Originariamente Scritto da black_hawk
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viaggiare x sempre.........
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Originariamente Scritto da KURTANGLE Visualizza Messaggioehi prima di andare negli Usa informati se in zona c'è un bel parco per correre
muahahha
è certo!! và bhe ma gli usa hanno una densità di popolazione minore...magari faccio il Route66 di corsa
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anche a me da un po' alberga un omino nel cervello che mi dice di entrare nella protezione civile o emergency... solo che ho una paura fottuta di rimanerci secco... ogni volta che leggo Pappagalli Verdi di Gino Strada e arrivo a pagina 46 (la storia di Jon) mi vengono le lacrime.
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Originariamente Scritto da six00 Visualizza Messaggioe perchè dovrebbero cercare ingegneri e architetti?
per quanto riguarda viaggi di "piacere", una pazzia come questa la farei volentieri magari con un'alfetta giulietta
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Originariamente Scritto da KURTANGLE Visualizza Messaggioehi prima di andare negli Usa informati se in zona c'è un bel parco per correre
muahahhaOriginariamente Scritto da SeanBob è pure un fervente cattolico.
E' solo in virtù di questo suo essere del Cristo che gli perdono quei suoi certi amori per le polveri, il rock, la psicologia, la pornografia e pure per Sion.
Alice - How long is forever?
White Rabbit - Sometimes, just one second.
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se a qualcuno puo' interessare il pezzo di Pappagalli Verdi che citavo prima è questo...
Merja, Kate, Elizabeth e qualcun altro sono nel cortile dell'ospedale, in silenzio. Stanno appoggiate alle macchine, braccia conserte, e non si guardano.
C'è un'atmosfera strana, sono giorni di grande tensione e paura. Sparano e bombardano in continuazione, a Kabul. E' molto pericoloso starsene all'aperto, si può venire colpiti facilmente da raffiche di mitra o proiettili di rimbalzo. Ma loro stanno lì immobili, non sembra neanche che sentano i rumori dei colpi di mortaio che esplodono intorno. Né sollevano gli occhi a guardare le tante colonne di fumo che si alzano dalle case sventrate di Karte-Seh, il quartiere più martoriato della città.
Poi una di loro inizia a singhiozzare, c'è un abbraccio. Alcuni girano la testa dall'altra parte. Kate mi corre incontro, ha gli occhi rossi e gonfi. "Hanno ucciso Jon."
Jon è uno di noi, un infermiere islandese. Andava e veniva tra l'ospedale e i villaggi intorno a Kabul, a trasportare feriti. Non aveva ancora trent'anni, si era sposato due mesi prima ed era partito subito per l'Afghanistan.
Le chiamano "cross-border operations", attraversamenti delle linee del fronte. Bisogna negoziare un cessate il fuoco di un paio d'ore, andare veloci dall'altra parte, raccogliere feriti e riattraversare le linee. Ma il termine tecnico non esprime la difficoltà e la pericolosità di queste operazioni.
Non siamo militari, né abbiamo armi o scorte armate, ogni volta è un salto nel buio, sperando di trovare qualcuno che ci conosca e che apprezzi quel che si sta facendo per portare soccorso a questo popolo sventurato. C'è sempre il rischio che il cessate il fuoco non venga rispettato, o di incontrare nuovi gruppi di gente armata che considera gli stranieri come spie, di chi poco importa. E c'è a volte qualche comandante dei mujaheddin convinto che un ostaggio europeo in quel momento possa fargli comodo, per guadagnarsi qualche gallone o un po' di notorietà.
Ci sono tanti piccoli villaggi intorno a Kabul, costantemente sotto il tiro dell'artiglieria. La gente è costretta a viverci, in mezzo alla guerra, che ormai è parte della vita di ogni giorno. Ogni tanto piove, e più spesso piovono razzi, sui villaggi di fango e paglia dai grandi cortili che ospitano grandi famiglie.
Non se ne vanno, per il solo fatto che lì sono le loro case, il bestiame, la terra, e che comunque non potrebbero andare da nessun'altra parte.
In alcuni di questi villaggi la Croce rossa internazionale ha aperto posti di pronto soccorso. Sono in contatto radio con il nostro ospedale a Kabul: quando ci sono dei feriti si va a prenderli.
La sera prima, Jon se ne era andato presto dalla festicciola che avevamo organizzato per il mio compleanno. "Domattina devo alzarmi presto, hanno dei feriti dalle parti di Mir Bachakot, che bisogna evacuare", sono state le ultime parole che ci ha detto.
E si era messo in viaggio, la mattina del 22 aprile.
Il villaggio è a quaranta chilometri, la strada un cimitero di carri armati, di case distrutte, di pali della luce spezzati. Quando è arrivato, c'erano alcuni feriti ad attenderlo, distesi sulle barelle sporche di sangue. Ha caricato i due più gravi sulla ambulanza, poi ha chiesto via radio una seconda macchina per gli altri feriti.
Come sempre c'era una gran folla intorno, di parenti e curiosi. Jon era pronto a ripartire, aveva aperto la portiera e stava per mettersi al volante. E' stato allora che un mujaheddin, un ragazzino di non più di quindici anni, gli si è avvicinato: una raffica di kalashnikov a bruciapelo, da dietro.
Jon muore all'istante, con la nuca spappolata.
"Il mio 'mullah' mi ha detto di uccidere tutti gli infedeli", confesserà poco dopo quel giovane assassino.
Alla spicciolata gli altri del nostro gruppo arrivano in ospedale. Ormai tutti sanno di Jon. C'è una riunione con il capo-delegazione della Croce rossa.
C'è dolore, in tutti. In qualcuno c'è anche rabbia.
Anch'io provo rabbia, quando il capo-delegazione comunica che le operazioni "cross-border" in quella zona sono sospese. Non ci si poteva decidere prima? Ci voleva che qualcuno di noi venisse ammazzato? C'erano stati sei o sette incidenti di sicurezza in quella zona, nei mesi precedenti. Le nostre ambulanze mitragliate, il nostro personale preso in ostaggio.
Si era discusso più volte della pericolosità di continuare in quel modo. Lo stesso lavoro poteva essere svolto da personale afgano. Era chiaro che in quella zona non vedevano con favore gli stranieri. Ma per qualche "politico" della Croce rossa non era il caso di cambiare. Non fino a oggi.
Ci sono domande angoscianti: con quali criteri si prendono decisioni che riguardano la sicurezza? Che competenza hanno alcuni di questi arroganti ragazzotti svizzeri? E quali sono le pressioni del quartier generale di Ginevra, o dei "donors"?
Quella sera a Kabul nessuno ha voglia di stare solo, ci troviamo in tanti per la cena. Jon è nei pensieri di tutti, ma non ne parliamo, se non per qualche minuto. Perché non c'è molto da dire, tutto ciò non ha senso.
Jon verrà portato domani a Peshawar, in Pakistan, e da lì verso l'Islanda, a casa. Sua moglie è in missione in Africa, a fare lo stesso lavoro di Jon in un altro paese. Quasi sicuramente, non sa ancora nulla.
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Originariamente Scritto da Bob Terwilliger Visualizza MessaggioMacchè parchi. Passa Forrest Gump e ti accodi no?
Originariamente Scritto da SPANATEMELAparliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentusOriginariamente Scritto da GoodBoy!ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?
grazie.
PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
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se potessi tornare indietro anche solo di 10anni,con la testa di ora,a 25 anni mi stava bene la situazione,vivevo coi miei quindi tutti lo stipendio per me,una vita di soddisfazioni,ma apparenti,artificiali,ora vorrei una svolta,non mi importa dei soldi,ma vivere potendo dire un gg. ci ho provato,nessun rimpianto nè ripensamento,io parlo di viaggiare perchè ho in testa questo,uno può essere felice pure lavorando 12h al gg. e fare soldi.l'importante è fare ciò che piace e che va,quanti di noi lo fanno sul serio ?la vita è una ed è questo che bisogna pensare!Alboreto is nothing
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Originariamente Scritto da miketyson Visualizza Messaggionon vi viene mai l'intenzione di mollare tutto e partire x viaggiare il mondo e x sempre? accontentarsi di lavorare solo quando hai bisogno e vivere libero! andare dove ti pare e con chi.........qualcuno lo fa sul serio......... www.tripcentre.org forse è questa la vera vita da vivere,mi sembra di stare a buttare via i miei anni più belli,x cosa poi?boh...........
dipende dalle priorità che uno ha, c'è chi pensa che vivere davvero significhi farsi una famiglia, chi pensa che sia farsi una carriera, chi pensa che sia non fare una cippa dalla mattina alla sera..
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Originariamente Scritto da Sherlock Visualizza Messaggio*****.. ..tutti i fottutissimi giorni ci penso. Però manca il coraggio.. ..e l'età (sono ancora troppo giovane).
Ciò nonostante viaggiare rimane una delle mie ragioni di vita.
Ci sono così tante cose da vedere prima di morire.
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Originariamente Scritto da miketyson Visualizza Messaggionon vi viene mai l'intenzione di mollare tutto e partire x viaggiare il mondo e x sempre? accontentarsi di lavorare solo quando hai bisogno e vivere libero! andare dove ti pare e con chi.........qualcuno lo fa sul serio......... www.tripcentre.org forse è questa la vera vita da vivere,mi sembra di stare a buttare via i miei anni più belli,x cosa poi?boh...........
Mollerei tutto e farei l' avventurieroil miglior modo per dire è fare
Dio è morto, Marx è morto e anch' io mi sento poco bene.
berlusconi_s@camera.it
sukkiotto docet...:
http://www.bodyweb.it/forums/showthread.php?t=85329
guardate qui:
http://www.bodyweb.it/forums/showthr...23#post3278023
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