Siccità: si va verso lo stato di emergenza
I tecnici sono pronti a chiedere al governo lo stato di crisi per razionare l'acqua destinata all'agricoltura
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ROMA - Poca acqua e poca energia elettrica. Potrebbe scattare l'emergenza nazionale sul fronte della siccità che rischia di mettere l'Italia in difficoltà nei prossimi mesi, anche sul fronte di un blackout elettrico. I tecnici che seguono la vicenda - che si sono riuniti al Ministero per lo sviluppo economico per fare il punto sulla situazione - sarebbero orientati a chiedere al Governo lo stato di crisi prevedendo anche il contingentamento, ma non per gli usi domestici, delle risorse idriche nei prossimi mesi.
A pesare - secondo quanto si apprende - sarebbero anche le previsioni di temperature nei prossimi mesi sopra le medie stagionali oltre alla carenza idrica (il lago Maggiore, ad esempio, registra un livello di invaso inferiore di 60 milioni di metri cubi rispetto al 2006).
Gli esperti prevedono infatti previsioni di precipitazioni - nei prossimi tre mesi - in linea con la media dello scorso anno e di un incremento della temperatura di circa un grado rispetto alla media degli altri anni.
OTTIMIZZAZIONE RISORSE - Nella riunione di oggi, si sarebbe discusso dell'ottimizzazione delle poche risorse a disposizione, attraverso dei «rilasci controllati» in modo da evitare sprechi e mantenere il più alto possibile il livello del Po, mai così basso ad aprile. E la predisposizione di misure operative che consentano di ridurre il rischio black out. Non c'è ancora la dichiarazione di stato di emergenza ma, di fatto, il programma per la razionalizzazione della risorsa acqua per far fronte al problema della siccità è già partito. Produttori e gestori di energia, Authority e Regioni, autorità di Bacino e Protezione Civile, nella riunione odierna, hanno convenuto che era necessario definire un programma da subito operativo.
PREVISIONI - Infatti le previsioni per i prossimi mesi non consentono di recuperare il deficit idrico accumulato in autunno e in inverno e, dunque, il problema della siccità è ormai una realtà più che un rischio. Il programma prevede quindi che già da ora vengano effettuati dei rilasci controllati di acqua, sia dai grandi laghi sia dagli invasi alpini, in modo da consentire di ripristinare soprattutto il livello del Po. Un ripristino che, in ogni caso, non consentirà di tornare a livelli abituali, visto che ad oggi il grande fiume ha una portata inferiore anche a quella del 2003, quando vi fu la necessità di intervenire pesantemente con la dichiarazione dello stato d'emergenza e il varo di una cabina di regia nazionale per la razionalizzazione delle risorse a disposizione.
STATO DI EMERGENZA - Lo stato di emergenza sarà proclamato entro la fine del mese di maggio: il programma avviato dai tecnici - che si rivedranno nei prossimi giorni per aggiornare la situazione con i dati a disposizione (soprattutto quelli sui grandi laghi) - serve proprio a definire i rilasci per i mesi più difficili, quelli di giugno e luglio, in cui servirà una grande quantità di acqua per usi irrigui e industriali. Quanto al rischio black out, sempre secondo quanto si è appreso, gli esperti stanno già studiando le misure necessarie per impedire che un eccessivo utilizzo di energia faccia saltare l'intera rete. Allo studio ci sono due misure: una interna, il distacco delle utenze industriali cosiddette «interrompibili» (quelle cioè che a fronte di riduzioni tariffarie sono pronte ai distacchi) e una esterna, l'acquisto di una maggiore quantità di energia dall'estero.
I tecnici sono pronti a chiedere al governo lo stato di crisi per razionare l'acqua destinata all'agricoltura
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A pesare - secondo quanto si apprende - sarebbero anche le previsioni di temperature nei prossimi mesi sopra le medie stagionali oltre alla carenza idrica (il lago Maggiore, ad esempio, registra un livello di invaso inferiore di 60 milioni di metri cubi rispetto al 2006).
Gli esperti prevedono infatti previsioni di precipitazioni - nei prossimi tre mesi - in linea con la media dello scorso anno e di un incremento della temperatura di circa un grado rispetto alla media degli altri anni.
OTTIMIZZAZIONE RISORSE - Nella riunione di oggi, si sarebbe discusso dell'ottimizzazione delle poche risorse a disposizione, attraverso dei «rilasci controllati» in modo da evitare sprechi e mantenere il più alto possibile il livello del Po, mai così basso ad aprile. E la predisposizione di misure operative che consentano di ridurre il rischio black out. Non c'è ancora la dichiarazione di stato di emergenza ma, di fatto, il programma per la razionalizzazione della risorsa acqua per far fronte al problema della siccità è già partito. Produttori e gestori di energia, Authority e Regioni, autorità di Bacino e Protezione Civile, nella riunione odierna, hanno convenuto che era necessario definire un programma da subito operativo.
PREVISIONI - Infatti le previsioni per i prossimi mesi non consentono di recuperare il deficit idrico accumulato in autunno e in inverno e, dunque, il problema della siccità è ormai una realtà più che un rischio. Il programma prevede quindi che già da ora vengano effettuati dei rilasci controllati di acqua, sia dai grandi laghi sia dagli invasi alpini, in modo da consentire di ripristinare soprattutto il livello del Po. Un ripristino che, in ogni caso, non consentirà di tornare a livelli abituali, visto che ad oggi il grande fiume ha una portata inferiore anche a quella del 2003, quando vi fu la necessità di intervenire pesantemente con la dichiarazione dello stato d'emergenza e il varo di una cabina di regia nazionale per la razionalizzazione delle risorse a disposizione.
STATO DI EMERGENZA - Lo stato di emergenza sarà proclamato entro la fine del mese di maggio: il programma avviato dai tecnici - che si rivedranno nei prossimi giorni per aggiornare la situazione con i dati a disposizione (soprattutto quelli sui grandi laghi) - serve proprio a definire i rilasci per i mesi più difficili, quelli di giugno e luglio, in cui servirà una grande quantità di acqua per usi irrigui e industriali. Quanto al rischio black out, sempre secondo quanto si è appreso, gli esperti stanno già studiando le misure necessarie per impedire che un eccessivo utilizzo di energia faccia saltare l'intera rete. Allo studio ci sono due misure: una interna, il distacco delle utenze industriali cosiddette «interrompibili» (quelle cioè che a fronte di riduzioni tariffarie sono pronte ai distacchi) e una esterna, l'acquisto di una maggiore quantità di energia dall'estero.
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