Il termine schizoide deriva da schizofrenia e indica la presenza di tendenze schizofreniche nell'economia del Sé. Prevalentemente, il carattere schizoide, tende a spaccare in due l'unità psiche-corpo: il pensiero è scisso dal sentire e dal vivere con consapevolezza e congruenza i sentimenti, le emozioni e la sessualità. Lo schizoide interrompe la sua esperienza nel rapporto con l'oggetto di piacere prima che la pulsione, (o eccitazione pulsionale), legata al "bisogno" attuale del Sè ne invada l'organismo. Di conseguenza tende a ritirare la propria energia verso l' "interno" interrompendo il contatto con il mondo esterno o il(i) Tu-di-riferimento.
La tendenza alla dissociazione rappresentata, a livello corporeo, dalla mancanza di connessione fra pensiero, sentimenti, emozioni e sessualità produce una spaccatura della personalità: il Sé viene percepito come ridotto, privato della sua parte affettiva, poiché mancante della sua identificazione nel corporeo. Nel carattere schizoide c'è una forte tendenza ad evitare le relazioni intime e ad alta intensità emotiva, poiché l'eccessivo "sentire" risveglierebbe le ansie di rifiuto (o di disconferma ) che costituiscono il nucleo di questa caratterialità. Infatti, nei fattori eziologici troviamo sempre un atteggiamento disconfermante, esplicito o implicito, da parte della madre, atteggiamento che il paziente ha vissuto come una minaccia alla propria esistenza.
Il suo stato psichico è, perciò, contrassegnato dalla precarietà, dalla tendenza all'introversione ed all'isolamento; dalla sensazione di bassa risonanza sociale e di impotenza, ma, a compensazione di questo stato infelice, può sviluppare ideazioni geniali (la genialità del "lupo solitario").
Durante l'infanzia si osserva un comportamento povero di emotività (fuga dalla relazione Io-Tu-Io verso la dimensione Io-Io) e/o il ritiro (affettivo) dal mondo esterno con occasionali esplosioni di rabbia.
Nella storia del paziente mancano, salvo che nelle situazioni di "sogno ad occhi aperti", episodi di vera gioia e di veri sentimenti di sicurezza.
"Questo tipo di storia non lascia scelta al bambino: non può fare altro, per sopravvivere, che dissociarsi dalla realtà attraverso un'intensa vita fantastica e dal proprio corpo con attività di intelligenza astratta ". (A. Lowen).
Le relazioni interpersonali sono dominate dall'afisicità, dall'insicurezza, dalla chiusura emozionale e sentimentale e dall'ansia di essere rifiutato.
Il legame con il mondo esterno è narcisistico, manchevole di empatia (rapporto Io-Io) e, per lo più, dettato dalla volontà di apparire: da qui il rapporto con il Tu-di-riferimento può sembrare perennemente dubbio, insincero, incoerente, incerto.
Rischi psicopatologici: disturbi di personalità, narcisismo, autismo del bimbo e dell'adulto (sec. Bleule
vado a curarmi
non è mai troppo tardi
La tendenza alla dissociazione rappresentata, a livello corporeo, dalla mancanza di connessione fra pensiero, sentimenti, emozioni e sessualità produce una spaccatura della personalità: il Sé viene percepito come ridotto, privato della sua parte affettiva, poiché mancante della sua identificazione nel corporeo. Nel carattere schizoide c'è una forte tendenza ad evitare le relazioni intime e ad alta intensità emotiva, poiché l'eccessivo "sentire" risveglierebbe le ansie di rifiuto (o di disconferma ) che costituiscono il nucleo di questa caratterialità. Infatti, nei fattori eziologici troviamo sempre un atteggiamento disconfermante, esplicito o implicito, da parte della madre, atteggiamento che il paziente ha vissuto come una minaccia alla propria esistenza.
Il suo stato psichico è, perciò, contrassegnato dalla precarietà, dalla tendenza all'introversione ed all'isolamento; dalla sensazione di bassa risonanza sociale e di impotenza, ma, a compensazione di questo stato infelice, può sviluppare ideazioni geniali (la genialità del "lupo solitario").
Durante l'infanzia si osserva un comportamento povero di emotività (fuga dalla relazione Io-Tu-Io verso la dimensione Io-Io) e/o il ritiro (affettivo) dal mondo esterno con occasionali esplosioni di rabbia.
Nella storia del paziente mancano, salvo che nelle situazioni di "sogno ad occhi aperti", episodi di vera gioia e di veri sentimenti di sicurezza.
"Questo tipo di storia non lascia scelta al bambino: non può fare altro, per sopravvivere, che dissociarsi dalla realtà attraverso un'intensa vita fantastica e dal proprio corpo con attività di intelligenza astratta ". (A. Lowen).
Le relazioni interpersonali sono dominate dall'afisicità, dall'insicurezza, dalla chiusura emozionale e sentimentale e dall'ansia di essere rifiutato.
Il legame con il mondo esterno è narcisistico, manchevole di empatia (rapporto Io-Io) e, per lo più, dettato dalla volontà di apparire: da qui il rapporto con il Tu-di-riferimento può sembrare perennemente dubbio, insincero, incoerente, incerto.
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