Cuore D'Atleta?

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  • GIULIO
    The D.I.L.F.
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    #16
    A me il medico chiese: le fa palestra? Ha il cuore inspessito e che batte più veloce del normale!
    In effetti mi cagai un pò addosso, ma mi spiegò che è normale per chi fa sforzi brevi ma intensi, mentre invece chi fa sforzi prolungati tipo il ciclismo ha il cuore che "impara" a battere più lentamente del normale

    Originariamente Scritto da Gandhi
    c'ha più zigomi che zinne dasha

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    • rocky 80
      Bodyweb Senior
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      #17
      Originariamente Scritto da GIULIO Visualizza Messaggio
      A me il medico chiese: le fa palestra? Ha il cuore inspessito e che batte più veloce del normale!
      In effetti mi cagai un pò addosso, ma mi spiegò che è normale per chi fa sforzi brevi ma intensi, mentre invece chi fa sforzi prolungati tipo il ciclismo ha il cuore che "impara" a battere più lentamente del normale
      quindi il cuore di mofica secondo l'attività fisica svolta?
      http://www.youtube.com/watch?v=yjPKP3Y5ZT8

      sigpic

      "Avrei potuto ucciderli tutti, avrei potuto uccidere anche te. In città la legge sei tu, qui sono io! Lascia perdere; lasciami stare o scateno una guerra che neanche te la sogni! "

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      • GIULIO
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        #18
        Esatto, in fondo anche il cuore è un muscolo no!?!
        Quindi a seconda di come e quanto sangue deve pompare si modifica

        Originariamente Scritto da Gandhi
        c'ha più zigomi che zinne dasha

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        • Wolver|ne
          James Howlett
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          #19
          Originariamente Scritto da spy Visualizza Messaggio
          LA PROSSIMA VOLTA MANDA DEI PVT DIRETTAMENTE A LORO!
          ho detto ANCHE da utenti cm ecc ecc.. sai leggere?

          la valenza del tuo post in un questo 3d quale sarebbe?


          ci sono tre modi per fare le cose, il modo giusto, il modo sbagliato e come le faccio io !

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          • max_power
            Low-Carb Moderator
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            #20
            Originariamente Scritto da rocky 80 Visualizza Messaggio
            quindi il cuore di mofica secondo l'attività fisica svolta?
            Logico.
            Max_power, The Sicilian Rock

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            • Wolver|ne
              James Howlett
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              #21
              cito un post molto interessante d gawain

              "L'allenamento coi pesi aumenta lo spessore del ventricolo sinistro (a causa dell'aumento di pressione dovuto alla manovra di Valsalva e dall'occlusione dei vasi sanguigni durante la contrazione muscolare)
              Ma si tratta di un'ipertrofia cosiddetta "concentrica",cioè non causata da patologie."

              qui allego un articolo pubblicato sù Olympian's News

              "L’ipertrofia del ventricolo sinistro è caratterizzata dall’ispessimento della parete del ventricolo a causa dell’ingrossamento delle fibre cardiache. Normalmente l’ipertrofia del ventricolo sinistro è causata da un aumento cronico della pressione ematica nel sistema. Può anche essere accompagnato da un improvviso o rapido guadagno di peso. L’ispessimento della parete del ventricolo sinistro dovuto al maggiore carico creato dalla maggiore resistenza vascolare può essere in parte considerato un adattamento di protezione. Oltre un certo limite, l’ipertrofia del ventricolo sinistro è un forte indice del rischio di problemi cardiovascolari.
              Durante l’allenamento pesante con i pesi, la pressione ematica del sistema aumenta attraverso quella che è definita la manovra valsalva. La manovra valsalva è semplicemente una espirazione forzata, con la bocca e il naso chiusi producendo una “depressione” dell’addome. La pressione aumenta anche a causa dell’occlusione dei vasi sanguigni durante la contrazione dei muscoli. Andrebbe detto che l’ipertrofia del ventricolo sinistro osservata nei bodybuilder e nei powerlifter si chiama “ipertrofia concentrica del ventricolo sinistro” che significa che è il risultato della contrazione contro un forte aumento della pressione nel sistema e non è stata considerata patologica. L’ipertrofia “eccentrica” del ventricolo sinistro è causata dagli incrementi costanti della pressione ematica non dovuta alla manovra valsalva ma invece all’ipertensione continua che costringe il ventricolo a espandersi contro una resistenza. Prima si pensava che l’aumento intermittente della pressione ematica causato dal sollevamento pesi pesante non fosse sufficiente per stimolare l’ipertrofia concentrica del ventricolo sinistro. Tutti i segni di ipertrofia concentrica del ventricolo di sinistra negli atleti di forza o nei bodybuilder erano considerati indici dell’uso degli steroidi anabolizzanti.
              Nello studio sopraddetto i ricercatori hanno identificato un’ipertrofia del ventricolo di sinistra di 13 mm od oltre non solo nei bodybuilder che usano gli steroidi anabolizzanti ma anche negli atleti natural. Benché sia stato mostrato che quelli che usavano gli steroidi anabolizzanti mostravano uno spessore del ventricolo significativamente maggiore, almeno un atleta natural era oltre la soglia dei 13 mm."
              Last edited by Wolver|ne; 13-02-2007, 22:01:16.


              ci sono tre modi per fare le cose, il modo giusto, il modo sbagliato e come le faccio io !

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              • Wolver|ne
                James Howlett
                • Feb 2006
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                #22
                Originariamente Scritto da rocky 80 Visualizza Messaggio
                quindi il cuore di mofica secondo l'attività fisica svolta?
                esatto,si adatta.

                io nemmeno sapevo di avere un IVS.


                ci sono tre modi per fare le cose, il modo giusto, il modo sbagliato e come le faccio io !

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                • Wolver|ne
                  James Howlett
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                  #23
                  articolo di NaturalMan

                  "E' ben noto come solo 6 settimane di moderato allenamento di endurance determinano un' ipertrofia e dilatazione del ventricolo sinistro, questi benefici cambiamenti esercizi-indotti scompaiono dopo 3 settimane dalla cessazione dell'attività fisica allenante (Shapiro & Smith 1983, Wight & Salem 1995). È quindi fisiologico ed efficace in termini di performance agonistica l'ipertrofia ventricolare sinistra del +45% nell'atleta rispetto al soggetto sedentario (Maron 1986), e la corrispettiva normale funzionalità diastolica (Finkelhor et al. 1986, Lewis et al. 1992, Yeater et al. 1996), in contrasto alle ipertrofie ventricolari sinistre patologiche quali ad esempio quelle indotte dall'ipertensione arteriosa."


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                  • keane
                    Bodyweb Advanced

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                    #24
                    Originariamente Scritto da tyler360 Visualizza Messaggio
                    bradicardico:
                    avere i battiti a riposo molto bassi
                    i ciclisti professionisti superano di poco i 30bpm


                    una condizione ottimale per l'atleta di resistenza è una frequanza di riposo bassa e una massimale piuttosto alta, anche se poi quella fondamentale è la soglia aerobica (in generale ricavabile come % della seconda ma non sempre)
                    io a riposo la mattina ho intorno ai 48 battiti


                    Originariamente Scritto da max_power
                    Tipico, è l'esplosione ormonale.

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                    • tyler360
                      Bodyweb Member
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                      • se non sono in vasca, in sella, in pista o in palestra dovrei essere al poli (mi)
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                      #25
                      Originariamente Scritto da keane Visualizza Messaggio
                      io a riposo la mattina ho intorno ai 48 battiti
                      dipende anche dall'età: se hai + di 25-30 anni e corri/pedali abbastanza spesso è normale
                      Originariamente Scritto da Greg Lemond
                      It never gets easier - you just go faster.

                      Originariamente Scritto da Vince Lombardi
                      Winning isn’t everything – it’s the only thing.

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                      • Wolver|ne
                        James Howlett
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                        #26
                        altro articolo molto interessante.

                        "Il cuore d'atleta (ipertrofia cardiaca da sport)"


                        Il cuore è un muscolo e, come tale, subisce delle variazioni come risposta funzionale alle sollecitazioni dell'allenamento. Grazie ai meccanismi del metabolismo proteico, in seguito a un allenamento costante si ha una prevalenza dell'anabolismo sul catabolismo, con conseguente ispessimento delle strutture fondamentali del muscolo, le miofibrille. Questo fenomeno investe essenzialmente tutti i muscoli coinvolti nell'esercizio fisico e, quindi, anche il cuore. È un risultato consolidato il fatto che,

                        indipendentemente dall'età e dal sesso, l'allenamento induce un aumento della dimensioni del cuore.

                        Molti studi hanno messo in evidenza che le differenze tra soggetti non allenati e atleti può raggiungere anche il 25% per quanto riguarda il volume del cuore. Inoltre

                        tale aumento delle dimensioni (ipertrofia cardiaca) è particolarmente evidente se l'esercizio fisico praticato ha caratteristiche aerobiche ed è di media o lunga durata (sport di resistenza).

                        L'effetto dello sport di resistenza è spiegabile dalla necessità di mantenere elevata, per un lungo periodo di tempo, la gittata cardiaca, a fronte di una pressione arteriosa di poco superiore a quella in condizioni di riposo. Questa esigenza richiede un aumento della gittata sistolica e, per far fronte a questa necessità, il fisico "risponde" con una aumento della cavità cardiaca. Questo fenomeno è facilmente quantificabile, in quanto è possibile dai dati ecocardiografici ricavare parametri significativi. Tra questi, alcuni sono utilizzati per quantificare l'ipertrofia: la massa del ventricolo sinistro (espressa in g), le dimensioni del ventricolo sinistro alla fine della diastole (in mm), la gittata pulsatoria (in ml), lo spessore della parete del ventricolo sinistro e lo spessore del setto (entrambi in mm).

                        Uno studio già del 1975 di Morganroth [1] ha confrontato i valori di questi parametri per sport diversi (corsa, nuoto, lottatori e lanciatori), confrontandoli con soggetti sedentari. I dati ottenuti sono estremamente indicativi: per esempio, negli atleti che praticano la corsa a livello mondiale la massa del ventricolo sinistro è stata misurata in 283 g, contro i 308 dei lanciatori e i 211 g dei sedentari. Gli sport di forza (lanciatori, lottatori) inducono un maggiore spessore del setto e della parete ventricolare (ipertrofia concentrica). Se invece gli spessori rimangono normali ma aumenta il volume delle cavità si parla di ipertrofia eccentrica, osservata in molti altri sport di resistenza [2].

                        L'ecocardiografia è un esame ripetibile che permette di monitorare il volume delle cavità cardiache durante tutto il corso di una stagione agonistica e durante i periodi di riposo. Infatti è stato messo in evidenza che

                        in seguito a una riduzione o all'interruzione dei carichi di allenamento, l'ipertrofia cardiaca si vanifica, riportando il cuore a dimensioni confrontabili con i soggetti sedentari.

                        Oltre a influire sulle dimensioni del cuore, l'allenamento induce altre modifiche, come l'aumento della capillarizzazione del tessuto cardiaco e un aumento del flusso coronarico. Le caratteristiche del cuore d'atleta possono essere spiegate da vari fattori: l'aumento della massa plasmatica e del contenuto intracellulare di RNA (che aumenta e ispessisce le miofibrille) e l'aumento delle dimensioni dei mitocondri.

                        L'ipertrofia del cuore di atleta è patologica? L'ipertensione è un fenomeno pericoloso per la salute del cuore ed è accompagnata da un aumento delle dimensioni del cuore stesso. Per questo motivo spesso si confonde (ma un medico non dovrebbe farlo!) l'ipertrofia del cuore di atleta con l'ipertrofia indotta dalla condizione patologica dell'ipertensione. Tuttavia vi sono due differenze fondamentali: l'aumento della pressione all'interno della cavità cardiaca e del postcarico nell'ipertrofia da ipertensione permane sempre e non è limitato al solo periodo dello sforzo muscolare. Inoltre nel caso dell'ipertrofia patologica tale aumento è decisamente più elevato.
                        Nel caso dell'ipertensione si osserva un assottigliamento delle pareti del cuore, che si indeboliscono sotto l'effetto della pressione sanguigna. Invece nel cuore d'atleta l'aumento della gittata cardiaca e le modifiche indotte in risposta all'allenamento lo rendono più efficiente e resistente a processi degenerativi o a condizioni di ischemia. In altre parole, non esiste alcuna prova sperimentale che il cuore d'atleta sia una condizione potenzialmente pericolosa, che sia cioè ai limiti di una condizione patologica o sia un fattore di rischio in un cuore sano. Si tratta quindi di una conferma di come di per sé l'esercizio fisico per un cuore sano non sia un pericolo, ma un modo per migliorare il suo funzionamento. Risulta però fondamentale la pratica sportiva previa la verifica non solo dell'assenza di patologie cardiache, ma anche di un basso rischio cardiovascolare.

                        [1] J. Morganroth et al: Comparative left ventricular dimensions in trained athletes, Ann. Intern. Med., pagg. 82-521, 1975.
                        [2] M. C. Milliken et al: Left ventricular mass by magnetic resonance imaging in male endurance athletes, Am. J. Cardiol., pagg. 62-301, 1988.


                        ci sono tre modi per fare le cose, il modo giusto, il modo sbagliato e come le faccio io !

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                          #27
                          Originariamente Scritto da Wolver|ne Visualizza Messaggio
                          altro articolo molto interessante.

                          "Il cuore d'atleta (ipertrofia cardiaca da sport)"


                          Il cuore è un muscolo e, come tale, subisce delle variazioni come risposta funzionale alle sollecitazioni dell'allenamento. Grazie ai meccanismi del metabolismo proteico, in seguito a un allenamento costante si ha una prevalenza dell'anabolismo sul catabolismo, con conseguente ispessimento delle strutture fondamentali del muscolo, le miofibrille. Questo fenomeno investe essenzialmente tutti i muscoli coinvolti nell'esercizio fisico e, quindi, anche il cuore. È un risultato consolidato il fatto che,


                          indipendentemente dall'età e dal sesso, l'allenamento induce un aumento della dimensioni del cuore.


                          Molti studi hanno messo in evidenza che le differenze tra soggetti non allenati e atleti può raggiungere anche il 25% per quanto riguarda il volume del cuore. Inoltre


                          tale aumento delle dimensioni (ipertrofia cardiaca) è particolarmente evidente se l'esercizio fisico praticato ha caratteristiche aerobiche ed è di media o lunga durata (sport di resistenza).


                          L'effetto dello sport di resistenza è spiegabile dalla necessità di mantenere elevata, per un lungo periodo di tempo, la gittata cardiaca, a fronte di una pressione arteriosa di poco superiore a quella in condizioni di riposo. Questa esigenza richiede un aumento della gittata sistolica e, per far fronte a questa necessità, il fisico "risponde" con una aumento della cavità cardiaca. Questo fenomeno è facilmente quantificabile, in quanto è possibile dai dati ecocardiografici ricavare parametri significativi. Tra questi, alcuni sono utilizzati per quantificare l'ipertrofia: la massa del ventricolo sinistro (espressa in g), le dimensioni del ventricolo sinistro alla fine della diastole (in mm), la gittata pulsatoria (in ml), lo spessore della parete del ventricolo sinistro e lo spessore del setto (entrambi in mm).

                          Uno studio già del 1975 di Morganroth [1] ha confrontato i valori di questi parametri per sport diversi (corsa, nuoto, lottatori e lanciatori), confrontandoli con soggetti sedentari. I dati ottenuti sono estremamente indicativi: per esempio, negli atleti che praticano la corsa a livello mondiale la massa del ventricolo sinistro è stata misurata in 283 g, contro i 308 dei lanciatori e i 211 g dei sedentari. Gli sport di forza (lanciatori, lottatori) inducono un maggiore spessore del setto e della parete ventricolare (ipertrofia concentrica). Se invece gli spessori rimangono normali ma aumenta il volume delle cavità si parla di ipertrofia eccentrica, osservata in molti altri sport di resistenza [2].

                          L'ecocardiografia è un esame ripetibile che permette di monitorare il volume delle cavità cardiache durante tutto il corso di una stagione agonistica e durante i periodi di riposo. Infatti è stato messo in evidenza che


                          in seguito a una riduzione o all'interruzione dei carichi di allenamento, l'ipertrofia cardiaca si vanifica, riportando il cuore a dimensioni confrontabili con i soggetti sedentari.


                          Oltre a influire sulle dimensioni del cuore, l'allenamento induce altre modifiche, come l'aumento della capillarizzazione del tessuto cardiaco e un aumento del flusso coronarico. Le caratteristiche del cuore d'atleta possono essere spiegate da vari fattori: l'aumento della massa plasmatica e del contenuto intracellulare di RNA (che aumenta e ispessisce le miofibrille) e l'aumento delle dimensioni dei mitocondri.

                          L'ipertrofia del cuore di atleta è patologica? L'ipertensione è un fenomeno pericoloso per la salute del cuore ed è accompagnata da un aumento delle dimensioni del cuore stesso. Per questo motivo spesso si confonde (ma un medico non dovrebbe farlo!) l'ipertrofia del cuore di atleta con l'ipertrofia indotta dalla condizione patologica dell'ipertensione. Tuttavia vi sono due differenze fondamentali: l'aumento della pressione all'interno della cavità cardiaca e del postcarico nell'ipertrofia da ipertensione permane sempre e non è limitato al solo periodo dello sforzo muscolare. Inoltre nel caso dell'ipertrofia patologica tale aumento è decisamente più elevato.
                          Nel caso dell'ipertensione si osserva un assottigliamento delle pareti del cuore, che si indeboliscono sotto l'effetto della pressione sanguigna. Invece nel cuore d'atleta l'aumento della gittata cardiaca e le modifiche indotte in risposta all'allenamento lo rendono più efficiente e resistente a processi degenerativi o a condizioni di ischemia. In altre parole, non esiste alcuna prova sperimentale che il cuore d'atleta sia una condizione potenzialmente pericolosa, che sia cioè ai limiti di una condizione patologica o sia un fattore di rischio in un cuore sano. Si tratta quindi di una conferma di come di per sé l'esercizio fisico per un cuore sano non sia un pericolo, ma un modo per migliorare il suo funzionamento. Risulta però fondamentale la pratica sportiva previa la verifica non solo dell'assenza di patologie cardiache, ma anche di un basso rischio cardiovascolare.

                          [1] J. Morganroth et al: Comparative left ventricular dimensions in trained athletes, Ann. Intern. Med., pagg. 82-521, 1975.
                          [2] M. C. Milliken et al: Left ventricular mass by magnetic resonance imaging in male endurance athletes, Am. J. Cardiol., pagg. 62-301, 1988.


                          Sì,anch'io sapevo così, non a caso quando mi allenavo per la maratona i lavori per la resistenza servivano ad ampliare il volume della cavità ventricolare, mentre i lavori più brillnati ed intervallati servono per aumentare spessore ed elasticità della parete come avviene in chi fa bb che è uno sforzo alternato.

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                          • Wolver|ne
                            James Howlett
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                            #28
                            Originariamente Scritto da Totaldemawesome Visualizza Messaggio
                            Sì,anch'io sapevo così, non a caso quando mi allenavo per la maratona i lavori per la resistenza servivano ad ampliare il volume della cavità ventricolare, mentre i lavori più brillnati ed intervallati servono per aumentare spessore ed elasticità della parete come avviene in chi fa bb che è uno sforzo alternato.
                            esatto,ipertrofia eccentrica e concentrica.


                            ci sono tre modi per fare le cose, il modo giusto, il modo sbagliato e come le faccio io !

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                            • spy
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                              • Mar 2003
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                              #29
                              Originariamente Scritto da Wolver|ne Visualizza Messaggio
                              ho detto ANCHE da utenti cm ecc ecc.. sai leggere?

                              la valenza del tuo post in un questo 3d quale sarebbe?
                              stavo scherzando



                              nella risposta veloce in basso non ci sono le animoction

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                              • rocky 80
                                Bodyweb Senior
                                • Apr 2005
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                                #30
                                Originariamente Scritto da Wolver|ne Visualizza Messaggio
                                altro articolo molto interessante.

                                "Il cuore d'atleta (ipertrofia cardiaca da sport)"


                                Il cuore è un muscolo e, come tale, subisce delle variazioni come risposta funzionale alle sollecitazioni dell'allenamento. Grazie ai meccanismi del metabolismo proteico, in seguito a un allenamento costante si ha una prevalenza dell'anabolismo sul catabolismo, con conseguente ispessimento delle strutture fondamentali del muscolo, le miofibrille. Questo fenomeno investe essenzialmente tutti i muscoli coinvolti nell'esercizio fisico e, quindi, anche il cuore. È un risultato consolidato il fatto che,


                                indipendentemente dall'età e dal sesso, l'allenamento induce un aumento della dimensioni del cuore.


                                Molti studi hanno messo in evidenza che le differenze tra soggetti non allenati e atleti può raggiungere anche il 25% per quanto riguarda il volume del cuore. Inoltre


                                tale aumento delle dimensioni (ipertrofia cardiaca) è particolarmente evidente se l'esercizio fisico praticato ha caratteristiche aerobiche ed è di media o lunga durata (sport di resistenza).


                                L'effetto dello sport di resistenza è spiegabile dalla necessità di mantenere elevata, per un lungo periodo di tempo, la gittata cardiaca, a fronte di una pressione arteriosa di poco superiore a quella in condizioni di riposo. Questa esigenza richiede un aumento della gittata sistolica e, per far fronte a questa necessità, il fisico "risponde" con una aumento della cavità cardiaca. Questo fenomeno è facilmente quantificabile, in quanto è possibile dai dati ecocardiografici ricavare parametri significativi. Tra questi, alcuni sono utilizzati per quantificare l'ipertrofia: la massa del ventricolo sinistro (espressa in g), le dimensioni del ventricolo sinistro alla fine della diastole (in mm), la gittata pulsatoria (in ml), lo spessore della parete del ventricolo sinistro e lo spessore del setto (entrambi in mm).

                                Uno studio già del 1975 di Morganroth [1] ha confrontato i valori di questi parametri per sport diversi (corsa, nuoto, lottatori e lanciatori), confrontandoli con soggetti sedentari. I dati ottenuti sono estremamente indicativi: per esempio, negli atleti che praticano la corsa a livello mondiale la massa del ventricolo sinistro è stata misurata in 283 g, contro i 308 dei lanciatori e i 211 g dei sedentari. Gli sport di forza (lanciatori, lottatori) inducono un maggiore spessore del setto e della parete ventricolare (ipertrofia concentrica). Se invece gli spessori rimangono normali ma aumenta il volume delle cavità si parla di ipertrofia eccentrica, osservata in molti altri sport di resistenza [2].

                                L'ecocardiografia è un esame ripetibile che permette di monitorare il volume delle cavità cardiache durante tutto il corso di una stagione agonistica e durante i periodi di riposo. Infatti è stato messo in evidenza che


                                in seguito a una riduzione o all'interruzione dei carichi di allenamento, l'ipertrofia cardiaca si vanifica, riportando il cuore a dimensioni confrontabili con i soggetti sedentari.


                                Oltre a influire sulle dimensioni del cuore, l'allenamento induce altre modifiche, come l'aumento della capillarizzazione del tessuto cardiaco e un aumento del flusso coronarico. Le caratteristiche del cuore d'atleta possono essere spiegate da vari fattori: l'aumento della massa plasmatica e del contenuto intracellulare di RNA (che aumenta e ispessisce le miofibrille) e l'aumento delle dimensioni dei mitocondri.

                                L'ipertrofia del cuore di atleta è patologica? L'ipertensione è un fenomeno pericoloso per la salute del cuore ed è accompagnata da un aumento delle dimensioni del cuore stesso. Per questo motivo spesso si confonde (ma un medico non dovrebbe farlo!) l'ipertrofia del cuore di atleta con l'ipertrofia indotta dalla condizione patologica dell'ipertensione. Tuttavia vi sono due differenze fondamentali: l'aumento della pressione all'interno della cavità cardiaca e del postcarico nell'ipertrofia da ipertensione permane sempre e non è limitato al solo periodo dello sforzo muscolare. Inoltre nel caso dell'ipertrofia patologica tale aumento è decisamente più elevato.
                                Nel caso dell'ipertensione si osserva un assottigliamento delle pareti del cuore, che si indeboliscono sotto l'effetto della pressione sanguigna. Invece nel cuore d'atleta l'aumento della gittata cardiaca e le modifiche indotte in risposta all'allenamento lo rendono più efficiente e resistente a processi degenerativi o a condizioni di ischemia. In altre parole, non esiste alcuna prova sperimentale che il cuore d'atleta sia una condizione potenzialmente pericolosa, che sia cioè ai limiti di una condizione patologica o sia un fattore di rischio in un cuore sano. Si tratta quindi di una conferma di come di per sé l'esercizio fisico per un cuore sano non sia un pericolo, ma un modo per migliorare il suo funzionamento. Risulta però fondamentale la pratica sportiva previa la verifica non solo dell'assenza di patologie cardiache, ma anche di un basso rischio cardiovascolare.

                                [1] J. Morganroth et al: Comparative left ventricular dimensions in trained athletes, Ann. Intern. Med., pagg. 82-521, 1975.
                                [2] M. C. Milliken et al: Left ventricular mass by magnetic resonance imaging in male endurance athletes, Am. J. Cardiol., pagg. 62-301, 1988.
                                bell'articolo
                                http://www.youtube.com/watch?v=yjPKP3Y5ZT8

                                sigpic

                                "Avrei potuto ucciderli tutti, avrei potuto uccidere anche te. In città la legge sei tu, qui sono io! Lascia perdere; lasciami stare o scateno una guerra che neanche te la sogni! "

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