SCUOLA & GIOVANI Invia
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In America si sperimenta, fra le proteste, la valutazione
della massa corporea. Nelle nostre scuole campagne educative
Stati Uniti, l'obesità finisce in pagella
Ma gli esperti italiani frenano
Nel nostro paese: "Punire gli studenti è inutile e dannoso"
di ALESSANDRA RETICO
ROMA - In matematica 6, in inglese 8 e in indice di massa corporea 80esimo percentile. Con una pagella così non è chiaro come andrà a finire: tutti a mangiare una pizza per festeggiare la promozione o ci si attacca al telefono per cercare un buon professore per le ripetizioni di anatomia, alimentazione o quel che significa quell'80esimo lì.
Alcuni bambini americani, le loro famiglie, in questa confusione sono caduti da quando insieme ai voti classici nelle varie materie di studio si ritrovano nella scheda di valutazione il Bmi (body mass index), un numero che esprime l'indice di massa corporea e cioè se si è grassi, magri o nella norma. Un voto ai chili insomma. Che è una delle misure che dall'amministrazione centrale Usa a quelle locali sono state prese per combattere l'obesità, ormai definita epidemia da quelle parti visto che le percentuali di sovrappeso e obesi oltreoceano si aggirano sul 67%, di cui 9 milioni sono ragazzini.
Karlin Dunbar, 6 anni, l'ha preso proprio male quel voto che non capisce. Non sa che i bambini come lei che ottengono tra 5 e 85esimo percentile sono supernormali. Ma a scanso di equivoci ha smesso di mangiare. "È impaurita, crede che la maestra la stia sgridando perché è grassa" ha raccontato sua madre Georgeanna al New York Times. "Non mi stupisce la reazione" commenta la psicologa Tilde Giano Gallino. "Le paure nei bambini sono un po' sempre le stesse, dai fantasmi alla non accettazione. Il problema è la responsabilità degli adulti e delle scuole sulla nascita nei bambini di un comportamento alimentare corretto.
La pagella con l'Bmi? Direi che andrebbe spiegato: in molte scuole anche materne italiane ci sono già da tempo campagne di educazione al cibo dove vengono coinvolti genitori e insegnanti".
In Pennsylvania dove Karlin fa le elementari invece è arrivato il voto di stato. Con le conseguenti polemiche di esperti pro e contro, con le non marginali piccole o grandi depressioni dei piccoli alunni. Nella scuola di Karlin, la Southern Tioga School District, c'è una curiosa politica: a merenda servono torte stracaloriche, pizza e coca cola e ginnastica si fa solo per metà dell'anno; però poi mandano a casa la pagella corporea. Un numero e basta, senza spiegazioni, senza regole o suggerimenti alle famiglie a un'educazione alimentare.
Amanti dei numeri come tutti gli americani, gli amministratori del distretto si sono spaventati per quelli di un report sulla popolazione scolastica locale che risale al 2003-4: il 34 per centro degli studenti è sovrappeso o a rischio. Dunque giù punizioni con il Bmi. "Che è un indice astratto e senza alcuna base scientifica" spiega il nutrizionista Eugenio Del Toma. "Inventato dalle compagnie di assicurazioni statunitensi, è stato importato nel grande business delle diete".
In Italia siamo considerati anche dalle statistiche tra i più longilinei al mondo, però le nuove generazioni meno: se un adulto su 3 è in sovrappeso (33,4 %) e il 9,1% obeso, il 13% dei bambini e degli adolescenti sono proprio obesi. E non è tanto per colpa della merendina globale che è meno cibo spazzatura di qualche anno fa o perché in calorie superi il pane e salame di altre epoche, "ma perché è l'intero contesto sociale che è degradato - aggiunge Del Toma - : i ragazzi non mangiano di più o peggio, ma si muovono di meno".
Perché le città sono meno "giocabili", prima si stava nei cortili e nelle piazze con un pallone per ore, adesso dove stanno gli spazi e poi c'è la tv e la playstation. Negli Usa le case automobilistiche sono state costrette a fare seggiolini extralarge, le corporation degli hamburger e delle soda a venire a patti con il governo visti i costi sanitari dell'obesità: 117 miliardi di dollari all'anno. Ora arriva la pagella, meglio il terrore prima che le spese dopo. Eppure basterebbe mandarli a piedi a scuola i bambini piuttosto che scaricarli in aula direttamente dal Suv. Una bella passeggiata fa bene al corpo e alle testa di più.
(9 gennaio 2007) Torna su
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In America si sperimenta, fra le proteste, la valutazione
della massa corporea. Nelle nostre scuole campagne educative
Stati Uniti, l'obesità finisce in pagella
Ma gli esperti italiani frenano
Nel nostro paese: "Punire gli studenti è inutile e dannoso"
di ALESSANDRA RETICO
ROMA - In matematica 6, in inglese 8 e in indice di massa corporea 80esimo percentile. Con una pagella così non è chiaro come andrà a finire: tutti a mangiare una pizza per festeggiare la promozione o ci si attacca al telefono per cercare un buon professore per le ripetizioni di anatomia, alimentazione o quel che significa quell'80esimo lì.
Alcuni bambini americani, le loro famiglie, in questa confusione sono caduti da quando insieme ai voti classici nelle varie materie di studio si ritrovano nella scheda di valutazione il Bmi (body mass index), un numero che esprime l'indice di massa corporea e cioè se si è grassi, magri o nella norma. Un voto ai chili insomma. Che è una delle misure che dall'amministrazione centrale Usa a quelle locali sono state prese per combattere l'obesità, ormai definita epidemia da quelle parti visto che le percentuali di sovrappeso e obesi oltreoceano si aggirano sul 67%, di cui 9 milioni sono ragazzini.
Karlin Dunbar, 6 anni, l'ha preso proprio male quel voto che non capisce. Non sa che i bambini come lei che ottengono tra 5 e 85esimo percentile sono supernormali. Ma a scanso di equivoci ha smesso di mangiare. "È impaurita, crede che la maestra la stia sgridando perché è grassa" ha raccontato sua madre Georgeanna al New York Times. "Non mi stupisce la reazione" commenta la psicologa Tilde Giano Gallino. "Le paure nei bambini sono un po' sempre le stesse, dai fantasmi alla non accettazione. Il problema è la responsabilità degli adulti e delle scuole sulla nascita nei bambini di un comportamento alimentare corretto.
La pagella con l'Bmi? Direi che andrebbe spiegato: in molte scuole anche materne italiane ci sono già da tempo campagne di educazione al cibo dove vengono coinvolti genitori e insegnanti".
In Pennsylvania dove Karlin fa le elementari invece è arrivato il voto di stato. Con le conseguenti polemiche di esperti pro e contro, con le non marginali piccole o grandi depressioni dei piccoli alunni. Nella scuola di Karlin, la Southern Tioga School District, c'è una curiosa politica: a merenda servono torte stracaloriche, pizza e coca cola e ginnastica si fa solo per metà dell'anno; però poi mandano a casa la pagella corporea. Un numero e basta, senza spiegazioni, senza regole o suggerimenti alle famiglie a un'educazione alimentare.
Amanti dei numeri come tutti gli americani, gli amministratori del distretto si sono spaventati per quelli di un report sulla popolazione scolastica locale che risale al 2003-4: il 34 per centro degli studenti è sovrappeso o a rischio. Dunque giù punizioni con il Bmi. "Che è un indice astratto e senza alcuna base scientifica" spiega il nutrizionista Eugenio Del Toma. "Inventato dalle compagnie di assicurazioni statunitensi, è stato importato nel grande business delle diete".
In Italia siamo considerati anche dalle statistiche tra i più longilinei al mondo, però le nuove generazioni meno: se un adulto su 3 è in sovrappeso (33,4 %) e il 9,1% obeso, il 13% dei bambini e degli adolescenti sono proprio obesi. E non è tanto per colpa della merendina globale che è meno cibo spazzatura di qualche anno fa o perché in calorie superi il pane e salame di altre epoche, "ma perché è l'intero contesto sociale che è degradato - aggiunge Del Toma - : i ragazzi non mangiano di più o peggio, ma si muovono di meno".
Perché le città sono meno "giocabili", prima si stava nei cortili e nelle piazze con un pallone per ore, adesso dove stanno gli spazi e poi c'è la tv e la playstation. Negli Usa le case automobilistiche sono state costrette a fare seggiolini extralarge, le corporation degli hamburger e delle soda a venire a patti con il governo visti i costi sanitari dell'obesità: 117 miliardi di dollari all'anno. Ora arriva la pagella, meglio il terrore prima che le spese dopo. Eppure basterebbe mandarli a piedi a scuola i bambini piuttosto che scaricarli in aula direttamente dal Suv. Una bella passeggiata fa bene al corpo e alle testa di più.
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