Proprio come accade con quei libri che si trovano a metà prezzo sulle bancarelle di molte città europee, fatiche letterarie che non hanno avuto una vita commerciale all’altezza del loro contenuto e che vengono riproposte a un pubblico che possa anche tardivamente apprezzarle, così Gennaro Cosmo Parlato ripropone nel suo nuovo lavoro discografico una nutrita scelta di hit del repertorio internazionale degli anni ’80.
Con un’operazione simile a quella già tentata – e riuscita! – nel primo album CHE COSA C’E’ DI STRANO?, uscito nell’aprile del 2005 per la P-NUTS, Parlato, coadiuvato dal produttore artistico Pierluigi Petris e dal pianista arrangiatore Christian Schmitz, ha scandagliato il decennio dello yuppismo rampante e dell’edonismo reaganiano per mettere nel proprio cestino della spesa 25 brani.
L’azione successiva è stato un sorprendente extreme makeover che ha cambiato per sempre i connotati alle canzoni scelte: DON’T YOU FORGET ABOUT ME dei Simple Minds è un brano da epopea western, CALL ME dei Blondie una tarantella, PRIVATE DANCER fa il verso agli chansonnier francesi degli anni ’60, BETTE DAVIS EYES sembra arrangiata da Bacharach, PARADISE di Phoebe Cates è un tango alla Piazzola, THE FINAL COUNTDOWN degli Europe una sorprendente ninnananna per vibrafono, glockenspiel e campane tubolari.
Come al solito, accanto all’ironia, all’istrionismo, alla surrealità e alla raffinatezza che lo contraddistinguono nella concezione degli arrangiamenti, Parlato utilizza la superba capacità interpretativa per fissarli nelle registrazioni. Anche in questo lavoro i suoi registri vocali spiazzano l’ascoltatore per varietà, intensità e colore.
Commenta