Solo in America.....

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    Solo in America.....

    ...poteva succedere

    In California è boom di prigioni a cinque stelle. La polemica: "No ai detenuti privilegiati"

    Usa, arrivano le carceri di lusso
    ma solo per chi può permettersele


    dal nostro corrispondente MARIO CALABRESI





    NEW YORK - Negli Anni Settanta a Palermo c'era il Grand Hotel Ucciardone, Tommaso Buscetta, Tano Badalamenti e Stefano Bontate, il gotha della mafia di allora, si garantivano la bella vita anche in carcere: entrava lo champagne dall'ufficio matricola, arrivavano le aragoste da un ristorante alle falde del Montepellegrino e le celle erano aperte. A permetterlo non erano le leggi dello Stato ma i codici mafiosi.

    Nella prigione di Fullerton, in California, sono invece i soldi e le regole stabilite dalle direzione a decidere chi ha diritto ad un trattamento a cinque stelle. Il listino prezzi di questo istituto, che si trova fuori Los Angeles poco lontano dal parco divertimenti di Disneyland, è chiaro e trasparente: 100 dollari per i primi due giorni, 75 per quelli successivi, e si possono avere due visite la settimana, la possibilità di portarsi lenzuola e cuscino, i libri, le carte processuali e perfino il cellulare. Ma soprattutto si può ordinare cibo dall'esterno. Per non turbare la tranquillità di chi paga, sono esclusi drogati, alcolizzati, epilettici o persone che abbiano mostrato tendenze suicide.

    Nelle carceri californiane ciò accade di frequente: sono una dozzina le prigioni che offrono questo servizio a chi è condannato per reati minori. Con una cifra quotidiana compresa tra 70 e 130 dollari si possono comprare tranquillità, sicurezza e pulizia, svaghi e avere visite prolungate di amici e parenti.

    Le prigioni dell'area di Los Angeles sono violente e sovraffollate, le cifre ufficiali per il 2005 parlano del doppio delle presenze accettabili, così il "cambio di classe" garantisce "il beneficio di essere separati dagli altri prigionieri e di non venire in contatto con le durezze del sistema carcerario", come ha spiegato al New York Times Christine Parker, portavoce della CSI, una società privata che ha l'appalto di numerose prigioni e che ha introdotto il concetto delle cinque stelle. Nulla a che vedere con le celle sprangate, i compagni violenti o pericolosi e le visite rare. Si può ottenere il permesso di uscire per lavorare e si torna solo per la notte, in questo caso però bisogna pagare 15 dollari in più per il braccialetto elettronico che controlla gli spostamenti.


    Un vero lusso in un paese in cui alla fine del 2004 c'erano 2milioni e 200mila detenuti, come racconta Elisabetta Grande in un libro uscito in questi giorni da Sellerio, "Il terzo strike. La prigione in America". In Italia oggi è in carcere una persona ogni mille abitanti, negli Usa una ogni centoquaranta. Dieci volte di più.

    E la tendenza cresce senza sosta, se si pensa che i dati relativi al 2005, parlano di duemila nuovi detenuti ogni settimana. Questo ha portato con sé un esplosione dell'edilizia carceraria. Una tendenza che non ha colore politico, solo tra il '93 e il '98, durante la presidenza Clinton, sono state costruite 213 nuove prigioni.

    Così ci si compra la tranquillità: A Montebello e a Seal Beach si pagano tra i 70 e i 100 dollari al giorno ma si possono avere due ore di visite quotidiane, l'i-pod, libri e giochi. Non è ammesso a questo programma, quest'ala del carcere ha 30 posti, chi ha commesso crimini violenti. La piccola prigione di Seal Beach è privata ed è stata una delle prime a sperimentare la cella a pagamento. Un modo sostiene la società che la gestisce di non pesare sulle casse dello Stato. A Pasadena, il più costoso (128 dollari, più una tassa d'iscrizione di altri 58), si possono avere la Bibbia e altri libri, si può tenere l'orologio e venti dollari per piccole spese. Qui non sono esclusi sono i violenti ma anche chi ha problemi di droga. Nicole Brockett, 22 anni, ha dovuto scontare tre settimane per guida in stato di ubriachezza nel carcere di Santa Ana, nella contea di Orange. Ha pagato 82 dollari al giorno e ha avuto diritto ad una stanza pulita e a scontare la sua pena in un luogo sicuro "dove tutti sono stati gentili: non ho avuto problemi con le altre ragazze, mi prestavano perfino lo shampoo. Sono cosciente che questa sistemazione è considerata come un albergo a cinque stelle". A Santa Ana ai clienti di prima classe è garantito anche un ingresso separato.

    Il programma a pagamento non è nuovo, ma oggi è in crescita ed è finito sotto i riflettori recentemente per le polemiche nate alla notizia che un vice sceriffo della Contea di Orange condannato per sottrazione di soldi pubblici se ne stava in cella, proprio a Fullerton, con il personal computer e il cellulare e riceveva tre pasti caldi al giorno dai familiari.

    L'aumento vertiginoso del numero dei carcerati e la continua costruzione di nuove carceri non è segnale automatico di un aumento di reati negli Stati Uniti, ma è figlio soprattutto di nuove politiche penali, in particolare la dottrina del terzo strike: "Three strikes and you are out" (tre errori e sei fuori), mutuato dal gioco del baseball, nel quale il battitore che non colpisca la palla tre volte deve abbandonare il campo. In questo caso al terzo reato grave commesso si è fuori dalla società: scatta il carcere a vita. Gli esempi grotteschi si sprecano, la severità con cui si affronta la recidività anche in casi come lo spaccio di droga o il furto, fanno sì che ci siano assassini puniti con 22 anni di reclusione e giovani spacciatori o borseggiatori con l'ergastolo.

    Ken Kerle, autore di due libri sul carcere sottolinea che la tendenza al carcere a pagamento "è solo hollywoodiana: la maggior parte delle persone che finiscono in cella negli Stati Uniti sono povere, hanno problemi mentali, dipendenze dall'alcool o dalla droga e quasi analfabeti. Non hanno certo 80 dollari al giorno per una sistemazione migliore". Il profilo del cliente tipo del carcere a pagamento è infatti un altro: un trentenne che si deve fare due mesi perché guidava ubriaco. E devono essere molti visto che i posti sono quasi sempre tutti occupati. Per Mike Jackson che lavora all'Associazione nazionale degli sceriffi questa disparità di trattamento è ingiusta: "Due persone che arrivano in carcere per avere compiuto lo stesso reato dovrebbero ricevere lo stesso trattamento. Il sistema dovrebbe essere equo".

    Si paga in contanti. Assegni e carte di credito non vengono accettati. Un criminale resta sempre un criminale, anche se ha i soldi per pagare.

    (30 aprile 2007)



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    #2
    Siamo al delirio!
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    Love is the law,love under the will

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