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anni 60

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    #46
    Originariamente Scritto da motorhead Visualizza Messaggio
    vecchio scarpone quanto tempo è passato

    direi che questa e' del 1860
    E se la morte che ti e' d'accanto, ti vorrà in cielo dall'infinito, si udrà piu forte, si udrà piu santo, non ho tradito! Per l'onore d'Italia!

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      #47
      quanti ricordi fai rivivere tu...

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        #48
        claudio lolli

        angoscia metropolitana

        Dentro a un cielo nato grigio, si infilzano le gru
        ricoperte dalle case, le colline non si vedon più.
        Sulle antenne conficcate nella crosta della terra
        corron nuvole frustate, come va un esercito alla guerra.
        E la voce che mi esce, si disperde tra le case,
        sempre più lontana, se non la conosci, è l'angoscia metropolitana.

        Le baracche hanno lanciato, il loro urlo di dolore,
        circondando la città, con grosse tenaglie di vergogna.
        Ma il rumore delle auto, ha già asfissiato ogni rimorso,
        giace morto sul selciato, un bimbo che faceva il muratore.
        E la voce che mi esce, si disperde tra le case,
        sempre più lontana, se non la conosci, è l'angoscia metropolitana.

        Nelle case dei signori, la tristezza ha messo piede,
        dietro gli squallidi amori, l'usura delle corde ormai si vede.
        Come pere ormai marcite, dal sedere troppo tondo,
        le fortune ricucite, mostrano i loro vermi al mondo.
        E la voce che mi esce, si disperde tra le case,
        sempre più lontana, se non la conosci, è l'angoscia metropolitana.

        Fai un salto alla stazione, per cercare il tuo treno,
        troverai disperazione, che per venire qui lascia il sereno.
        Fai un salto alla partita, troverai mille persone,
        che si calciano la vita, fissi dietro un unico pallone.
        E la voce che mi esce, si disperde tra le case,
        sempre più lontana, se non la conosci, è l'angoscia metropolitana.

        La campagna circostante, triste aspetta di morire,
        per le strade quanta gente, è in fila per entrare o per uscire.
        Chiude l'ultima serranda, poi la luce dice addio,
        la città si raccomanda, la sua sporca anima a dio.
        E la voce che mi esce, si disperde tra le case,
        sempre più lontana, se non la conosci, è l'angoscia metropolitana

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          #49
          le due canzoni più deprimenti della storia:

          michel (claudio lolli)

          Ti ricordi, Michel dei nostri pantaloni corti, delle tue gambe lunghe magre e forti e della rabbia che mi davano correndo tutti i giorni un po' più svelte delle mie.
          Ti ricordi, Michel dei nostri soldatini morti, nella difesa eroica dei bastioni e seppelliti in una siepe con onori militari inventati lì per lì.
          Ti ricordi, Michel del banco nero in terza fila, che ascoltò tutte le risate, di due bambini che vivevano in un sogno che non si ripeterà.
          Ti ricordi, Michel. Ti ricordi, Michel. Ti ricordi, Michel. Ti ricordi, Michel.
          Ti ricordi, Michel che a me piaceva Garibaldi, ma tu dicevi che era un buffone e che senz'altro non poteva sostenere il confronto con il tuo Napoleone.
          Ti ricordi, Michel di come ti prendevo in giro, per l'erre moscia che ti era rimasta, solo ricordo della Francia e della tua prima casa, dei tuoi amici di lassù.
          Ti ricordi, Michel di come era esclusiva la tenerezza che ci univa, e accompagnò la nostra infanzia fino ai giorni della nuova realtà.
          Ti ricordi, Michel. Ti ricordi, Michel. Ti ricordi, Michel. Ti ricordi, Michel.
          Ti ricordi, Michel di come a me dispiaceva, quando parlavi sempre di ragazze e delle voglie che avevi con due occhi un po' sottili che non conoscevo più.
          Ti ricordi, Michel di quando i mei capelli corti, ti davano fastidio e dicevi, che se non la piantavo di fare il bambino tu con me non ci saresti uscito più.
          Ti ricordi, Michel quel giorno che facemmo a pugni tornando a casa dalla scuola, con la cartella appogiata a una colonna a due passi dal palto.
          Ti ricordi, Michel. Ti ricordi, Michel. Ti ricordi, Michel. Ti ricordi, Michel.
          Ti ricordi, Michel il giorno che morì tua madre, che tu piangevi tanto che anche il cane che ti voleva così bene non aveva il coraggio di avvicinarsi un po'.
          Ti ricordi, Michel che tristi erano quei giorni, io non sapevo proprio cosa dirti e che confusione avevo in testa e che stupore sul tuo viso e che voglia di partir.
          Ti ricordi, Michel quei due saluti alla stazione e i lacrimoni venir giù, quando la macchina comincia a far pressione tu dovesti salir su.
          Ti ricordi, Michel che fretta che avevano tutti, far partire la vettura, mentre lento il tuo vagone se ne andava ritornava la paura.
          Ti ricordi, Michel. Ti ricordi, Michel. Ti ricordi, Michel. Ti ricordi, Michel.


          Canzone scritta su un muro

          Salve ragazzo che passi il giorno,
          alla finestra della tua stanza.
          Finché tristezza insieme alla sera,
          accende finestre in lontananza.
          Guardi le spalle di chi lavora,
          davanti a te.
          Corpo di uomo, scarica casse,
          chissà perché.
          Quando vorrai buttarti di sotto,
          e fare i conti con la tua impazienza
          e accenderai la sigaretta
          di cui il condannato non può fare senza.
          Questa canzone scritta su un muro
          ti arriverà ne sono sicuro,
          con le sue povere scarne parole,
          libere come ragazze sole,
          questa canzone scritta di niente,
          sceglierà te tra tutta la gente,
          per l'ultimo brindisi l'ultimo addio,
          l'ultima cara bestemmia "per dio!".


          E salve uomo che ogni mattina,
          rinunci a un grammo del tuo destino,
          salti su un tram intirizzito,
          addormentato dentro a un vestito.
          Fra i marciapiedi lisci e deserti
          di una città,
          chissà se il sole questa mattina,
          ti troverà.
          Il giorno che vorrai dire basta,
          il giorno che scuoterai la testa,
          e vorrai prender quel che ti spetta,
          dalla tua vita e da chi la calpesta.
          Questa canzone scritta sul muro,
          ti arriverà vorrei esser sicuro,
          con le sue povere scarne parole,
          libere come ragazze sole.
          Questa canzone scritta di rosso,
          sarà con te a saltare quel fosso,
          sarà con te insieme a te canterà,
          il primo giorno di libertà.


          E salve gente senza un colore,
          senza un problema senza un dolore,
          gente coperta da scorie gravi,
          per ogni occhio ha almeno due travi,
          gente sepolta dal carnevale di una città,
          sotto il peso di una tremenda felicità.
          Gente che ride quando si parla,
          gente che ride quando si canta,
          gente convinta che vivere sia,
          accontentarsi e godersi quel tanto.
          Questa canzone scritta sul muro
          vi colpirà ne sono sicuro,
          con le sue povere scarne parole
          ma libere come ragazze sole,
          questa canzone scritta di rabbia,
          ognuno di voi per sua voglio che l'abbia,
          per me sarà stringervi tra le mie braccia
          e uno ad uno sputarvi in faccia.


          Salve ragazzo con la chitarra,
          che sporchi i muri di una città
          e godi ormai sopra una panca
          il tuo primo sonno in tranquillità.
          A grandi passi scopre il misfatto
          il nuovo mattino.
          Con la tua morte scopre i tuoi segni
          un po' da bambino.
          A passi lenti verrà col secchio,
          della vernice un imbianchino.
          Sbuffando oggi doppio lavoro,
          tutto per colpa di questo cretino.
          E la tua canzone scritta sul muro,
          cancellerà ne sono sicuro
          e basterà appena una mano,
          perché il suo suono si spenga piano.
          La tua canzone, il tuo testamento,
          come una foglia goduta dal vento,
          e dei tuoi amori, di quel che sei stato,
          resterà solo quel muro imbiancato
          Last edited by Arturo Bandini; 25-01-2007, 07:34:11.

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            #50
            ancora lolli, il cantautore più politicizzato degli anni 60\70

            Borghesia
            Vecchia piccola borghesia per piccina che tu sia,
            non so dire se fai più rabbia, pena, schifo o malinconia.
            Sei contenta se un ladro muore, se si arresta una *******,
            se la parrocchia del Sacro Cuore ha acquistato una nuova campana.
            Sei soddisfatta dei danni altrui, ti tieni stretti i denari tuoi,
            assillata dal grande tormento che un giorno se li riprenda il vento.
            E la domenica, vestita a festa, con i capifamiglia in testa,
            ti raduni nelle tue chiese, in ogni città, in ogni paese.
            Presti ascolto all'omelia rinunciando all'osteria,
            così grigia così per bene poni a spasso le tue catene.
            Vecchia piccola borghesia per piccina che tu sia,
            non so dire se fai più rabbia, pena, schifo o malinconia.
            Godi quando gli anormali sono trattati da criminali,
            chiuderesti in manicomio tutti gli zingari e gli intellettuali,
            ami ordine e disciplina, adori la tua polizia tranne quando deve indagare
            su un bilancio fallimentare.
            Sai rubare con discrezione, meschinità e moderazione,
            alternando bilanci e conti, fatture e bolle di cassazione
            Sai mentire con cortesia, cinismo e vigliaccheria,
            hai fatto dell'ipocrisia la tua formula di poesia.
            Vecchia piccola borghesia per piccina che tu sia,
            non so dire se fai più rabbia, pena, schifo o malinconia.
            Non sopporti chi fa l'amore più di una volta alla settimana,
            chi lo fa per più di due ore, chi lo fa in maniera strana
            Di disgrazie puoi averne tante, per esempio una figlia artista
            oppure un figlio commerciante o, peggio ancora, comunista.
            Sempre pronta a spettegolare in nome del civile rispetto,
            sempre fissa ad ascoltare un orizzonte che si ferma al tetto.
            Sempre pronta a pestare le mani a chi arranca dentro a una fossa
            sempre pronta a leccar le ossa del più ricco e dei suoi cani.
            Vecchia piccola borghesia, vecchia gente di casa mia,
            per piccina che tu sia, il vento un giorno ti spazzerà via.
            Agosto
            Agosto. Improvviso si sente
            un odore di brace.
            Qualcosa che brucia nel sangue
            e non ti lascia in pace,
            un pugno di rabbia che ha il suono tremendo
            di un vecchio boato:
            qualcosa che urla, che esplode,
            qualcosa che crolla. Un treno è saltato.
            Agosto. Che caldo, che fumo,
            che odore di brace.
            Non ci vuole molto a capire
            che è stata una strage,
            non ci vuole molto a capire che niente,
            niente è cambiato
            da quel quarto piano in questura,
            da quella finestra.
            Un treno è saltato.
            Agosto. Si muore di caldo
            e di sudore.
            Si muore anche di guerra
            non certo d'amore,
            si muore di bombe, si muore di stragi
            più o meno di Stato,
            si muore, si crolla, si esplode,
            si piange, si urla.
            Un treno è saltato.
            Albana per Togliatti
            C'e un compagno, altra generazione
            che vuoi bene ai matti,
            gira con un fazzoletto rosso
            e una foto di Togliatti
            che alza sulla testa, che alza verso il cielo.
            Poi sparisce e dopo un po' ritorna
            con un camioncino
            sopra, un' apparizione strana,
            c'è una damigiana piena del suo vino.
            A quel vino ci mettiamo sotto
            come a una cascata
            e così rosso, anche se è Albana
            non si beveva dal sessantotto...
            Se ne va che è ormai quasi mattino
            sicuro della linea
            "la sinistra vecchia
            e quella nuova Togliatti stai tranquillo,
            le uniamo con il vino".
            Siamo noi a far ricca la terra
            noi che sopportiamo
            la malattia del sonno e la malaria,
            noi mandiamo al raccolto di cotone, riso e grano,
            noi coltiviamo il mais
            su tutto l'altopiano.
            Noi penetriamo foreste, coltiviamo savane,
            le nostre braccia arrivano
            ogni giorno più lontane
            da noi sono i tesori alla terra carpiti
            ora che poi tutti gli altri
            restano favoriti.
            Ma siamo noi a far bella la luna
            con la nostra vita
            coperta di stracci e di sassi di vetro
            quella vita che gli altri ci respingono indietro
            come un insulto, come un sasso nella stanza.
            Ma riprendiamola in mano,
            riprendiamola intera,
            riprendiamoci la vita,
            la terra, la luna e l'abbondanza.
            E' vero che non ci capiamo
            che non parliamo mai
            in due la stessa lingua,
            e abbiamo paura del buio e anche della luce,
            che abbiamo tanto da fare
            e non facciamo mai niente.
            E' vero che spesso la strada
            ci sembra un inferno
            o una voce in cui non riusciamo a stare insieme,
            dove non riconosciamo mai i nostri fratelli,
            è vero che beviamo il sangue dei nostri padri,
            e tutti i nostri amici.
            Ma ho visto anche degli zingari felici
            corrersi dietro, fare l'amore
            e rotolarsi per terra,
            ho visto anche degli zingari felici
            in Piazza Maggiore
            ubriacarsi di luna, di vendetta e di guerra.

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              #51
              Grandissimo Proteins!!!!


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                #52
                mamma mia arturo
                ma tu ascolti lolli?

                Commenta


                  #53
                  Originariamente Scritto da aleuleit Visualizza Messaggio
                  Dammi Solo Un Minuto

                  DAMMI SOLO UN MINUTO UN SOFFIO DI FIATO UN ATTIMO ANCORA.

                  Fa male dirselo ora che venti avversi soffiano sulla nostra fiaccola si spengono sogni in un cassetto di un castello per noi diventato bettola come una favola non si modifica versa l'ultima lacrima prima che il vento porti via con sé l'ultima briciola del nostro amore dove non c'è più sole e l'aria è gelida resta solo alla mia tavola pensandoti sento già i brividi adesso abbracciami basta nascondersi dietro parole a volte inutili si è spento il fuoco che scaldava i nostri cuori e credici ho il tuo profumo sulla mia pelle non vedo più nel cielo le due stelle che brillavano non vedo più i tuoi occhi che risplendono quando con i miei s'incrociano segnan l'epilogo, ricordi che dentro le tue lacrime nascondono l'ultimo fremito.

                  DAMMI SOLO UN MINUTO UN SOFFIO DI FIATO UN ATTIMO ANCORA, STARE INSIEME E' FINITO ABBIAMO CAPITO MA DIRSELO E' DURA.

                  Voglio spiegarmi adesso dammi solo un minuto per levarmi questo sapore amaro dal palato sapore di passato di un amore sciupato di qualche cosa di perfetto che poi è cambiato. Non so di chi dei due possa esser la colpa non m'importa adesso ascolta ciò che conta è non bagnare con le lacrime una fiamma morta che si è gia spenta potremo piangere domani senza che l'altro ci senta e attenta questo non vuol dire che sia solo tu a soffrire ma penso che star male adesso non possa servire per poterci riunire non è che voglia fuggire ma preferisco non mentire è tardi per capire perché ad un tratto è arrivato il maledetto freddo che col suo ghiaccio ha coperto ciò che abbiamo fatto e detto e nel suo viaggio si è portato il nostro caldo con te vivevo un sogno ma ora sono sveglio.

                  COME MAI I TUOI OCCHI ORA STANNO PIANGENDO.

                  Versa l'ultima lacrima prima che il vento porti via con sé l'ultima briciola.

                  DIMMI CHE ERA UN SOGNO E CI STIAMO SVEGLIANDO.
                  Con te vivevo un sogno ma ora sono sveglio.

                  DAMMI SOLO UN MINUTO UN SOFFIO DI FIATO UN ATTIMO ANCORA STARE INSIEME E' FINITO ABBIAMO CAPITO MA DIRSELO E' DURA DAMMI SOLO UN MINUTO UN SOFFIO DI FIATO UN ATTIMO ANCORA STARE INSIEME E' FINITO ABBIAMO CAPITO MA DIRSELO E' DURA DAMMI SOLO UN MINUTO UN SOFFIO DI FIATO UN ATTIMO ANCORA

                  è del 1977, la n.9 di "rotolando respirando", uno dei miei album preferiti
                  quella che hai citato è in realtà "un attimo ancora".
                  Last edited by Sly83; 25-01-2007, 21:29:44.



                  Originariamente Scritto da Giampo93
                  Finché c'è emivita c'è Speran*a

                  Commenta


                    #54
                    Originariamente Scritto da oipe Visualizza Messaggio
                    Non sono un amante delle canzoni anni 60, ma Luglio mi è sempre piaciuta!
                    io la cantavo ad una ragazza dicendo :
                    luglio mi ha fatto una promessa giuliana me la da ahihaiahai

                    Commenta


                      #55
                      Originariamente Scritto da PROTEINS Visualizza Messaggio
                      io la cantavo ad una ragazza dicendo :
                      luglio mi ha fatto una promessa giuliana me la da ahihaiahai

                      Commenta


                        #56
                        xòme l'ha data ad agosto

                        Commenta


                          #57
                          Originariamente Scritto da PROTEINS Visualizza Messaggio
                          mamma mia arturo
                          ma tu ascolti lolli?
                          sì, è uno dei miei preferiti tra gli italiani

                          Commenta


                            #58
                            Ascoltare 'vent'anni' di Lolli quando avevo 20 anni è stato drammatico. Le canzoni erano vecchie già allora ma certe canzoni sono sempre attuali e di valore. Non lo ascolto da anni, non posso affrontare di nuovo quelle sensazioni... ho recuperato recentemente Rino Gaetano e i Boney M, verrà il momento anche per lui...
                            sigpicMy only before-after

                            Commenta


                              #59
                              Originariamente Scritto da Arturo Bandini Visualizza Messaggio
                              sì, è uno dei miei preferiti tra gli italiani
                              ma lolli nn era uno di quelli comunisti?

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                                #60
                                Originariamente Scritto da PROTEINS Visualizza Messaggio
                                ma lolli nn era uno di quelli comunisti?
                                no, è ancora più a sinistra

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