scheda tecnica motore......e storia
Ferrari “312 T4”
E’ l’ennesima evoluzione della serie “312”, ma è anche una delle più brutte Ferrari da corsa, almeno stando ai pareri espressi dai cronisti dell’epoca e dallo stesso Commendatore. E’ stata tuttavia una monoposto vincente, e questo basta e avanza per regalarle un posto di riguardo nella storia della casa del “cavallino rampante”!
Probabilmente ha rappresentato il prodotto più efficiente fra quelli scesi in pista nella stagione 1979. Alla guida di questo bolide sgraziato il pilota sudafricano Jody Scheckter si aggiudica il Campionato del Mondo di quell’anno, dominando l’intera stagione.
Sei sono i successi complessivi conquistati dalla “312 T4” durante l’anno. Già nella gara d’esordio a Kyalami, in Sudafrtica, terza sfida del mondiale, essa raccoglie una straordinaria doppietta, con Gilles Villenevue sul gradino più alto del podio grazie a un sorpasso memorabile ai danni del caposquadra, in una nuvola d’acqua, con le due “rosse” a rivaleggiare a pochi centimetri di distanza l’una dall’altra.
Nel prosieguo del campionato il pilota canadese, sacrificandosi agli accordi interni al team, lascerà campo libero a Scheckter, evitando di impensierirlo nella cavalcata mondiale.
Villenevue riassapora il gusto della vittoria nei due Gran Premi statunitensi, a Long Beach e nell’ultima gara, a Watkins Glen, col titolo già matematicamente assegnato alla prima guida.
La “312 T4” nasce da un affinamento e da una esasperazione della ricerca dell’effetto suolo, miracoloso risucchio aerodinamico capace di incollare la vettura all’asfalto, garantendo elevatissimi margini di tenuta pur in presenza di appendici alari non particolarmente pronunciate (dannose ai fini del fluido scorrimento dell’auto).
I notevoli carichi vengono conseguiti grazie a una carrozzeria abbastanza “sigillata”, con pance a sviluppo orizzontale, cioè basse e larghe nella vista frontale, ma soprattutto attraverso le cosiddette “minigonne”, ovvero quelle paratie laterali rigide e scorrevoli che incanalano il flusso d’aria nel sottoscocca.
Il motore è il “solito” 12 cilindri boxer di 2992 cmc, con potenza superiore ai 515 cv, chiamati a spingere un corpo vettura pesante 590 Kg, forte di una efficiente ripartizione dei carichi fra gli assi, grazie al posto guida praticamente centrale.
Il rapporto di compressione è di 11,5:1. La distribuzione è a 4 valvole per cilindro, con 2 alberi a camme per bancata e comando ad ingranaggi situato posteriormente.
L’accensione è di tipo mono, con spinterogeno, bobina e Dinoplex Marelli a scarica capacitiva, mentre l’alimentazione è a iniezione indiretta Lucas
Il telaio è a scocca autoportante, con pannelli di alluminio rivettati su struttura in lega leggera di varie sezioni e centine in fusioni dello stessa matrice molecolare; la carrozzeria è in materiali compositi e alluminio.
Il passo di 2700 mm favorisce una notevole stabilità, mentre l’eccellente tenuta in curva viene ulteriormente esaltata dalla collocazione in posizione rasoterra del motore.
Le sospensioni sono a quadrilateri deformabili, con doppi triangoli e gruppi molla/ammortizzatore entro bordo, sia all’avantreno che al retrotreno.
Esse sono suscettibili di adattarsi a qualsiasi tipologia di circuito, garantendo la massima funzionalità dinamica -in ambienti diversi- a questa superlativa monoposto.
I freni, dotati di pinze Lockheed, sono a dischi autoventilati Brembo in ghisa, posteriori entro bordo sul differenziale
Il cambio è del tipo “022” a 5 velocità + RM, disposto trasversalmente in blocco unico col differenziale autobloccante.
Sulla “312 T4” la Ferrari sperimenta la prima unità a comando elettro-idraulico della storia della Formula Uno, anticipando una tendenza oggi generalizzata!
Scheda Tecnica 312 T4
Anni di attività: 1979
Motore: tipo 015, 12 cilindri a 180 gradi collocato posteriormente, basamento e teste in lega leggera, canne cilindro in alluminio riportate, biella 112 mm, raffreddato ad acqua
Alesaggio e corsa: 80 x 49,6 mm
Cilindrata unitaria e totale: 249,3168/2.991,801 cc
Rapporto di compressione: 11,5:1
Potenza massima: CV 515 a 12.300 giri/minuto
Distribuzione: 4 valvole per cilindro,2 alberi a camme per fila di cilindri, comando ad ingranaggi situato posteriormente
Alimentazione: iniezione indiretta Lucas
Accensione: mono, con spinterogeno, bobina e Dinoplex Marelli a scarica capacitiva
Lubrificazione: a pressione, carter a secco
Trasmissione: posteriore, frizione a dischi multipli Borg & Beck, cambio tipo 022 a 5 velocità + RM, trasversale in blocco unico con il differenziale autobloccante
Rapporti del cambio: variabili secondo il circuito di gara
Telaio: tipo 022, scocca autoportante: pannelli di alluminio rivettati su struttura in lega leggera di varie sezioni e centine in fusioni di lega leggera
Sospensione anteriore: quadrilateri deformabili: doppi triangoli, gruppi molla/ammortizzatore entro bordo
Sospensione posteriore: quadrilateri deformabili: doppi triangoli, gruppi molla/ammortizzatore entro bordo
Freni: pinze Lockheed, dischi autoventilati Brembo in ghisa, posteriori entro bordo sul differenziale
Sterzo: a cremagliera
Lunghezza : 4.460 mm
Larghezza : 2.120 mm
Altezza: 1.010 mm
Passo e carreggiate ant. e post.: 2.700/1.700/1.600 mm
Peso in ordine di marcia: 590 kg
Pneumatici ant.: 23/59-13", Michelin
Pneumatici post.: 38/68-13", Michelin
Ruote: componibili, ant. 12x13", post. 19 x 13"
Serbatoio: 175/190 litri, centrale. Benzina NO 98/100
Carrozzeria: monoposto in materiali compositi e alluminio
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Ferrari “312 T4”
E’ l’ennesima evoluzione della serie “312”, ma è anche una delle più brutte Ferrari da corsa, almeno stando ai pareri espressi dai cronisti dell’epoca e dallo stesso Commendatore. E’ stata tuttavia una monoposto vincente, e questo basta e avanza per regalarle un posto di riguardo nella storia della casa del “cavallino rampante”!
Probabilmente ha rappresentato il prodotto più efficiente fra quelli scesi in pista nella stagione 1979. Alla guida di questo bolide sgraziato il pilota sudafricano Jody Scheckter si aggiudica il Campionato del Mondo di quell’anno, dominando l’intera stagione.
Sei sono i successi complessivi conquistati dalla “312 T4” durante l’anno. Già nella gara d’esordio a Kyalami, in Sudafrtica, terza sfida del mondiale, essa raccoglie una straordinaria doppietta, con Gilles Villenevue sul gradino più alto del podio grazie a un sorpasso memorabile ai danni del caposquadra, in una nuvola d’acqua, con le due “rosse” a rivaleggiare a pochi centimetri di distanza l’una dall’altra.
Nel prosieguo del campionato il pilota canadese, sacrificandosi agli accordi interni al team, lascerà campo libero a Scheckter, evitando di impensierirlo nella cavalcata mondiale.
Villenevue riassapora il gusto della vittoria nei due Gran Premi statunitensi, a Long Beach e nell’ultima gara, a Watkins Glen, col titolo già matematicamente assegnato alla prima guida.
La “312 T4” nasce da un affinamento e da una esasperazione della ricerca dell’effetto suolo, miracoloso risucchio aerodinamico capace di incollare la vettura all’asfalto, garantendo elevatissimi margini di tenuta pur in presenza di appendici alari non particolarmente pronunciate (dannose ai fini del fluido scorrimento dell’auto).
I notevoli carichi vengono conseguiti grazie a una carrozzeria abbastanza “sigillata”, con pance a sviluppo orizzontale, cioè basse e larghe nella vista frontale, ma soprattutto attraverso le cosiddette “minigonne”, ovvero quelle paratie laterali rigide e scorrevoli che incanalano il flusso d’aria nel sottoscocca.
Il motore è il “solito” 12 cilindri boxer di 2992 cmc, con potenza superiore ai 515 cv, chiamati a spingere un corpo vettura pesante 590 Kg, forte di una efficiente ripartizione dei carichi fra gli assi, grazie al posto guida praticamente centrale.
Il rapporto di compressione è di 11,5:1. La distribuzione è a 4 valvole per cilindro, con 2 alberi a camme per bancata e comando ad ingranaggi situato posteriormente.
L’accensione è di tipo mono, con spinterogeno, bobina e Dinoplex Marelli a scarica capacitiva, mentre l’alimentazione è a iniezione indiretta Lucas
Il telaio è a scocca autoportante, con pannelli di alluminio rivettati su struttura in lega leggera di varie sezioni e centine in fusioni dello stessa matrice molecolare; la carrozzeria è in materiali compositi e alluminio.
Il passo di 2700 mm favorisce una notevole stabilità, mentre l’eccellente tenuta in curva viene ulteriormente esaltata dalla collocazione in posizione rasoterra del motore.
Le sospensioni sono a quadrilateri deformabili, con doppi triangoli e gruppi molla/ammortizzatore entro bordo, sia all’avantreno che al retrotreno.
Esse sono suscettibili di adattarsi a qualsiasi tipologia di circuito, garantendo la massima funzionalità dinamica -in ambienti diversi- a questa superlativa monoposto.
I freni, dotati di pinze Lockheed, sono a dischi autoventilati Brembo in ghisa, posteriori entro bordo sul differenziale
Il cambio è del tipo “022” a 5 velocità + RM, disposto trasversalmente in blocco unico col differenziale autobloccante.
Sulla “312 T4” la Ferrari sperimenta la prima unità a comando elettro-idraulico della storia della Formula Uno, anticipando una tendenza oggi generalizzata!
Scheda Tecnica 312 T4
Anni di attività: 1979
Motore: tipo 015, 12 cilindri a 180 gradi collocato posteriormente, basamento e teste in lega leggera, canne cilindro in alluminio riportate, biella 112 mm, raffreddato ad acqua
Alesaggio e corsa: 80 x 49,6 mm
Cilindrata unitaria e totale: 249,3168/2.991,801 cc
Rapporto di compressione: 11,5:1
Potenza massima: CV 515 a 12.300 giri/minuto
Distribuzione: 4 valvole per cilindro,2 alberi a camme per fila di cilindri, comando ad ingranaggi situato posteriormente
Alimentazione: iniezione indiretta Lucas
Accensione: mono, con spinterogeno, bobina e Dinoplex Marelli a scarica capacitiva
Lubrificazione: a pressione, carter a secco
Trasmissione: posteriore, frizione a dischi multipli Borg & Beck, cambio tipo 022 a 5 velocità + RM, trasversale in blocco unico con il differenziale autobloccante
Rapporti del cambio: variabili secondo il circuito di gara
Telaio: tipo 022, scocca autoportante: pannelli di alluminio rivettati su struttura in lega leggera di varie sezioni e centine in fusioni di lega leggera
Sospensione anteriore: quadrilateri deformabili: doppi triangoli, gruppi molla/ammortizzatore entro bordo
Sospensione posteriore: quadrilateri deformabili: doppi triangoli, gruppi molla/ammortizzatore entro bordo
Freni: pinze Lockheed, dischi autoventilati Brembo in ghisa, posteriori entro bordo sul differenziale
Sterzo: a cremagliera
Lunghezza : 4.460 mm
Larghezza : 2.120 mm
Altezza: 1.010 mm
Passo e carreggiate ant. e post.: 2.700/1.700/1.600 mm
Peso in ordine di marcia: 590 kg
Pneumatici ant.: 23/59-13", Michelin
Pneumatici post.: 38/68-13", Michelin
Ruote: componibili, ant. 12x13", post. 19 x 13"
Serbatoio: 175/190 litri, centrale. Benzina NO 98/100
Carrozzeria: monoposto in materiali compositi e alluminio
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