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    Originariamente Scritto da Conan Visualizza Messaggio
    Con il termine Inquisizione si fa riferimento talora all'attività svolta da tribunali ecclesiastici speciali nati per iniziativa della Chiesa cattolica, con l'incarico di garantire l'unità della fede e reprimere l'eresia, talora ai tribunali stessi.
    compiti specifici del Tribunale
    Il termine "inquisizione" deriva dal verbo latino inquirere, che significa "investigare", "indagare". Infatti il tribunale dell'Inquisizione conduceva le indagini volte ad accertare l'eresia e, scopertala, aveva il compito di tentare con tutti i mezzi (compresa la tortura) di convincere l'indagato ad abiurare, cioè a ritrattare. Quando non era in grado di ottenere l'abiura, dichiarava la propria incapacità e rimetteva l'indagato a un tribunale civile (come nel caso di Giordano Bruno).

    Nel linguaggio comune il termine Inquisizione (e i suoi derivati) è sinonimo di arbitrarietà e crudeltà:
    La Chiesa, fin dalle origini, si è prefissata l'obiettivo della definizione e della difesa dell'ortodossia, indicando pertanto alla comunità dei fedeli quali posizioni dottrinarie siano ortodosse e quali no, eventualmente allontanando chi continua a sostenere posizioni eterodosse (anche con la scomunica). A un certo punto della storia è subentrata una modalità diversa di difesa della fede, che è quella definita col termine specifico di Inquisizione.



    Gli Atti degli apostoli (cap. 15) contengono il racconto di un'assemblea in cui la comunità cristiana primitiva fu chiamata a decidere su una questione di fede: se chiedere ai pagani convertiti la circoncisione.
    Pochi anni dopo, nella lettera a Tito, Paolo di Tarso suggeriva:



    Di fronte agli eretici dunque, nessuna violenza: la Chiesa poteva, al massimo, comminare la scomunica. Questa posizione paolina sarà fatta propria dalla Chiesa e reggerà nei successivi dodici secoli.



    Già l'imperatore Costantino era intervenuto negli affari della Chiesa esiliando con un proprio decreto i vescovi dichiarati eretici dal Concilio di Nicea.
    Questa situazione ebbe un ulteriore sviluppo nel 380 quando l'imperatore Teodosio, con l'editto di Tessalonica, trasformò l'impero romano in uno stato confessionale, prevedendo pene per chi non professava la religione degli apostoli. Negli anni immediatamente successivi altri editti imperiali aumentarono le pene a carico degli eretici, fino ad arrivare alla pena di morte.
    Tuttavia, se l'impero interveniva con proprie leggi punendo il dissenso, la posizione della Chiesa rimaneva quella paolina. Quando, nel 415, il vescovo spagnolo Priscilliano fu processato per eresia e ucciso su ordine dell'imperatore Massimiano, un coro di proteste si levò in tutto l'impero (Ambrogio, Agostino, Giovanni Crisostomo) e Massimiano fu costretto ad abdicare.



    Non risulta che nel corso di questo periodo ci siano state persecuzioni a carattere ideologico. Alcuni storici, prendendo spunto da questo fatto, hanno sostenuto che, in fondo, l'atteggiamento del potere politico nei confronti delle eresie fu sempre uguale, sia durante l'impero romano che nel Medioevo: occuparsene poco o niente fin quando il dissenso ideologico non si trasformava in dissenso politico.
    Nei primi dieci secoli dell'era cristiana si era dunque stabilizzata una distinzione dei ruoli fra giurisdizione ecclesiastica (la Chiesa attraverso i suoi vescovi definiva l'ortodossia, giudicava gli eretici e poteva comminare pene di tipo spirituale fino alla scomunica) e giurisdizione civile (che giudicava gli eretici in quanto ritenuti nemici dello Stato e comminava pene corporali, fino alla morte).



    Dopo secoli di sostanziale compattezza, sul finire del XII secolo la Cristianità fu attraversata dai segnali di un profondo cambiamento. L'Alto Medioevo era finito; le città, i grandi centri della vita dell'Impero romano, riprendevano a popolarsi e a divenire snodi fondamentali per l'economia e la visione del mondo (nelle città del Basso Medioevo nacquero infatti le prime Università). I tradizionali centri di potere cominciarono a sentirsi minacciati.
    Per centinaia di anni la vita dell'uomo si era svolta nelle campagne e la società si era data una struttura ben precisa costituita da tre ordini ben distinti: sacerdoti, combattenti, lavoratori manuali (oratores, bellatores, laboratores). Adesso, invece, la tradizionale organizzazione del tempo, del lavoro entrava in crisi, il centro della vita si spostava e i rapporti di potere tradizionali erano compromessi da una classe emergente: la borghesia.
    Non fu un caso se le prime eresie, contro cui si scateneranno le persecuzioni politico-religiose, furono tutte eresie cittadine.



    Nel 1173, ad es., Pietro Valdo, un ricco mercante da cui ebbe origine il movimento dei Valdesi aveva cominciato la sua attività di predicatore in un piccolo centro urbano come Lione.
    Egli affermava la perfetta uguaglianza di tutti gli uomini davanti a Dio e quindi, implicitamente, metteva in crisi sia l'ordine politico (il feudalesimo), sia quello ecclesiastico (nel Basso Medioevo la Chiesa di Roma, in conflitto con l'Impero, si era configurata come una vera e propria monarchia).
    La predicazione di Valdo ebbe un successo straordinario. Comunità valdesi nacquero presto in Germania, Spagna, Provenza, Italia.
    Anche i Catari ebbero una notevole diffusione. Nati in Francia meridionale si diffusero rapidamente nelle aree limitrofe: Fiandre e Lombardia. Più radicali dei Valdesi, i Catari non credevano nell'incarnazione di Cristo e rifiutavano i sacramenti, alcuni di loro condannavano il matrimonio, la proprietà privata e la guerra (erano pacifisti in una società fortemente militarizzata).
    Al di là delle differenze sul piano dottrinale, questi movimenti erano accomunati da un identico tentativo di vivere in comunità animate da uno spirito di autentica fratellanza che (come più tardi Lutero) credevano di rintracciare nel Cristianesimo delle origini. Ma, insieme con lo spirito egualitario, anzi inevitabilmente con esso, si ponevano in aperto contrasto con la rigida (e gerarchica) struttura sociale che la società medievale si era data.



    Facendo leva, da un lato, sul carattere sovversivo di questi movimenti, e, dall'altro, sulla loro capacità di distogliere dalla «vera fede», il potere politico e quello religioso, nel 1208, scatenarono una vera e propria crociata. Catari e Valdesi furono perseguitati in tutta Europa, giustiziati in maniera sommaria, ed i loro beni confiscati.
    Dopo questa esperienza la Chiesa cattolica capì che il fenomeno dei movimenti ereticali non poteva essere affrontato in maniera sporadica ma richiedeva un approccio di tipo sistematico: fu in questo quadro che prese forma l'idea di una speciale giurisdizione che si occupasse specificamente del problema.

    Nascita dell'Inquisizione

    Le prime misure inquisitoriali erano state approvate nel 1179 dal Concilio Lateranense III. Fra esse, in particolare, il dettato del canone 27 legittimava la scomunica e l'avvio di crociate contro gli eretici. Il procedimento inquisitorio fu formalizzato nella giurisdizione ecclesiastica da papa Lucio III nel 1184 con il decreto Ad abolendam, che stabilì il principio - sconosciuto al diritto romano - che si potesse formulare un'accusa di eresia contro qualcuno e iniziare un processo a suo carico, anche in assenza di testimoni attendibili. La condanna di ogni devianza - teologica, morale o di costume - dal canone religioso dominante venne poi ribadita nel 1215 dal Concilio Lateranense IV che dava vita all'istituzione di «procedure d'ufficio». Si poteva, cioè, instaurare un processo sulla base di semplici sospetti o delazioni. Non solo: chiunque fosse venuto a conoscenza di una possibile eresia doveva immediatamente denunciare il fatto al più vicino tribunale dell'Inquisizione, altrimenti sarebbe stato considerato corresponsabile.
    Il termine "inquisizione", tuttavia, si trova documentato per la prima volta negli atti del Concilio di Tolosa tenutosi in Francia nel 1229.
    Per rispondere al dilagare di fenomeni ereticali e all'emorragia di fedeli la Chiesa cattolica rispose in due modi:
    • appoggiandosi ai movimenti che pur richiamando a un più autentico cristianesimo non si staccavano da Roma e cioè domenicani e francescani;
    • istituendo uno speciale tribunale ecclesiastico che avesse il compito di individuare gli eretici e di ricondurli alla «vera» fede: l'Inquisizione.




    Nella storia di questo istituto gli storici distinguono tre fasi:

    L'Inquisizione medievale

    Per approfondire, vedi la voce Inquisizione medievale.
    L'Inquisizione medievale ha origine con la nascita stessa dell'inquisizione e, come si è visto, si fa ufficialmente cominciare nel 1179 o 1184.
    Nel 1179 il Concilio Lateranense III aveva stabilito il principio che le leggi dei principi e le punizioni corporali in esse previste potevano servire da deterrente nell'opera di riconversione alla fede cattolica.
    Se fino a quel momento, infatti, la Chiesa si era limitata a definire quali proposizioni teologiche fossero eretiche e, al massimo, procedere alla scomunica, adesso si faceva carico ai vescovi di ricercare (inquisire appunto) esplicitamente gli eretici e processarli. In secondo luogo, se fino a quel momento la Chiesa era stata fortemente critica nei confronti delle punizioni corporali (la fede doveva essere persuasa non costretta), ora, invece, si auspicava che le legislazioni civili prevedessero pene per gli eretici e addirittura, il canone 27, già citato, chiedeva una vera e propria crociata contro i Catari.
    Nel 1209 si scatenò una vera e propria persecuzione nel sud della Francia contro l'eresia catara (crociata contro gli Albigesi). Pare che in un solo anno furono uccise 20.000 persone e che lo stesso papa Innocenzo III, che in un primo momento aveva legittimato la crociata, abbia poi cercato di sedare gli eventi senza peraltro riuscirci.
    Nel 1231 papa Gregorio IX, con la bolla Excommunicamus, affidò il compito dell'Inquisizione a dei giudici nominati e inviati da lui stesso che avevano, tra l'altro, il potere di deporre il vescovo qualora riscontrassero inefficienze nel suo operato. Il ruolo di giudice inquisitore così sottratto ai vescovi fu affidato, in un primo momento, a monaci cistercensi e poi a frati domenicani e francescani. Rivestì, ad ogni modo, un ruolo primario l'intervento imperiale (soprattutto con Federico II): l'eresia fu considerata reato di lesa maestà, in quanto sulla religione cattolica si fondava l'impero.
    La predominante scelta a favore dell'Ordine dei domenicani, da poco fondato dallo spagnolo Domenico di Guzmán, era dovuta sia alla loro preparazione teologica (domenicano fu, ad es., Tommaso d'Aquino, il maggiore esponente della filosofia medievale), sia perché l'ordine domenicano da subito aveva avuto una dimensione europea; i frati domenicani, inoltre, a differenza dei vecchi ordini monastici, agivano soprattutto nelle città, dove i predicatori eretici svolgevano la loro opera.
    La bolla Ad extirpanda, emessa il 15 maggio 1252 ad opera di papa Innocenzo IV, diede per la prima volta all'inquisitore la possibilità di avvalersi di un vero e proprio corpo di polizia e con la sua promulgazione lasciò all'inquisitore libera competenza e territorialità, nonché la scelta degli strumenti a disposizione per estorcere la confessione eretica, fra cui la tortura.
    L'esperienza dell'inquisizione medievale si concluse intorno alla metà del Trecento.



    L'Inquisizione medievale operò soprattutto nel sud della Francia e nel nord Italia, cioè nelle due aree dov'erano maggiormente presenti Catari e Valdesi. In Spagna fu presente nel regno di Aragona, ma non nel regno di Castiglia. Nel resto d'Europa non sembra abbia avuto una particolare incisività, anche se si estese alla Germania, dove sarà fatta propria dai riformisti di Lutero, e in Scandinavia.

    [modifica] L'Inquisizione spagnola


    Goya, scena di inquisizione


    Per approfondire, vedi la voce Inquisizione spagnola.
    L'Inquisizione spagnola nacque nel 1478 per iniziativa di Ferdinando II d'Aragona e Isabella di Castiglia e fu ufficializzata da una bolla di Papa Sisto IV. A differenza dell'inquisizione medievale, qui gli Inquisitori dipendevano dalla corona spagnola e non dal Papa. Loro compito principale (almeno inizialmente) fu occuparsi degli Ebrei convertiti al cristianesimo, i cosiddetti conversos (appunto convertiti) o marrani. Dalla penisola iberica i tribunali dell'Inquisizione passarono ai possedimenti spagnoli nel mondo (Sicilia, Sardegna e poi Messico, Lima, Cartagena des Indias). Dato che gli Inquisitori potevano agire in tutti i territori dell'Impero, mentre i giudici ordinari dipendevano dai singoli stati e non potevano valicarli, i re spagnoli col tempo trasformarono l'apparato dell'Inquisizione in una specie di polizia segreta internazionale col compito di prevenire possibili colpi di stato.
    All'interno di questa Inquisizione gli storici distinguono 4 momenti:
    • Nascita (1478-1530): periodo di intensa attività e pene severe; obiettivo principale i conversos (gli ebrei convertiti), gli eretici e i focolai protestanti dell'Università di Alcalà de Henares e di Siviglia.
    • Decadenza (1530-1640): eccetto una recrudescenza sotto il regno di Filippo II, questo periodo fu caratterizzato da una notevole diminuzione del numero di processi; obiettivo principale furono i nuovi convertiti al Cristianesimo e la censura dei libri; agli inquisitori fu anche chiesto di sorvegliare l'attività degli stranieri sospettati di crimini ideologici.
    • Rinascita (1640-1660): le fonti testimoniano un aumento del numero di processi.
    • Dissoluzione (1668-1820): in quest'ultimo periodo il tribunale si limitò a coartare la libertà di espressione e a impedire la propagazione di idee ritenute eccessivamente progressiste.
    Nel 1820 fu abolita definitivamente, anche se qualche episodio continuò nei territori dominati dai carlisti. Dopo il 1834 non si hanno più notizie di processi inquisitoriali.

    [modifica] L'inquisizione portoghese

    Per approfondire, vedi la voce Inquisizione portoghese.
    Nata nel 1536 su richiesta del re João III, nei primi tre anni di attività essa rimase sotto il controllo del papa, ma nel 1539 il re nominò inquisitore maggiore suo fratello don Enrique e infine, nel 1547, il papa accettò ufficialmente che l'Inquisizione dipendesse dalla corona come accadeva in Spagna. Nel 1560 inquisitori portoghesi giunsero nella città indiana di Goa e nella restante parte dei possedimenti portoghesi in Asia. Obiettivo primario di questa Inquisizione asiatica erano i convertiti al cristianesimo dall'induismo. L'Inquisizione portoghese fu abolita dalle Corti Generali nel 1821.

    [modifica] L'Inquisizione romana (o Sant'uffizio)

    Per approfondire, vedi la voce Sant'Uffizio.
    La "Congregazione della Sacra Romana e Universale Inquisizione" fu creata nel 1542 da papa Paolo III con la bolla Licet ab initio. Consisteva di un collegio permanente di cardinali e altri prelati dipendente direttamente dal papa: il suo compito esplicito era mantenere e difendere l'integrità della fede, esaminare e proscrivere gli errori e le false dottrine. A questo scopo fu anche creato l'Index librorum proibitorum. Il raggio d'azione degli inquisitori romani comprendeva tutta la Chiesa cattolica, ma la sua concreta attività, fatta eccezione per alcuni casi (come quello del cardinale inglese Reginald Pope), si restrinse quasi solo all'Italia Tra i processi famosi celebrati da questo tribunale, quello a carico di Giordano Bruno e il processo a Galileo Galilei.
    Delle Inquisizioni nate a partire dal Medioevo è l'unica ancora oggi esistente.
    La caduta dello Stato pontificio con l'unità d'Italia privò l'Inquisizione delle funzioni repressive prima delegate al braccio secolare, riducendola ad apparato puramente censorio, attento soprattutto a vietare la circolazione di prodotti culturali che l'apparato ecclesiastico considerava contrari alla propria etica.
    Essa non è stata tuttavia abolita: la Romana e Universale Inquisizione fu rinominata in Sacra Congregazione del Sant'Uffizio il 29 giugno 1908 da Papa Pio X. Il 7 dicembre 1965 Papa Paolo VI ne cambiò il nome in Congregazione per la dottrina della fede ridefinendone i compiti.
    Papa Giovanni Paolo II (che in un discorso dell'8 marzo 2000 ha chiesto perdono a nome della chiesa per i peccati dei suoi appartenenti anche riguardo all'Inquisizione) ne ha ridefinito i compiti - promuovere e tutelare la dottrina della fede e dei costumi cattolici - ponendovi a capo nel 1981 Joseph Alois Ratzinger, l'attuale papa Benedetto XVI.

    Due casi famosi (e complessi)

    Parlando di Inquisizione, si fa spesso riferimento a due vicende che hanno calamitato e continuano a calamitare l'attenzione di larghi strati dell'opinione pubblica: di esse si fa in questa sede qualche cenno, rinviando per il resto alle specifiche voci.

    La caccia alle streghe

    Per approfondire, vedi la voce Caccia alle streghe.
    Un capitolo a parte nella storia del tribunale dell'Inquisizione è rappresentato dalla cosiddetta «caccia alle streghe»: l'Inquisizione, come sì è detto, era nata per riportare gli eretici nel solco della «vera fede» e fu solo con papa Giovanni XXII (1316-1334) che la competenza degli inquisitori venne estesa alle persone sospettate di compiere atti di stregoneria.
    Due inquisitori domenicani, inviati del papa Innocenzo VIII in Germania, Heinrich Institor (Krämer) e Jakob Sprenger per venire incontro alle richieste dei loro colleghi approntarono un manuale che conteneva tutte le informazioni utili per riconoscere, interrogare e punire streghe e stregoni. L'opera, pubblicata a Strasburgo nell'inverno tra il 1486 e il 1487 aveva un titolo altisonante Malleus maleficarum (Il martello delle malefiche) e, dato per noi significativo, fu un vero best seller, ristampato per ben 34 volte fino al 1669 senza mai lamentare una diminuzione nella richiesta da parte del pubblico e arrivando a una tiratura, per quei tempi assolutamente eccezionale, di 35.000 copie.
    Molti studiosi hanno affrontato l'argomento e hanno discusso, nel tentativo di determinare delle stime accettabili e condivise sul numero delle vittime della caccia alle "streghe" durante i due secoli in cui sia i tribunali dell'Inquisizione che quelli della Riforma le condussero al rogo. Le cifre che si ipotizzano in ordine alle vittime della persecuzione vanno considerate come ordini di grandezza e spesso sono oggettivamente influenzate dalle opinioni e dalle collocazioni culturali degli autori che le hanno determinate: le ipotesi minime parlano di circa 110.000 processi e 60.000 esecuzioni[1], mentre a risultati notevolmente inferiori si collocano pochi autori[2] (per misurare l'incidenza del numero delle vittime bisognerebbe poi raffrontarla con la popolazione europea di quei tempi). Le vittime furono per l'80% donne.

    Il processo a Galileo



    Il processo


    Goya, Galileo sotto l'Inquisizione


    Dopo anni di osservazioni e studi Galilei credette di avere trovato la prova inconfutabile della teoria copernicana e su di essa imperniò la sua opera più nota: Dialogo sopra i Massimi Sistemi. Fu il papa Urbano VIII (al secolo cardinale Maffeo Barberini), di idee progressiste che, appena eletto al soglio pontificio l'aveva voluto ospite a Roma per discutere di astronomia, che propose di modificare il titolo dell'opera (Galilei pensava a "Delle maree") in Dialogo sopra i due massimi sistemi così da far capire al pubblico largo come quella copernicana fosse solo una mera ipotesi. Nonostante la pubblicazione del libro fosse stata autorizzata dai preposti Organi censori, a seguito dell'uscita dell'opera e del grande successo dalla stessa riscosso, il 28 settembre 1632 il Sant'Uffizio emette la citazione di comparizione di Galileo a Roma.
    Galileo arrivò a Roma il 13 febbraio e fu ospitato dall'ambasciatore Niccolini, a Villa Medici. Per due mesi non ebbe notizie dagli inquisitori e in quelle more l'ambasciatore cercò di ottenere che Galileo, sofferente di artrite, potesse, anche durante il processo, rimanere presso l'ambasciata toscana, ma non gli venne concesso: dovette rimanere carcerato, anche se trattato con riguardo, nel Palazzo del Sant'Uffizio, dove il 12 aprile si presentò per la prima volta davanti all'inquisitore Vincenzo Maculano. Inoltre, in una riunione riservata tenuta il 16 giugno dagli inquisitori in presenza del papa, si decise di utilizzare anche la tortura pur di far confessare Galileo, anche se non vi sono riscontri sul fatto che nei suoi confronti si sia andati oltre la minaccia.
    La condanna di Galilei era scontata ed aveva un indubbio valore dimostrativo.

    La condanna

    Dal testo ufficiale della sentenza di condanna contro Galilei si legge che, in quanto riconosciuto colpevole di eresia, potrà essere assolto dal sant'Uffizio «pur che prima, con cuor sincero e fede non finta, avanti di noi abiuri, maledichi e detesti li sudetti errori e eresie, e qualunque altro errore e eresia contraria alla Cattolica e Apostolica Chiesa, nel modo e forma da noi ti sarà data. E acciocché questo tuo grave e pernicioso errore e transgressione non resti del tutto impunito, e sii più cauto nell'avvenire e essempio all'altri che si astenghino da simili delitti. Ordiniamo che per publico editto sia proibito il libro de' Dialoghi di Galileo Galilei. Ti condaniamo al carcere formale in questo S.o Off.o ad arbitrio nostro; e per penitenze salutari t'imponiamo che per tre anni a venire dichi una volta la settimana li sette Salmi penitenziali: riservando a noi facoltà di moderare, mutare o levar in tutto o parte, le sodette pene e penitenze»

    [modifica] Riflessioni di ordine storico


    I metodi "legittimi" dell'Inquisizione

    Nel diritto premoderno la tortura era normalmente ammessa, basti pensare che ancora nel Settecento illuminista Pietro Verri (uno dei fondatori del primo giornale italiano, Il Caffè), nel suo trattato Sulla tortura tentava di dimostrare la disumanità di una pratica allora ancora largamente diffusa nei tribunali di tutta Europa, e qualche anno più tardi Alessandro Manzoni inserirà alla fine dei Promessi sposi la Storia della colonna infame, un breve saggio da cui, nelle intenzioni dell'autore, si doveva evincere in maniera chiara l'insensatezza di uno strumento di accertamento come la tortura.
    In pieno XIII secolo, pertanto, i Tribunali dell'Inquisizione, sul modello dei contemporanei tribunali civili, potevano ricorrere alla tortura e la cosa non scandalizzava nessuno. Sarà con personaggi illuminati come Bernard de Guy che si cominceranno a porre limiti a una tale pratica, tant'è che, facendo riferimento alla mentalità allora dominante, si parla addirittura di "legittimi" metodi dell'Inquisizione[3].

    [modifica] Poteri dell'Inquisizione e suoi rapporti col potere laico

    Se, nel corso di un processo contro un eretico, l'inquisito (il termine moderno deriva proprio dall'uso medievale) accettava subito di ritrattare poteva - di norma - non subire alcuna grave conseguenza: l'indagato confessava la propria colpa (vera o presunta) gli si faceva dichiarare pubblicamente il proprio errore, la volontà di non ripeterlo per il futuro e l'impegno a denunciare al Santo Uffizio eventuali eresie di cui fosse venuto a conoscenza (la cosiddetta abiura).
    In caso contrario l'ufficiale inquisitore minacciava la tortura e, di fronte a un ulteriore diniego, procedeva alle vie di fatto.
    Se l'imputato, nonostante tutto, persisteva, allora il Tribunale dichiarava la propria incapacità a ricondurre l'eretico dentro i confini della Chiesa e lo affidava al tribunale civile che ne aveva la giurisdizione (si tenga presente che il diritto medievale non distingueva fra reato e peccato): ciò in quanto il Tribunale dell'Inquisizione non ebbe mai il potere di eseguire direttamente condanne a morte né al carcere, e quest'onere era rimesso al "braccio secolare".
    Tale situazione creò un rapporto di reciproco compromesso per cui la Chiesa aveva bisogno del potere civile per eseguire le condanne corporali (non per nulla si cominciò a parlare, appunto, di braccio secolare) e il potere politico, spesso, utilizzò la copertura dei Tribunali dell'Inquisizione per dare una veste di legittimità ideale alle proprie campagne repressive.

    [modifica] Fare oggi Storia dell'Inquisizione

    Oggi, dopo secoli di reciproca delegittimazione e accuse, il rapporto fra cultura laica e cultura cattolica ha fatto notevoli passi in avanti e commissioni miste di laici e cattolici si sono confrontate in anni recenti su questioni delicatissime (ad es. il caso Galilei). Sono lontani gli anni in cui su certi temi scattava la pregiudiziale ideologica.
    Eppure ancora oggi non è infrequente sentire affermazioni non propriamente precise sotto il profilo storico come, ad es., che Giordano Bruno sia stato condannato a morte dall'Inquisizione, mentre sotto il profilo strettamente giuridico i tribunali dell'Inquisizione non ebbero mai il potere di eseguire condanne a morte né al carcere. E tuttavia, se è vero che l'Inquisizione non aveva il potere di condannare a morte (oggi diremmo che c'era un «difetto di competenza»), è chiaro che se un Tribunale ecclesiastico riconosceva l'eresia dell'imputato e lo consegnava al «braccio secolare» - anche se costui avesse abiurato (anzi, in tal caso avrebbe egli stesso riconosciuto il suo «errore») - il malcapitato era sicuro di andare incontro alla morte, stante il fatto che l'eresia era ad un tempo un peccato ed un reato.
    L'Inquisizione fu perciò certamente responsabile della morte di migliaia di persone nel corso dei secoli e ancora oggi è sinonimo di strumento di coercizione del pensiero in tutte le sue forme proprio perché le vittime dei suoi tribunali avevano l'unica colpa di essere dei diversi.
    Eppure, durante i secoli della sua attività, si è affermato un principio fondamentale per la nostra civiltà giuridica. Per quanto poco rilevato nei manuali, fu grazie all'Inquisizione che si affermò il principio che la giustizia non deve servire ad esercitare la vendetta dello Stato contro il crimine, ma deve tendere al recupero del reo (magari utilizzando pene alternative al carcere).
    Proprio perché i giudici dell'inquisizione non avevano il potere di condannare né a morte né al carcere (lo spirito dell'Inquisizione all'origine non era punitivo, ma tentare di riconvertire) non è infrequente imbattersi in documenti nei quali l'inquisito viene condannato a fare un salutifero viaggio in Terrasanta od a servire per un certo periodo nelle mense dei poveri o, come nel caso di Galilei, a recitare preghiere per un certo numero di settimane.
    Ma è fuori dubbio che - per altro verso - ci sono voluti secoli (e forse non ne siamo ancora del tutto fuori) per rimuovere la filosofia di fondo che presiedeva al giudizio inquisitorio: la pretesa di giudicare l'opinione, l'idea, la credenza di un uomo (l'inquisitore metteva sotto processo l'anima dell'inquisito).
    Tutto ciò l'hai copiato da qualche sito malevolo
    Ilk problema è che per te della Chiesa esiste solo questo.
    Dunque, non conosci la storia della chiesa o meglio vuoi conoscerne solo una parte.

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    • roccia73
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      Originariamente Scritto da gabriele81 Visualizza Messaggio
      Il Cristianesimo era già la prima religione dell'Impero alla fine del III secolo.La sua ufficializzazione fu conseguente alla grande diffusione. Il potere temporale è iniziato sei-otto secoli dopo Cristo, a seconda dell'evento che vuoi prendere come inizio formale dello stesso.Tu neghi la storia e non so su quale basi. Sono argomenti complessi e non basta leggere wikipedia e fare copia/incolla dai siti. Le troiate semmai le scrivi te visto che ti ho spiegato la diversa genesi di islam e cristianesimo, mentre tu hai risposto in questo modo puerile.
      La prima religione dell'Impero?
      Prima del paganesimo?
      mmmm mi sa che non è del tutto corretta questa informazione.
      Dico "mi sa". Da quello che ricordo dai libri di Raoul Manselli mi sembra che le cose stessero un po' diversamente, ma devo informarmi meglio.


      Riguardo al potere temporale, già dopo il 313 (editto di Costantino, con il quale la religione cristiana diventa religio licita nell'Impero) i vescovi e in particolare quello di Roma (che al tempo non era ancora papa e non era capo della chiesa universale) acquisiscono molto potere, protetti dall'Imperatore stesso. chiaramente il motivo potrebbe essere quello oleogradico di un sogno a Ponte Milvio come quello più prosaico di aver intuito una potenziale medicina per la decadenza dell'Impero.
      In ogni caso, dal IV secolo i cristiani saccheggiano, distruggono e rifunzionalizzano i pezzi dei templi pagani per utilizzarli per le proprie costruzioni. Certo, ci sono parentesi come quella di Giuliano l'Apostata, ma in linea di massima il potere temporale della Chiesa segue il decadere dell'Impero romano d'occidente prima e d'oriente poi.

      A mio avviso, il guaio della comunità cristiana fu proprio quando dallo stile della lettera a Diogneto e del Pastore di Erma passò allo stile imperiale, conseguente all'operazione fortunata di marketing che la fece diventare religione dell'Impero, e quindi strumento nelle mani del potente di turno.
      "io sono calmo ma nella mente ho un virus latente incline ad azioni violente"

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      • roccia73
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        Originariamente Scritto da antonio21 Visualizza Messaggio
        Caro Conan,
        ho l'impressione che tu non voglia capire...ti ho detto che se vai a fare questi ragionamenti a degli studiosi biblici anche non credenti ti rideranno in faccia. Queste sono tesi che ormai non sostiene più nessuno.
        Se tu prendi tutto quello che è scritto nella Bibbia come racconto storico vuol dire che della Bibbia no n hai capito niente...ma nemmeno sei disposto a capire. Se tu capissi tutti questi ragionamenti non li faresti più.
        E non mi risponderea QUESTo post con il papa e i cardinali altrimenti sarà il segno evidenter che il tuo discorso intenzionalmente non intende approdare a nulla ma solo a denigrare.
        Il don ha ragione.
        La lettura ingenua della Bibbia, come se fosse una cronaca giornalistica è ormai del tutto superata. Non c'è bisogno di credere che la Bibbia siano dei libri ispirati da Dio: sono comunque libri vecchi circa 3000 anni e frutto di tradizioni orali ancora più antiche. E come tali vanno letti e compresi.

        Quello che dice Conan, però, contiene un'osservazione importante: il Dio dell'Antico Testamento in effetti ha molti punti in comune con le divinità dell'epoca, proprio perché chi scrive era un uomo dell'epoca e aveva quei canoni culturali. In alcune cose si differenzia, ovviamente. E nel corso dei secoli, da una religione semipoliteistica l'ebraismo è diventata una religione rigidamente monoteistica. E' prevalso cioè un tipo di corrente di pensiero (altri direbbero che è stato un disegno divino).

        Se si legge l'Antico Testamento attentamente, gli elementi ci sono entrambi: c'è il politeismo e il monoteismo, c'è il Dio vendicatore e il Dio misericordioso, c'è la fine della vita con la morte e c'è la vita oltre la morte, c'è l'incitamento all'odio e alla vendetta e c'è il perdono, c'è il razzismo e c'è la fratellanza universale...
        Nel tempo sono prevalse alcune idee ed oggi la religione ebraica che si basa su quei testi è una religione di pace e di concordia.
        "io sono calmo ma nella mente ho un virus latente incline ad azioni violente"

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        • roccia73
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          • Jul 2005
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          • roma
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          Riguardo al Nuovo Testamento, chiaramente ci si riferisce ad un testo contemporaneo al neoplatonismo, alle correnti gnostiche, ad una cultura "globalizzata" (in quel tempo, non scordiamolo, la Palestina era una provincia romana. C'erano confini ideali universalistici prima con Alessandro Magno e poi con l'Impero Romano). I testi che compongono il Nuovo testamento coprono circa un secolo di storia e risalgono anch'essi a tradizioni orali. I parametri culturali sono quindi molto diversi.

          Come Conan ha detto in alcuni interventi, non mancano le espressioni intransigenti e integraliste neppure nel Nuovo Testamento, e nel corso della storia della Chiesa molto spesso sono state utilizzate per giustificare il tornaconto di alcuni.

          Oggi ha prevalso l'ideale della pace e dell'universalismo, ed è innegabile.

          Concordo però col fatto che pensare che la Chiesa sia stata sempre su queste posizioni e scordarsi l'odio verso i "maledetti ebrei", l'incitazione al disprezzo dei protestanti e degli anglicani e altri simili atteggiamenti è poco corretto. Oggi la Chiesa è così. Un tempo era piuttosto diversa. Oggi la Chiesa interpreta le scritture così. Un tempo le interpretava diversamente.

          Detto ciò, come dice Master: Gesù è stato un grande personaggio (per chi crede, Dio stesso) e i libri nei quali si parla di lui e del suo messaggio sono un patrimonio culturale dell'umanità, indipendentemente da quello che altri hanno detto e fatto in nome suo.
          "io sono calmo ma nella mente ho un virus latente incline ad azioni violente"

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          • antonio21
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            Originariamente Scritto da roccia73 Visualizza Messaggio
            Il don ha ragione.
            La lettura ingenua della Bibbia, come se fosse una cronaca giornalistica è ormai del tutto superata. Non c'è bisogno di credere che la Bibbia siano dei libri ispirati da Dio: sono comunque libri vecchi circa 3000 anni e frutto di tradizioni orali ancora più antiche. E come tali vanno letti e compresi.

            Quello che dice Conan, però, contiene un'osservazione importante: il Dio dell'Antico Testamento in effetti ha molti punti in comune con le divinità dell'epoca, proprio perché chi scrive era un uomo dell'epoca e aveva quei canoni culturali. In alcune cose si differenzia, ovviamente. E nel corso dei secoli, da una religione semipoliteistica l'ebraismo è diventata una religione rigidamente monoteistica. E' prevalso cioè un tipo di corrente di pensiero (altri direbbero che è stato un disegno divino).

            Se si legge l'Antico Testamento attentamente, gli elementi ci sono entrambi: c'è il politeismo e il monoteismo, c'è il Dio vendicatore e il Dio misericordioso, c'è la fine della vita con la morte e c'è la vita oltre la morte, c'è l'incitamento all'odio e alla vendetta e c'è il perdono, c'è il razzismo e c'è la fratellanza universale...
            Nel tempo sono prevalse alcune idee ed oggi la religione ebraica che si basa su quei testi è una religione di pace e di concordia.
            ottimo, Roccia!
            Hai spiegato molto bene la cosa. resta poi il discorso di attribuire valore divino ai libri, ma questo è un discorso che implica l'interpretazione di fede che non pretendo mica al momento. Il fondamento della tua spiegazione è il criterio dell progressività della rivelazione divina: Dio si adegua alla situazione sociale e morale del popolo di israele quasi tollerandola ma spingendola verso la trasformazione, anzitutto con la promulgazione della Legge Mosaica che costituisce un codice morale inaudio per quei tempi e poi con la predicazione profetica. Questo spiega la coesistenza degli opposti che hai evidenziato.
            Man mano che ci si aVVICINA a Cristo la visione morale si affina sempre di più
            E' vero che ci sono molti punti di raccordo con le mitologie dell'antico oriente ma esse vengono reinterpretate alla luce del messggio della Bibbia e quindi trasformate.
            Cmq complimenti per la spiegazione! E' un'ottima base per intraprendere un dialogo serio.

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            • roccia73
              Bodyweb Member
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              Originariamente Scritto da antonio21 Visualizza Messaggio
              ottimo, Roccia!
              Hai spiegato molto bene la cosa. resta poi il discorso di attribuire valore divino ai libri, ma questo è un discorso che implica l'interpretazione di fede che non pretendo mica al momento. Il fondamento della tua spiegazione è il criterio dell progressività della rivelazione divina: Dio si adegua alla situazione sociale e morale del popolo di israele quasi tollerandola ma spingendola verso la trasformazione, anzitutto con la promulgazione della Legge Mosaica che costituisce un codice morale inaudio per quei tempi e poi con la predicazione profetica. Questo spiega la coesistenza degli opposti che hai evidenziato.
              Man mano che ci si aVVICINA a Cristo la visione morale si affina sempre di più
              E' vero che ci sono molti punti di raccordo con le mitologie dell'antico oriente ma esse vengono reinterpretate alla luce del messggio della Bibbia e quindi trasformate.
              Cmq complimenti per la spiegazione! E' un'ottima base per intraprendere un dialogo serio.
              "io sono calmo ma nella mente ho un virus latente incline ad azioni violente"

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              • Cesarius
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                Chiesa schierata? No, grazie
                Serpeggia tra i fedeli, sostiene un blogger, una crescente insofferenza verso le direttive del Vaticano. Cosa succede se i cristiani dicono basta al Papa e a Ruini?
                di Starman2006

                Come noi cattolici diciamo no a una Chiesa schierata politicamente
                il cardinale Poletto di Torino rilancia l'idea di un intervento del diavolo nella legislazione. "Sull'esistenza del demonio non ci sono dubbi", ha dichiarato ieri. Specificando che Satana è in azione per indurre al peccato anche con progetti di "scassinamento della famiglia" e della società. (PRODI E' IL DIAVOLO,ME LO CHIEDO...)
                L'Avvenire,il giornale dei vescovi italiani, minaccia il governo:
                se verrano approvati i PACS sarà uno spartiacque per la politica italiana,e cioè tradotto daremo "scomunica ufficiale" a chi voterà centro-sinistra.
                Non Possumus dichiara la CEi sui PACS,LA STESSA DICHIARAZIONE DI SCOMUNICA QUANDO LO STATO PIEMONTESE(FUTURO ITALIANO)SI ANNETTE' I TERRITORI ITALIANI
                Adesso basta !
                Molti cattolici italiani sono stanchi e desiderano far sapere che non si riconoscono in Ruini e Ratzinger .
                Siamo stanchi dei Dotti del Sinedrio e dei Farisei che inquinano la Chiesa da 2000 anni! Essi fanno + danno alla Chiesa di tutti PACS di questo mondo
                Questa Chiesa non ha MISERICORDIA come ha dimostrato nel caso Welby,noi vogliamo la Chiesa del Grembiule che Don Tonino Bello offriva senza nulla pretendere in cambio.Una Chiesa che ancora oggi tanti uomini di buona volontà offrono perchè il Vangelo è una buona notizia offerta,non un'imposizione violenta.
                Perchè Ruini ed il Papa non parlano delle guerre che fanno milioni di morti ogni anno?Perchè non parlano del mattatoio che gli Usa hanno creato in Iraq?Perchè non parlano dei milioni di morti x malattie in Africa xchè la gente non ha accesso ai farmaci ed il mondo occidentale se ne frega?Perchè non parlano dei milioni e milioni di morti x fame e sete ogni anno?Perchè non parlano di un mondo dove il consumismo ed il capitalismo hanno creato come unici valori il profitto ,il successo,il possesso e che questo scardina la famiglia molto + dei PACS?Perchè non parlano della distruzione della Creazione che si riflette nel clima e che mi sembra un peccato mica da ridere?
                Perchè non parlano della tv o dei media che inquinano la personalità dei giovani con programmi beceri ed idioti?Considerare le donne degli oggetti (anche gli uomini come oggetto) è utile alla famiglia?Mi si dirà ,ma ne hanno parlato.....Sì ,rispondo con tale forza e convinzione che non se ne ricorda nessuno!Mentre tutti ricordano Giovanni Paolo II che si schierò con ardore contro la guerra in Iraq inimicandosi gli USA.
                Credo che sia ora che i cristiani che non si riconoscono nelle alte sfere vaticane facciano sentire forte la loro voce , xchè questi signori non mi sembra che agiscano x ispirazione dello Spirito Santo.......
                Cmq bisogna dire che quello che ho scritto viene detto sommessamente in molte parrocchie e che molti cattolici sono già stanchi di questo Papa (x non parlare di Ruini) e tante comunità cattoliche sono una realtà diversa e migliore dal Ruini-pensiero.
                Propongo ai cattolici di scrivere lettere all'Avvenire e all'Osservatore Romano in cui s'inviti la CEi a cambiare atteggiamento.
                Originariamente Scritto da Leonida
                gary io più ti leggo e più maledico l' alfabetizzazione, la democrazia e la rivoluzione francese, tu dovevi coltivare il tuo manso in padania dietro un affitto che dovevi al tuo signore.
                Originariamente Scritto da Bad Girl
                ho sempre pensato che tu hai proprio bisogno di prenderlo di più,scusami se te lo dico ma ricordi me ai tempi della tristezza..per me puoi cambiare, se ce l'ho fatta io.. puoi farcela anche tu
                Originariamente Scritto da gorgone
                ma manca la verità più vera, le donne non vanno ascoltate, ma virilmente guidate.

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                • Conan
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                  Ruini è un maiale.
                  sigpic"Ooh amore ooh amante
                  Che fai stasera ragazzo?
                  Tutto va bene, solo tienimi stretto
                  Questo perché sono un buon amante vecchio stampo"

                  Così non capisce. Devi dire "Conan, hai rotto er *****!" (Sergio cit.)

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                  • Leonida
                    Filosofo del *****
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                    Originariamente Scritto da antonio21 Visualizza Messaggio
                    ottimo, Roccia!
                    Hai spiegato molto bene la cosa. resta poi il discorso di attribuire valore divino ai libri, ma questo è un discorso che implica l'interpretazione di fede che non pretendo mica al momento. Il fondamento della tua spiegazione è il criterio dell progressività della rivelazione divina: Dio si adegua alla situazione sociale e morale del popolo di israele quasi tollerandola ma spingendola verso la trasformazione, anzitutto con la promulgazione della Legge Mosaica che costituisce un codice morale inaudio per quei tempi e poi con la predicazione profetica. Questo spiega la coesistenza degli opposti che hai evidenziato.
                    Man mano che ci si aVVICINA a Cristo la visione morale si affina sempre di più
                    E' vero che ci sono molti punti di raccordo con le mitologie dell'antico oriente ma esse vengono reinterpretate alla luce del messggio della Bibbia e quindi trasformate.
                    Cmq complimenti per la spiegazione! E' un'ottima base per intraprendere un dialogo serio.
                    ovvero una buona giustificazione per allontanare il relativismo dalla fede, ma se mi permetti il passaggio della storia è evidente sull' evoluzione morale del cristianesimo anche contro le stesse intenzioni "politiche" di papi e vescovi.
                    Originariamente Scritto da gorgone
                    è plotino la chiave universale per le vagine
                    Originariamente Scritto da gorgone
                    secondo me sono pazzi.

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                    • Void
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                      Comq prima di parlare di famiglia e perdita di valori bisogna fare i conti con la realta',non so a volte mi sembra che ci sia gente che vive sulla luna quando leggo certe cose,il fatto e'che sotto affitto vivi decentemente con 2000 euro al mese da solo come fai a creare una famiglia avere dei figli e non dovergli sempre dire no quando vogliono qualcosa?Personalmente a me piacerebbe sposarmi e avere dei figli ma penso a cosa avrei da offrirgli e se non posso dare loro piu'di quello che ho avuto io sinceramente non me la sento...

                      Originariamente Scritto da master wallace Visualizza Messaggio
                      Pura verita'.Da un lato o Stato nulla fa per aiutare le famiglie davvero, se non quelle degli immigrati con asili, case popolari, cure mediche praticamente gratis, mentre una normale famiglia italiana deve pagare tutto, solo perche' possiede un reddito decente.
                      Poi considera che l'attuale societa' edonistica, fatta di serate di baldorie, alcol, cocaina,orge, non puo' che fare peggiorare le cose.
                      Io vedo tanti 35 enni-40 enni, (anche donne)che vanno ancora tutte le sere a bighellonare nei locali con un bicchiere in mano, fare le 5 del mattino, lavorare, e aspettare di nuovo la sera per fare la stessa cosa.E vivono ancora con i genitori! manco gli passa per la testa che ormai sono patetici e solo una famiglia e dei figli potrebbero dare un senso alla sua vita, e aggiungo alla societa'.
                      Mah! Questo e' il trend attuale!
                      Scusa io rispetto il tuo punto di vista ma non ti pare un po' arrogante il modo in cui giudichi la vita altrui? Non e'che per forza uno che non si trova donna tra i 25 e i 35 con cui sposarsi a costo di prendere il primo cesso che trova debba per forza essere una persona frivola che nella vita non ha altri valori che non siano coca ,orge e puttane e anche se fosse dove sta scritto che avere una famiglia e dei figli sia la cosa giusta da fare per tutti e vivere cosi'sia per forza la strada sbagliata?


                      E poi al limite la societa'va cosi'perche',nell'epoca del capitalismo estremo ,chi di dovere ha tutte le ragioni perche'continui ad andare cosi'quindi se vogliamo prendercela con qualcuno prendiamocela con chi c'e' dietro tutto cio'...
                      sigpic
                      Do what thou wilt shall be the whole of the Law

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                      • master wallace
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                        Originariamente Scritto da Void Visualizza Messaggio
                        Comq prima di parlare di famiglia e perdita di valori bisogna fare i conti con la realta',non so a volte mi sembra che ci sia gente che vive sulla luna quando leggo certe cose,il fatto e'che sotto affitto vivi decentemente con 2000 euro al mese da solo come fai a creare una famiglia avere dei figli e non dovergli sempre dire no quando vogliono qualcosa?Personalmente a me piacerebbe sposarmi e avere dei figli ma penso a cosa avrei da offrirgli e se non posso dare loro piu'di quello che ho avuto io sinceramente non me la sento...



                        Scusa io rispetto il tuo punto di vista ma non ti pare un po' arrogante il modo in cui giudichi la vita altrui? Non e'che per forza uno che non si trova donna tra i 25 e i 35 con cui sposarsi a costo di prendere il primo cesso che trova debba per forza essere una persona frivola che nella vita non ha altri valori che non siano coca ,orge e puttane e anche se fosse dove sta scritto che avere una famiglia e dei figli sia la cosa giusta da fare per tutti e vivere cosi'sia per forza la strada sbagliata?


                        E poi al limite la societa'va cosi'perche',nell'epoca del capitalismo estremo ,chi di dovere ha tutte le ragioni perche'continui ad andare cosi'quindi se vogliamo prendercela con qualcuno prendiamocela con chi c'e' dietro tutto cio'...
                        Giudico la societa'.E se va a rotoli, e' per vari motivi fra cui quello che ho detto.
                        contatto face book
                        roberto moroni

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                        • Void
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                          Originariamente Scritto da master wallace Visualizza Messaggio
                          Giudico la societa'.E se va a rotoli, e' per vari motivi fra cui quello che ho detto.
                          Mah io avrei qualche dubbio in proposito diciamo che se ci fosse interesse per avere effettivamente una maggiore ripartizione della ricchezza anziche'cercare di ristabilire un ordine sociale di stile feudale tra chi gia'aveva molto e chi aveva meno oltre che ad illudere la gente con cazzate tramite la tv(e su questo siamo d'accordo)io penso che andrebbe tutto un po'meglio anche se comq non vedo tutta sto degrado della societa'rispetto a quando ero bambino negli anni 80,l'unica cosa che vedo e'che adesso la gente non riesce a vivere con lo stesso tenore di vita di una volta facendo lo stesso lavoro...
                          sigpic
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                          • Eagle
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                            Originariamente Scritto da master wallace Visualizza Messaggio
                            In primis i modelli imposti dai media, tipo gossip veline e calciatori,star drogate e culi al vento come se fossero caramelle.I giovani inseguono quei modelli,e spesso ne rimangono intrappolati sino al giorno, aime' tardi che scoprono quanto siano fittizzi e irraggiungibili.E poi le menti all'ammasso sempre dei giovani, il motore della societa',ormai privi di morale,ideali, passioni politiche, o scientifiche, artitistiche.
                            Solo viedogames,birra, e sballo.Non tutti ovviamente.Ma e' il treand attuale.
                            Si ma a parte i politici... la situazione e' moooolto complessa, non si risolve dando la colpa agli "altri" e fine del discorso ... e non e' che l'Italia sia l'isola infelica mentre il resto d'europa e del mondo e' una figata uinica ...

                            Comunque, in linea generale, piu' che ai politici, darei una buona fetta di responsabilita' ai genitori degli attuali fancazzisti ... quindi "noi" (almeno i piu' anziani qui' dentro) ... alla fin fine l'educazione te la da, in gran parte, la famiglia, non lo stato ... quale siano poi le motivazioni di questa "maleducazione" sarebbe una discussione lunga ma che farei volentieri, se qualcuno avesse voglia di parlarne ...


                            Eagle
                            Last edited by Eagle; 02-03-2007, 16:10:00.
                            Io credo nelle persone, però non credo nella maggioranza delle persone. Mi sa che mi troverò sempre a mio agio e d'accordo con una minoranza.

                            NEUROPROLOTERAPIA - la nuova cura per problemi articolari e muscolari. Mininvasiva ma soprattutto, che funziona!
                            kluca64@yahoo.com

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                            • Void
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                              Originariamente Scritto da Eagle Visualizza Messaggio
                              Si ma a parte i politici... la situazione e' moooolto complessa, non si risolve dando la colpa agli "altri" e fine del discorso ... e non e' che l'Italia sia l'isola infelica mentre il resto d'europa e del mondo e' una figata uinica ...

                              Comunque, in linea generale, piu' che ai politici, darei una buona fetta di responsabilita' ai genitori degli attuali fancazzisti ... quindi "noi" (almeno i piu' anziani qui' dentro) ... alla fin fine l'educazione te la da, in gran parte, la famiglia, non lo stato ... quale siano poi le motivazioni di questa "maleducazione" sarebbe una discussione lunga ma che farei volentieri, se qualcuno avesse voglia di parlarne ...


                              Eagle
                              Sono d'accordo ma se uno lavora non e'un delinquente mi sembra assurdo denigrarlo solo perche'non se la sente di formare una famiglia ,con i tempi che corrono poi, quando svariati economisti dicono che stiamo prendendo la strada dell'Argentina,c'e' da studiarci due volte prima di mettere su famiglia,sono scelte delicate...
                              sigpic
                              Do what thou wilt shall be the whole of the Law

                              Love is the law,love under the will

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                              • Eagle
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                                Sono d'accordo ma se uno lavora non e'un delinquente mi sembra assurdo denigrarlo solo perche'non se la sente di formare una famiglia ,con i tempi che corrono poi, quando svariati economisti dicono che stiamo prendendo la strada dell'Argentina,c'e' da studiarci due volte prima di mettere su famiglia,sono scelte delicate...
                                Tutto e' relativo... ai tempi dei miei nonni si metteva su famiglia senza una lira in banca, si viveva tutta la famiglia (figli inclusi ovviamente) in un monolocale senza bagno, etc etc ... mia mamma studiava mentre suo padre dormiva dopo i turni di notte in fabbrica, e il bagno era in cortile, in comune con il resto della casa (di ringhiera).

                                Mi permetto di pensare che le condizioni economiche erano ben peggiori di quelle attuali, pero' le famiglie si facevano lo stesso?

                                Quindi il "problema" non sta in quanti soldi hai, ma quanti ne ritieni necessari per poterti permettere di formare una famiglia ... e questa e' cultura, non economia ...

                                Eagle

                                PS - parlo per il piacere della discussione, io personalmente sono un grossissimo egoista che non metterebbe mai a repentaglio (vero) la propria "incouminta'" economica e sociale per la famiglia ... ... pero' non nascondiamoci dietro a un dito.

                                Anche solo quando ero piccolo io la macchina si usava la domenica e non sempre, a mangiar fuori la pizza io ci sono andato per la prima volta alla fine della terza media con la scuola, i biscotti e i gelati si mangiavano a natale e alla festa di compleanno, il resto dell'anno era pane col latte a colazione, eravamo 3 fratelli in una stanza di una casa in affitto aziendale ... e mio padre era dirigente in una compagnia petrolifera ... era una questione di cultura non di soldi ... adesso la gente dice che ha il "diritto" di andare in ferie e nei locali a divertirsi ... mah ... secondo me sono questi i problemi su cui riflettere ...
                                Last edited by Eagle; 02-03-2007, 21:02:46.
                                Io credo nelle persone, però non credo nella maggioranza delle persone. Mi sa che mi troverò sempre a mio agio e d'accordo con una minoranza.

                                NEUROPROLOTERAPIA - la nuova cura per problemi articolari e muscolari. Mininvasiva ma soprattutto, che funziona!
                                kluca64@yahoo.com

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