Originariamente Scritto da VINICIUS
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Io credo, o almeno mi auguro, che al di là di ogni difficoltà che possa sorgere circa la vita familiare, ciascuno di voi si auguri che la nostra società sia edificata da famiglie salde e felici di esserlo. Io temo che alcuni nei loro ragionamenti vadano oltre la necessità giuridica di garantire anche a chi vive diversamente la propria sessualità e intendano affermare l'indifferenza nel campo dei valori.
So perfettamente che è ardua la fatica di affascinare i giovani a queste idee anche perchè esiste, e a volte ho l'impressione che anche alcuni di voi siano da questa parte, uno sforzo ideologico che tende ad affascinare anche le persone etero al gusto di altre forme di sessualità ritenendolo come legittimo e rispondente ad autentiche esigenze. Una cosa è la situazione di alcuni che relamente hanno problemi nell'orientamento della loro sessualità e io sono convinto che alla fine molte di queste ci soffrono pure per questo ; altra cosa è l'atteggiamento di chi coltiva la cultura gay per farne uno status symbol.
So anche che a volte la pastorale della Chiesa fa ancora troppo poco per questo scopo..e questo è un dato da riconoscere e da farsi un mea culpa.
IO non mi permetto di giudicare coloro che si sentono gay sia fisicamente che psicologicamente. Non accetto l'atteggiamento di chi cavalca anche la difficoltà di queste persone e ha già contribuito molto a farne una cultura. Però è evidente che in questo caso non si può e non si potrà mai parlare di famiglia. Io credo che l'aspetto subdolo dei DICO non consista tanto nel regolamentare in qualche modo la situazione delle convivenze omossessuali ma sia nell'aver assimiliato questo tipo di convivenze a situazioni di necessità quali sono quelle dell'assistenza a parenti anziani o malati. Secondo me si tratta di questioni diverse sia dal punto di vista naturale, sia etico che giuridico che non possono essere regolamentate dalla stessa legge.
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