Le autorità degli Stati Uniti ritengono necessario istituire programmi di “addestramento” militare e spionistico per gli eserciti delle nazioni del mondo. Nel 1991, il Congresso americano approvò una legge che nella sezione 2011, titolo 10, autorizzava il programma Joint Combined Exchange Training (Jcet). La legge prevedeva che il Dipartimento di Difesa americano inviasse forze “speciali” ovunque nel mondo, per addestrare soldati. Non si specificava il contenuto di questi addestramenti. I soldati americani dovevano raccogliere molte informazioni e fotografie del paese in cui venivano mandati, e capire chi erano i nemici su quel territorio.
Nel 1998, erano state attuate missioni Jcet in 110 paesi, in cui si verificarono crimini orribili, massacri, torture e violenze di ogni genere contro le popolazioni.
Le “missioni” Jcet riguardarono l’addestramento dei commandos turchi che trucidarono 22.000 curdi, e altre operazioni in America Latina, in Rwanda, in Pakistan, nello Sri Lanka, in Indonesia e in molti altri paesi.
Il Presidente del sottocomitato per le operazioni internazionali e i diritti umani della Camera dei deputati, Christopher Smith, dichiarò: “Le nostre esercitazioni congiunte e l’addestramento di unità militari accusate più volte dei più atroci crimini contro l’umanità, tra cui tortura e omicidio, esigono delle spiegazioni”.[1][1] Il Segretario della Difesa William Cohen rispose alle richieste avanzate da Smith in modo retorico, dicendo che “nelle aree in cui le nostre forze armate portano avanti il programma Jcet… promuovono i valori democratici e la stabilità regionale”.[2][2]
Gli addestramenti del Jcet vennero richiesti dai dittatori più spietati e sanguinari, come l’indonesiano Suharto. In Indonesia il Jcet fu accompagnato dal programma del Pentagono di assistenza al reggimento Kopassus, che sequestrava, torturava e uccideva i dissidenti politici. Migliaia di persone scomparvero misteriosamente, probabilmente giustiziate dal Kopassus.
Le attività del Jcet in Indonesia furono sospese soltanto nel maggio del 1998, quando la stampa rivelò la vera natura di quelle “missioni”. Il giornalista Allan Nairn scrisse un articolo sul giornale Nation, in cui spiegava la natura criminale dei programmi che il Pentagono sosteneva in Indonesia.
I programmi come Jcet vengono posti al di sopra della stessa autorità governativa americana, come spiega lo studioso Chalmers Johnson: “Se anche un giorno il presidente americano e il Congresso dovessero decidere di assolvere ai propri doveri costituzionali e ristabilire la propria autorità sul Dipartimento della Difesa, non riuscirebbero comunque a porre sotto controllo i programmi Jcet e altre iniziative simili”.[3][3]
Il pericolo che la stampa potesse svelare aspetti delle “missioni” Jcet o di altre organizzazioni simili, com’era accaduto nel caso indonesiano, ha fatto in modo che le autorità statunitensi elaborassero una strategia per svolgere queste operazioni senza alcuna responsabilità diretta. Attraverso la privatizzazione delle attività militari di addestramento è stato reso possibile occultare efficacemente le attività criminali che il Pentagono attua in molti paesi del mondo. Nel caso di impiego di soldati mercenari forniti dalle società, il Pentagono non ha nessun obbligo di informare, in quanto si tratta di attività di società private, non soggette alla legge sulla libertà di informazione poiché di “proprietà riservata”. Può avvenire così l’occultamento e la deresponsabilizzazione dei crimini commessi. Come osserva il giornalista Ken Silverstein:
Senza che l’opinione pubblica ne sia al corrente o abbia sviluppato un dibattito al riguardo, il governo sta inviando società private – la maggior parte delle quali strettamente legate al Pentagono e costituite da personale militare in pensione – a fornire addestramento militare e di polizia agli alleati stranieri degli Stati Uniti.[4][4]
Nel 1998, erano state attuate missioni Jcet in 110 paesi, in cui si verificarono crimini orribili, massacri, torture e violenze di ogni genere contro le popolazioni.
Le “missioni” Jcet riguardarono l’addestramento dei commandos turchi che trucidarono 22.000 curdi, e altre operazioni in America Latina, in Rwanda, in Pakistan, nello Sri Lanka, in Indonesia e in molti altri paesi.
Il Presidente del sottocomitato per le operazioni internazionali e i diritti umani della Camera dei deputati, Christopher Smith, dichiarò: “Le nostre esercitazioni congiunte e l’addestramento di unità militari accusate più volte dei più atroci crimini contro l’umanità, tra cui tortura e omicidio, esigono delle spiegazioni”.[1][1] Il Segretario della Difesa William Cohen rispose alle richieste avanzate da Smith in modo retorico, dicendo che “nelle aree in cui le nostre forze armate portano avanti il programma Jcet… promuovono i valori democratici e la stabilità regionale”.[2][2]
Gli addestramenti del Jcet vennero richiesti dai dittatori più spietati e sanguinari, come l’indonesiano Suharto. In Indonesia il Jcet fu accompagnato dal programma del Pentagono di assistenza al reggimento Kopassus, che sequestrava, torturava e uccideva i dissidenti politici. Migliaia di persone scomparvero misteriosamente, probabilmente giustiziate dal Kopassus.
Le attività del Jcet in Indonesia furono sospese soltanto nel maggio del 1998, quando la stampa rivelò la vera natura di quelle “missioni”. Il giornalista Allan Nairn scrisse un articolo sul giornale Nation, in cui spiegava la natura criminale dei programmi che il Pentagono sosteneva in Indonesia.
I programmi come Jcet vengono posti al di sopra della stessa autorità governativa americana, come spiega lo studioso Chalmers Johnson: “Se anche un giorno il presidente americano e il Congresso dovessero decidere di assolvere ai propri doveri costituzionali e ristabilire la propria autorità sul Dipartimento della Difesa, non riuscirebbero comunque a porre sotto controllo i programmi Jcet e altre iniziative simili”.[3][3]
Il pericolo che la stampa potesse svelare aspetti delle “missioni” Jcet o di altre organizzazioni simili, com’era accaduto nel caso indonesiano, ha fatto in modo che le autorità statunitensi elaborassero una strategia per svolgere queste operazioni senza alcuna responsabilità diretta. Attraverso la privatizzazione delle attività militari di addestramento è stato reso possibile occultare efficacemente le attività criminali che il Pentagono attua in molti paesi del mondo. Nel caso di impiego di soldati mercenari forniti dalle società, il Pentagono non ha nessun obbligo di informare, in quanto si tratta di attività di società private, non soggette alla legge sulla libertà di informazione poiché di “proprietà riservata”. Può avvenire così l’occultamento e la deresponsabilizzazione dei crimini commessi. Come osserva il giornalista Ken Silverstein:
Senza che l’opinione pubblica ne sia al corrente o abbia sviluppato un dibattito al riguardo, il governo sta inviando società private – la maggior parte delle quali strettamente legate al Pentagono e costituite da personale militare in pensione – a fornire addestramento militare e di polizia agli alleati stranieri degli Stati Uniti.[4][4]
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