Originariamente Scritto da p-e
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Roma - "La credibilità delle dichiarazioni dei bambini sottoposti a violenze non è dubitabile". Così scrive il gip del Tribunale di Tivoli, Elvira Tamburelli, che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare nei confronti delle sei persone coinvolte nell’inchiesta sul abusi sessuali alla scuola Olga Rovere di Rignano Flaminio. Il gip attacca anche sulla gestione della vicenda da parte della scuola: "Le uniche misure adottate per tutelare i bimbi e oggetto di "forti critiche da parte dei genitori" sono consistite, oltre che nel controllo e limitazione della possibilità di accesso alla scuola, nel cambio della serratura alle porte delle aule, divieto di accedere a luoghi esterni, limitazione alle attività e necessità di bambini (cambio di pannolini), quasi che fossero gli stessi bimbi i soggetti da cui cautelarsi". Secondo il gip "lascia davvero perplessi l’assenza, a fronte delle insistite esigenze e richieste dei genitori, di qualsivoglia iniziativa cautelativa a favore dei bambini".
I racconti "I giochi - scrive il gip - si svolgevano a casa di Patrizia (del Meglio una delle indagate), dove c’era una stanza piena di giocattoli. Ma anche costumi teatrali da scoiattolo, da lupo e tuniche nere e bianche, anche con cappucci, venivano indossate dagli adulti". Secondo l’ordinanza nella stanza c’erano anche "catene di metallo e cerotti adoperati adoperati per la bocca". Ma i giochi secondo il racconto dei bambini "si svolgevano anche a casa della maestra Marisa". Nell’ordinanza c’è la descrizione fatta da un bimbo: "C’era una cucina grande, con un tavolo lungo e un letto su cui i bambini nudi (quattro) fingevano di essere i figli, mentre Marisa cucinava fingendo di essere la madre". Nell’ordinanza c’è anche la descrizione di un’altra abitazione indicata al padre di una delle vittime come il "luogo dove erano stati portati più volte a fare i giochi. In questa casa - scrive il gip - spogliavano completamente i bambini e li lasciavano fuori nudi al freddo; poi li mettevano dentro secchi dell’immondizia e infilavano loro dei cappucci con le corna; li facevano quindi rientrare in casa e i grandi, si vestivano di nero e da diavolo con cappucci". Nell'ordinanza si citano tutti "giochi" sessuali descritti dai bambini: quello del "dito a punta", della "penna azzurra", quello dello "scatolone", del "tavolo". Si parla anche del "gioco del lupo e dello scoiattolo", di quello del dottore e di quello "della mamma e dei figli".
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p-e
Roma - "La credibilità delle dichiarazioni dei bambini sottoposti a violenze non è dubitabile". Così scrive il gip del Tribunale di Tivoli, Elvira Tamburelli, che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare nei confronti delle sei persone coinvolte nell’inchiesta sul abusi sessuali alla scuola Olga Rovere di Rignano Flaminio. Il gip attacca anche sulla gestione della vicenda da parte della scuola: "Le uniche misure adottate per tutelare i bimbi e oggetto di "forti critiche da parte dei genitori" sono consistite, oltre che nel controllo e limitazione della possibilità di accesso alla scuola, nel cambio della serratura alle porte delle aule, divieto di accedere a luoghi esterni, limitazione alle attività e necessità di bambini (cambio di pannolini), quasi che fossero gli stessi bimbi i soggetti da cui cautelarsi". Secondo il gip "lascia davvero perplessi l’assenza, a fronte delle insistite esigenze e richieste dei genitori, di qualsivoglia iniziativa cautelativa a favore dei bambini".
I racconti "I giochi - scrive il gip - si svolgevano a casa di Patrizia (del Meglio una delle indagate), dove c’era una stanza piena di giocattoli. Ma anche costumi teatrali da scoiattolo, da lupo e tuniche nere e bianche, anche con cappucci, venivano indossate dagli adulti". Secondo l’ordinanza nella stanza c’erano anche "catene di metallo e cerotti adoperati adoperati per la bocca". Ma i giochi secondo il racconto dei bambini "si svolgevano anche a casa della maestra Marisa". Nell’ordinanza c’è la descrizione fatta da un bimbo: "C’era una cucina grande, con un tavolo lungo e un letto su cui i bambini nudi (quattro) fingevano di essere i figli, mentre Marisa cucinava fingendo di essere la madre". Nell’ordinanza c’è anche la descrizione di un’altra abitazione indicata al padre di una delle vittime come il "luogo dove erano stati portati più volte a fare i giochi. In questa casa - scrive il gip - spogliavano completamente i bambini e li lasciavano fuori nudi al freddo; poi li mettevano dentro secchi dell’immondizia e infilavano loro dei cappucci con le corna; li facevano quindi rientrare in casa e i grandi, si vestivano di nero e da diavolo con cappucci". Nell'ordinanza si citano tutti "giochi" sessuali descritti dai bambini: quello del "dito a punta", della "penna azzurra", quello dello "scatolone", del "tavolo". Si parla anche del "gioco del lupo e dello scoiattolo", di quello del dottore e di quello "della mamma e dei figli".
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