numeri relativi alle persone giustiziate a causa della caccia alle streghe, secondo le conclusioni del Simposio Internazionale sull'Inquisizione, tenutosi in Vaticano nell'ottobre 1998, sarebbero i seguenti:
Con il Papa,con la famiglia,per i valori
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[modifica] L'espulsione degli Ebrei dalla Spagna
L'espulsione degli Ebrei dalla Spagna è stata descritta dalla storiografia tradizionale come un esempio dell'intolleranza religiosa degli Spagnoli accecati dal furore dell'Inquisizione o come un astuto provvedimento di natura economica supportato dai tribunali dell'Inquisizione.
I sostenitori della teoria revisionistica sostengono invece che, nel 1492 effettivamente furono espulsi dalla Spagna circa 200.000 ebrei (la cifra più alta nella storia), ma la Spagna contava la comunità ebraica più numerosa d'Europa e questo proprio perché era stato, fino a quel momento, un paese estremamente tollerante. Analoghi provvedimenti antigiudaici furono emanati (prima che in Spagna, in cui ripararono gli ebrei espulsi da altri paesi) sempre con lo scopo di appropriarsi dei beni degli espulsi anche da nazioni tradizionalmente viste come patria delle libertà civili e dello sviluppo democratico, cioè Francia e Inghilterra[5].
NazioneData di espulsioneDescrizione sinteticaFrancia1182Espulsione e confisca dei beni ordinata dal re Filippo II di FranciaInghilterra1290Ordinata da Edoardo I d'Inghilterra, prima grande espulsione del MedioevoFrancia1306, 1321/ 1322 e1394Filippo IV di Francia, ordina la seconda espulsione avvenuta in questo paese.Austria1421L'espulsione si accompagnò alla persecuzione (270 giudei bruciati al rogo), confisca dei beni e conversione forzata dei bambini.Castiglia e Aragona1492Ordinata dai Re CattoliciSicilia1492Ordinata da Ferdinando II d'AragonaLituania1495Portogallo1496/1497Ordinata dal re Manuel I sotto pressione della corona spagnola.Brandeburgo (Germania)1510Tunisi1535Regno di Napoli1541Genova1550 y 1567Baviera1554Stato Pontificio1569/1593sigpic"Ooh amore ooh amante
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Così non capisce. Devi dire "Conan, hai rotto er *****!" (Sergio cit.)
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La storiografia tradizionale afferma che l'Inquisizione sarebbe stata (almeno culturalmente) corresponsabile nella distruzione delle culture amerinde e nel loro genocidio. Gli spagnoli, dipinti da essa come oscurantisti, non avrebbero considerato gli elementari diritti umani delle popolazioni conquistate. L'archetipo dell'indio, così come pervenutoci da Bartolomeo de Las Casas, era quello di una persona mite e pacifica, vittima dei colonizzatori europei.sigpic"Ooh amore ooh amante
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L'autodafé o sermo generalis era una cerimonia pubblica, appartenuta in particolare alla tradizione dell'Inquisizione spagnola, in cui veniva eseguita la penitenza o condanna decretata dall'Inquisizione (per eresia o altri reati). Il nome deriva dal portoghese auto da fé, "atto di fede", ed era il cerimoniale giuridico più impressionante usato dall'Inquisizione.
Un autodafé prevedeva: una messa cattolica, preghiere, una processione pubblica dei colpevoli e la lettura della loro sentenza[1]. I condannati venivano trascinati in pubblico con i capelli rasati, vestiti con sacchi (sanbenitos) e berretti da somaro (corazos), o copricapi con la fenditura centrale. Le immagini riprodotte sulle vesti del reo indicavano la pena decretata: una croce di Sant'Andrea se si era pentito in tempo per evitare il supplizio, mezza croce se aveva subito un'ammenda, le fiamme se condannato a morte. Gli autodafé si svolgevano sulla pubblica piazza e duravano diverse ore: con la partecipazione di autorità ecclesiastiche e civili.[2]
Il condannato che non aveva in alcun modo mostrato di pentirsi (poteva pentirsi in extremis, ossia davanti al rogo, soltanto chi non fosse recidivo e a condizione di denunciare i propri complici), veniva bruciato sul rogo, anche se spesso veniva strangolato prima che venisse appiccato il fuoco. A chi si presentava spontaneamente a confessare venivano inflitte pene inferiori, come pellegrinaggi, ammende pecuniarie, pubblica fustigazione o il recare croci cucite sui vestiti. Ai falsi accusatori veniva imposto di cucire sugli abiti due lingue di panno rosso. Nei casi gravi la pena era la confisca dei beni o il carcere, la più severa che gli inquisitori potessero comminare. La condanna a morte poteva essere eseguita solo dall'autorità civile, a cui il condannato veniva consegnato, e poteva essere eseguita sul rogo.
Il primo autodafé di cui si ha notizia si svolse a Parigi nel 1242, durante il regno di Luigi IX (Stavans 2005:xxxiv).
La maggior parte di questi cerimoniali fu officiata nella Penisola Iberica. La tradizione fu inaugurata dal grande inquisitore Tomás de Torquemada nel 1481 a Siviglia (sei degli uomini e donne che presero parte a questo primo rituale religioso vennero in seguito giustiziati), e fu mantenuta fino al XVIII secolo. In questo periodo, più di 340.000 persone subirono questa condanna, e 32.000 furono arse al rogo.[citazione necessaria] L'ultimo autodafé pubblico dell'Inquisizione di Spagna risale al 1691. Nel periodo della Riforma cattolica tale usanza fu adottata sull'esempio spagnolo anche dal Sant'Uffizio romano dell'Inquisizione generale.
L'Inquisizione in Portogallo godette di poteri limitati, essendo stata istituita nel 1536 ed essendo durata ufficialmente fino al 1821, anche se la sua influenza fu molto indebolita con il governo del Marchese di Pombal, nella seconda metà del XVIII secolo. Gli autodafé si svolsero anche in Messico, Brasile e Perù: storici contemporanei dei Conquistadores, come Bernal Díaz del Castillo li registrarono. Si svolsero anche nella colonia portoghese di Goa, in India, a seguito dell'istituzione dell'Inquisizione in tale luogo nel 1562-1563.
Rappresentazioni artistiche dell'autodafé ritraggono solitamente la tortura e l'esecuzione sul rogo. Comunque, questo tipo di attività non ebbero mai luogo durante un autodafé, che era in sostanza un atto religioso. La tortura non veniva amministrata dopo la conclusione di un processo, e le esecuzioni erano sempre portate a termine successivamente e separatamente dall'autodafé (Kamen 1997: 192-213).sigpic"Ooh amore ooh amante
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Con il termine caccia alle streghe si indica la ricerca di persone sospettate di stregoneria, basandosi a volte su fatti poco accertati o generati da ignoranza. Tale ricerca spesso si concludeva con processi sommari e con condanne esemplari.
Il fenomeno è sempre stato presente nella storia della società, ma ha registrato un particolare acuirsi soprattutto tra la fine del XIV secolo e l'inizio del XVIII secolo, alimentato anche da una sorta di panico morale, coincidente con la fine dell'Umanesimo e chiuso con l'inizio dell'Illuminismo.
Dal punto di vista scientifico è ovvio che la stregoneria sia un fatto mitologico e non rappresenti un crimine punibile: peraltro, da un punto di vista sociologico, si potrebbe affermare che, indipendentemente dal fatto che sia possibile o meno per una strega o uno stregone influenzare eventi o persone con la magia, le streghe e gli stregoni esistono nella misura in cui un numero di individui dichiara di esserlo e c'è chi è pronto a credervi.
Nella terminologia moderna, per estensione, con "caccia alle streghe" si indica l'atto di ricercare e perseguire determinate categorie di persone o un qualsiasi soggetto percepito come nemico, in particolare quando questa ricerca viene condotta usando misure estreme e con scarsa considerazione della reale colpevolezza o innocenza.
[modifica] Le streghe dal XV al XVII secolo
[modifica] Le streghe nell'immaginario popolare
Per approfondire, vedi la voce Stregoneria.
Svolazzante a cavallo sul suo manico di scopa, così viene rappresentata la strega nell'iconografia popolare, immagine che però ricopre una realtà storica complessa, fatta di sapere sciamanico e di persecuzioni, antichissime credenze legate ai culti pagani della fertilità risalendo al mondo antico ed oltre, senz'altro alla fine del Paleolitico.
La Chiesa Cattolica ha sempre combattuto le credenze magiche, le figure di streghe o stregoni, la realtà del sabba diabolico e conseguentemente ha prodotto, nei secoli, diversi documenti (citiamo il Canon episcopi, risalente addirittura al IX secolo e destinato ai vescovi) contro la superstizione.
Un manuale scritto da due Domenicani per stabilire i criteri utili a riconoscere le streghe fu pubblicato nel XV secolo, il Malleus Maleficarum.
[modifica] La persecuzione delle streghe
Le "cacce alle streghe" si concentrarono soprattutto tra la fine del 1400 e la prima metà del 1600 e conobbero due ondate: una dal 1480 al 1520 e l'altra dal 1560 al 1650.
Le supposte streghe (e a volte anche i loro figli, soprattutto se femmine), appartenevano per lo più alle classi popolari. Soltanto una piccola minoranza di loro poteva essere realmente annoverata tra i veri e propri criminali (fu il caso della cosiddetta "Voisin", per esempio, prestatrice di servizi satanici per le messe nere della Marchesa di Montespan, pure lei criminale, favorita di Luigi XIV di Francia, al fine di assicurasi a lungo i favori del re), colpevoli di omicidi, o di altri gravi reati. La stragrande maggioranza era invece composta da persone innocenti, di ogni età e condizione, spesso "levatrici" e guaritrici, in un tempo in cui decotti ed infusi a base di piante usati dall'empirico sapere tradizionale delle guaritrici risultavano non meno efficaci e sicure di medicine e medici: e, d'altra parte, la popolazione, essenzialmente rurale, non aveva altre possibilità per curarsi del ricorrere ai loro rimedi, meno costosi di quelli dei medici. Molte "streghe" vennero torturate e bruciate vive, con le motivazioni ufficiali più varie, ma spesso in base a delazioni anonime mosse anche da futili ragioni (perché giovani, perché vecchie, soprattutto perché donne).
I due ultimi episodi di streghe arse vive avvennero uno nella Svizzera protestante nel 1782 e l'altro nella Polonia cattolica nel 1793.
[modifica] La stregoneria come reato
Quanto alla condanna a morte attraverso il rogo, va ricordato che tale competenza non era propria della Chiesa, bensì dell'autorità civile che, basandosi su una sentenza dell'autorità ecclesiastica, competente per materia, ne emetteva una propria di condanna e provvedeva all'esecuzione. Infatti i giudizi inquisitoriali per stregoneria erano relativi ai contenuti eretici contestati ai "colpevoli" e non avevano titolo a decretare la morte dell'imputato, ma poiché l'eresia era considerata un reato civile, chi risultava colpevole per il Tribunale ecclesiastico e veniva consegnato al "braccio secolare", anche se avesse abiurato (anzi, paradossalmente, proprio perché attraverso l'abiura riconosceva la sua "mancanza"), vedeva tradursi la sentenza ecclesiatica in condanna penale.
Ciò perché l'ortodossia della fede era intesa come corpo portante dell'unità sociale e quindi la sua presenza non violava solamente la unità della fede, bensì anche l'unità sociale.
Quando più tardi, a causa della Riforma protestante, l'unità della fede non potrà più essere considerata l'elemento di unità della società, si dovranno assumere altri principi, ad esempio la nazionalità o l'appartenenza ad uno Stato e più tardi ad una classe sociale.
[modifica] L'entità della persecuzione
Molti studiosi hanno affrontato l'argomento e hanno discusso, nel tentativo di determinare delle stime accettabili e condivise sul numero delle vittime della caccia alle "streghe" durante i due secoli in cui sia i tribunali dell'Inquisizione che quelli della Riforma le condussero al rogo.
Il raggiungimento di una certezza sul tema è ostacolato da molti elementi: ad esempio, si è persa traccia di documenti e notizie certe in ordine a gran parte dei processi, per i motivi più vari.
Pertanto le cifre che si ipotizzano in ordine alle vittime della persecuzione vanno considerate come ordini di grandezza e spesso sono oggettivamente influenzate dalle opinioni e dalle collocazioni culturali degli Autori che le hanno determinate.
Le ipotesi minime parlano di circa 110.000 processi e 50.000 esecuzioni[1], cifre successivamente ridotte dallo stesso autore a 100.000 processi e 50.000 esecuzioni[2], esistono poi molti studi che pervengono a conclusioni di poco superiori, mentre a risultati notevolmente distanti si collocano pochi autori[3], che parlano di 12.000.000 processi e 9.000.000 esecuzioni). La situazione muta, ma non di molto, se si passa ad esaminare cifre parziali riferite a particolari aree geografiche che sono state oggetto di studi più particolareggiati ed approfonditi, sulla base del ritrovamento di documenti processuali, ma purtroppo è evidente che tali stime sono approssimate per difetto, non essendo stato possibile recuperare la documentazione per ogni processo celebrato.
Sempre stando a Gustav Henningsen[2], i tribunali ecclesiastici di cui era direttamente responsabile la Chiesa Cattolica celebrarono in tutto 20.000 processi per stregoneria (in Spagna, Italia e Portogallo), in Spagna furono condannate al rogo 49 "streghe", in Italia 36 e in Portogallo 4.; negli altri paesi, infine, furono invece le autorità civili a celebrare ben 100.000 processi che nella metà circa dei casi si risolsero nella pena capitale: secondo queste stime sarebbero perciò i tribunali civili e non la Chiesa cattolica ad avere avuto le maggiori responsabilità di questa follia.
Per misurare l'incidenza del numero delle vittime occorre poi raffrontarla con la popolazione europea di quei tempi. Si tratta inoltre, per l'80% di queste vittime, esclusivamente di donne. Va notato che, paradossalmente, se è in Italia che nasce il sintomo della caccia alle streghe con l'affare di Triora, non è in questo paese (eccetto nel nord in Piemonte, ovvero vicino alla linea di contatto fra protestantesimo e cattolicesimo) che si scateneranno più violentemente queste persecuzioni, né quello in cui mieteranno più vittime. Esse saranno ben più numerose sia in Francia che in paesi anglosassoni quali la Gran Bretagna e la Germania.
[modifica] Lo studio delle cause
A differenza di quanto si creda comunemente, durante il medioevo le persecuzioni sono rivolte soprattutto contro gli eretici (Catari, Valdesi, o Albigesi). È solo a partire dall'età moderna (dopo lo scoperta delle Americhe, nel momento in qui nasce l'Umanesimo e in cui la stampa appare) che incomincia questa persecuzione che alcuni non esitano a definire sessista (probabilmente l'unica del genere nella storia) e altri hanno voluto chiamare genocidio. Sembra che la paura suscitata da questa globalizzazione epocale non possa però essere l'unica ragione per avere demonizzato un sesso ed averlo utilizzato come capro espiatorio. Ciò non appare sufficiente a spiegare l'accanimento di una simile persecuzione.
Se però si considera il fatto che, alla stessa epoca, due corporazioni lavorative stanno per avere un ruolo economico importante, quella dei medici e quella dei chierici, si capisce che le donne, che fino alla fine del medioevo godevano di una libertà (in particolar modo relativamente all'esercizio di una professione) più grande di quanto si sia voluto notare, vengano minacciate di eventuali persecuzioni, convincendole così a ritirarsi tra le mura domestiche e a rinunciare ad ogni tipo di attività all'infuori della cura della casa.
Come detto, per collocare il fenomeno nel suo contesto storico, coincidente con il periodo delle guerre di religione e dell'Inquisizione, occorre ricordare come, tra la fine del '400 e l'inizio del '700, l'Europa fu scossa nella sua unità religiosa, al punto da collassare praticamente in una terribile caccia al colpevole, che non poteva altri che essere, di volta in volta, il cattolico, il luterano, il calvinista e così via. A seguito della Riforma, inoltre, il fenomeno di parcellizzazione religiosa si moltiplicò, perché, contrariamente ai desideri dello stesso Lutero, numerose altre sette di diramarono dal suo tronco, andando a formare le miriadi di sette non conformiste. Il fenomeno coinvolse tutti: dai contadini alle istituzioni, dai governanti alle persone del popolo. Non è dunque improbabile trovare proprio qui l'origine del fenomeno strega. Soprattutto nelle società agricole (e l'Europa all'epoca lo era in massima parte) le donne svolgevano infatti un particolare ruolo, che potremmo definire "conservativo". Allo stesso tempo, come testimonia anche l'esperienza contemporanea, la devozione femminile assume spesso alcune forme di completo abbandono e coinvolgimento. Già nel medioevo, ad esempio, fonti testimoniano come proprio le donne siano state le più attaccate alle antiche forme di culto pagane nelle campagne, e, allo stesso tempo, come fin dal primo cristianesimo, femminili furono le prime forme di vita cristiana associata che vennero alla ribalta.
Ora, in un mondo in cui, invece, il diavolo è in agguato in ogni momento, perché non c'è più un'unità spirituale, ed, anzi, sempre più persone cercano la propria via religiosa, era facile far nascere il sospetto su un gruppo di donne che si riuniscono per compiere riti che non si riconoscono. Senza contare che queste stesse donne potrebbero essere state contattate da gruppi religiosi diversi.
A ciò inoltre va aggiunto che questo è il periodo in cui la società per la prima volta, a partire dal Medioevo, comincia a riorganizzarsi, ed occuparsi (come avviene compiutamente nella nostra) di ogni abitante e della sua salvezza spirituale. Se gli uomini venivano arruolati nelle guerre, le donne restavano nelle campagne o svolgevano i loro riti nelle città. Quelle che sfuggivano al controllo potevano essere quelle che furono "battezzate" come streghe.
[modifica] Uso metaforico del termine: il Maccartismo
Il termine viene usato in senso metaforico per indicare la ricerca di un nemico percepito, con le implicazioni di isteria, pregiudizio e ingiustizia che si accompagnano alla moderna caccia alle streghe.
Con questa espressione sono note, in particolare, le attività anticomuniste del senatore statunitense Joseph McCarthy e in generale l'intenso anticomunismo negli Stati Uniti dei primi anni Cinquanta (vedi anche paura rossa). Il termine ha origine con l'opera teatrale Il Crogiolo di Arthur Miller, il quale in apparenza narrava del processo alle streghe di Salem, ma intendeva criticare le audizioni di McCarthy, così come l'atmosfera generale di paranoia e persecuzione che le accompagnava. Anche se in effetti alcuni degli inquisiti erano in realtà degli infiltrati comunisti, la pratica del Maccartismo fece anche molte vittime innocenti. Quindi la "caccia alle streghe" di quegli anni fu compromessa da accuse selvagge e dal mancato rispetto delle libertà civili.
Un caso italiano di "caccia alle streghe" di stile maccartista, basata su motivazioni inesistenti, fu lo scandalo detto dei Balletti verdi, che colpì oltre duecento persone omosessuali dal 1960 al gennaio 1964.
Una curiosità: il personaggio di Mr. Magoo, l'anziano quasi cieco dei cartoon americani anni Sessanta, è la parodia dei comportamenti "maccartisti" dell'America di quegli anni, accecata dalla paura del comunismo.
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Con il termine Inquisizione si fa riferimento talora all'attività svolta da tribunali ecclesiastici speciali nati per iniziativa della Chiesa cattolica, con l'incarico di garantire l'unità della fede e reprimere l'eresia, talora ai tribunali stessi.
compiti specifici del Tribunale
Il termine "inquisizione" deriva dal verbo latino inquirere, che significa "investigare", "indagare". Infatti il tribunale dell'Inquisizione conduceva le indagini volte ad accertare l'eresia e, scopertala, aveva il compito di tentare con tutti i mezzi (compresa la tortura) di convincere l'indagato ad abiurare, cioè a ritrattare. Quando non era in grado di ottenere l'abiura, dichiarava la propria incapacità e rimetteva l'indagato a un tribunale civile (come nel caso di Giordano Bruno).
Nel linguaggio comune il termine Inquisizione (e i suoi derivati) è sinonimo di arbitrarietà e crudeltà:
La Chiesa, fin dalle origini, si è prefissata l'obiettivo della definizione e della difesa dell'ortodossia, indicando pertanto alla comunità dei fedeli quali posizioni dottrinarie siano ortodosse e quali no, eventualmente allontanando chi continua a sostenere posizioni eterodosse (anche con la scomunica). A un certo punto della storia è subentrata una modalità diversa di difesa della fede, che è quella definita col termine specifico di Inquisizione.
Gli Atti degli apostoli (cap. 15) contengono il racconto di un'assemblea in cui la comunità cristiana primitiva fu chiamata a decidere su una questione di fede: se chiedere ai pagani convertiti la circoncisione.
Pochi anni dopo, nella lettera a Tito, Paolo di Tarso suggeriva:
Di fronte agli eretici dunque, nessuna violenza: la Chiesa poteva, al massimo, comminare la scomunica. Questa posizione paolina sarà fatta propria dalla Chiesa e reggerà nei successivi dodici secoli.
Già l'imperatore Costantino era intervenuto negli affari della Chiesa esiliando con un proprio decreto i vescovi dichiarati eretici dal Concilio di Nicea.
Questa situazione ebbe un ulteriore sviluppo nel 380 quando l'imperatore Teodosio, con l'editto di Tessalonica, trasformò l'impero romano in uno stato confessionale, prevedendo pene per chi non professava la religione degli apostoli. Negli anni immediatamente successivi altri editti imperiali aumentarono le pene a carico degli eretici, fino ad arrivare alla pena di morte.
Tuttavia, se l'impero interveniva con proprie leggi punendo il dissenso, la posizione della Chiesa rimaneva quella paolina. Quando, nel 415, il vescovo spagnolo Priscilliano fu processato per eresia e ucciso su ordine dell'imperatore Massimiano, un coro di proteste si levò in tutto l'impero (Ambrogio, Agostino, Giovanni Crisostomo) e Massimiano fu costretto ad abdicare.
Non risulta che nel corso di questo periodo ci siano state persecuzioni a carattere ideologico. Alcuni storici, prendendo spunto da questo fatto, hanno sostenuto che, in fondo, l'atteggiamento del potere politico nei confronti delle eresie fu sempre uguale, sia durante l'impero romano che nel Medioevo: occuparsene poco o niente fin quando il dissenso ideologico non si trasformava in dissenso politico.
Nei primi dieci secoli dell'era cristiana si era dunque stabilizzata una distinzione dei ruoli fra giurisdizione ecclesiastica (la Chiesa attraverso i suoi vescovi definiva l'ortodossia, giudicava gli eretici e poteva comminare pene di tipo spirituale fino alla scomunica) e giurisdizione civile (che giudicava gli eretici in quanto ritenuti nemici dello Stato e comminava pene corporali, fino alla morte).
Dopo secoli di sostanziale compattezza, sul finire del XII secolo la Cristianità fu attraversata dai segnali di un profondo cambiamento. L'Alto Medioevo era finito; le città, i grandi centri della vita dell'Impero romano, riprendevano a popolarsi e a divenire snodi fondamentali per l'economia e la visione del mondo (nelle città del Basso Medioevo nacquero infatti le prime Università). I tradizionali centri di potere cominciarono a sentirsi minacciati.
Per centinaia di anni la vita dell'uomo si era svolta nelle campagne e la società si era data una struttura ben precisa costituita da tre ordini ben distinti: sacerdoti, combattenti, lavoratori manuali (oratores, bellatores, laboratores). Adesso, invece, la tradizionale organizzazione del tempo, del lavoro entrava in crisi, il centro della vita si spostava e i rapporti di potere tradizionali erano compromessi da una classe emergente: la borghesia.
Non fu un caso se le prime eresie, contro cui si scateneranno le persecuzioni politico-religiose, furono tutte eresie cittadine.
Nel 1173, ad es., Pietro Valdo, un ricco mercante da cui ebbe origine il movimento dei Valdesi aveva cominciato la sua attività di predicatore in un piccolo centro urbano come Lione.
Egli affermava la perfetta uguaglianza di tutti gli uomini davanti a Dio e quindi, implicitamente, metteva in crisi sia l'ordine politico (il feudalesimo), sia quello ecclesiastico (nel Basso Medioevo la Chiesa di Roma, in conflitto con l'Impero, si era configurata come una vera e propria monarchia).
La predicazione di Valdo ebbe un successo straordinario. Comunità valdesi nacquero presto in Germania, Spagna, Provenza, Italia.
Anche i Catari ebbero una notevole diffusione. Nati in Francia meridionale si diffusero rapidamente nelle aree limitrofe: Fiandre e Lombardia. Più radicali dei Valdesi, i Catari non credevano nell'incarnazione di Cristo e rifiutavano i sacramenti, alcuni di loro condannavano il matrimonio, la proprietà privata e la guerra (erano pacifisti in una società fortemente militarizzata).
Al di là delle differenze sul piano dottrinale, questi movimenti erano accomunati da un identico tentativo di vivere in comunità animate da uno spirito di autentica fratellanza che (come più tardi Lutero) credevano di rintracciare nel Cristianesimo delle origini. Ma, insieme con lo spirito egualitario, anzi inevitabilmente con esso, si ponevano in aperto contrasto con la rigida (e gerarchica) struttura sociale che la società medievale si era data.
Facendo leva, da un lato, sul carattere sovversivo di questi movimenti, e, dall'altro, sulla loro capacità di distogliere dalla «vera fede», il potere politico e quello religioso, nel 1208, scatenarono una vera e propria crociata. Catari e Valdesi furono perseguitati in tutta Europa, giustiziati in maniera sommaria, ed i loro beni confiscati.
Dopo questa esperienza la Chiesa cattolica capì che il fenomeno dei movimenti ereticali non poteva essere affrontato in maniera sporadica ma richiedeva un approccio di tipo sistematico: fu in questo quadro che prese forma l'idea di una speciale giurisdizione che si occupasse specificamente del problema.
Nascita dell'Inquisizione
Le prime misure inquisitoriali erano state approvate nel 1179 dal Concilio Lateranense III. Fra esse, in particolare, il dettato del canone 27 legittimava la scomunica e l'avvio di crociate contro gli eretici. Il procedimento inquisitorio fu formalizzato nella giurisdizione ecclesiastica da papa Lucio III nel 1184 con il decreto Ad abolendam, che stabilì il principio - sconosciuto al diritto romano - che si potesse formulare un'accusa di eresia contro qualcuno e iniziare un processo a suo carico, anche in assenza di testimoni attendibili. La condanna di ogni devianza - teologica, morale o di costume - dal canone religioso dominante venne poi ribadita nel 1215 dal Concilio Lateranense IV che dava vita all'istituzione di «procedure d'ufficio». Si poteva, cioè, instaurare un processo sulla base di semplici sospetti o delazioni. Non solo: chiunque fosse venuto a conoscenza di una possibile eresia doveva immediatamente denunciare il fatto al più vicino tribunale dell'Inquisizione, altrimenti sarebbe stato considerato corresponsabile.
Il termine "inquisizione", tuttavia, si trova documentato per la prima volta negli atti del Concilio di Tolosa tenutosi in Francia nel 1229.
Per rispondere al dilagare di fenomeni ereticali e all'emorragia di fedeli la Chiesa cattolica rispose in due modi:- appoggiandosi ai movimenti che pur richiamando a un più autentico cristianesimo non si staccavano da Roma e cioè domenicani e francescani;
- istituendo uno speciale tribunale ecclesiastico che avesse il compito di individuare gli eretici e di ricondurli alla «vera» fede: l'Inquisizione.
Nella storia di questo istituto gli storici distinguono tre fasi:- l'Inquisizione medievale (dal 1179 o 1184 fino alla metà del XIV secolo): di questa inquisizione era responsabile il papa che nominava direttamente gli inquisitori.
- l'Inquisizione spagnola (1478-1820) e l'Inquisizione portoghese (1536-1821): in questo caso gli inquisitori venivano nominati dai rispettivi sovrani.
- l'Inquisizione romana (o Sant'Uffizio): fondata nel 1542 e a tutt'oggi esistente (l'attuale Congregazione per la dottrina della fede) rappresentò, secondo gli storici, una novità dato che durante il Medioevo il papa definiva semplicemente l'indirizzo politico generale e il quadro giuridico di riferimento, mentre adesso a Roma veniva creato un tribunale permanente direttamente presieduto dallo stesso pontefice.
L'Inquisizione medievale
Per approfondire, vedi la voce Inquisizione medievale.
L'Inquisizione medievale ha origine con la nascita stessa dell'inquisizione e, come si è visto, si fa ufficialmente cominciare nel 1179 o 1184.
Nel 1179 il Concilio Lateranense III aveva stabilito il principio che le leggi dei principi e le punizioni corporali in esse previste potevano servire da deterrente nell'opera di riconversione alla fede cattolica.
Se fino a quel momento, infatti, la Chiesa si era limitata a definire quali proposizioni teologiche fossero eretiche e, al massimo, procedere alla scomunica, adesso si faceva carico ai vescovi di ricercare (inquisire appunto) esplicitamente gli eretici e processarli. In secondo luogo, se fino a quel momento la Chiesa era stata fortemente critica nei confronti delle punizioni corporali (la fede doveva essere persuasa non costretta), ora, invece, si auspicava che le legislazioni civili prevedessero pene per gli eretici e addirittura, il canone 27, già citato, chiedeva una vera e propria crociata contro i Catari.
Nel 1209 si scatenò una vera e propria persecuzione nel sud della Francia contro l'eresia catara (crociata contro gli Albigesi). Pare che in un solo anno furono uccise 20.000 persone e che lo stesso papa Innocenzo III, che in un primo momento aveva legittimato la crociata, abbia poi cercato di sedare gli eventi senza peraltro riuscirci.
Nel 1231 papa Gregorio IX, con la bolla Excommunicamus, affidò il compito dell'Inquisizione a dei giudici nominati e inviati da lui stesso che avevano, tra l'altro, il potere di deporre il vescovo qualora riscontrassero inefficienze nel suo operato. Il ruolo di giudice inquisitore così sottratto ai vescovi fu affidato, in un primo momento, a monaci cistercensi e poi a frati domenicani e francescani. Rivestì, ad ogni modo, un ruolo primario l'intervento imperiale (soprattutto con Federico II): l'eresia fu considerata reato di lesa maestà, in quanto sulla religione cattolica si fondava l'impero.
La predominante scelta a favore dell'Ordine dei domenicani, da poco fondato dallo spagnolo Domenico di Guzmán, era dovuta sia alla loro preparazione teologica (domenicano fu, ad es., Tommaso d'Aquino, il maggiore esponente della filosofia medievale), sia perché l'ordine domenicano da subito aveva avuto una dimensione europea; i frati domenicani, inoltre, a differenza dei vecchi ordini monastici, agivano soprattutto nelle città, dove i predicatori eretici svolgevano la loro opera.
La bolla Ad extirpanda, emessa il 15 maggio 1252 ad opera di papa Innocenzo IV, diede per la prima volta all'inquisitore la possibilità di avvalersi di un vero e proprio corpo di polizia e con la sua promulgazione lasciò all'inquisitore libera competenza e territorialità, nonché la scelta degli strumenti a disposizione per estorcere la confessione eretica, fra cui la tortura.
L'esperienza dell'inquisizione medievale si concluse intorno alla metà del Trecento.
L'Inquisizione medievale operò soprattutto nel sud della Francia e nel nord Italia, cioè nelle due aree dov'erano maggiormente presenti Catari e Valdesi. In Spagna fu presente nel regno di Aragona, ma non nel regno di Castiglia. Nel resto d'Europa non sembra abbia avuto una particolare incisività, anche se si estese alla Germania, dove sarà fatta propria dai riformisti di Lutero, e in Scandinavia.
[modifica] L'Inquisizione spagnola
Goya, scena di inquisizione
Per approfondire, vedi la voce Inquisizione spagnola.
L'Inquisizione spagnola nacque nel 1478 per iniziativa di Ferdinando II d'Aragona e Isabella di Castiglia e fu ufficializzata da una bolla di Papa Sisto IV. A differenza dell'inquisizione medievale, qui gli Inquisitori dipendevano dalla corona spagnola e non dal Papa. Loro compito principale (almeno inizialmente) fu occuparsi degli Ebrei convertiti al cristianesimo, i cosiddetti conversos (appunto convertiti) o marrani. Dalla penisola iberica i tribunali dell'Inquisizione passarono ai possedimenti spagnoli nel mondo (Sicilia, Sardegna e poi Messico, Lima, Cartagena des Indias). Dato che gli Inquisitori potevano agire in tutti i territori dell'Impero, mentre i giudici ordinari dipendevano dai singoli stati e non potevano valicarli, i re spagnoli col tempo trasformarono l'apparato dell'Inquisizione in una specie di polizia segreta internazionale col compito di prevenire possibili colpi di stato.
All'interno di questa Inquisizione gli storici distinguono 4 momenti:- Nascita (1478-1530): periodo di intensa attività e pene severe; obiettivo principale i conversos (gli ebrei convertiti), gli eretici e i focolai protestanti dell'Università di Alcalà de Henares e di Siviglia.
- Decadenza (1530-1640): eccetto una recrudescenza sotto il regno di Filippo II, questo periodo fu caratterizzato da una notevole diminuzione del numero di processi; obiettivo principale furono i nuovi convertiti al Cristianesimo e la censura dei libri; agli inquisitori fu anche chiesto di sorvegliare l'attività degli stranieri sospettati di crimini ideologici.
- Rinascita (1640-1660): le fonti testimoniano un aumento del numero di processi.
- Dissoluzione (1668-1820): in quest'ultimo periodo il tribunale si limitò a coartare la libertà di espressione e a impedire la propagazione di idee ritenute eccessivamente progressiste.
[modifica] L'inquisizione portoghese
Per approfondire, vedi la voce Inquisizione portoghese.
Nata nel 1536 su richiesta del re João III, nei primi tre anni di attività essa rimase sotto il controllo del papa, ma nel 1539 il re nominò inquisitore maggiore suo fratello don Enrique e infine, nel 1547, il papa accettò ufficialmente che l'Inquisizione dipendesse dalla corona come accadeva in Spagna. Nel 1560 inquisitori portoghesi giunsero nella città indiana di Goa e nella restante parte dei possedimenti portoghesi in Asia. Obiettivo primario di questa Inquisizione asiatica erano i convertiti al cristianesimo dall'induismo. L'Inquisizione portoghese fu abolita dalle Corti Generali nel 1821.
[modifica] L'Inquisizione romana (o Sant'uffizio)
Per approfondire, vedi la voce Sant'Uffizio.
La "Congregazione della Sacra Romana e Universale Inquisizione" fu creata nel 1542 da papa Paolo III con la bolla Licet ab initio. Consisteva di un collegio permanente di cardinali e altri prelati dipendente direttamente dal papa: il suo compito esplicito era mantenere e difendere l'integrità della fede, esaminare e proscrivere gli errori e le false dottrine. A questo scopo fu anche creato l'Index librorum proibitorum. Il raggio d'azione degli inquisitori romani comprendeva tutta la Chiesa cattolica, ma la sua concreta attività, fatta eccezione per alcuni casi (come quello del cardinale inglese Reginald Pope), si restrinse quasi solo all'Italia Tra i processi famosi celebrati da questo tribunale, quello a carico di Giordano Bruno e il processo a Galileo Galilei.
Delle Inquisizioni nate a partire dal Medioevo è l'unica ancora oggi esistente.
La caduta dello Stato pontificio con l'unità d'Italia privò l'Inquisizione delle funzioni repressive prima delegate al braccio secolare, riducendola ad apparato puramente censorio, attento soprattutto a vietare la circolazione di prodotti culturali che l'apparato ecclesiastico considerava contrari alla propria etica.
Essa non è stata tuttavia abolita: la Romana e Universale Inquisizione fu rinominata in Sacra Congregazione del Sant'Uffizio il 29 giugno 1908 da Papa Pio X. Il 7 dicembre 1965 Papa Paolo VI ne cambiò il nome in Congregazione per la dottrina della fede ridefinendone i compiti.
Papa Giovanni Paolo II (che in un discorso dell'8 marzo 2000 ha chiesto perdono a nome della chiesa per i peccati dei suoi appartenenti anche riguardo all'Inquisizione) ne ha ridefinito i compiti - promuovere e tutelare la dottrina della fede e dei costumi cattolici - ponendovi a capo nel 1981 Joseph Alois Ratzinger, l'attuale papa Benedetto XVI.
Due casi famosi (e complessi)
Parlando di Inquisizione, si fa spesso riferimento a due vicende che hanno calamitato e continuano a calamitare l'attenzione di larghi strati dell'opinione pubblica: di esse si fa in questa sede qualche cenno, rinviando per il resto alle specifiche voci.
La caccia alle streghe
Per approfondire, vedi la voce Caccia alle streghe.
Un capitolo a parte nella storia del tribunale dell'Inquisizione è rappresentato dalla cosiddetta «caccia alle streghe»: l'Inquisizione, come sì è detto, era nata per riportare gli eretici nel solco della «vera fede» e fu solo con papa Giovanni XXII (1316-1334) che la competenza degli inquisitori venne estesa alle persone sospettate di compiere atti di stregoneria.
Due inquisitori domenicani, inviati del papa Innocenzo VIII in Germania, Heinrich Institor (Krämer) e Jakob Sprenger per venire incontro alle richieste dei loro colleghi approntarono un manuale che conteneva tutte le informazioni utili per riconoscere, interrogare e punire streghe e stregoni. L'opera, pubblicata a Strasburgo nell'inverno tra il 1486 e il 1487 aveva un titolo altisonante Malleus maleficarum (Il martello delle malefiche) e, dato per noi significativo, fu un vero best seller, ristampato per ben 34 volte fino al 1669 senza mai lamentare una diminuzione nella richiesta da parte del pubblico e arrivando a una tiratura, per quei tempi assolutamente eccezionale, di 35.000 copie.
Molti studiosi hanno affrontato l'argomento e hanno discusso, nel tentativo di determinare delle stime accettabili e condivise sul numero delle vittime della caccia alle "streghe" durante i due secoli in cui sia i tribunali dell'Inquisizione che quelli della Riforma le condussero al rogo. Le cifre che si ipotizzano in ordine alle vittime della persecuzione vanno considerate come ordini di grandezza e spesso sono oggettivamente influenzate dalle opinioni e dalle collocazioni culturali degli autori che le hanno determinate: le ipotesi minime parlano di circa 110.000 processi e 60.000 esecuzioni[1], mentre a risultati notevolmente inferiori si collocano pochi autori[2] (per misurare l'incidenza del numero delle vittime bisognerebbe poi raffrontarla con la popolazione europea di quei tempi). Le vittime furono per l'80% donne.
Il processo a Galileo
Il processo
Goya, Galileo sotto l'Inquisizione
Dopo anni di osservazioni e studi Galilei credette di avere trovato la prova inconfutabile della teoria copernicana e su di essa imperniò la sua opera più nota: Dialogo sopra i Massimi Sistemi. Fu il papa Urbano VIII (al secolo cardinale Maffeo Barberini), di idee progressiste che, appena eletto al soglio pontificio l'aveva voluto ospite a Roma per discutere di astronomia, che propose di modificare il titolo dell'opera (Galilei pensava a "Delle maree") in Dialogo sopra i due massimi sistemi così da far capire al pubblico largo come quella copernicana fosse solo una mera ipotesi. Nonostante la pubblicazione del libro fosse stata autorizzata dai preposti Organi censori, a seguito dell'uscita dell'opera e del grande successo dalla stessa riscosso, il 28 settembre 1632 il Sant'Uffizio emette la citazione di comparizione di Galileo a Roma.
Galileo arrivò a Roma il 13 febbraio e fu ospitato dall'ambasciatore Niccolini, a Villa Medici. Per due mesi non ebbe notizie dagli inquisitori e in quelle more l'ambasciatore cercò di ottenere che Galileo, sofferente di artrite, potesse, anche durante il processo, rimanere presso l'ambasciata toscana, ma non gli venne concesso: dovette rimanere carcerato, anche se trattato con riguardo, nel Palazzo del Sant'Uffizio, dove il 12 aprile si presentò per la prima volta davanti all'inquisitore Vincenzo Maculano. Inoltre, in una riunione riservata tenuta il 16 giugno dagli inquisitori in presenza del papa, si decise di utilizzare anche la tortura pur di far confessare Galileo, anche se non vi sono riscontri sul fatto che nei suoi confronti si sia andati oltre la minaccia.
La condanna di Galilei era scontata ed aveva un indubbio valore dimostrativo.
La condanna
Dal testo ufficiale della sentenza di condanna contro Galilei si legge che, in quanto riconosciuto colpevole di eresia, potrà essere assolto dal sant'Uffizio «pur che prima, con cuor sincero e fede non finta, avanti di noi abiuri, maledichi e detesti li sudetti errori e eresie, e qualunque altro errore e eresia contraria alla Cattolica e Apostolica Chiesa, nel modo e forma da noi ti sarà data. E acciocché questo tuo grave e pernicioso errore e transgressione non resti del tutto impunito, e sii più cauto nell'avvenire e essempio all'altri che si astenghino da simili delitti. Ordiniamo che per publico editto sia proibito il libro de' Dialoghi di Galileo Galilei. Ti condaniamo al carcere formale in questo S.o Off.o ad arbitrio nostro; e per penitenze salutari t'imponiamo che per tre anni a venire dichi una volta la settimana li sette Salmi penitenziali: riservando a noi facoltà di moderare, mutare o levar in tutto o parte, le sodette pene e penitenze»
[modifica] Riflessioni di ordine storico
I metodi "legittimi" dell'Inquisizione
Nel diritto premoderno la tortura era normalmente ammessa, basti pensare che ancora nel Settecento illuminista Pietro Verri (uno dei fondatori del primo giornale italiano, Il Caffè), nel suo trattato Sulla tortura tentava di dimostrare la disumanità di una pratica allora ancora largamente diffusa nei tribunali di tutta Europa, e qualche anno più tardi Alessandro Manzoni inserirà alla fine dei Promessi sposi la Storia della colonna infame, un breve saggio da cui, nelle intenzioni dell'autore, si doveva evincere in maniera chiara l'insensatezza di uno strumento di accertamento come la tortura.
In pieno XIII secolo, pertanto, i Tribunali dell'Inquisizione, sul modello dei contemporanei tribunali civili, potevano ricorrere alla tortura e la cosa non scandalizzava nessuno. Sarà con personaggi illuminati come Bernard de Guy che si cominceranno a porre limiti a una tale pratica, tant'è che, facendo riferimento alla mentalità allora dominante, si parla addirittura di "legittimi" metodi dell'Inquisizione[3].
[modifica] Poteri dell'Inquisizione e suoi rapporti col potere laico
Se, nel corso di un processo contro un eretico, l'inquisito (il termine moderno deriva proprio dall'uso medievale) accettava subito di ritrattare poteva - di norma - non subire alcuna grave conseguenza: l'indagato confessava la propria colpa (vera o presunta) gli si faceva dichiarare pubblicamente il proprio errore, la volontà di non ripeterlo per il futuro e l'impegno a denunciare al Santo Uffizio eventuali eresie di cui fosse venuto a conoscenza (la cosiddetta abiura).
In caso contrario l'ufficiale inquisitore minacciava la tortura e, di fronte a un ulteriore diniego, procedeva alle vie di fatto.
Se l'imputato, nonostante tutto, persisteva, allora il Tribunale dichiarava la propria incapacità a ricondurre l'eretico dentro i confini della Chiesa e lo affidava al tribunale civile che ne aveva la giurisdizione (si tenga presente che il diritto medievale non distingueva fra reato e peccato): ciò in quanto il Tribunale dell'Inquisizione non ebbe mai il potere di eseguire direttamente condanne a morte né al carcere, e quest'onere era rimesso al "braccio secolare".
Tale situazione creò un rapporto di reciproco compromesso per cui la Chiesa aveva bisogno del potere civile per eseguire le condanne corporali (non per nulla si cominciò a parlare, appunto, di braccio secolare) e il potere politico, spesso, utilizzò la copertura dei Tribunali dell'Inquisizione per dare una veste di legittimità ideale alle proprie campagne repressive.
[modifica] Fare oggi Storia dell'Inquisizione
Oggi, dopo secoli di reciproca delegittimazione e accuse, il rapporto fra cultura laica e cultura cattolica ha fatto notevoli passi in avanti e commissioni miste di laici e cattolici si sono confrontate in anni recenti su questioni delicatissime (ad es. il caso Galilei). Sono lontani gli anni in cui su certi temi scattava la pregiudiziale ideologica.
Eppure ancora oggi non è infrequente sentire affermazioni non propriamente precise sotto il profilo storico come, ad es., che Giordano Bruno sia stato condannato a morte dall'Inquisizione, mentre sotto il profilo strettamente giuridico i tribunali dell'Inquisizione non ebbero mai il potere di eseguire condanne a morte né al carcere. E tuttavia, se è vero che l'Inquisizione non aveva il potere di condannare a morte (oggi diremmo che c'era un «difetto di competenza»), è chiaro che se un Tribunale ecclesiastico riconosceva l'eresia dell'imputato e lo consegnava al «braccio secolare» - anche se costui avesse abiurato (anzi, in tal caso avrebbe egli stesso riconosciuto il suo «errore») - il malcapitato era sicuro di andare incontro alla morte, stante il fatto che l'eresia era ad un tempo un peccato ed un reato.
L'Inquisizione fu perciò certamente responsabile della morte di migliaia di persone nel corso dei secoli e ancora oggi è sinonimo di strumento di coercizione del pensiero in tutte le sue forme proprio perché le vittime dei suoi tribunali avevano l'unica colpa di essere dei diversi.
Eppure, durante i secoli della sua attività, si è affermato un principio fondamentale per la nostra civiltà giuridica. Per quanto poco rilevato nei manuali, fu grazie all'Inquisizione che si affermò il principio che la giustizia non deve servire ad esercitare la vendetta dello Stato contro il crimine, ma deve tendere al recupero del reo (magari utilizzando pene alternative al carcere).
Proprio perché i giudici dell'inquisizione non avevano il potere di condannare né a morte né al carcere (lo spirito dell'Inquisizione all'origine non era punitivo, ma tentare di riconvertire) non è infrequente imbattersi in documenti nei quali l'inquisito viene condannato a fare un salutifero viaggio in Terrasanta od a servire per un certo periodo nelle mense dei poveri o, come nel caso di Galilei, a recitare preghiere per un certo numero di settimane.
Ma è fuori dubbio che - per altro verso - ci sono voluti secoli (e forse non ne siamo ancora del tutto fuori) per rimuovere la filosofia di fondo che presiedeva al giudizio inquisitorio: la pretesa di giudicare l'opinione, l'idea, la credenza di un uomo (l'inquisitore metteva sotto processo l'anima dell'inquisito).
sigpic"Ooh amore ooh amante
Che fai stasera ragazzo?
Tutto va bene, solo tienimi stretto
Questo perché sono un buon amante vecchio stampo"
Così non capisce. Devi dire "Conan, hai rotto er *****!" (Sergio cit.)
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Originariamente Scritto da Conan Visualizza MessaggioChi le ha scritte queste troiate??? il Cristianesimo è diventato importante quando ha acquisito potere temporale ed ha iniziato a trucidare le persone....
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Gabriele sei un ragazzo intelligente ma non so come fai ad ostinarti a dire che la Chiesa ha portato maore cristiano quando ha portato solo l'oscurantismo.....
Ricordati che siamo passati dall'impero romano, dove un barbaro poteva meritrocaticamente divenire imperatore al Medioevo Cristinao dove i nobili feudatari si alzavano alle 5 del mattino per pregare, poi andavano a caccia e nel pomeriggio dopo un'altra messa si azzuffano tra loro in giostre e giochi talvolta mortale quando si era in tempo di pace altrimenti si abdava a combatrre contro un qualche nemico.....ricordati che i primi fondamentalisti religiosi della storia, i primi fanatici sono stati proprio i cristiani che hanno massacrato, sturpato, sgozzato, fatto guerre, sfruttato gente nel nome del proprio Dio.....
I Papi hanno proclamato guerre in terra santa, hanno comandato l'eliminazione dei Catari (30.000 sgozzati in un giorno compresi donne e bambini nel sud della francia), hanno rinchuso nei ghetti gli ebrei quando non li uccidevano, hanno venduto le indulgenze e con i soldi si costruivano harem di lusso con fanciullini e belle donne (provocando la rabbia di Lutero ed il secondo scisma)....ma ti rendi conto che la Chiesa Cattolica è indifendibile??? che troppe colpe ha addosso e che in in confronto l'Islam è una religione di chierichetti?sigpic"Ooh amore ooh amante
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Conan con tutto il rispetto ma la tua visione della cosa è un pò semplicistica, oltretutto non tiene conto si moltre a ltre cose a favore della civiltà cristiana ed a sfavore delle altre.
Se oggi puoi stare comomdamente seduto al pc ad infangare la chiesa. lo stato, la società ecc è perchè il nostro grado di libertà conquistata è dato anche in parte dall' evoluzione del pensiero cristiano.Originariamente Scritto da gorgoneè plotino la chiave universale per le vagineOriginariamente Scritto da gorgonesecondo me sono pazzi.
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Originariamente Scritto da gabriele81 Visualizza MessaggioIl Cristianesimo era già la prima religione dell'Impero alla fine del III secolo.La sua ufficializzazione fu conseguente alla grande diffusione. Il potere temporale è iniziato sei-otto secoli dopo Cristo, a seconda dell'evento che vuoi prendere come inizio formale dello stesso.Tu neghi la storia e non so su quale basi. Sono argomenti complessi e non basta leggere wikipedia e fare copia/incolla dai siti. Le troiate semmai le scrivi te visto che ti ho spiegato la diversa genesi di islam e cristianesimo, mentre tu hai risposto in questo modo puerile.sigpic"Ooh amore ooh amante
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Grazie di avermi fatto l'ennesimo copia/incolla. Sono argomenti che già conosco e li ho studiati su testi veri. Cmq se avessi letto meglio non avresti incollato questo:
"Eppure ancora oggi non è infrequente sentire affermazioni non propriamente precise sotto il profilo storico come, ad es., che Giordano Bruno sia stato condannato a morte dall'Inquisizione, mentre sotto il profilo strettamente giuridico i tribunali dell'Inquisizione non ebbero mai il potere di eseguire condanne a morte né al carcere. E tuttavia, se è vero che l'Inquisizione non aveva il potere di condannare a morte (oggi diremmo che c'era un «difetto di competenza»), è chiaro che se un Tribunale ecclesiastico riconosceva l'eresia dell'imputato e lo consegnava al «braccio secolare» - anche se costui avesse abiurato (anzi, in tal caso avrebbe egli stesso riconosciuto il suo «errore») - il malcapitato era sicuro di andare incontro alla morte, stante il fatto che l'eresia era ad un tempo un peccato ed un reato.
L'Inquisizione fu perciò certamente responsabile della morte di migliaia di persone nel corso dei secoli e ancora oggi è sinonimo di strumento di coercizione del pensiero in tutte le sue forme proprio perché le vittime dei suoi tribunali avevano l'unica colpa di essere dei diversi.
Eppure, durante i secoli della sua attività, si è affermato un principio fondamentale per la nostra civiltà giuridica. Per quanto poco rilevato nei manuali, fu grazie all'Inquisizione che si affermò il principio che la giustizia non deve servire ad esercitare la vendetta dello Stato contro il crimine, ma deve tendere al recupero del reo (magari utilizzando pene alternative al carcere).
Proprio perché i giudici dell'inquisizione non avevano il potere di condannare né a morte né al carcere (lo spirito dell'Inquisizione all'origine non era punitivo, ma tentare di riconvertire) non è infrequente imbattersi in documenti nei quali l'inquisito viene condannato a fare un salutifero viaggio in Terrasanta od a servire per un certo periodo nelle mense dei poveri o, come nel caso di Galilei, a recitare preghiere per un certo numero di settimane."
Circa l'Inquisizione i numeri sono stati ridotti dai 200.000 ritenuti prima del Simposio da te citato (1998) a 35.000 e adesso si stanno riducendo ulteriormente a causa della scoperta di molti documenti falsi e testimonianze inesatte. Probabilmente si arriverà a 20.000 morti dalla fine del XII sec al 1820, la maggior parte dei quali nel XVI secolo (controriforma).
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Originariamente Scritto da Leonida Visualizza MessaggioConan con tutto il rispetto ma la tua visione della cosa è un pò semplicistica, oltretutto non tiene conto si moltre a ltre cose a favore della civiltà cristiana ed a sfavore delle altre.
Se oggi puoi stare comomdamente seduto al pc ad infangare la chiesa. lo stato, la società ecc è perchè il nostro grado di libertà conquistata è dato anche in parte dall' evoluzione del pensiero cristiano.sigpic"Ooh amore ooh amante
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Originariamente Scritto da gabriele81 Visualizza MessaggioGrazie di avermi fatto l'ennesimo copia/incolla. Sono argomenti che già conosco e li ho studiati su testi veri. Cmq se avessi letto meglio non avresti incollato questo:
"Eppure ancora oggi non è infrequente sentire affermazioni non propriamente precise sotto il profilo storico come, ad es., che Giordano Bruno sia stato condannato a morte dall'Inquisizione, mentre sotto il profilo strettamente giuridico i tribunali dell'Inquisizione non ebbero mai il potere di eseguire condanne a morte né al carcere. E tuttavia, se è vero che l'Inquisizione non aveva il potere di condannare a morte (oggi diremmo che c'era un «difetto di competenza»), è chiaro che se un Tribunale ecclesiastico riconosceva l'eresia dell'imputato e lo consegnava al «braccio secolare» - anche se costui avesse abiurato (anzi, in tal caso avrebbe egli stesso riconosciuto il suo «errore») - il malcapitato era sicuro di andare incontro alla morte, stante il fatto che l'eresia era ad un tempo un peccato ed un reato.
L'Inquisizione fu perciò certamente responsabile della morte di migliaia di persone nel corso dei secoli e ancora oggi è sinonimo di strumento di coercizione del pensiero in tutte le sue forme proprio perché le vittime dei suoi tribunali avevano l'unica colpa di essere dei diversi.
Eppure, durante i secoli della sua attività, si è affermato un principio fondamentale per la nostra civiltà giuridica. Per quanto poco rilevato nei manuali, fu grazie all'Inquisizione che si affermò il principio che la giustizia non deve servire ad esercitare la vendetta dello Stato contro il crimine, ma deve tendere al recupero del reo (magari utilizzando pene alternative al carcere).
Proprio perché i giudici dell'inquisizione non avevano il potere di condannare né a morte né al carcere (lo spirito dell'Inquisizione all'origine non era punitivo, ma tentare di riconvertire) non è infrequente imbattersi in documenti nei quali l'inquisito viene condannato a fare un salutifero viaggio in Terrasanta od a servire per un certo periodo nelle mense dei poveri o, come nel caso di Galilei, a recitare preghiere per un certo numero di settimane."
Circa l'Inquisizione i numeri sono stati ridotti dai 200.000 ritenuti prima del Simposio da te citato (1998) a 35.000 e adesso si stanno riducendo ulteriormente a causa della scoperta di molti documenti falsi e testimonianze inesatte. Probabilmente si arriverà a 20.000 morti dalla fine del XII sec al 1820, la maggior parte dei quali nel XVI secolo (controriforma).sigpic"Ooh amore ooh amante
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Comunque ci rinuncio....Carlo Marx aveva ragione: le religioni sono l'oppio dei popoli.....ti fanno il lavaggio del cervello, ti fanno credere cose che non esistono, ti rimbambiscono al punto di uccidere per il proprio Dio....
E poi volete venirme veramente a raccontare che la madonna è vergine, che c'è stato il diluvio con l'arca, che a mosè sul sinai dio ha scolpito sulla pietra i comandamente col fuoco, che gesù è morto e risorto dopo tre gionri, che resuscitò lazzaro e moltiplico pane e pesce, che mosè aveva un bastone donatogli da dio che si trasformava in serpente oppure capace di aprire il mar rosso, che sansone senza i capelli non era più l'uomo più forte del mondo....ma sapete che vi dico credeteci voi a queste dicerie medioevali che io credo a quello che ho davanti agl'occhi ovvero che nel 2006 ancora c'è gente che dsi fa infinocchiare da queste legende e che per esse litiga o addirittura ammazza....sigpic"Ooh amore ooh amante
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Originariamente Scritto da Conan Visualizza MessaggioAh ah ah ma ti rendi conto di quello che dici???L'Impero Romano era anni luce avanti da questo punto di vista....il pensiero cristiano ci ha fatto sprofondare nella primitività del Medioevo.....ci ha fatto tornare indietro di mille anni quasi ai tempi della pietra il cristianesimo e stiamo qui ancora a decantarlo: il cristianesimo vero è quello di Gesù, ovvero voto di povertà, umiltà, uguaglianza fra tutti i popoli ed amore verso il prossimo non certo il razzismo, la perfidia, gli interessi economici, la lussuria, la corruzzione del Vaticano e della Chiesa!
Conan , sempre con rispetto, ti dico che, ancora , la tua visione impero= luce , medioevo = tenebre è da un pò superata dagli storici e questa non era altro che la visione idoelogica che ne ebbero gli umanisti per ricollegarsi ad un tempo " milgiore" , cioè quello dell' impero, superando quello recente, il medioevo.
Ora tu hai le tue ragioni , peraltro per nulla originali, ma abusatissime, ma ignori volutamente gli apporti benefici della civiltà cristiana al nostro mondo, e poi ignori che l' impero non fu proprio chissà quale esempio di libertà, dimentichi che solo i cittadini romani avevano uno status giuridico accettabile, ceh i servi non erano considerate perosne ma animale dotati di voce e tante altre cose, rivolte spente nel sangue , guerre civili, la res publica a puttane, intellettuali uccisi dai principi ecc
dunque una visione più equilibrata non sarebbe male!
non dimentichaimoci nemmeno che se non fosse stato per i monaci nulla , forse solo quello preservato dagli arabi, ci sarebbe stato tramandato della cultura classica...(Aristotele, Platone , Virgilio ecc....)Originariamente Scritto da gorgoneè plotino la chiave universale per le vagineOriginariamente Scritto da gorgonesecondo me sono pazzi.
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