Originariamente Scritto da gabriele81
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Il Punto sul calciomercato internazionale: Milan, Inter e Juve non reggono il passo delle altri grandi d'Europa Le squadre italiane continuano a perdere competitività economica sul piano europeo.
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A fine maggio ha fatto scalpore la notizia che il Manchester, senza troppi patemi, abbia sborsato una cifra vicina ai 55 milioni di euro per assicurarsi a lungo termine le prestazioni di due giovani promesse come Anderson e Nani. Ma a far ancora più impressione è stata la faciltà con cui i Red Devils hanno contrattualizzato Hargreaves dal Bayern per ben 25 milioni. Queste operazioni saranno state sufficienti a fiaccare le finanze della squadra inglese? Assolutamente no. Ferguson vuole, e di certo otterrà, Tevez e altri acquisti importanti, per una spesa netta che alla fine sforerà i 100 milioni totali.
Fosse solo il Manchester a vantare un patrimonio così vasto, allora le italiane non dovrebbero preoccuparsi. In realtà la gran parte delle formazioni inglesi ha disponibilità cash sconosciute ai nostri club. Basta dare un’occhiata al Manchester City, disposto ad offrire 13-14 milioni per Rolando Bianchi, o al West Ham, all’Arsenal ,al Liverpool. Il loro potere deriva direttamente dallo stadio di proprietà, parole impronunciabili da noi, ma che oltremanica permettono incassi stratosferici. Non si parla di guardare solo la partita, ma di vivere lo stadio sette giorni a settimana grazie alle mille proposte (ristorazione, shopping,ecc) offerte nelle aree adiacenti. Oltre a questo, uno stadio di proprietà attira inevitabilmente investitori stranieri, consci di poter rientrare delle spese in un breve periodo. Senza parlare poi degli introiti televisivi, che la premier League raddoppia ogni anno vendendo i diritti in giro per il mondo, anche a scapito della nostra serie A.E se ne possono ben comprendere le ragioni: da un lato stadi bellissimi e gremiti di spettatori, grandi giocatori e atmosfera affascinante; dall’altro gradinate vuote, squadre di basso livello e scontri fra tifoserie.
In Spagna sta avvenendo la stessa cosa. Barcellona e Real possono permettersi di spendere 50 milioni su due piedi ed avere ancora fondi che basterebbero a completare il calciomercato di una decina di squadre del nostro campionato. Grazie alle decine di migliaia di abbonati e a una fiscalità attenuata anche Saragozza,Siviglia e altre stanno diventando piazze appetibili. E non deve ingannare la vittoria in Uefa di quest’ultima, infatti una squadra, come la Roma, che ha raggiunto i quarti di Champions, ha incassato circa 20 milioni in più dalla Uefa.
Milan,Inter e Juve a malapena riescono a reggere il passo, ma sono sorrette dai gruppi imprenditoriali più potenti del nostro Paese. Le altre si trovano in netta difficoltà anche quando ci sono Presidenti facoltosi. E’ sufficiente prendere l’esempio del Napoli, che dopo settimane di trattativa con la Reggina per avere Bianchi si è visto surclassare dal Manchester City sia come offerta alla società checome ingaggio al giocatore.
Le soluzioni a questa inferiorità finanziaria possono essere molteplici. Stadi di proprietà, ristrutturazione degli stessi, regole più precise sul comportamento delle tifoserie (e non necessariamente più severe),sistemazione dei calendari, sgravi fiscali, ecc. Un primo passo avanti è stato fatto con la ridistribuzione dei diritti televisivi fra un paio d’anni. E’ fondamentale però arrivare a quel momento con un prodotto “Serie A” che sia appetibile agli acquirenti e quindi vendibile a delle cifre che si avvicinino a quelle della Premier. Ciò avverrà solo a seguito delle riforme suddette, altrimenti non ci rimarrà che una cosa da fare ,nella quale fra l’altro siamo bravissimi, ovvero lamentarci.
Il Punto sul calciomercato internazionale: Milan, Inter e Juve non reggono il passo delle altri grandi d'Europa Le squadre italiane continuano a perdere competitività economica sul piano europeo.
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A fine maggio ha fatto scalpore la notizia che il Manchester, senza troppi patemi, abbia sborsato una cifra vicina ai 55 milioni di euro per assicurarsi a lungo termine le prestazioni di due giovani promesse come Anderson e Nani. Ma a far ancora più impressione è stata la faciltà con cui i Red Devils hanno contrattualizzato Hargreaves dal Bayern per ben 25 milioni. Queste operazioni saranno state sufficienti a fiaccare le finanze della squadra inglese? Assolutamente no. Ferguson vuole, e di certo otterrà, Tevez e altri acquisti importanti, per una spesa netta che alla fine sforerà i 100 milioni totali.
Fosse solo il Manchester a vantare un patrimonio così vasto, allora le italiane non dovrebbero preoccuparsi. In realtà la gran parte delle formazioni inglesi ha disponibilità cash sconosciute ai nostri club. Basta dare un’occhiata al Manchester City, disposto ad offrire 13-14 milioni per Rolando Bianchi, o al West Ham, all’Arsenal ,al Liverpool. Il loro potere deriva direttamente dallo stadio di proprietà, parole impronunciabili da noi, ma che oltremanica permettono incassi stratosferici. Non si parla di guardare solo la partita, ma di vivere lo stadio sette giorni a settimana grazie alle mille proposte (ristorazione, shopping,ecc) offerte nelle aree adiacenti. Oltre a questo, uno stadio di proprietà attira inevitabilmente investitori stranieri, consci di poter rientrare delle spese in un breve periodo. Senza parlare poi degli introiti televisivi, che la premier League raddoppia ogni anno vendendo i diritti in giro per il mondo, anche a scapito della nostra serie A.E se ne possono ben comprendere le ragioni: da un lato stadi bellissimi e gremiti di spettatori, grandi giocatori e atmosfera affascinante; dall’altro gradinate vuote, squadre di basso livello e scontri fra tifoserie.
In Spagna sta avvenendo la stessa cosa. Barcellona e Real possono permettersi di spendere 50 milioni su due piedi ed avere ancora fondi che basterebbero a completare il calciomercato di una decina di squadre del nostro campionato. Grazie alle decine di migliaia di abbonati e a una fiscalità attenuata anche Saragozza,Siviglia e altre stanno diventando piazze appetibili. E non deve ingannare la vittoria in Uefa di quest’ultima, infatti una squadra, come la Roma, che ha raggiunto i quarti di Champions, ha incassato circa 20 milioni in più dalla Uefa.
Milan,Inter e Juve a malapena riescono a reggere il passo, ma sono sorrette dai gruppi imprenditoriali più potenti del nostro Paese. Le altre si trovano in netta difficoltà anche quando ci sono Presidenti facoltosi. E’ sufficiente prendere l’esempio del Napoli, che dopo settimane di trattativa con la Reggina per avere Bianchi si è visto surclassare dal Manchester City sia come offerta alla società checome ingaggio al giocatore.
Le soluzioni a questa inferiorità finanziaria possono essere molteplici. Stadi di proprietà, ristrutturazione degli stessi, regole più precise sul comportamento delle tifoserie (e non necessariamente più severe),sistemazione dei calendari, sgravi fiscali, ecc. Un primo passo avanti è stato fatto con la ridistribuzione dei diritti televisivi fra un paio d’anni. E’ fondamentale però arrivare a quel momento con un prodotto “Serie A” che sia appetibile agli acquirenti e quindi vendibile a delle cifre che si avvicinino a quelle della Premier. Ciò avverrà solo a seguito delle riforme suddette, altrimenti non ci rimarrà che una cosa da fare ,nella quale fra l’altro siamo bravissimi, ovvero lamentarci.
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