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giusto, speriamo sia così....
ma secondo te per quale motivo si incomincia a ricordare solo adesso, e come mai nei libri di scuola quasi nn se ne parla!?
la storia la fanno i vincitori......
quanti bambini alle medie studiando che Gilio Cesare stermino' 450.000 civili galli senza alcun motivo?
Originariamente Scritto da SPANATEMELA
parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
Originariamente Scritto da GoodBoy!
ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?
Ecco l'intervista a Giampaolo Pansa pubblicata su Libero del 12 ottibre 2003, in occasione della pubblicazione del suo libro Il sangue dei vinti, e delle polemiche innescate da Giorgio Bocca.
Giampaolo Pansa ci sei riuscito
Cosa intendi?
Sei il primo che spezza con scienza e determinazione un tabù
C'era un pezzo di storia mai raccontato. Che cos'è successo in Italia dopo il 25 aprile. E' una vita che mi preparo a scrivere senza errori, in modo chiaro
Ti appenderanno per i piedi
Non esagerare. Ma che mi saltino in testa ci spero. Almeno "Il sangue dei vinti" vende. Però è vero che è in corso, mentre ci parliamo, una guerra civile di parole o come scrive Mieli - "mentale". Se per caso Luciano Violante ridicesse ora quelle frasi piene di dignità sui "ragazzi di Salò" non lo inviterebbero più alle Feste dell' Unità. Mi hanno già detto che sono inopportuno eccetera. Ma noi siamo gente libera, no?
C'è una cosa fra le tante che ti ha colpito?
Il mistero della linea che separa la vita dalla morte. Si salvarono parecchi pezzi grossi della Repubblica Sociale. Ma poi scopro la vicenda di una madre di Torino. Aveva la colpa di un figlio arruolato con le camicie nere. Si nasconde dalle suore, non vuol dare notizie sul suo ragazzino. Ma ha i conigli sul balcone che non mangiano da tre giorni. Fa un salto a casa con l'erba. E lì una vicina fa la spia, arrivano i partigiani, vogliono sapere, lei nega e scappa. Inciampa. La mitragliano.
Hai trovato delle risposte sul perchè di questa furia assassina?
Cinque motivi 1 - La reazione di rabbia alla spietatezza nazista e al collaborazionismo. Normale e terribile sfogo pieno di sangue 2 - La vendetta, anche a freddo, per torti patiti. Roba di ogni ordine e grado. Collettive e private. Tu hai dato olio di ricino a mio padre? Ti faccio secco. 3 - Molti uccidevano, e qui siamo alla politica, nella convinzione che più fascisti elimini meno sarà possibile il loro ritorno ( ed è stata una feroce illusione: gli eredi del fascismo storico sono al governo ) 5 - La convinzione di sostituire un ceto dirigente con un altro, eliminando non solo i fascisti ma chiunque appartenesse a una classe sociale o a un sistema di idee diverso da quello comunista. E qui siamo al tentativo di far partire una seconda guerra civile, per dare una spallata a favore dei sovietici. Sapevano di Yalta, vedevano che c'era un esercito globale in Italia, di angloamericani, canadesi, polacchi, francesi, ebrei, marocchini, indiani, tutti meno quelli dell' Armata rossa. Bisognava creare le premesse perchè arrivassero le truppe di Stalin. A Cesena gli inglesi e specie i polacchi furono accolti malissimo dalle popolazioni. Si cercò di fare una guerra sotterranea, una presa di possesso di alcune province. Nel libro sono molto esplicito: Savona, perte dell' Emilia, la Romagna. Ben più del famoso triangolo rosso
Siamo agli omicidi selettivi. Migliaia di persone eliminate, possidenti, preti industriali..
Aggiungo il sindaco socialista, il pensatore liberale. E Togliatti lasciava fare. Intervenne più tardi. Ma quanto tardò. Lasciò fare fino al settembre del 1946. Altro che pochi giorni o qualche settimana. E non è solo questione del triangolo rosso ma del clima di terrore in intere province. Arrivò a Reggio Emilia e, in un incontro privato, convocò i sindaci del posto, più quelli di Modena e Bologna, e disse di smetterla con quel verminaio.
Altro che furia. Lì c'è l'ideologia. Una tecnica, quella della selezione dei nemici, poi freddati, applicata più tardi dalle Brigate rosse Individuo un legame tecnico...Le deduzioni ideologiche falle tu
Secondo te, come hanno vissuto gli autori di quei linciaggi, in fondo migliaia di assassini
Non ho voluto interrogarli. Sono vecchi. Non so come si può vivere senza rimorsi. Ma molti potrebbero girarla così: se sali sulla giostra di una guerra civile non ne scendi. Sarò un po' deteerminista, ma è difficile sottrarsi alla sequenza di male che c'è in una guerra civile. Un meccanismo fatale. Per cui non mi metto a giudicare. Non esiste la memoria condivisa, in Francia si litiga ancora su Robespierre, su Napoleone. E' inevitabile. Ma io devo rispettare la memoria degli altri, riconoscerla. E prima ancora: permettere che sia conosciuta. Ho voluto aprire una porta chiusa.
Come giudichi l' Italia di oggi?
Mi rassegno. Non raccolgo più i sacchetti di carta gettati dagli automobilisti. Prima li tiravo su e glieli ridavo. Non fermo più i motociclisti che vanno contromano. Quelli menano.
Dove sta una speranza, allora?
In qualche incontro davvero umano. O nella vecchiaia. Qui sta qualche chance di saggezza e di libertà.
Se il tuo ricordare è legato ad un colore politico, cioè io ricordo tali vittime perchè vittime del comunismo e le pongo come controaltare alle vittime del fascismo ,allora il to ricordo non ha senso. Potrei dirti che ogni sistema miete le sue vittime. Con le armi o senza. Se poi il tuo ricordare è un grido di condanna ad ogni guerra e ad ogni violenza che da secoli viene perpetrata in nome di nazionalismi , interessi economici , religiosi o personali, allora anche io voglio ricordare con te. E mi piace pensare che i morti caduti nelle foibe oggi vivono fianco a fianco in un mondo migliore e in assoluta concordia con le vittime dello sterminio nazista e della guerra in Bosnia.
Gia dovremmo ricordare ogni giorno quanto possiamo essere stupidi. peccato che non lo si faccia mai.
Nel mirino di Zagabria le espressioni che parlavano di "pulizia etnica"
Il presidente Stipe Mesic: "Parole che mi lasciamo costernato"
Foibe, l'ira della Croazia contro Napolitano
D'Alema: "E' presidente dell'Italia antifascista"
Il ministro degli Esteri ha convocato per domani alla Farnesina l'ambasciatore croato
Casini: "Se vuole portare il suo Paese in Europa vada a ripetizione dal nostro presidente"
Stipe Mesic
ZAGABRIA - "Mesic dovrebbe sapere che si
rivolge al Presidente dell'Italia democratica e antifascista". Il ministro degli Esteri, Massimo D'Alema, risponde così alle parole del presidente croato Stipe Mesic che ha attaccato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per le sue parole sulle foibe.
Il presidente croato si è detto oggi "costernato" dalle dichiarazioni del capo dello Stato che aveva parlato di "pulizia etnica". "Parole nelle quali è impossibile non intravedere elementi di aperto razzismo, revisionismo storico e revanscismo politico" si legge in un comunicato dell'Ufficio della presidenza della Repubblica di Croazia. Affermazioni che hanno provocato una dura presa di posizione da parte di tutto il mondo politico italiano e della stessa Farnesina.
"E' una reazione che stupisce e addolora in quanto immotivata". E' stato il commento del ministro degli Esteri Massimo D'Alema, che ha convocato per domani alla Farnesina l'ambasciatore croato. "Mesic - ha detto D'Alema - dovrebbe sapere che si rivolge al presidente dell'Italia democratica e antifascista". D'Alema ha sottolineato come la reazione di Mesic "appare tanto più sorprendente in quanto, a mio giudizio, non coglie le parole vere di Napolitano".
"L'Italia democratica ha più volte riconosciuto quanto sia stato grave ciò che ha fatto il fascismo nei Balcani. Parliamo di un grande paese - ha scandito il ministro degli Esteri rivolto a Mesic - che non ha mancato di denunciare gli orrori della guerra fascista nei Balcani... D'altro canto il Presidente croato dovrebbe sapere che molti degli uomini che poi hanno dato vita alle forze politiche democratiche del nostro paese, hanno combattuto a fianco dei partigiani jugoslavi e contro l'occupazione nazifascista".
Un discorso rivolto anche al futuro, alla prospettiva della riconciliazione. Al presidente Mesic, D'Alema ricorda ancora una volta "che l'Italia democratica e antifascista ha fatto i conti con il passato del suo paese, nello stesso tempo sente però il bisogno di dire la verità storica, anche sulle vittime innocenti italiane che ci furono, in quel tragico momento conclusivo della guerra e dell'immediato dopoguerra. Il riconoscimento di queste verità storiche è una condizione per un processo pieno di riconciliazione per il quale noi auspichiamo atti simbolici dei quali si era parlato nei giorni scorsi. Le parole di Napolitano - conclude quindi D'Alema - non si prestano ad equivoci".
Dal Quirinale nessuna presa di posizione ufficiale. Dal Colle trapelano solo poche parole: il presidente della Repubblica - si dice - ha condiviso pienamente le valutazioni espresse dal ministro degli Esteri Massimo D'Alema.
La parte del discorso che accende più polemiche in Croazia è quella in cui Napolitano parla dei fiumani e dei dalmati come vittime di un "moto di odio e di furia sanguinaria e di un disegno annessionistico slavo che prevalse nel Trattato di pace del 1947 e che assunse i sinistri contorni di una pulizia etnica". Una frase che, da parte di alcuni viene letta come una replica indiretta a Mesic che, in un'intervista alla Rai, aveva definito l'eccidio delle foibe "una reazione ai crimini fascisti".
Le parole di Mesic arrivano dopo giorni in cui l'insofferenza croata era montata. Più di un esponente politico, si era detto indignato e sorpreso dal tono e dalle parole del presidente della Repubblica. "E' difficile resistere all'impressione che si tratti di revisionismo e di revanscismo" spiegava al giornale Novi list un alto dirigente croato. Mentre Damir Kajin, deputato della Dieta democratica istriana si diceva preoccupato che un simile commento "sia arrivato da un presidente che proviene dalla sinistra".
Durissimo anche il Partito del diritto (schierato a destra): "Tenendo conto di tutto ciò che hanno fatto in Croazia e in altri paesi, gli italiani sono gli ultimi che possono dare lezioni su genocidi e pulizie etniche" attaccava il deputato Tonci Tadic. Un crescendo che oggi ha trovato il suo culmine con la scesa in campo, in prima persona, del presidente croato.
"Mesic ha offeso non solo il presidente Napolitano, cui va la nostra piena solidarietà, ma anche la verità storica. Le sue parole sono gravissime e inaccettabili, rischiano di allontanare la Croazia dall'Ue e rispondono solo a una logica ultranazionalista e revanscista indegna per il capo di uno stato di un paese democratico e amico dell'Italia". Lo afferma Gianfranco Fini, presidente di An ed ex ministro degli Esteri.
Anche il leader dell'Udc, Pierferdinando Casini, si schiera decisamente con il capo dello Stato, definendo "inaccettabili", le dichiarazioni di Mesic. L'ex presidente della Camera, ricorda che l'Italia in sede europea sostiene l'ingresso di Zagabria nell'Ue. "Proprio perché sosteniamo con convinzione questo ingresso - ha detto - non guardando ai revanscismi storici, ma guardando al futuro, tanto più dobbiamo dire che le parole di Mesic sono inaccettabili".
Infine un affondo: "Con tutto il rispetto, ritengo che il presidente Napolitano possa insegnare a Mesic le nozioni elementari di politica europea. Se Mesic vuole portare il suo Paese in Europa - ha concluso Casini - gli consiglio di andare a ripetizione dal Presidente Napolitano".
Il presidente del Consiglio ha replicato alle accuse di Stipe Mesic
nei confronti del Capo dello Stato: "Parole assolutamente ingiustificate"
Foibe, Prodi: "Abbiamo espresso
il nostro sdegno al premier croato"
Annullata su disposizione del ministro degli Esteri D'Alema la missione di domani in Croazia
Prodi e la moglie Flavia Franzoni in un momento del loro viaggio in India
CALCUTTA - "Abbiamo preso contatto con il primo ministro croato per esprimere il nostro sdegno per queste parole assolutamente ingiustificate". Lo ha detto Romano Prodi questa mattina a Calcutta, rispondendo a una domanda dei giornalisti sulla crisi apertasi tra Italia e Croazia dopo le parole di ieri del presidente della repubblica croato Stipe Mesic che accusava il presidente Napolitano, tra le altre cose, di "razzismo e revanscismo".
Il presidente del Consiglio ha definito l'intervento croato un colpo basso, "quasi un colpo a sorpresa". Ha poi sottolineato che le parole del presidente della repubblica croato sono "assolutamente ingiustificate" anche perchè "arrivano dopo un periodo di grande collaborazione dell'Italia con la Croazia".
Prodi ha infine ricordato di essersi personalmente speso nei mesi scorsi per aiutare la Croazia nel suo cammino di adesione verso l'Unione Europea. Una ragione in più quindi per essere "rimasto stupito per le parole del presidente della repubblica croata che, tra l'altro, non corrispondono allo spirito del popolo croato".
In seguito allo scontro innescato dalle dichiarazioni ostili di Mesic, il sottosegretario al ministero per gli Affari Esteri Vittorio Craxi informa che la sua missione in Croazia prevista per domani, mercoledì, è stata annullata su disposizione del ministro degli Affari Esteri Massimo D'Alema.
"Folleggiammo alquanto con altri viaggiatori della notte da autentici sbarazzini della strada. Poi decidemmo che era ora di eseguire il numero "Visita a sorpresa": un po' di vita, qualche risata..e una scorpacciata di ultraviolenza."
Ricordo le migliaia e migliaia di uomini, donne, anziani e bambini, lasciati morire nel buio di una foiba, seppelliti vivi tra i morti. Perché si risparmiassero le pallottole. Ricordo maestri, preti, soldati, operai, studenti seviziati e uccisi dalle milizie comuniste jugoslave nelle scuole, in strada, in chiesa, in casa propria. Cadaveri disseminati senza pietà lungo tutto il confine nord-orientale d'Italia. Ricordo giovani donne torturate con tenaglie roventi, rinchiuse in gabbie di ferro, stuprate ed esposte al ludibrio degli uomini di Tito. Ricordo quei carnefici ancora impuniti, prosciolti dall'accusa di sterminio per aver operato in territorio "extranazionale" o mai neanche processati. Ricordo la disperazione dei 350 mila esuli italiani di Fiume, dell'Istria, della Dalmazia. Costretti ad abbandonare le loro case, le loro terre, i loro ricordi radicati nei secoli. Ricordo migliaia di persone scomparse nel nulla che l'Italia, l'Europa ed il mondo hanno fatto finta di dimenticare. Ricordo il silenzio degli storici di partito e l'omissione complice della scuola pubblica italiana, perché le giovani generazioni non sapessero, perché non ricordassero. Il 10 febbraio di ogni anno, nel "Giorno del ricordo in memoria delle vittime delle foibe, dell'esodo giuliano - dalmata e delle vicende del confine orientale" io indosso il fiocco tricolore per tributare il mio riconoscimento a questi Figli d'Italia troppo a lungo dimenticati. Io ricordo. E tu?
http://www.10febbraio.it
bravo
chissà come mai l'opinione pubblica tende a sminuire tali atrocità passate...
"Avrei potuto ucciderli tutti, avrei potuto uccidere anche te. In città la legge sei tu, qui sono io! Lascia perdere; lasciami stare o scateno una guerra che neanche te la sogni! "
.......ci sono persone che provano a fare i conti col passato e altre che ne hanno vergogna e preferiscono chiudere gli occhi...uno di questi vigliacchi e Mesic .....
Originariamente Scritto da SPANATEMELA
parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
Originariamente Scritto da GoodBoy!
ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?
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