Dicette Giobbe

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  • THE ALEX
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    Dicette Giobbe

    PREMESSA.

    Ogni riferimento a fatti, persone o miracoli realmente
    avvenuti è da considerarsi puramente casUale.




    ANTICO TESTAMENTO.

    All'inizio era il Verbo...
    Il complemento oggetto venne molto tempo dopo.




    LA GENESI.

    Si era nella notte dei tempi, e Dio era ancora immensa-
    mente piccolo.
    Quella sera i suoi genitori, il Signore e la Signora
    Padreterno, erano stati invitati a una festa in maschera
    da Manitù. Per animare un poco la serata si erano ve-
    stiti da cow boy, perché a quelle feste ci si annoiava
    molto: ogni due valzer c'era una danza della pioggia!
    Il piccolo Dio doveva restare solo a casa.
    « Ho paura » aveva detto.
    « Alla tua età?! » aveva risposto il papà. « Hai quasi
    un miliardo di anni... Sei un uomo ormai! ».
    « Cos'è un uomo? » aveva chiesto Dio.
    « Boh? » avevano risposto i .genitori, ed erano usci-
    ti.
    Ora il piccolo Dio era nel suo lettino con gli occhi
    sbarrati. Nel buio, perché la luce non c'era, e co] trian-
    golo sul comodino, non perché aveva forato ma perché
    a dormire col triangolo in testa si bucava tutto il cu-
    scino.
    Dopo tre millenni che tentava di dormire, si alzò per
    andare in cucina. Ma la cucina non c'era. Il frigo non
    c'era, la televisione non c'era, il Lego non c'era... Non
    c'era nulla, ma proprio nulla di nulla: e infatti era il
    nulla assoluto.
    Allora il piccolo Dio prese le formine e andò in giar-
    dino a creare. Tutti in famiglia erano molto creativi:
    papà Padreterno lavorava in pubblicità e aveva creato
    le gomme che non si attaccano ai denti.
    Ed ecco che il piccolo Dio creò la luce. La fece do-
    dici ore sì e dodici ore no, perché il papà gli aveva det-
    to: « Poi la bolletta la pago io! ».
    E dopo la luce creò acqua, gas e telefono.
    Poi creò delle palle e le appese immobili nel cielo.
    Poi le fece girare, e subito fu un gran giramento di
    palle.
    Poi passò agli animali.
    Col pongo fece il maiale, e non gli avanzò nulla:
    non dovette buttare neanche un pezzettino di pongo. E
    allora disse:
    « Col maiale non si butta nulla ».
    Poi Dio creò il cane e la sua famiglia: iene, coyoti,
    lupi. E subito il più fetente di questi, lo sciacallo, andò
    dal maiale e disse: « Sei un ***** ».
    « Eh già, » rispose il maiale « ha parlato l'ermelli-
    no! ».
    E Dio li guardò soddisfatto e disse:
    « Ora ho creato cani e porci ».
    Ma era solo agli inizi.
    Allora Dio creò un animale che stava sempre zitto, e
    disse:
    « Questo è muto come un pesce » e lo chiamò pesce.
    Poi scivolò e ci cadde sopra, e fece la sogliola.
    Poi Dio creò il Panda, ma solo per la città: per i
    viaggi lunghi creò la Thema diesel.
    Poi creò lo spaturno, ma vide che era inutile, e lo di-
    sintegrò. Però ci rimase male ad aver creato un anima-
    le inutile, e di pessimo umore se ne andò in un angoli-
    no. E tutti gli dissero: « E dài, non fare l'orso... ».
    E lui per ripicca fece proprio l'orso.
    Poi creò la cicala e la formica. La formica lavorava
    come un asino, e la cicala cantava come un grillo. E la
    formica si incazzò come una pecora (a quel tempo le
    pecore erano molto in*****se) e disse: « Ma come,
    quella canta sempre e io lavoro sempre... Io faccio un
    macello! ».
    Poi creò il coccodrillo, e subito dopo la maglietta.
    Così mise il coccodrillo sulla maglietta, e fu un grande
    successo.
    Poi Dio mise un coccodrillo da una parte e una iena
    dall'altra: e uno piangeva, piangeva, piangeva, e pian-
    geva lacrime di coccodrillo; e l'altra rideva, rideva, ri-
    deva e rideva come una iena. Allora Dio ci mise di
    mezzo il gufo, che stava serio serio.
    Poi Dio fece la piovra, che subito gli chiese l'appal-
    to per il dromedario, perché con quelli con la gobba la
    piovra ci andava d'accordo fin da allora.
    Poi Dio fece il toro, ma si sbagliò e gli fece le cor-
    na, e disse: « Porca vacca », e marchiò così la povera
    vacca per sempre.
    Poi Dio fece il cervo, ma si sbagliò ancora e gli fece
    le corna, e disse: « Porca vacca », e alla vacca gli co-
    minciarono a girare i rognoni, e disse: « Va be', ma
    perché sempre io? ».
    Dopo sei giorni passati a fare animali, Dio si stancò
    e andò altrove, a creare un universo di trenini elettrici.
    Creò vagoni, rotaie, locomotive, e anche i ferrovieri,
    che divennero padroni di quell'universo e adoravano
    come profeta il direttore generale delle ferrovie dello
    Stato.
    E Dio creò la settimana corta, perché questa volta ci
    aveva messo solo quattro giorni per fare tutto, e disse:
    « Sto migliorando... ».
    Quando tornarono i genitori, dopo un milione di an-
    ni, papà Padreterno disse:
    « Guarda che finimondo! Ma benedetto Dio! »
    E Dio rispose: « Oui, c'est moi! ».
    « Tu guardi troppa pubblicità » disse suo papà. E la
    mamma disse: « Andiamo a dormire, domani ci penso
    io a rimettere tutto a posto ».
    E noi siamo ancora qua ad aspettare che suoni la
    sveglia. . .



    a dopo per un altro capitolo
    « Success is my only mothafuckin' option,failure's not.... »

    PRESENTI




  • icsmc
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    • Mar 2007
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    #2
    grande giobbe covatta
    Originalmente inviato da JPP
    ricordate che un carlino vi assicura la scopata
    spaino: vale per qualsiasi cane che abbia uno sfintere

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    • Conan
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      • Nov 2000
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      • Roma Italia
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      #3
      eh eh eh troppo forte eh eh eh
      sigpic"Ooh amore ooh amante
      Che fai stasera ragazzo?
      Tutto va bene, solo tienimi stretto
      Questo perché sono un buon amante vecchio stampo"

      Così non capisce. Devi dire "Conan, hai rotto er *****!" (Sergio cit.)

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      • zuperman
        Zuper Hero
        • May 2003
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        • Burundi/usr/bin
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        #4
        bello veramente
        Allenamento e dieta fanno di te un atleta

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        • JOBLACK
          'zzo guardi?
          • Nov 2000
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          #5
          Basta poco che ce vò?
          sigpic
          Originariamente Scritto da Sergio
          Non posso consigliare dosaggi differenti da quelli in etichetta, dovete leggere tra le righe
          Originariamente Scritto da IvAn#89
          non c'è scritto niente tra le righe come dosaggi...

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          • THE ALEX
            Bodyweb Advanced
            • Sep 2003
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            #6
            ADAMO ED EVA.

            Riassunto della puntata precedente:
            In sei giorni il Signore aveva creato tutte le cose: il
            sole, la luna, quello scemo di Maradona, i puffi, la
            forfora, e tutti gli animali del creato, tranne Andreotti,
            che era già suo segretario da tempo immemorabile.
            E allora il Signore disse:
            « Orsù, prendiamo del fango. Orsù, impastiamolo.
            Poi ci sputò sopra, e nacque Adamo. E Adamo,
            asciugandosi il viso, disse: « Cominciamo bene! ».
            Ma i suoi guai non erano finiti lì, perché il Signore,
            non ancora soddisfatto, gli fece l'anestesia totale e
            creò la donna.
            E Adamo disse:
            « Signore, manca un pezzettino... ».
            Ma il Signore rispose:
            « No, questa è la donna ».
            E Adamo ancora disse:
            « Signore, mancano almeno tre etti... Si vede a oc-
            chio nudo! ».
            Ma il Signore non volle sentire ragioni, e li mise en-
            trambi in un posto così bello che si chiamava come un
            cinema a luci rosse: Eden.
            E allora il Signore disse:
            « Qui potete mangiare di tutto: carne, pesce, pane e
            Nutella, fritto misto, pizza margherita, ma non le me-
            le, le mele no, LE MELE NO! ».
            E Adamo rispose: « Non ti incazzare... Ci stanno gli
            aranci che mi piacciono pure di più... Mangeremo gli
            aranci! ».
            Ed ecco che Adamo si diede a dare i nomi agli ani-
            mali. E diceva: « Tu ti chiamerai levriero, tu ti chia-
            merai *****... »
            E il maiale diceva: « Ma come?! Quello levriero e io
            *****? E dove sta la giustizia divina? »
            « E che cosa dovrei dire io, allora? » si lamentava lo
            scarrafone.
            In quella Eva si trovava vicino a un albero; a un trat-
            to si girò e vide un serpente. E disse: « Che schifo! »
            « Sei bella tu! » rispose il serpente, che era permalo-
            so .
            Ed ecco che prese a parlare ad Eva con voce suaden-
            te: « Le mele fanno bene, contengono le vitamine, una
            mela al giorno leva il medico di torno, meglio farsi le
            mele che farsi le pere... Se mangerete di questo frutto
            diventerete intelligenti ».
            Ed Eva disse: « Ma noi siamo già intelligenti! ».
            E il serpente guardò Adamo e disse: « Chillo è n'ora
            che va parlanno co' nu *****... Ti pare intelligente? »
            « E vero » rispose Eva, e sputò in faccia ad Adamo.
            « Che brutta giornata » disse Adamo. « Sono stato
            appena creato e già mi hanno sputato in faccia due vol-
            te ».
            Ed Eva gli offrì una mela, ma Adamo rispose: « La
            mela no, costa un'ira di Dio! ».
            Ma Eva minacciò di portarlo in un ristorante cinese,
            e Adamo accettò la mela. E mangiarono il frutto proi-
            bito.
            Ed ecco arrivò il Signore e disse: « Vi caccio, quan-
            t'è vero Dio! ».
            Ed Eva suggerì piano ad Adamo: « Diciamogli che
            siamo atei! ».
            Ma Adamo scosse la testa: « Non posso, lo conosco
            personalmente », e si coprì il viso per evitare che qual-
            cuno gli sputasse in faccia.
            E il Signore disse:
            « Donna, tu partorirai con gran dolore. Uomo, tu la-
            vorerai con gran sudore, ammesso che troverai lavoro.
            E la Terra produrrà spine e sofferenze ».
            E Adamo disse: « Ma santo Dio, tutto questo per
            una mela? Domani te ne porto un chilo... »
            « Non è per la mela, » disse il Signore « è una que-
            stione di principio: oggi la mela, domani la collezione
            di francobolli, che figura ci faccio di fronte alla gen-
            te? »
            « Ma se non c'è nessuno! » disse Adamo, ma il Si-
            gnore fece finta di non sentire e sventolando il cartelli-
            no rosso se ne andò dicendo: « A me! », che in antica
            lingua divina vuol dire « Addio », ma nessuno lo capì.
            E Adamo ed Eva abbandonarono il Paradiso terre-
            stre, e affittarono una caverna: due stanze, servizi e
            cucina abitabile, contratto uso foresteria.
            E Adamo chiese a Eva: « Ti ha detto nulla la mam-
            ma? », ma subito aggiunse: « Ah già, la mamma sono
            io! »
            E dovettero procedere per tentativi: prima un dito
            nell'occhio, poi un piede in bocca, poi un ginocchio
            nell'orecchio... Fin quando si conobbero in senso bi-
            blico .
            E Adamo disse: « E stato un piacere conoscerti,
            bambola, e a te cosa è sembrato? »
            « Certo meglio di quando mi hai infilato il gomito
            sotto l'ascella... Comunque, per essere uno appena
            uscito dall'eternità, ci hai messo proprio un attimo! ».
            E quella notte Eva rimase incinta. E Adamo disse:
            « Che iella, alla prima botta! ».
            Ed Eva disse: « Potevi starci almeno attento, pensi
            solo a te stesso! ».
            E fu così che fu gettato il seme del primo uomo e an-
            che quello della prima incomprensione.
            Ed Eva si gonfiò sul ventre.
            E Adamo disse: « Prova con due dita in gola ».
            Ma Eva disse: « Non è lo stomaco, questo è un fi-
            glio... Dobbiamo pensare al nome da dargli! ».
            E Adamo disse: « Se esce da dove sono entrato io,
            lo chiamiamo Houdini! ».
            E nacque Caino, e Adamo lo guardò e disse: « Come
            è piccolo! Io appena nato non ero così piccolo... ».
            E Adamo volle conoscere di nuovo Eva. E il Signo-
            re vide e chiamò: « Adamo! ».
            E Adamo, che stava conoscendo Eva proprio in quel
            momento, disse: « Questa è la segreteria telefonica di
            Adamo. Non sono in casa... ».
            E il Signore disse: « Adamo, non fare il cretino, e
            smetti di fornicare ».
            « E va be', e le mele no, e fornicare no... Tu hai bi-
            sogno di uno psicanalista! ».
            E per questa distrazione Eva rimase incinta per la
            seconda volta, e Adamo disse:
            « A proposito, Signore, non è che potresti creare la
            farmacia? Sai come vanno le cose: far bene la cono-
            scenza fa bene alla conoscenza... ».
            Ma Dio non creò la farmacia, ed Eva non volle più
            conoscere Adamo. E quando Eva voleva conoscere,
            Adamo aveva mal di testa.
            E non si trovarono mai più d'accordo su questo ar-
            gomento, e questa fu la vera maledizione per l'uma-
            nità.
            « Success is my only mothafuckin' option,failure's not.... »

            PRESENTI




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            • zuperman
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              #7
              Allenamento e dieta fanno di te un atleta

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              • THE ALEX
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                #8
                CAINO E ABELE.

                E lecito chiedersi come Caino e Abele abbiano potuto
                gènerare l'umanità.
                Un pastore e un agricoltore, anche tenuti in cattività
                insieme per quarant'anni, non avrebbero mai potuto
                farcela, anche se il pastore fosse stato un brasiliano
                operato.
                Un agricoltore e una pastorella sì.
                Un pastore e un'agricoltrice sì.
                Ma un pastore e un agricoltore? No.
                Quella che segue è la cronaca di come andarono ef-
                fettivamente le cose.
                L'assoluta mancanza di testimoni rende del resto im-
                probabile una smentita.
                Caino e Abele non erano stati sempre due. Infatti,
                prima della nascita di Abele, Caino era figlio unico,
                ma proprio unico, perché sulla faccia della Terra ci
                stava solo lui con i suoi genitori.
                La solitudine pesava molto a Caino, e mamma Eva
                cercava invano di consigliarlo per il meglio: « Caino
                dovresti trovarti una ragazza, Caino perché non telefo-
                ni a qualcuno, Caino porta a pranzo qualche ami-
                co... ».
                E fu così che Caino non riuscì mai a superare il suo
                senso di solitudine, e diventò presto anche psicopatico.
                Eva era molto preoccupata, e disse ad Adamo: « Do-
                vremmo dargli una sorellina ».
                E fu così che nacque Abele, che crebbe e divenne
                bello, biondo, alto, con la minigonna di leopardo e la
                messa in piega con le mèches: una specie di Donatella
                Rettore, ma più educato.
                E Caino cominciò a odiare Abele perché ogni sera,
                quando tornava a casa, Abele chiedeva: « Chi è? ».
                E Caino rispondeva: « E chi può essere, che sulla
                faccia della Terra ci stiamo solamente noi due? ».
                E ogni volta che Caino usciva, Abele si raccoman-
                dava: « Non parlare con gli sconosciuti ».
                E il carattere di Caino peggiorava.
                La sera, non sapendo che fare, i due fratelli giocava-
                no allo schiaffo del soldato. Abele stava sotto, e Caino
                colpiva con un grosso ramo di quercia la mano del fra-
                tello. Poi chiedeva: « Chi è stato? »
                « Caino » rispondeva Abele.
                « Sbagliato, stai sotto ancora tu ».
                In questo modo, Caino costringeva Abele a stare
                sotto anche per sei mesi di fila, dimostrando così Cai-
                no la sua malvagità, e Abele la sua idiozia.
                Crescendo, Abele divenne pastore, e Caino agricol-
                tore.
                Abele aveva un sacco di agnelli, che chiamava per
                nome: Gianni, Susanna, Umberto, Edoardo... Ma non
                sapeva che farsene.
                Provò ad aprire un ristorante: 'Chez Abel', speciali-
                tà abbacchio al forno, ma dovette chiudere per man-
                canza di clienti, visto che Caino era vegetariano.
                Allora si diede al commercio, ma nessuno voleva le
                sue pecore: Caino ne comprava giusto una di tanto in
                tanto, poi, quando non ne era più innamorato si faceva
                una giacca di montone rovesciato. Abele, per dispera-
                zione, si diede a fare sacrifici al Signore. Ogni giorno
                bruciava sette o otto agnelli in sacrificio.
                Caino, invece, non faceva mai sacrifici al Signore.
                E Abele diceva: « Cai', ti aiuto io ». E Caino rispon-
                deva: « Abe', se tocchi qualcosa ti ammazzo! ».
                Un giorno Caino tornò a casa e trovò Abele tutto al-
                legro: « Sorpresa! » disse Abele. « Ho sacrificato per
                te tutte quelle foglie brutte, secche e puzzolenti che te-
                nevi in cantina. Il Signore è contento, e tu ti sei libera-
                to di tutta quell'erbaccia schifosa! »
                « Schifosa? » gridò Caino. « Quella era erba buonis-
                sima! ».
                E fu così che Abele scoprì che Caino faceva uso di
                stupefacenti; ma non fece in tempo a rammaricarsene
                perché Caino, incazzato come una biscia, gli diede una
                martellata che lo fece stramazzare a terra come un tap-
                petino da bagno.
                E in quella si udì una voce:
                « Ashfatal sich ismnael eton oschiatah virò! ».
                Che in antica lingua divina significa:
                « Ehi tu! ».
                E Caino alzò gli occhi al cielo, non perché fosse stu-
                fo, ma perché da lì proveniva la voce. E la voce conti-
                nuo:
                « Ehi tu, laggiù, coso lì, come ti chiami... Ué, con
                tutta 'sta gente che ho creato non mi ricordo mai un
                nome! »
                « Sono Caino, tu chi sei? »
                E la roboante voce rispose:
                « Rambo, no, macché Rambo, sono... Superman...
                Ma no, che sto dicendo? Sono... chi sono? Non mi ri-
                cordo più, oddio... Ah già, Dio, è vero, ecco chi sono,
                Dio... O no? ».
                E Caino capì che il fumo del sacrificio era arrivato
                fino in cielo.
                « Caino, dov'è Abele? » chiese Dio.
                « Boh? » rispose Caino.
                «'Boh?'! Qua stiamo facendo la Bibbia e tu dici
                'boh?'!? Forza, fai sentire, come si deve dire? ».
                E Caino disse: « Ufff... Che palle, e va bene: Sono
                forse io il guardiano di mio fratello? »
                « Bravo, » disse il Signore « lo vedi che quando ti
                applichi non sei poi così cretino? ».
                E il Signore punì Caino per l'omicidio del fratello, e
                disse: « Donna, tu partorirai con gran dolore, uomo, tu
                lavorerai con gran sudore... Ah no! Questo l'ho dato
                come compito a casa l'altra volta. Allora scegli: dire,
                fare, baciare, lettera o testamento? »
                E Caino rispose: « Proviamo testamento... »
                « Antico o Nuovo? »
                « Uffa, fai un po' tu... »
                E il Signore disse: « Per punizione farete la partenza
                intelligente ad agosto, e vi alzerete alle due di notte
                per non trovare traffico, e vi accorgerete che tutti sono
                partiti alle due di notte per non trovare traffico, e vi
                troverete con quattro milioni di intelligenti al casello
                dell'autostrada, e gli unici cretini saranno i ladri che in
                città ripuliranno tutti gli appartamenti... »
                « E terribile » disse Caino, ma Dio non aveva ancora
                finito.
                « E vi dovrete fare tutti gli anni i regali di Natale. E
                dopo aver girato tre settimane per trovare un pigiama
                di flanella da regalare ai vostri parenti, riceverete in
                regalo diciannove pigiami di flanella, e sarete condan-
                nati a una catena di Sant'Antonio di pigiami di flanel-
                la... »
                « Basta, ti prego! » esclamò Caino, ma Dio non ave-
                va ancora finito.
                « E quella volta su duecento che una donna vi si
                concederà, a condizione di usare il profilattico per pau-
                ra delle malattie, ci sarà lo sciopero delle farmacie, e
                non troverete in casa neanche il domopak, per risolve-
                re la faccenda artigianalmente... »
                « E poi? » chiese Caino, ma questa volta Dio aveva
                veramente finito, e disse:
                « Te l'avevo detto, Caino: fate l'amore, non fate la
                guerra! ».
                « E con chi? » urlò Caino « Che qua ci stavamo solo
                io e quell'altro rimbambito?! »
                « Ué, Caino, abbassa la voce, eh! Dio ci sente per-
                fettissimamente, in cielo, in Terra e in ogni luogo.
                Egli non è sordo. Ho detto ».
                E Dio fece per incrociare le braccia, ma così facen-
                do gli scappò un fulmine che incenerì Caino sul posto.
                « Perbacco, » disse il Signore « speriamo che non
                abbia visto nessuno ».
                Poi si rese conto che in realtà non c'era nessuno che
                potesse vedere.
                E il giorno dopo, riposato da un bel sonno, ma anco-
                ra con un gran mal di testa, il Signore creò Ciro e Lui-
                sa.
                Ed essi furono i veri progenitori dell'umanità.
                « Success is my only mothafuckin' option,failure's not.... »

                PRESENTI




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                • Frank77
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                  #9
                  Ale
                  mi sa che è necessario che ti porti qualche buon libro....se no tra narcosi d'azoto e pad thai a ruota ti si bruciano i neuroni prima della spedizione....
                  Amo le fiorentine!
                  ..quelle vere..

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                  • THE ALEX
                    Bodyweb Advanced
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                    #10
                    Originariamente Scritto da Frank77 Visualizza Messaggio
                    Ale
                    mi sa che è necessario che ti porti qualche buon libro....se no tra narcosi d'azoto e pad thai a ruota ti si bruciano i neuroni prima della spedizione....

                    blasfemia


                    questa e' parola di Giobbe

                    prostrati
                    « Success is my only mothafuckin' option,failure's not.... »

                    PRESENTI




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                    • Frank77
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                      #11
                      Originariamente Scritto da THE ALEX Visualizza Messaggio
                      prostrati

                      al limite.....

                      mi prost......ituisco........
                      Amo le fiorentine!
                      ..quelle vere..

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                      • zuperman
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                        #12
                        Allenamento e dieta fanno di te un atleta

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                        • THE ALEX
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                          #13
                          DISCENDENZA DI ADAMO.

                          Riassunto della puntata precedente:
                          Adamo ed Eva generarono Caino e Abele, che ebbe-
                          ro qualche problema.
                          Seconda puntata.
                          Ciro e Luisa generarono ENOS, che fu padre di tutti i
                          pastori (che menano il can per l'aia), di tutti gli alleva-
                          tori di galline (che cercano il pelo nell'uovo), e anche
                          di uno che fece il parrucchiere.
                          Enos non beveva, non fumava e non andava a donne
                          anche perché ce n'erano tre o quattro in tutto. Egli in
                          questo modo visse novecentocinque anni, ma non si di-
                          vertì un granché.
                          Enos generò KENAN, che fu padre di tutti gli alcoo-
                          lizzati e i fumatori d'oppio, e fu lui stesso un fumatore
                          doppio, perché fumava due sigarette alla volta. In que-
                          sto modo Kenan visse solo novecento anni, ma si di-
                          vertì molto più del padre. Kenan conobbe sua moglie
                          quattro volte ed ebbe quattro figli: ogni botta un cen-
                          tro, e con quattro centri vinse un orsacchiotto.
                          Kenan generò MALLALLALLEA, che fu padre di tutti i
                          balbuzienti e di tutti e trentatré coloro che entrarono a
                          Trento tutti e trentatré trotterellando. Mallallallea co-
                          nobbe sua moglie tre volte, ed ebbe nove figli, e quan-
                          do gli portarono l'orsacchiotto lo accettò ma con so-
                          spetto. Mallallallea morì raggiunta l'età di 3427951,
                          06 per chi chiama da fuori Roma.
                          Mallallallea generò IARED, che fu padre di tutti colo-
                          ro che si iscrissero alla scuola Radioelettra di Torino
                          per diventare riparatori radio-tv, fotografi, idraulici,
                          con diploma riconosciuto. Iared conobbe sua moglie
                          una infinità di volte, ma ebbe solo due figli. Sua mo-
                          glie fu una donna appagata, ma lui morì a novecento-
                          sessantadue anni senza nemmeno un orsacchiotto.
                          Iared generò ENOCH, padre di quasi tutti i bambini
                          che nacquero in quel tempo, in quei luoghi e anche
                          nelle vicinanze. In breve tempo egli fece esaurire tutte
                          le scorte di orsacchiotti, e anche la pazienza degli altri
                          uomini. Tanta attività minò la salute di Enoch, il quale
                          morì nel fiore della giovinezza, a soli trecentosessanta-
                          cinque anni. Suo fratello morì un anno dopo a trecen-
                          tosessantasei anni; infatti si chiamava Bisestile.
                          Enoch generò MATUSALEMME, che fu padre di tutti
                          coloro che eccellono negli sport quali: tiro alla cin-
                          ghia, salto del pasto, arrampicata sugli specchi, salto
                          nel buio, ecc. Matusalemme non andò mai d'accordo
                          con Enoch, per via del gap generazionale, e gli diceva
                          spesso: « Katon shakavil », che in antica lingua preba-
                          bilonica significa: « Papà, sei vecchio, non puoi capire
                          noi giovani! ».
                          Matusalemme visse millecentonovanta anni, che con
                          l'Iva al 19% fa un netto di mille anni esatti.
                          Matusalemme generò LAMECH, che fu padre di tutti i
                          maghi, le streghe e i commercialisti, ovvero di tutti co-
                          loro che fanno fattura. Lamech visse 777 anni, e fu lui
                          che inventò nel televideo i sottotitoli in antica lingua
                          prebabilonica.
                          Lamech non conobbe mai sua moglie, eppure generò
                          cinquantaquattro figli maschi e quattro così così. Egli
                          pensava di essere un mago, ma era l'unico a pensarlo.
                          Di tutti questi figli uno solo passò alla storia: NOE.
                          Egli era il prediletto.
                          « Success is my only mothafuckin' option,failure's not.... »

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                            Allenamento e dieta fanno di te un atleta

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                              #15
                              ha ha..

                              *****,io pensavo fosse il profeta..


                              ci sono tre modi per fare le cose, il modo giusto, il modo sbagliato e come le faccio io !

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