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  • Peter Pan
    Bodyweb Advanced
    • Jan 2006
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    • Roma
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    #46
    Originariamente Scritto da !!vale!! Visualizza Messaggio

    Ciao a tutti, ...
    Ciao Vale

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    • Arturo Bandini
      million dollar boy
      • Aug 2003
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      #47
      Originariamente Scritto da Punk84 Visualizza Messaggio
      ti stai adattando alla vita, stai cominciando ad accettare passivamente il susseguirsi degli eventi.
      prima o poi doveva succedere
      no, questo mai! come diceva kerouac: "giuro che non mi fermerò mai e morirò urlando e ridendo!"

      Originariamente Scritto da stuckmojo Visualizza Messaggio
      occhio arturo. occhio a fare il poeta maledetto. la fine tocca a tutti, tutto quello che abbiamo e' il percorso. non buttarlo via per vanagloria, ma cerca di godertelo in modo meno trasversale.
      quel che viene lo prendo, ma intanto cerco di seguire i miei sogni... Non voglio rinunciare a niente, neanche al dolore

      Originariamente Scritto da miketyson Visualizza Messaggio
      questo mondo è un posto di merda....................poi quando leggo i tuoi post mi viene voglia di doparmi di nuovo!
      a me di iniziare

      Originariamente Scritto da !!vale!! Visualizza Messaggio

      Ciao a tutti, sono capitata in questo forum attirata dall'incipit tratto dal "lupo nella steppa" ..uno dei miei autori preferiti...

      anch'io un'entusiasta della vita, anch'io sto attraversando un momento doloroso , non come una perdita, ma comunque un momento che non vorrei aver vissuto. A volte vorrei che tutti si dimenticassero di me, voorei non essere mai esistita, vorrei sparire, ma poi basta un attimo....un tramonto, un sorriso di un amico, un abbraccio, una qualunque banalità a farmi cambiare idea.
      Siamo noi a decidere come vogliamo vivere la nostra vita, in bianco e nero o a colori, possiamo chiedere questo cambiamento solo a noi stessi, perchè solo su noi stessi possiamo fare riferimento, sta solo a noi.
      Non tutto è sempre bello, ma bene e male, gioia e dolore, vita e morte sono insite in questo mondo, possiamo solo decidere come viverle. Io ho deciso di viverle con il sorriso per quanto possibile, anche se costa fatica. ho scelto di tenere alto il mio stato vitale. la vita che stiamo vivendo è l'unica che ci viene data, o per lo meno l'unica di cui abbiamo coscenza, tanto vale cercare di ricavarci qualcosa di buono...non si può mai sapere quando il vento girerà e chissà cosa porterà...
      benvenuta!
      io sono convinto che "la vita non ha alcun senso, se non quello che noi decidiamo di imporle". Che il nostro senso sia godersela oppure farla a pezzi, la differenza è poca: sarà comunque il nostro sogno. La felicità non è una sola, non è solo piacere: felicità è sapere di avere un senso, non più a galleggiare inutilmente, ma nuotare o andare a fondo, comunque una specie di felicità

      Originariamente Scritto da thecousin Visualizza Messaggio


      Ti ho mai parlato del mio amico Fabien?
      il nome non mi è nuovo...

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      • MIZARD
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        #48
        Originariamente Scritto da Peter Pan Visualizza Messaggio
        Porca trota, ogni volta mi metti davanti a un muro. Non ho mai trovato una persona così diversa e distante dal mio modo di essere e di affrontare la vita. Sono un entusiasta della vita, curioso, ingordo, ghiotto delle cose che mi offre. Da sempre. Mi piace viaggiare, vedere posti lontani... mi piace l'arte e ogni volta che viaggio mi perdo dentro a qualche museo, in qualche chiesa o cattedrale... mi piace il teatro e fino che non avevo figli avevo sempre l'abbonamento... ho visto i più grandi: Gassman, Bene, Lavia, Albertazzi, Foa... mi piacciono le nostre città d'arte, i nostri piccoli borghi... mi piace la natura, i cavalli, i cani... mi piace la poesia, da Dante a tutto il Novecento...

        ...mi piacciono le moto, ne ho avute molte, tutte custom (roba della mia epoca...), mi piace andare a passeggiare in pineta vicino casa, mi piace andare in riva al mare quando non c'è nessuno... mi piace la mia città, i suoi monumenti, le sue opere d'arte... mi piace mangiare e sono anche bravino a cucinare... e mi sono tenute sulle cose lecite...

        insomma, tutte ste scemate per dire che non riesco proprio a trovare un appiglio per poterti contagiare, uno spunto qualsiasi... siamo due perfetti opposti...
        ...e forse fra sei mesi saremo ancora qui a dirci le stesse identiche cose
        heheh complimenti,ho trovato un mio simile tranne per piccoli particolari come le moto.Ma il caso Arturo lo sto studiando anche io da diversi anni e ho gia' fatto i tuoi stessi discorsi.Il suo problema e' il vuoto dopo la morte.Anche io ho perso il papa' come voi,ma a differenza di Arturo credo che ci sia un 'altra vita dopo la morte.Se lui avesse questa mia convinzione,a prescindere dalla ****,gia' starebbe moolto meglio con se stesso.....e invece

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        • Arturo Bandini
          million dollar boy
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          #49
          Originariamente Scritto da MIZARD Visualizza Messaggio
          heheh complimenti,ho trovato un mio simile tranne per piccoli particolari come le moto.Ma il caso Arturo lo sto studiando anche io da diversi anni e ho gia' fatto i tuoi stessi discorsi.Il suo problema e' il vuoto dopo la morte.Anche io ho perso il papa' come voi,ma a differenza di Arturo credo che ci sia un 'altra vita dopo la morte.Se lui avesse questa mia convinzione,a prescindere dalla ****,gia' starebbe moolto meglio con se stesso.....e invece
          ma guarda, non credo... Il problema non è quello che c'è dopo ma quello che c'è adesso: se ha un senso oppure no, e se non un senso almeno una misura, un punto da fissare mentre andiamo avanti...
          il problema è la felicità adesso, e perchè alcuni hanno tutto mentre ad altri niente è dato, e se quelli che hanno tutto sono migliori, allora la felicità è la misura morale dell' esistenza, e se invece la misura è nell' infelicità e nella forza, allora perchè ci si vanta della felicità e la si insegue con tanto affanno?
          credo che alla fine sarei pure un pò scocciato se dio esistesse perchè il gioco diventerebbe troppo facile così, troppo chiaro...

          il senso lo voglio qui, adesso! adesso ho fame, adesso vivo, e la morte, o la vita dopo la morte, non possono saziare questa fame di vita

          ABBANDONATO

          Nella soffitta è solo, è nudo, muore.
          Stille su stille gemono dal tetto.

          Gli dice il Santo-Ancora un po'; fa' cuore-
          Mormora-Il pane; è tanto che l'aspetto-

          L'Angelo dice-or viene il Salvatore-
          Sospira-un panno pel mio freddo letto-

          Maria dice-È finito il tuo dolore!-
          -oh! mamma io voglio, e dormire al suo petto-

          Lagrima a goccia a goccia la bufera
          nella soffitta. Il Santo veglia, assiso;

          l'Angelo guarda, smorto come cera;
          la Vergine Maria piange un sorriso.

          Tace il bambino, aspetta sino a sera,
          all'uscio guarda, coi grandi occhi, fiso.

          La notte cade, l'ombra si fa nera;
          egli va, desolato, in Paradiso.
          Last edited by Arturo Bandini; 13-04-2007, 03:57:52.

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          • Arturo Bandini
            million dollar boy
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            #50
            che poi il problema non è neanche questo... è che odio la gente... odio le persone felici e mi piacciono i drogati e i ritardati e le puttane

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            • MIZARD
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              #51
              Originariamente Scritto da Arturo Bandini Visualizza Messaggio
              ma guarda, non credo... Il problema non è quello che c'è dopo ma quello che c'è adesso: se ha un senso oppure no, e se non un senso almeno una misura, un punto da fissare mentre andiamo avanti...
              il problema è la felicità adesso, e perchè alcuni hanno tutto mentre ad altri niente è dato, e se quelli che hanno tutto sono migliori, allora la felicità è la misura morale dell' esistenza, e se invece la misura è nell' infelicità e nella forza, allora perchè ci si vanta della felicità e la si insegue con tanto affanno?
              credo che alla fine sarei pure un pò scocciato se dio esistesse perchè il gioco diventerebbe troppo facile così, troppo chiaro...

              il senso lo voglio qui, adesso! adesso ho fame, adesso vivo, e la morte, o la vita dopo la morte, non possono saziare questa fame di vita
              Invece ci devi credere e smettere di ripetere le stesse cose Sei tu che mille volte hai detto "ma che senso ha questa vita se poi c'e' il nulla..........ecc ecc"potrei quotarti centinaia di frasi che hai scritto sul forum che esprimono questo concetto,e senza credere ad un finale positivo dopo la morte,che sia un altra vita o un altra dimensione,tu,noi,non andiamo da nessuna parte.
              Non sto parlando di Dio.
              hai scritto:"Il problema e' la felicita'"
              tutto il resto del discorso e' uno dei tuoi classici sfoghi bukovschiani.
              Cercala!

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              • Arturo Bandini
                million dollar boy
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                #52
                Originariamente Scritto da MIZARD Visualizza Messaggio
                Invece ci devi credere e smettere di ripetere le stesse cose Sei tu che mille volte hai detto "ma che senso ha questa vita se poi c'e' il nulla..........ecc ecc"potrei quotarti centinaia di frasi che hai scritto sul forum che esprimono questo concetto,e senza credere ad un finale positivo dopo la morte,che sia un altra vita o un altra dimensione,tu,noi,non andiamo da nessuna parte.
                Non sto parlando di Dio.
                hai scritto:"Il problema e' la felicita'"
                tutto il resto del discorso e' uno dei tuoi classici sfoghi bukovschiani.
                Cercala!
                e chissà dov'è la felicità! non lo so mica cosa vorrei, e quel che voglio non sono sicuro di volerlo davvero. Boh... super*****le...
                la felicità si deve coltivare innanzitutto dentro di noi...
                hai visto "l' uomo in più"? è la storia di un ex calciatore che vuole a tutti i costi diventare allenatore, e così prende il patentino, studia uno schema rivoluzionario, ma intanto gli anni passano e lui rimane senza lavoro, finchè un presidente gli dice "pisapia, io glielo devo dire: il calcio è un gioco, e lei è una persona fondamentalmente triste... lasci perdere"

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                • miketyson
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                  #53
                  Originariamente Scritto da Peter Pan Visualizza Messaggio
                  vabbè che ogni scusa è buona... però trovane una un po' più convincente

                  hai ragione,ricomincio a frequentare i lap dance!
                  Alboreto is nothing

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                  • miketyson
                    Bodyweb Senior
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                    #54
                    eh ma io arturo lo capisco bene,ho i suoi stessi pensieri solo che li trattengo spesso anche con gli amici sennò poi passo x pazzo depresso il che non sono anzi.............però è il non senso che mi spaventa giuro se si potesse fare un patto con l'aldilà per vivere di qua come voglio io ma brevemente anche fino a 45anni lo firmerei subito,ovvio uno ha le proprie soddisfazioni,anche piccole,un aumento di stipendio,una moto nuova,una casa comprata un breve week end ecc. ma se il sogno di uno come me ad esempio è viaggiare tutte queste piccole o grosse soddisfazioni che siano è solo come arredarsi meglio la cella che ti sei costruito intorno.
                    Alboreto is nothing

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                    • !!vale!!
                      Bodyweb Member
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                      #55
                      anche oggi il sole è sorto, anche oggi siamo vivi....
                      vita e morte sono le uniche certezze della nostra vita, la differenza sta solo in come investiamo le energie per passare il tempo che intercorre tra l'una e l'altra..oggi per me sarà una buona giornata...

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                      • l'osservatore
                        Bodyweb Senior
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                        #56
                        Nietzsche,Umano troppo umano,dalla prefazione.

                        << Si può presumere che, uno spirito nel quale il tipo del "libero spirito" sia destinato a giungere a piena e dolcissima maturazione, abbia avuto il suo evento decisivo in una grande separazione, e che esso prima apparisse uno spirito tanto più legato e costretto per sempre al suo cantuccio e alla sua colonna. Che cosa lega più saldamente? Quali vincoli è quasi impossibile infrangere? Per uomini di specie alta ed eletta saranno i doveri: il rispetto, che è proprio della gioventù, il timore e la sensibilità per ciò che è da sempre venerato e ritenuto degno, la gratitudine per il terreno da cui sono cresciuti, per la mano di chi li ha guidati, per il santuario dove hanno imparato a pregare - i loro stessi movimenti più alti li legheranno nel modo più saldo, li obbligheranno nel modo più duraturo. Per simili incatenati la grande liberazione giunge improvvisa, come una scossa di terremoto: a un tratto la giovane anima viene scossa, strappata via, divelta - né capisce essa stessa cosa stia succedendo. Un impulso e un impeto la dominano e divengono per lei come l'ordine di un padrone; si destano una volontà, un desiderio di andar via, non importa dove, ad ogni costo; una prepotente, pericolosa avidità di conoscere un mondo mai scoperto arde e divampa in tutti i suoi sensi. "Piuttosto morire che vivere qui", dice una voce imperiosa e seducente: e questo "qui", questo "a casa" è tutto quello che sinora la giovane anima ha amato! Una paura e una diffidenza improvvisa verso ciò che amava, un lampo di disprezzo verso quel che per essa significava "dovere", un desiderio ribelle, arbitrario, vulcanicamente irruente di partire, (...) forse un gesto e uno sguardo sacrileghi indietro, verso ciò che essa finora aveva venerato e amato, forse un rossore di vergogna per quello che ha appena fatto, e insieme un'esultanza per averlo fatto, un ebbro, esultante brivido interiore nel quale si rivela una vittoria - una vittoria? Su che cosa? Su chi? Una vittoria enigmatica, ricca di domande, problematica, ma pur sempre la prima vittoria: simili cose brutte e dolorose appartengono alla storia della grande liberazione. Questa prima esplosione di forza e di volontà di autodeterminazione, di auto-posizione di valori, questo volere una volontà libera, è allo stesso tempo anche una malattia che può distruggere l'uomo: e questa malattia si esprime nei selvaggi tentativi e bizzarrie con cui l'affrancato, il liberato, cerca ora di dimostrare a se stesso la propria signoria sulle cose! (...)

                        Da questo morboso isolamento, dal deserto di tanti anni di esperimenti, ancora lungo è il cammino per giungere a quella enorme e dirompente sicurezza e salute, che non può fare a meno della stessa malattia, come strumento ed esca della conoscenza; per giungere a quella matura libertà dello spirito che è dominio di sé e disciplina del cuore e insieme la via per molti ed opposti modi di pensare. (...) In mezzo vi stanno lunghi anni di convalescenza, anni pieni di variopinte trasformazioni, dall'incanto doloroso, dominati e guidati da una tenace volontà di guarigione che spesso già osa prender l'abito della salute. (...)
                        Un passo avanti nella guarigione: e lo spirito libero si accosta di nuovo alla vita, anche se lentamente, quasi a malincuore, con diffidenza. Intorno a lui tutto torna ad essere più caldo, più solare; il sentimento di sé e degli altri si acuisce, e brezze di ogni sorta spirano in lui. Ha quasi la sensazione che solo ora i suoi occhi si aprano a ciò che è vicino. E' stupito, e si siede in silenzio: dov'era dunque? Queste cose vicine e vicinissime, come gli appaiono mutate! Di quale lanugine e incanto si sono rivestite nel frattempo! Egli volge indietro lo sguardo con riconoscenza - riconoscenza per le sue peregrinazioni, per la sua durezza ed autoestraneamento, per il suo guardar lontano e i suoi voli d'uccello nelle fredde altezze. Quanto è bene che non sia rimasto sempre "a casa", sempre "presso di sé", come un timido ottuso e perdigiorno! Egli è stato fuori di sé: non v'è dubbio. Solo ora egli vede se stesso, e quali sorprese non vi scopre! Quali brividi mai provati! (...)
                        E, parlando seriamente: è una cura radicale contro ogni pessimismo (che com'è noto, è il cancro dei vecchi idealisti e dei bugiardi) ammalarsi nel modo di questi spiriti liberi, restar lungamente malati e poi, ancor più lentamente, più lentamente, ritornar sani, o meglio più sani.
                        In quel periodo può infine accadere, tra i bagliori improvvisi di una salute ancora irruente e capricciosa, che allo spirito libero, sempre più libero, si cominci a svelare il mistero di quella liberazione, che sino a quel momento aveva atteso, oscuro, problematico e quasi intoccabile, nella sua memoria. Se a lungo egli quasi non aveva osato chiedersi "Perchè così isolato, così solo, rinunciando a tutto quanto veneravo, persino alla disperazione? Perchè questa durezza, questa diffidenza, questo odio delle mie stesse virtù?" - ora osa, e interroga a voce spiegata, e già ode qualcosa di simile ad una risposta. "Dovevi diventare signore di te, signore delle tue virtù. Prima esse ti dominavano: ora possono solo essere uno strumento in mano tua, accanto ad altri strumenti. Dovevi acquisire potere sui tuoi pro e contro, e imparare a innestarli e dininnestarli a seconda del tuo scopo interiore. (...) Dovevi imparare a capire la necessaria ingiustizia insita in ogni pro e contro, l'ingiustizia come elemento inscindibile della vita, e la vita stessa come condizionata dalla visione prospettica, e dalla sua ingiustizia". (...)
                        In siffatto modo lo spirito libero da risposta circa l'enigma della sua liberazione (...) >>

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                        • l'osservatore
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                          • May 2005
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                          #57
                          La libertà da ogni certezza illusoria, acquisita mediante il sapere, condanna lo spirito libero alla solitudine, ma non alla tristezza e all'infelicità. Si allontana dunque dall'uomo attivo, e vive totalmente assorto in una solitudine da cui sa attingere letizia intellettuale. La solitudine renderà nobile la sua anima, e cioè capace non tanto di voli alti, quanto di vivere in un ambiente ricco di purezza, moderazione, mitezza, carattere, apportatore di felicità e irradiante felicità; gli consentirà di sperimentare una gioia nutrita da grandezza, calma, solarità, qualità intellettuali provenienti da pensieri che elevano, tranquillizzano e illuminano; e di procedere, nella ricerca della filosofia del mattino, con una passo lieve, quasi senza rumore, fiducioso e spedito, mentre la luce del sole gioca nel suo profondo.

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                          • l'osservatore
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                            #58
                            Vien detto spirito libero colui che pensa in modo diverso da come ci si aspetterebbe in base alle sue origini, al suo ambiente, al suo ceto sociale e al suo ufficio, o in base alle opinioni dominanti.

                            Egli è l'eccezione, gli spiriti vincolati sono la regola; questi gli rimproverano che i suoi liberi principi derivano dalla smania di farsi notare, o addirittura che lasciano supporre azioni libere, azioni cioè incompatibili con la morale vincolata. Talvolta si dice altresì che questi o quei liberi principi siano da ricondurre a stravaganza o a ipertensione della mente; ma così parla solo la cattiveria, che non crede essa stessa a quanto dice ma pure vuole, in tal modo, nuocere: poiché la testimonianza della maggiore bontà e acutezza d'intelletto dello spirito libero gli sta normalmente scritta in viso, così leggibile che gli spiriti vincolati la capiscono benissimo.

                            Poiché consapevole della complessità delle motivazioni e della molteplicità dei punti di vista è avverso a ogni fanatismo di chi pretende possedere la verità assoluta, e cioè dell'uomo delle convinzioni, che è esponente dell'età arretrata dell'innocenza teoretica. Scegliere la libertà dello spirito comporta dunque abbandonare costantemente i nostri ideali, diventando traditori e commettendo infedeltà, (per aver giurato fedeltà, forse a un essere del tutto immaginario come un dio, per aver dato il proprio cuore a un principe, a un partito, a una donna, a un ordine sacerdotale, a un artista, a un pensatore, in uno stato di cieca illusione che ci rapiva e ci faceva apparire quegli esseri come degni di ogni venerazione, di ogni sacrificio, si è ora indissolubilmente vincolati? Anzi, non abbiamo allora ingannato noi stessi? Non era quella una promessa ipotetica, con la seppur tacita presupposizione che quegli esseri, ai quali ci consacravamo, fossero realmente come apparivano alla nostra immaginazione? Siamo tenuti a restar fedeli ai nostri errori, anche rendendoci conto che con questa fedeltà danneggiamo il nostro io superiore? - No, non esiste nessuna legge, nessun dovere di questo tipo; noi dobbiamo diventare traditori, commettere infedeltà, sacrificare di continuo i nostri ideali), e rinunciare senza rammarico e senza risentimento, a quasi tutto quello che ha importanza agli occhi degli altri per un sollevarsi libero e senza paura al di sopra di uomini, costumi, leggi e tradizionali valutazioni delle cose che consenta di superare i limiti dell'individualità comprendendo e vivendo in sé l'intera coscienza dell'umanità.
                            Lo spirito libero assume come obiettivo della propria vita, la conoscenza. Disprezza perciò l'attivismo dell'uomo contemporaneo, dominato dal capriccio di passioni mutevoli e prigioniero di convinzioni dogmatiche; sono forse i vantaggi dei nostri tempi a portar con sé una diminuzione, e talora una sottovalutazione, della vita contemplativa. All'uomo attivo manca il tempo per pensare e la calma nel pensare; non si prendono più in considerazione quelle idee che esulano dalla norma: ci si limita a odiarle. Nell'enorme acceleramento della vita, occhio e spirito si abituano a vedere e a giudicare a metà o in modo errato, e ognuno assomiglia a quei viaggiatori che fan la conoscenza di un paese o di un popolo dal treno. Agli uomini attivi di solito fa difetto l'attività più alta: voglio dire quella individuale. Essi sono attivi come funzionari, commercianti, dotti, cioè come esseri generici, non come uomini affatto determinati, singoli, unici; sotto questo punto di vista sono pigri. E' la disgrazia degli attivi, il fatto che la loro attività sia quasi sempre un po' insensata. Non si può ad esempio chiedere, al banchiere che ammucchia denaro, lo scopo di quella sua incessante attività: essa è insensata. Gli attivi rotolano come rotola la pietra, con meccanica stupidità. Tutti gli uomini si dividono, in ogni tempo e anche oggi, in schiavi e liberi: chi, infatti, non ha per sé i due terzi della sua giornata, è uno schiavo, qualunque cosa sia politico, commerciante, funzionario, dotto.
                            Su ogni cosa sulla quale sia possibile avere opinioni, ciascuno debba possedere un'opinione propria, in quanto egli stesso è qualcosa di particolare e di irrepetibile, che assume, rispetto a tutte le altre cose, una posizione nuova e mai esistita prima. Ma la pigrizia che giace in fondo all'anima dell'uomo attivo gli impedisce di macinar la farina del suo sacco.

                            La libertà da ogni certezza illusoria, acquisita mediante il sapere, condanna lo spirito libero alla solitudine, ma non alla tristezza e all'infelicità. Si allontana dunque dall'uomo attivo, e vive totalmente assorto in una solitudine da cui sa attingere letizia intellettuale. La solitudine renderà nobile la sua anima, e cioè capace non tanto di voli alti, quanto di vivere in un ambiente ricco di purezza, moderazione, mitezza, carattere, apportatore di felicità e irradiante felicità; gli consentirà di sperimentare una gioia nutrita da grandezza, calma, solarità, qualità intellettuali provenienti da pensieri che elevano, tranquillizzano e illuminano; e di procedere, nella ricerca della filosofia del mattino, con una passo lieve, quasi senza rumore, fiducioso e spedito, mentre la luce del sole gioca nel suo profondo.

                            Accortezza degli spiriti liberi. - Uomini di sentimenti liberi, che vivono solo della conoscenza, si troveranno presto ad aver raggiunto lo scopo esteriore della loro vita, la posizione definitiva nei confronti della società e dello Stato, e si sentiranno ad esempio ben soddisfatti di una piccola carica o di una sostanza che basti appunto a vivere; infatti essi regoleranno la propria esistenza in modo che nessun grande mutamento dei beni esterni né alcun sovvertimento dell'ordine politico possano coinvolgere la loro vita. In tutte queste cose essi spendono la minore energia possibile, per potersi immergere, con tutta la forza così risparmiata, e per cosi dire con un lungo respiro, nell'elemento del conoscere. Così possono sperare di immergersi in profondità e di guardare anche sul fondo. Di un avvenimento, un tale spirito prenderà solo un lembo: non ama le cose in tutta l'ampiezza e prolissità delle loro pieghe, poiché non vuole lasciarsene coinvolgere. - Anch'egli conosce i giorni feriali della mancanza di libertà, della dipendenza, dell'asservimento. Ma di tempo in tempo deve giungere anche per lui una domenica di libertà, altrimenti non sopporterà la vita. E possibile che anche il suo amore per gli uomini sia cauto e di breve respiro, perché egli vuole abbandonarsi al mondo delle inclinazioni e della cecità solo quel tanto necessario al fine della conoscenza. Deve confidare che il genio della giustizia dirà qualcosa a favore del suo discepolo e protetto, se voci accusatrici dovessero chiamarlo privo d'amore. - C'è, nel suo modo di vivere e di pensare, un raffinato eroismo, che disdegna di offrirsi alla grande ammirazione delle masse, come fa il suo più rozzo fratello e suole andare silenzioso per il mondo e via dal mondo. Quali che siano i labirinti che attraversa, gli scogli tra i quali si è talvolta tormentato il suo corso, se torna alla luce prosegue chiaro, lieve e quasi senza rumore per la sua via, e lascia che la luce del sole giochi sin nel suo profondo

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                            • Punk84
                              agitato non mescolato
                              • Jul 2002
                              • 8140
                              • 33
                              • 0
                              • Milano
                              • Send PM

                              #59
                              heheh complimenti,ho trovato un mio simile tranne per piccoli particolari come le moto.Ma il caso Arturo lo sto studiando anche io da diversi anni e ho gia' fatto i tuoi stessi discorsi.Il suo problema e' il vuoto dopo la morte.Anche io ho perso il papa' come
                              leggevo qualche giorno fa che arturo sentiva quel disagio già prima dello spiacevole evento famigliare, probabilmente è a monte il problema, quello può essere un episodio che ha aizzato una fiamma già esistente.
                              quel senso di inutilità che arturo spesso descrive l'ho conosciuto non so bene come ma ho cominciato a svilupparlo con la fine del liceo...prima ero un adolescente normalissimo, non che ora sia così anormale ma convivo con quels enso di inutilità ed infelictà...mi sembra tutto inutile non so come descriverlo. però vado avanti vivo normalmente ma nn posso nascondere di sentire questa cosa nonostante riesca ad avere delle ragazze di tanto in tanto e nonostante l'amiciza dei miei amici storici.

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                              • Arturo Bandini
                                million dollar boy
                                • Aug 2003
                                • 31373
                                • 930
                                • 512
                                • Send PM

                                #60
                                bè, ma io non è che voglio complicarmi la vita così per il gusto di farmi del male, solo dico che se nn posso essere felice ho bisogno almeno di avere un senso...
                                non sono daccordo con lossy, perchè isolarsi in contemplazione per me è rinunciare.
                                dico che bisogna metterci tanta forza da farsi del male, da rischiare di morirne, ma questo non per masochismo: come un cane che continua a gettarsi avanti a spezzare la catena a cui è legato, e ogni volta va a sbattere contro l' impossibilità, stramazza a terra, ma ogni volta si rialza e con forza furente si slancia ancora avanti, e alla fine la catena si spezzerà, o si spezzerà il collo, ma di certo la sua vita non la passerà legato.
                                questo non è dire no alla vita, ma amarla nel modo più totale e commovente, secondo me. E' viverla appieno

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