in ducati rimpiangono stoner, era lui a fare la differenza lo ammettono:
La frase pronunciata ieri da Filippo Preziosi, responsabile tecnico di Ducati e progettista della contestata GP11.1, riferendosi alla moto del futuro (“mi piacerebbe che la provasse anche Stoner, per dirci se è più facile da pilotare”) è rimarchevole. Senza nulla togliere a Valentino, racconta di un rimpianto per quel tempo nemmeno troppo lontano, ed in alcuni momenti davvero perfetto, nel quale una moto insolita ed un pilota insolito si sono fusi in un elemento travolgente. La frase ha veleggiato nel paddock fino a Casey. Con 24 ore di ritardo, ma è arrivata.
“Il mio rapporto con Filippo è rimasto molto buono” ha commentato il pilota australiano della Honda, pochi minuti dopo aver ottenuto, oggi, un tempo di soli 76 millesimi inferiore al migliore di giornata. Il mano sua, la Honda sta costringendo alla resa Lorenzo e la Yamaha; senza di lui, la Ducati barcolla, neppure Valentino riesce a restituirle il vigore di un tempo. “Non si aspettava una moto difficile come quella che ha trovato; hanno fatto di tutto ma le difficoltà continuano. Conosco la gente che lavora a quel progetto, e so quale sia l'impegno che profondono. Spero per loro che i risultati arrivino presto, e che le motivazioni salgano. So quante ore Filippo ed i suoi passano al lavoro”.
Il male è oscuro; molti indicano il telaio in carbonio come responsabile numero uno dei tempi duri che Borgo Panigale sta vivendo. Stoner non condivide affatto l'opinione.
“Quando abbiamo utilizzato il carbonio, esisteva già un telaio di alluminio, che era stato provato. Tutti sembrano pensare il peggio possibile della fibra di carbonio, che invece è tanto migliore del metallo. Lo abbiamo migliorato anno dopo anno; abbiamo patito qualche problema lo scorso anno, ma è stata l'unica stagione nella quale abbiamo davvero dovuto remare. E, nonostante tutto, anche in quello stesso campionato, a fine della stagione avevamo a disposizione una moto che, questo è il mio convincimento, aveva potenziale per vincere ogni gara. A mio avviso, la moto non può essere poi così male. E, comunque, il problema non è l'impiego della fibra di carbonio”.
E' qualcosa di diverso, che rende la situazione indefinibile. “Non so. A Brno sembravano aver trovato qualcosa con cui andare d'accordo; in Indianapolis non era più così, e pare non esser così neppure oggi, qui a Misano. Se solo riuscissero a capire i motivi di questi alti e bassi, sono sicuro che sarebbero in grado di migliorare parecchio i risultati. Quello che serve, innanzitutto, è maggiore fiducia”.
Eppure, riflette Stoner, la capacità di spesa della Ducati, oggi, pare essere enormemente superiore a quella degli anni scorsi. “Ai miei tempi, non abbiamo avuto budget sufficiente per provare cose nuove. Adesso hanno già quattro o cinque versioni diverse della moto, provando questo, provando quello, producendo quell'altro. A noi, fondamentalmente, non capitava mai di vederci consegnare qualcosa di veramente nuovo durante la stagione. Il che rappresenta per la Ducati di oggi un miglioramento rispetto alla Ducati del passato: eppure, sembra che non siano felici del tutto di ciò che hanno”.
La frase pronunciata ieri da Filippo Preziosi, responsabile tecnico di Ducati e progettista della contestata GP11.1, riferendosi alla moto del futuro (“mi piacerebbe che la provasse anche Stoner, per dirci se è più facile da pilotare”) è rimarchevole. Senza nulla togliere a Valentino, racconta di un rimpianto per quel tempo nemmeno troppo lontano, ed in alcuni momenti davvero perfetto, nel quale una moto insolita ed un pilota insolito si sono fusi in un elemento travolgente. La frase ha veleggiato nel paddock fino a Casey. Con 24 ore di ritardo, ma è arrivata.
“Il mio rapporto con Filippo è rimasto molto buono” ha commentato il pilota australiano della Honda, pochi minuti dopo aver ottenuto, oggi, un tempo di soli 76 millesimi inferiore al migliore di giornata. Il mano sua, la Honda sta costringendo alla resa Lorenzo e la Yamaha; senza di lui, la Ducati barcolla, neppure Valentino riesce a restituirle il vigore di un tempo. “Non si aspettava una moto difficile come quella che ha trovato; hanno fatto di tutto ma le difficoltà continuano. Conosco la gente che lavora a quel progetto, e so quale sia l'impegno che profondono. Spero per loro che i risultati arrivino presto, e che le motivazioni salgano. So quante ore Filippo ed i suoi passano al lavoro”.
Il male è oscuro; molti indicano il telaio in carbonio come responsabile numero uno dei tempi duri che Borgo Panigale sta vivendo. Stoner non condivide affatto l'opinione.
“Quando abbiamo utilizzato il carbonio, esisteva già un telaio di alluminio, che era stato provato. Tutti sembrano pensare il peggio possibile della fibra di carbonio, che invece è tanto migliore del metallo. Lo abbiamo migliorato anno dopo anno; abbiamo patito qualche problema lo scorso anno, ma è stata l'unica stagione nella quale abbiamo davvero dovuto remare. E, nonostante tutto, anche in quello stesso campionato, a fine della stagione avevamo a disposizione una moto che, questo è il mio convincimento, aveva potenziale per vincere ogni gara. A mio avviso, la moto non può essere poi così male. E, comunque, il problema non è l'impiego della fibra di carbonio”.
E' qualcosa di diverso, che rende la situazione indefinibile. “Non so. A Brno sembravano aver trovato qualcosa con cui andare d'accordo; in Indianapolis non era più così, e pare non esser così neppure oggi, qui a Misano. Se solo riuscissero a capire i motivi di questi alti e bassi, sono sicuro che sarebbero in grado di migliorare parecchio i risultati. Quello che serve, innanzitutto, è maggiore fiducia”.
Eppure, riflette Stoner, la capacità di spesa della Ducati, oggi, pare essere enormemente superiore a quella degli anni scorsi. “Ai miei tempi, non abbiamo avuto budget sufficiente per provare cose nuove. Adesso hanno già quattro o cinque versioni diverse della moto, provando questo, provando quello, producendo quell'altro. A noi, fondamentalmente, non capitava mai di vederci consegnare qualcosa di veramente nuovo durante la stagione. Il che rappresenta per la Ducati di oggi un miglioramento rispetto alla Ducati del passato: eppure, sembra che non siano felici del tutto di ciò che hanno”.
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