Prodi e i suoi primi 6 mesi....

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    Prodi e i suoi primi 6 mesi....

    Tocchiamoci le palle e speriamo siano anche gli ultimi.....intanto tiro fuori e rispolvero la mia divisa preferita....quella della DECIMA MAS....

    Bilancio di quasi 6 mesi di governo: poco e male
    Il governo Prodi ha fatto poche cose (male) ma nonostante questo è riuscito a dividersi su tutto. La cronaca di neanche sei mesi di governo è un autentico bestiario politico. Eccone alcuni, significativi esempi.

    Missione in Libano

    Il documento sottoposto alle commissioni Esteri e Difesa delle Camere non aveva alcun riferimento esplicito all’impegno per il disarmo delle milizie Hezbollah. Una formula dunque prudente, che molti parlamentari riformisti – Polito in testa - non hanno esitato a definire ambigua, visto che, a loro avviso, ometteva il motivo fondamentale della crisi libanese, ma una formula che obbediva in pieno alla tesi dalemiana secondo cui “la questione del disarmo compete esclusivamente al governo di Beirut”. Una tesi sposata in pieno dalla sinistra radicale secondo cui coinvolgere i militari italiani nel disarmo di Hezbollah sarebbe stato un grave atto di violenza “nei confronti di una parte legittima del governo libanese”.

    Cittadinanza

    “E’ giusto che la concessione della cittadinanza italiana agli stranieri avvenga dopo cinque anni di regolare soggiorno e soprattutto che non sia condizionata dai fatti di cronaca”. La sinistra radicale non sente ragioni: cinque anni è un periodo più che sufficiente per assegnare lo status di cittadini italiani agli stranieri che vivono e lavorano nel nostro Paese. Tale lasso di tempo è il frutto di una proposta del ministro dell’Interno Giuliano Amato, che in un Consiglio dei ministri tenutosi all’inizio di agosto ha presentato un disegno di legge volto a dimezzare i tempi necessari per diventare italiani (da dieci a cinque anni). Ma dopo il caso della giovane ragazza pakistana, uccisa dal padre perché si era rifiutata di sottostare a una promessa di matrimonio combinato e viveva “all’occidentale”, Amato aveva avanzato l’ipotesi di un allungamento di due anni del “periodo di prova”. Prc, Pdci e Verdi, invece, hanno definito l’allungamento a sette anni “una sconfitta per tutti noi”.

    Legge Bossi-Fini

    Abrogare la legge Bossi-Fini? Superarla? O eventualmente mantenerne alcuni aspetti? Questi interrogativi hanno infiammato il dibattito nella maggioranza provocando nuovi malumori tra le diverse aree della coalizione: se da un lato le forze della sinistra radicale spingono per chiedere la cancellazione della Bossi-Fini (considerata dal capogruppo Pdci alla Camera, Pino Sgobio, uno strumento “repressivo e poliziesco”), in ambienti Dl e Ds vanno più cauti. Anzi, per la Margherita “l’idea di abrogare la Bossi-Fini è infondata e sballata. Bisogna vedere come questa legge ha funzionato e introdurre delle modifiche opportune e necessarie”. Dunque, nessun colpo di spugna. E anche se Pdci, Prc e Verdi possono rivendicare la cancellazione della legge sull’immigrazione voluta dal centrodestra nella scorsa legislatura impugnando il programma dell’Unione (che a pagina 249 recita: “Il percorso legislativo che immaginiamo passa per l’abrogazione della legge Bossi-Fini”), i riformisti sostengono che “il programma non è il Vangelo, su queste cose è bene che si rifletta”.

    I Pacs

    Al Meeting di Comunione e Liberazione di Rimini il deputato dei Ds Franco Grillini, presidente onorario dell’Arcigay, ha preso carta e penna per scrivere al popolo Cl che sui Patti civili di solidarietà serve “più coraggio e più umanità”, ma la senatrice Dl Paola Binetti ha ribattuto che i Pacs non sono all’ordine del giorno di questa legislatura. L’ala radicale del centrosinistra è insorta, ricordando a tutti che la questione dei diritti civili “rientra nel programma del governo Prodi e verrà realizzata”. Il ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio ha ricordato che “l′Unione farà la legge sulle coppie di fatto” e ha invitato la Binetti a rassegnarsi. “Il riconoscimento delle coppie e delle unioni di fatto è nel programma della coalizione. Non è prevista la definizione di Pacs, che pure avremmo preferito, ma è certo che si dovrà procedere a un riconoscimento di tipo europeo, che non danneggia di certo la famiglia tradizionale. Se non prevarrà un confronto ideologico e integralista anche l′Italia potrà avere una legge moderna e avanzata”.

    Afghanistan

    Il governo ha superato il voto di fiducia sull’Afghanistan, a fine giugno, ma le polemiche sono continuate. Il capogruppo dei Verdi Angelo Bonelli ha infatti insistito sulla necessità di trasferire i nostri militari da Kabul al Libano, e il dibattito che è seguito, ha rappresentato nei fatti un brusco ritorno alla realtà di una coalizione in cui la sensibilità delle componenti radicali e riformiste rimangono distanti, sul tema della politica estera come su altre questioni. Il capogruppo al Senato del Prc Giovanni Russo Spena ha detto senza mezzi termini: “Non credo che riusciremo a reggere una Finanziaria con due missioni così costose”. Polemiche anche sulle regole d’ingaggio annunciate dal ministro della Difesa Parisi. Diliberto (Pdci): “Consideriamo la nostra presenza in Afghanistan sbagliatissima e non ci daremo pace finché non riusciremo a portare i nostri soldati fuori da quella carneficina”. Pareri completamente opposti dal fronte riformista: “Di ritirare gli italiani dall’Afghanistan non se ne parla proprio”.

    Giustizia

    Amato e Mastella continuano a litigare sull’indulto, che a giudizio del ministro dell’Interno è stato un provvedimento frettoloso, fatto senza tenere conto delle radici e delle sue conseguenze, che elude il concetto di certezza della pena. Ma sul tema della giustizia questi mesi di governo hanno fatto registrare anche un clamoroso “incidente” parlamentare, con un fulmine a ciel sereno abbattutosi sull’ultima votazione riguardante il ddl Mastella al Senato. Al momento di votare un emendamento all’articolo 5, che se approvato giorno successivo alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, i senatori dell’Italia dei valori, astenendosi, hanno consentito, in virtù del regolamento del Senato, all’opposizione di battere la maggioranza per un solo voto (154 a 153), scatenando l’ira scomposta del Guardasigilli, che, dopo aver dichiarato di essersi letteralmente “rotto i coglioni” di Antonio Di Pietro, ha minacciato una mozione di sfiducia contro quest’ultimo, se non fosse sopravvenuto in tempi brevissimi un chiarimento davanti al premier.

    Legge Biagi

    Non è bastata la cosiddetta circolare Damiano a tranquillizzare gli animi nella maggioranza in relazione alla legge Biagi. La circolare sui call center era stata salutata con favore anche dai sindacati, ma agli effetti pratici il ministro ha lasciato alle aziende un largo margine di discrezionalità.
    Il pressing di Rifondazione, a questo punto, è diventato asfissiante: “Non c’è dubbio che è ancora una mossa interna alla legge 30, che porta ancora a imbrogli e abusi. In realtà, va fatta una vasta operazione per riscrivere le norme del diritto e del mercato del lavoro. Bisogna arrivare, cioè, a un unico contratto di lavoro dipendente entro cui modulare i vari livelli di dipendenza socio-economica del lavoratore dall’impresa”. Si va dunque verso l’abolizione tout-court della legge Biagi, perché Damiano ha subito alzato bandiera bianca di fronte all’ultimatum del Prc.

    Titolo V Costituzione

    Si prospetta un periodo caldo per il governo sul fronte dell’aggiornamento del titolo V della Costituzione volto ad accelerare la costruzione delle grandi reti infrastrutturali e dell’energia: il progetto di integrazione e ritocco alle competenze dell’articolo 117 della Carta costituzionale infatti non sembra avere il gradimento di alcuni partiti della maggioranza. E’ il caso dei Verdi che parlano esplicitamente di un rischio “di deriva verticistica e autoritaria” contro cui minacciano di dare battaglia. Il riferimento è alle indiscrezioni sull’introduzione di una clausola di interesse nazionale che restituisca allo Stato i poteri oggi riconosciuti alle regioni nelle materie concorrenti. Secondo la sinistra radicale, questa modifica sarebbe in aperto contrasto con la concertazione, un principio prioritario del programma sottoscritto da tutta l’Unione. La parola d’ordine è dunque concertazione con il territorio senza se e senza ma, sulla Torino-Lione, come sui rigassificatori.

    Finanziaria

    Quando Fassino ha sottolineato la necessità di mettere mano a una Finanziaria rigorosa che contenga la spesa, a partire dai quattro settori indicati nel Dpef (sanità, previdenza, pubblico impiego e finanza locale), si è scatenata la reazione dei comunisti dell’Unione. Dura la reazione di Diliberto, che ha rimproverato il leader ds di tradire il programma dell’Unione sostenendo posizioni inaccettabili quale quella dell’innalzamento dell’età pensionabile. “Posizione” che in realtà è contenuta nel programma anche se non si accompagna alla presenza dei disincentivi per ritardare l’uscita dal mercato del lavoro e che fanno accapponare la pelle ai sindacati e ai partiti dell’ala massimalista. Ha tentato di mediare tra rigoristi e i lassisti il ministro del Lavoro Damiano, affermando che il governo sarebbe stato in grado già nella Finanziaria di agire sul sistema previdenziale, attraverso maggiori risorse e maggiori risparmi. Il Tesoro aveva studiato anche la spalmatura dell’intervento strutturale sulle pensioni in due strumenti legislativi, ma la levata di scudi del partito del “no ai tagli” ha fatto rinviare tutto al marzo 2007. “Chi ha intenzione di fare cassa con le pensioni dei lavoratori se lo tolga dalla testa”. Prodi sa che lo scoglio della Finanziaria deve essere ancora oltrepassato, e che il test del Senato si prospetta ad alto rischio. Ma anche se l’esecutivo - ricorrendo al voto di fiducia - riuscisse a superare - com’è probabile - la prova di Palazzo Madama, le scorie accumulate lungo l’iter della finanziaria potrebbero esplodere di lì a breve. Tanto più se, accelerando sulla riforma previdenziale, Prodi decidesse di saggiare la pazienza della sinistra radicale. Che nell’accordo siglato a Palazzo Chigi sul Tfr ha colto un cedimento alle pressioni di Confindustria. E che fa leva sul programma dell’Unione per mettere in guardia da giri di vite sulle pensioni.

    Sanità

    Fassino coraggiosamente ha parlato di razionalizzare e ridurre la spesa sanitaria. Affermazione che il ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero ha inteso anche questa volta come l’annuncio di tagli e ha rinviato al mittente con la stessa giustificazione usata da Diliberto a proposito delle pensioni: i tagli alla sanità non sono previsti nel programma dell’Unione. La sinistra radicale è sorda ai richiami dell’Ue secondo cui la ripresa economica in atto nel nostro Paese, come nel resto dell’area dell’euro, non deve portare i governi a rilassarsi. Anzi, deve essere vista come “un’opportunità per mettere a posto i conti”. Ma i soli conti che fa Prodi sono quelli con il suo alleato Bertinotti.

    Caso Telecom

    Ad aumentare il già forte imbarazzo dei due maggiori partiti del centrosinistra rispetto all’atteggiamento di Prodi sull’affaire Telecom, è arrivata la stizzosa risposta fornita dal Professore a chi gli domandava se fosse il caso di andare a riferire in Parlamento sulla vicenda, al ritorno dal viaggio in Cina. Una replica (“ma che siamo matti?”). Da via Nazionale non sono mai giunte dichiarazioni in difesa del presidente del Consiglio e del suo staff, mentre da Largo del Nazareno sono arrivati solo segnali di inquietudine. I partiti della sinistra radicale invece, assieme a Di Pietro, hanno garantito sulla vicenda una copertura totale al premier, un chiarimento alla presenza del premier Romano Prodi.

    Il tavolo dei volenterosi

    L’iniziativa di Capezzone è stata definita “foriera di pasticci”, o addirittura un’operazione dietro cui si scorge la “longa manus di Confindustria” e che rischia di favorire l’opposizione. “Peggiorando la Finanziaria da destra” con conseguenze che potrebbero giungere al “dissolvimento dell’Unione” e al “conflitto sociale”. Il fuoco di sbarramento aperto da numerosi settori del centrosinistra contro il “tavolo dei volenterosi” è stato particolarmente intenso. Se l’ostilità della sinistra radicale era da mettere in conto, quella di marca ulivista - benché avvolta in espressioni diplomatiche – ha rappresentato una novità politica di un certo rilievo, indice della fragilità congenita di una coalizione che ha paura di ogni confronto.

    Doppi incarichi

    L’Unione non è ancora riuscita a far dimettere ministri e sottosegretari eletti al Senato. L’ultima fumata nera – 146 contrari, 142 a favore – è stata quella che ha riguardato il ministro della Salute Livia Turco. A scrutinio segreto, l’aula ha detto no per la terza volta – dopo le due di luglio – alla ministra diessina, che da tempo aveva manifestato l’intenzione di dedicarsi a tempo pieno alle attività del dicastero e che invece dovrà continuare a fare la spola tra lungotevere Ripa e l’emiciclo. Nulla di fatto, dunque, anche per l’applicazione di quella legge non scritta all’interno dell’Unione che vorrebbe l’eliminazione di qualsiasi doppio incarico tra chi è parlamentare e membro di governo.

    Sconfitta al Senato

    La sconfitta al Senato sul decreto relativo agli sfratti è stato derubricato a “incidente di percorso” da Prodi, ma ha costituito invece un’ulteriore spia della debolezza della maggioranza. Ds e Margherita continuano a invocare per il governo una “fase due”, mentre il premier dice in modo chiaro di “ignorare” simili espressioni. Anche perché il Professore non è “un uomo per tutte le stagioni”.

    Aliquote fiscali

    Tra maggioranza e governo non sono mancate discrepanze anche clamorose. Il sottosegretario Letta e il viceministro Visco, ad esempio, hanno platealmente bocciato a nome dell’esecutivo l’emendamento presentato dall’Ulivo alla Camera per portare al 45 per cento le aliquote fiscali sui redditi oltre i 150 mila euro. Una sconfessione ribadita a scanso di equivoci da Prodi. E condivisa dal senatore Tiziano Treu, che ha contestato ai colleghi ulivisti della Camera la coerenza tra un simile inasprimento fiscale e il programma dell’Unione. A completare il mosaico hanno provveduto i Comunisti italiani annunciando una serie di emendamenti del Pdci per spostare addirittura al 47 per cento l’aliquota massima
    http://www.angelsuits.com
    www.agneserusso.com
  • SteveTheZane
    Bodyweb Member
    • Feb 2004
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    #2
    Il vero dramma è che se va via prodi, dopo torna il cavaliere...non è che siamo messi tanto bene

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    • RAS
      Si vis pacem para bellum
      • Jul 2002
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      • Roma
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      #3
      azz... è proprio il caso di dire "me gratto le palle"

      Adriano Marini Official Web Site-Gruppo Escursionistico Montano-Canale YouTube-Canale Facebook

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      • T-Rex
        Corporete Più Anziano
        • Jun 2005
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        • Napoli < Campania < Italia < Europa < Terra < Sistema solare < Via Lattea < Universo < ?
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        #4
        Non ti scocci di fare post così lunghi?

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        • gabriele81
          eh eh son manzo
          • Jul 2006
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          #5
          Muscle così rischi di ritrovarti magnetuss imbottito d'esplosivo sotto casa.

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          • Bicipes
            Il drugo
            • May 2006
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            • 587
            • A casa mia
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            #6
            Originariamente Scritto da muscleshock Visualizza Messaggio
            Tocchiamoci le palle e speriamo siano anche gli ultimi.....intanto tiro fuori e rispolvero la mia divisa preferita....quella della DECIMA MAS....

            Bilancio di quasi 6 mesi di governo: poco e male
            Il governo Prodi ha fatto poche cose (male) ma nonostante questo è riuscito a dividersi su tutto. La cronaca di neanche sei mesi di governo è un autentico bestiario politico. Eccone alcuni, significativi esempi.

            Missione in Libano

            Il documento sottoposto alle commissioni Esteri e Difesa delle Camere non aveva alcun riferimento esplicito all’impegno per il disarmo delle milizie Hezbollah. Una formula dunque prudente, che molti parlamentari riformisti – Polito in testa - non hanno esitato a definire ambigua, visto che, a loro avviso, ometteva il motivo fondamentale della crisi libanese, ma una formula che obbediva in pieno alla tesi dalemiana secondo cui “la questione del disarmo compete esclusivamente al governo di Beirut”. Una tesi sposata in pieno dalla sinistra radicale secondo cui coinvolgere i militari italiani nel disarmo di Hezbollah sarebbe stato un grave atto di violenza “nei confronti di una parte legittima del governo libanese”.

            Cittadinanza

            “E’ giusto che la concessione della cittadinanza italiana agli stranieri avvenga dopo cinque anni di regolare soggiorno e soprattutto che non sia condizionata dai fatti di cronaca”. La sinistra radicale non sente ragioni: cinque anni è un periodo più che sufficiente per assegnare lo status di cittadini italiani agli stranieri che vivono e lavorano nel nostro Paese. Tale lasso di tempo è il frutto di una proposta del ministro dell’Interno Giuliano Amato, che in un Consiglio dei ministri tenutosi all’inizio di agosto ha presentato un disegno di legge volto a dimezzare i tempi necessari per diventare italiani (da dieci a cinque anni). Ma dopo il caso della giovane ragazza pakistana, uccisa dal padre perché si era rifiutata di sottostare a una promessa di matrimonio combinato e viveva “all’occidentale”, Amato aveva avanzato l’ipotesi di un allungamento di due anni del “periodo di prova”. Prc, Pdci e Verdi, invece, hanno definito l’allungamento a sette anni “una sconfitta per tutti noi”.

            Legge Bossi-Fini

            Abrogare la legge Bossi-Fini? Superarla? O eventualmente mantenerne alcuni aspetti? Questi interrogativi hanno infiammato il dibattito nella maggioranza provocando nuovi malumori tra le diverse aree della coalizione: se da un lato le forze della sinistra radicale spingono per chiedere la cancellazione della Bossi-Fini (considerata dal capogruppo Pdci alla Camera, Pino Sgobio, uno strumento “repressivo e poliziesco”), in ambienti Dl e Ds vanno più cauti. Anzi, per la Margherita “l’idea di abrogare la Bossi-Fini è infondata e sballata. Bisogna vedere come questa legge ha funzionato e introdurre delle modifiche opportune e necessarie”. Dunque, nessun colpo di spugna. E anche se Pdci, Prc e Verdi possono rivendicare la cancellazione della legge sull’immigrazione voluta dal centrodestra nella scorsa legislatura impugnando il programma dell’Unione (che a pagina 249 recita: “Il percorso legislativo che immaginiamo passa per l’abrogazione della legge Bossi-Fini”), i riformisti sostengono che “il programma non è il Vangelo, su queste cose è bene che si rifletta”.

            I Pacs

            Al Meeting di Comunione e Liberazione di Rimini il deputato dei Ds Franco Grillini, presidente onorario dell’Arcigay, ha preso carta e penna per scrivere al popolo Cl che sui Patti civili di solidarietà serve “più coraggio e più umanità”, ma la senatrice Dl Paola Binetti ha ribattuto che i Pacs non sono all’ordine del giorno di questa legislatura. L’ala radicale del centrosinistra è insorta, ricordando a tutti che la questione dei diritti civili “rientra nel programma del governo Prodi e verrà realizzata”. Il ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio ha ricordato che “l′Unione farà la legge sulle coppie di fatto” e ha invitato la Binetti a rassegnarsi. “Il riconoscimento delle coppie e delle unioni di fatto è nel programma della coalizione. Non è prevista la definizione di Pacs, che pure avremmo preferito, ma è certo che si dovrà procedere a un riconoscimento di tipo europeo, che non danneggia di certo la famiglia tradizionale. Se non prevarrà un confronto ideologico e integralista anche l′Italia potrà avere una legge moderna e avanzata”.

            Afghanistan

            Il governo ha superato il voto di fiducia sull’Afghanistan, a fine giugno, ma le polemiche sono continuate. Il capogruppo dei Verdi Angelo Bonelli ha infatti insistito sulla necessità di trasferire i nostri militari da Kabul al Libano, e il dibattito che è seguito, ha rappresentato nei fatti un brusco ritorno alla realtà di una coalizione in cui la sensibilità delle componenti radicali e riformiste rimangono distanti, sul tema della politica estera come su altre questioni. Il capogruppo al Senato del Prc Giovanni Russo Spena ha detto senza mezzi termini: “Non credo che riusciremo a reggere una Finanziaria con due missioni così costose”. Polemiche anche sulle regole d’ingaggio annunciate dal ministro della Difesa Parisi. Diliberto (Pdci): “Consideriamo la nostra presenza in Afghanistan sbagliatissima e non ci daremo pace finché non riusciremo a portare i nostri soldati fuori da quella carneficina”. Pareri completamente opposti dal fronte riformista: “Di ritirare gli italiani dall’Afghanistan non se ne parla proprio”.

            Giustizia

            Amato e Mastella continuano a litigare sull’indulto, che a giudizio del ministro dell’Interno è stato un provvedimento frettoloso, fatto senza tenere conto delle radici e delle sue conseguenze, che elude il concetto di certezza della pena. Ma sul tema della giustizia questi mesi di governo hanno fatto registrare anche un clamoroso “incidente” parlamentare, con un fulmine a ciel sereno abbattutosi sull’ultima votazione riguardante il ddl Mastella al Senato. Al momento di votare un emendamento all’articolo 5, che se approvato giorno successivo alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, i senatori dell’Italia dei valori, astenendosi, hanno consentito, in virtù del regolamento del Senato, all’opposizione di battere la maggioranza per un solo voto (154 a 153), scatenando l’ira scomposta del Guardasigilli, che, dopo aver dichiarato di essersi letteralmente “rotto i coglioni” di Antonio Di Pietro, ha minacciato una mozione di sfiducia contro quest’ultimo, se non fosse sopravvenuto in tempi brevissimi un chiarimento davanti al premier.

            Legge Biagi

            Non è bastata la cosiddetta circolare Damiano a tranquillizzare gli animi nella maggioranza in relazione alla legge Biagi. La circolare sui call center era stata salutata con favore anche dai sindacati, ma agli effetti pratici il ministro ha lasciato alle aziende un largo margine di discrezionalità.
            Il pressing di Rifondazione, a questo punto, è diventato asfissiante: “Non c’è dubbio che è ancora una mossa interna alla legge 30, che porta ancora a imbrogli e abusi. In realtà, va fatta una vasta operazione per riscrivere le norme del diritto e del mercato del lavoro. Bisogna arrivare, cioè, a un unico contratto di lavoro dipendente entro cui modulare i vari livelli di dipendenza socio-economica del lavoratore dall’impresa”. Si va dunque verso l’abolizione tout-court della legge Biagi, perché Damiano ha subito alzato bandiera bianca di fronte all’ultimatum del Prc.

            Titolo V Costituzione

            Si prospetta un periodo caldo per il governo sul fronte dell’aggiornamento del titolo V della Costituzione volto ad accelerare la costruzione delle grandi reti infrastrutturali e dell’energia: il progetto di integrazione e ritocco alle competenze dell’articolo 117 della Carta costituzionale infatti non sembra avere il gradimento di alcuni partiti della maggioranza. E’ il caso dei Verdi che parlano esplicitamente di un rischio “di deriva verticistica e autoritaria” contro cui minacciano di dare battaglia. Il riferimento è alle indiscrezioni sull’introduzione di una clausola di interesse nazionale che restituisca allo Stato i poteri oggi riconosciuti alle regioni nelle materie concorrenti. Secondo la sinistra radicale, questa modifica sarebbe in aperto contrasto con la concertazione, un principio prioritario del programma sottoscritto da tutta l’Unione. La parola d’ordine è dunque concertazione con il territorio senza se e senza ma, sulla Torino-Lione, come sui rigassificatori.

            Finanziaria

            Quando Fassino ha sottolineato la necessità di mettere mano a una Finanziaria rigorosa che contenga la spesa, a partire dai quattro settori indicati nel Dpef (sanità, previdenza, pubblico impiego e finanza locale), si è scatenata la reazione dei comunisti dell’Unione. Dura la reazione di Diliberto, che ha rimproverato il leader ds di tradire il programma dell’Unione sostenendo posizioni inaccettabili quale quella dell’innalzamento dell’età pensionabile. “Posizione” che in realtà è contenuta nel programma anche se non si accompagna alla presenza dei disincentivi per ritardare l’uscita dal mercato del lavoro e che fanno accapponare la pelle ai sindacati e ai partiti dell’ala massimalista. Ha tentato di mediare tra rigoristi e i lassisti il ministro del Lavoro Damiano, affermando che il governo sarebbe stato in grado già nella Finanziaria di agire sul sistema previdenziale, attraverso maggiori risorse e maggiori risparmi. Il Tesoro aveva studiato anche la spalmatura dell’intervento strutturale sulle pensioni in due strumenti legislativi, ma la levata di scudi del partito del “no ai tagli” ha fatto rinviare tutto al marzo 2007. “Chi ha intenzione di fare cassa con le pensioni dei lavoratori se lo tolga dalla testa”. Prodi sa che lo scoglio della Finanziaria deve essere ancora oltrepassato, e che il test del Senato si prospetta ad alto rischio. Ma anche se l’esecutivo - ricorrendo al voto di fiducia - riuscisse a superare - com’è probabile - la prova di Palazzo Madama, le scorie accumulate lungo l’iter della finanziaria potrebbero esplodere di lì a breve. Tanto più se, accelerando sulla riforma previdenziale, Prodi decidesse di saggiare la pazienza della sinistra radicale. Che nell’accordo siglato a Palazzo Chigi sul Tfr ha colto un cedimento alle pressioni di Confindustria. E che fa leva sul programma dell’Unione per mettere in guardia da giri di vite sulle pensioni.

            Sanità

            Fassino coraggiosamente ha parlato di razionalizzare e ridurre la spesa sanitaria. Affermazione che il ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero ha inteso anche questa volta come l’annuncio di tagli e ha rinviato al mittente con la stessa giustificazione usata da Diliberto a proposito delle pensioni: i tagli alla sanità non sono previsti nel programma dell’Unione. La sinistra radicale è sorda ai richiami dell’Ue secondo cui la ripresa economica in atto nel nostro Paese, come nel resto dell’area dell’euro, non deve portare i governi a rilassarsi. Anzi, deve essere vista come “un’opportunità per mettere a posto i conti”. Ma i soli conti che fa Prodi sono quelli con il suo alleato Bertinotti.

            Caso Telecom

            Ad aumentare il già forte imbarazzo dei due maggiori partiti del centrosinistra rispetto all’atteggiamento di Prodi sull’affaire Telecom, è arrivata la stizzosa risposta fornita dal Professore a chi gli domandava se fosse il caso di andare a riferire in Parlamento sulla vicenda, al ritorno dal viaggio in Cina. Una replica (“ma che siamo matti?”). Da via Nazionale non sono mai giunte dichiarazioni in difesa del presidente del Consiglio e del suo staff, mentre da Largo del Nazareno sono arrivati solo segnali di inquietudine. I partiti della sinistra radicale invece, assieme a Di Pietro, hanno garantito sulla vicenda una copertura totale al premier, un chiarimento alla presenza del premier Romano Prodi.

            Il tavolo dei volenterosi

            L’iniziativa di Capezzone è stata definita “foriera di pasticci”, o addirittura un’operazione dietro cui si scorge la “longa manus di Confindustria” e che rischia di favorire l’opposizione. “Peggiorando la Finanziaria da destra” con conseguenze che potrebbero giungere al “dissolvimento dell’Unione” e al “conflitto sociale”. Il fuoco di sbarramento aperto da numerosi settori del centrosinistra contro il “tavolo dei volenterosi” è stato particolarmente intenso. Se l’ostilità della sinistra radicale era da mettere in conto, quella di marca ulivista - benché avvolta in espressioni diplomatiche – ha rappresentato una novità politica di un certo rilievo, indice della fragilità congenita di una coalizione che ha paura di ogni confronto.

            Doppi incarichi

            L’Unione non è ancora riuscita a far dimettere ministri e sottosegretari eletti al Senato. L’ultima fumata nera – 146 contrari, 142 a favore – è stata quella che ha riguardato il ministro della Salute Livia Turco. A scrutinio segreto, l’aula ha detto no per la terza volta – dopo le due di luglio – alla ministra diessina, che da tempo aveva manifestato l’intenzione di dedicarsi a tempo pieno alle attività del dicastero e che invece dovrà continuare a fare la spola tra lungotevere Ripa e l’emiciclo. Nulla di fatto, dunque, anche per l’applicazione di quella legge non scritta all’interno dell’Unione che vorrebbe l’eliminazione di qualsiasi doppio incarico tra chi è parlamentare e membro di governo.

            Sconfitta al Senato

            La sconfitta al Senato sul decreto relativo agli sfratti è stato derubricato a “incidente di percorso” da Prodi, ma ha costituito invece un’ulteriore spia della debolezza della maggioranza. Ds e Margherita continuano a invocare per il governo una “fase due”, mentre il premier dice in modo chiaro di “ignorare” simili espressioni. Anche perché il Professore non è “un uomo per tutte le stagioni”.

            Aliquote fiscali

            Tra maggioranza e governo non sono mancate discrepanze anche clamorose. Il sottosegretario Letta e il viceministro Visco, ad esempio, hanno platealmente bocciato a nome dell’esecutivo l’emendamento presentato dall’Ulivo alla Camera per portare al 45 per cento le aliquote fiscali sui redditi oltre i 150 mila euro. Una sconfessione ribadita a scanso di equivoci da Prodi. E condivisa dal senatore Tiziano Treu, che ha contestato ai colleghi ulivisti della Camera la coerenza tra un simile inasprimento fiscale e il programma dell’Unione. A completare il mosaico hanno provveduto i Comunisti italiani annunciando una serie di emendamenti del Pdci per spostare addirittura al 47 per cento l’aliquota massima
            Povera Italia!


            "Folleggiammo alquanto con altri viaggiatori della notte da autentici sbarazzini della strada. Poi decidemmo che era ora di eseguire il numero "Visita a sorpresa": un po' di vita, qualche risata..e una scorpacciata di ultraviolenza."

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            • Bicipes
              Il drugo
              • May 2006
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              • A casa mia
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              #7
              Originariamente Scritto da SteveTheZane Visualizza Messaggio
              Il vero dramma è che se va via prodi, dopo torna il cavaliere...non è che siamo messi tanto bene
              ricorda: si stava meglio quando si stava peggio.....


              "Folleggiammo alquanto con altri viaggiatori della notte da autentici sbarazzini della strada. Poi decidemmo che era ora di eseguire il numero "Visita a sorpresa": un po' di vita, qualche risata..e una scorpacciata di ultraviolenza."

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              • T-Rex
                Corporete Più Anziano
                • Jun 2005
                • 11752
                • 549
                • 622
                • Napoli < Campania < Italia < Europa < Terra < Sistema solare < Via Lattea < Universo < ?
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                #8
                Originariamente Scritto da Bicipes Visualizza Messaggio
                ricorda: si stava meglio quando si stava peggio.....
                Ecco perchè rimpiango di non essere nato nella preistoria.

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                • SteveTheZane
                  Bodyweb Member
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                  • 1903
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                  #9
                  Originariamente Scritto da Bicipes Visualizza Messaggio
                  ricorda: si stava meglio quando si stava peggio.....
                  appunto, saremo costretti a dirlo anche quando cadrà il governo prodi?

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                  • body77
                    Banned
                    • Dec 2003
                    • 2269
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                    • 262
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                    #10
                    ***** mi avete rovinato la serata co sti ***** di comunitsti...

                    se poi penso ancora che sono all'inizio...

                    intanto si è moltiplicato il bollo e pago come chi ha un auto di lusso...

                    anzi pago più io, perchè chi compra un macchinone euro 4 ha anche agevolazioni....

                    porcaccio il DDDDDDDDDDDDDDDDDDD________________________________!!!!!!

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                    • Federico86
                      I'm a machine
                      • Apr 2006
                      • 17554
                      • 722
                      • 152
                      • in un appartamento
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                      #11
                      nn pagarlo il bollo fai prima
                      Arrivare al cedimento è come fare una passeggiata tra le fiamme dell'inferno, inferno in cui io mi sento sovrano!!!

                      Non c'è miglior ornamento addosso che la carne attorno all'osso.

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                      • SteveTheZane
                        Bodyweb Member
                        • Feb 2004
                        • 1903
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                        #12
                        se siamo ridotti così male non è certo colpa solo di prodi, che è lì da pochi mesi

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                        • Bicipes
                          Il drugo
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                          #13
                          Originariamente Scritto da T-Rex Visualizza Messaggio
                          Ecco perchè rimpiango di non essere nato nella preistoria.
                          voi comunisti sempre dietro al "mito del buon selvaggio"
                          Cmq basterebbe tornare indietro di una sessantina d'anni per stare bene!


                          "Folleggiammo alquanto con altri viaggiatori della notte da autentici sbarazzini della strada. Poi decidemmo che era ora di eseguire il numero "Visita a sorpresa": un po' di vita, qualche risata..e una scorpacciata di ultraviolenza."

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                            • Napoli < Campania < Italia < Europa < Terra < Sistema solare < Via Lattea < Universo < ?
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                            #14
                            Originariamente Scritto da Bicipes Visualizza Messaggio
                            voi comunisti sempre dietro al "mito del buon selvaggio"
                            Cmq basterebbe tornare indietro di una sessantina d'anni per stare bene!
                            Già, quando c'era lui...

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                            • Bicipes
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                              #15
                              Originariamente Scritto da T-Rex Visualizza Messaggio
                              Già, quando c'era lui...
                              .... si stava meglio!


                              "Folleggiammo alquanto con altri viaggiatori della notte da autentici sbarazzini della strada. Poi decidemmo che era ora di eseguire il numero "Visita a sorpresa": un po' di vita, qualche risata..e una scorpacciata di ultraviolenza."

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