Torture per i cristiani sgozzati
Shock in Turchia, la condanna del premier Erdogan
L'orrore e lo sdegno hanno toccato l'acme ieri in Turchia, come nel mondo, dopo che si è appreso come i tre cristiani uccisi mercoledì a Malatya siano stati torturati per tre ore e orrendamente straziati, anche nelle parti più intime, con centinaia di coltellate prima di essere sgozzati.
Le reazioni internazionali e interne sono state tali, che molti commentatori hanno interpretato come legata alla necessità di allentare le tensioni la dichiarazione del premier turco Tayyip Erdogan, il quale ha dichiarato ieri che per la presidenza della repubblica «sta preparando una decisione straordinaria a sorpresa», lasciando intendere che rinuncerà a una autocandidatura o a una candidatura di un altro dirigente del partito al potere Akp, causa di molte tensioni in Turchia.
L'intento distensivo del premier turco ha trovato subito un riscontro sui mercati finanziari, che hanno fatto registrare un nuovo record in Borsa confermando la loro propensione per un passo indietro del premier e del suo partito. La polizia turca - sotto accusa, sia per essere arrivata sul posto con circa tre ore di ritardo che per avere trascurato le minacce precedenti del gruppo di assassini islamo-nazionalisti contro i "missionari infedeli" - ha fermato (questa volta a Istanbul) una 11esima persona nel quadro delle indagini e ha annunciato che altre sei persone vengono attivamente ricercate. L'opinione pubblica turca è sconvolta per i danni all'immagine del Paese e della religione musulmana che l'eccidio ha diffuso nel mondo.
«Lo abbiamo fatto per salvare la nostra religione e la nostra patria» - hanno detto i 5 giovani assassini. Ma il Gran Muftì di Turchia Ali Bardakoglu, li ha sconfessati: «L'omicidio non si può giustificare con alcun valore sacro. Un omicidio così aberrante è un peccato gravissimo. È un tradimento dell'Islam» - ha dichiarato Bardakoglu. «Dire che si uccide perché la religione e la patria si stanno perdendo, ha un effetto velenoso sulla coscienza dei giovani - gli ha fatto eco Erdogan. Ma i due massimi rappresentanti delle chiese protestanti in Turchia, i pastori turchi, Bedri Peker e Ihsan Ozbek hanno denunciato con forza che in Turchia è in corso una "caccia medioevale alle streghe" contro i missionari cristiani accusati troppo spesso di voler «distruggere la religione musulmana e dividere la nazione turca» e di cui spesso sono protagonisti anche i mass media, i partiti e le stesse istituzioni turche.
«La Turchia è immersa nel buio del Medioevo» hanno concluso ricordando, tra l'altro, l'omicidio del prete italiano, don Andrea Santoro e quello del giornalista turco armeno Hrant Dink. Anche il giornale Radikal ha scritto ieri che, benché in Turchia ci siano un totale di soli 50 missionari cristiani e i convertiti non superino i 10.000, molti considerano le loro attività alla stregua di un reato di tradimento. Secondo il giornale, anche il Consiglio di sicurezza nazionale dove siedono le massime autorità civili e militari «considera i missionari come una minaccia».
Data pubblicazione: 2007-04-21
Indirizzo pagina originale: http://www.corriere.com/viewstory.php?storyid=61534
Shock in Turchia, la condanna del premier Erdogan
L'orrore e lo sdegno hanno toccato l'acme ieri in Turchia, come nel mondo, dopo che si è appreso come i tre cristiani uccisi mercoledì a Malatya siano stati torturati per tre ore e orrendamente straziati, anche nelle parti più intime, con centinaia di coltellate prima di essere sgozzati.
Le reazioni internazionali e interne sono state tali, che molti commentatori hanno interpretato come legata alla necessità di allentare le tensioni la dichiarazione del premier turco Tayyip Erdogan, il quale ha dichiarato ieri che per la presidenza della repubblica «sta preparando una decisione straordinaria a sorpresa», lasciando intendere che rinuncerà a una autocandidatura o a una candidatura di un altro dirigente del partito al potere Akp, causa di molte tensioni in Turchia.
L'intento distensivo del premier turco ha trovato subito un riscontro sui mercati finanziari, che hanno fatto registrare un nuovo record in Borsa confermando la loro propensione per un passo indietro del premier e del suo partito. La polizia turca - sotto accusa, sia per essere arrivata sul posto con circa tre ore di ritardo che per avere trascurato le minacce precedenti del gruppo di assassini islamo-nazionalisti contro i "missionari infedeli" - ha fermato (questa volta a Istanbul) una 11esima persona nel quadro delle indagini e ha annunciato che altre sei persone vengono attivamente ricercate. L'opinione pubblica turca è sconvolta per i danni all'immagine del Paese e della religione musulmana che l'eccidio ha diffuso nel mondo.
«Lo abbiamo fatto per salvare la nostra religione e la nostra patria» - hanno detto i 5 giovani assassini. Ma il Gran Muftì di Turchia Ali Bardakoglu, li ha sconfessati: «L'omicidio non si può giustificare con alcun valore sacro. Un omicidio così aberrante è un peccato gravissimo. È un tradimento dell'Islam» - ha dichiarato Bardakoglu. «Dire che si uccide perché la religione e la patria si stanno perdendo, ha un effetto velenoso sulla coscienza dei giovani - gli ha fatto eco Erdogan. Ma i due massimi rappresentanti delle chiese protestanti in Turchia, i pastori turchi, Bedri Peker e Ihsan Ozbek hanno denunciato con forza che in Turchia è in corso una "caccia medioevale alle streghe" contro i missionari cristiani accusati troppo spesso di voler «distruggere la religione musulmana e dividere la nazione turca» e di cui spesso sono protagonisti anche i mass media, i partiti e le stesse istituzioni turche.
«La Turchia è immersa nel buio del Medioevo» hanno concluso ricordando, tra l'altro, l'omicidio del prete italiano, don Andrea Santoro e quello del giornalista turco armeno Hrant Dink. Anche il giornale Radikal ha scritto ieri che, benché in Turchia ci siano un totale di soli 50 missionari cristiani e i convertiti non superino i 10.000, molti considerano le loro attività alla stregua di un reato di tradimento. Secondo il giornale, anche il Consiglio di sicurezza nazionale dove siedono le massime autorità civili e militari «considera i missionari come una minaccia».
Data pubblicazione: 2007-04-21
Indirizzo pagina originale: http://www.corriere.com/viewstory.php?storyid=61534
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