterchi, che nel caso di donne sole in auto possono diventare pericolosi", spiega l'assessore Cioni. E per questo si è deciso di mettere uno stop, di tirare una riga: vigili ma anche le forze dell'ordine sono chiamate da oggi al 30 ottobre prossimo ("poi vedremo come rendere permanente il divieto") a denunciare i lavavetri in base all'articolo 650 del codice penale (inosservanza dell'ordine dell'autorità) e a sequestrare secchi d'acqua e spugne.
Il sindaco leghista di Verona Flavio Tosi è interessato alla decisione di Firenze: "Se davvero l'ordinanza avrà effetto, l'adotteremo anche noi", annuncia. L'assessore diessino Cioni non gradisce: "Non ho niente a che fare con i leghisti, la sicurezza non è di destra né di sinistra, è un bene primario da difendere sempre", ribatte un minuto dopo. Ma siamo solo all'inizio. Il presidente nazionale dell'Arci Paolo Beni parla di "misura eccessiva" e aggiunge: "Non è così che si argina il degrado, non dimentichiamo che si tratta di persone costrette ad arrangiarsi per vivere".
Rifondazione comunista boccia di netto l'ordinanza: "Un atto non degno di Firenze e della sua tradizione d'accoglienza", dice il segretario toscano Niccolò Pecorini. Perplessa anche la Curia: "Non conosco nel dettaglio, ma in generale posso dire che, in tema di immigrazione, bisognerebbe evitare di prendere provvedimenti sull'onda dell'emotività ma farli rientrare in progetti complessivi", afferma don Giovanni Momigli, responsabile pastorale sociale della diocesi. La Confesercenti, invece, plaude: "Finalmente si interviene, è un segnale importante di lotta al degrado".
Nella vostra città vorreste una simile presa di posizione, o preferite dileggiare la loro indigenza mostrando dieci euro dal finestrino per poi sgommare sui loro piedi *****?
FIRENZE - Mai più lavavetri. La giunta di centrosinistra guidata dal sindaco Leonardo Domenici dichiara guerra a chi fa la posta ai semafori armato di spugna. Per effetto di un'ordinanza "urgente", da stamani chiunque venga colto sul fatto ai semafori del capoluogo toscano finisce davanti al giudice e rischia, oltre al sequestro degli attrezzi, una pena che può arrivare fino a tre mesi d'arresto o una multa da 206 euro. Da stamani le 10 pattuglie di vigili urbani in circolazione saranno invitate ad applicare il divieto. E la caccia ai circa 50 lavavetri contati fin qui a Firenze, quasi tutti romeni, nonostante la critiche piovute da Arci e Rifondazione comunista, comincia subito.
L'ordinanza, firmata dall'ex senatore dei Ds e attuale assessore alla sicurezza Graziano Cioni, classifica il lavavetri come "mestiere girovago" e, visto che il Comune non ha rilasciato alcuna autorizzazione, riconosce come abusivo chiunque chieda soldi in cambio del lavaggio del vetro. "Intralcio alla circolazione, nocumento all'igiene delle strade ma soprattutto episodi di molestie e il pericolo di conflitto sociale", si legge tra le motivazioni riportate nell'ordinanza fiorentina.
"Negli ultimi tempi c'è stata un'impennata di segnalazioni e reclami da parte dei cittadini, perché i lavavetri sono diventati aggressivi, non chiedono permesso: ti mettono direttamente la spugna sul parabrezza e a volte nascono discussioni e alterchi, che nel caso di donne sole in auto possono diventare pericolosi", spiega l'assessore Cioni. E per questo si è deciso di mettere uno stop, di tirare una riga: vigili ma anche le forze dell'ordine sono chiamate da oggi al 30 ottobre prossimo ("poi vedremo come rendere permanente il divieto") a denunciare i lavavetri in base all'articolo 650 del codice penale (inosservanza dell'ordine dell'autorità) e a sequestrare secchi d'acqua e spugne.
Il sindaco leghista di Verona Flavio Tosi è interessato alla decisione di Firenze: "Se davvero l'ordinanza avrà effetto, l'adotteremo anche noi", annuncia. L'assessore diessino Cioni non gradisce: "Non ho niente a che fare con i leghisti, la sicurezza non è di destra né di sinistra, è un bene primario da difendere sempre", ribatte un minuto dopo. Ma siamo solo all'inizio. Il presidente nazionale dell'Arci Paolo Beni parla di "misura eccessiva" e aggiunge: "Non è così che si argina il degrado, non dimentichiamo che si tratta di persone costrette ad arrangiarsi per vivere".
Rifondazione comunista boccia di netto l'ordinanza: "Un atto non degno di Firenze e della sua tradizione d'accoglienza", dice il segretario toscano Niccolò Pecorini. Perplessa anche la Curia: "Non conosco nel dettaglio, ma in generale posso dire che, in tema di immigrazione, bisognerebbe evitare di prendere provvedimenti sull'onda dell'emotività ma farli rientrare in progetti complessivi", afferma don Giovanni Momigli, responsabile pastorale sociale della diocesi. La Confesercenti, invece, plaude: "Finalmente si interviene, è un segnale importante di lotta al degrado".
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