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    Franzoni...

    LA MAMMA DI COGNE

    La Franzoni racconta in un libro: 'Wojtyla accarezzò Samuele'

    Ricordi della vita felice prima dell'assassinio del bambino e poi l'inferno della perdita. Annamaria si confessa pubblicando 'La verità'

    Torino, 31 ottobre 2006 - Il caso di Cogne continua a far parlare, con nuove rivelazioni. Ma stavolta la novità non riguarda i drammatici fatti di quella mattina in cui il piccolo Samuele venne brtalmente ucciso, bensì uno spaccato della vita felice della famiglia del piccolo prima dell'omicidio.

    Nel luglio 2001, Papa Giovanni Paolo II, in vacanza in Valle d' Aosta e, di passaggio vicino a Cogne, prese in braccio e accarezzò il piccolo Samuele. A rivelarlo è la stessa Annamaria Franzoni, condannata a 30 anni per l' omicidio del figlio, nel libro ''La verita''' (Piemme), in uscita il 12 novembre, scritto con l' inviato di 'Gente' Gennaro De Stefano.

    Il settimanale pubblica in esclusiva ampi stralci del volume. ''Non sono un'assassina, e non sono pazza. Sono soltanto una madre'', scrive la Franzoni e dice che quell' incontro del figlio con Papa Wojtyla, ''è un ricordo che io e mio marito Stefano conserviamo gelosamente''. La donna ripercorre, attimo per attimo, le emozioni provate la mattina del 30 gennaio 2002, a Cogne, quando lei è appena rientrata nella villetta dopo aver accompagnato allo scuolabus il figlio maggiore.

    ''Il piumone copre completamente il letto - si legge - penso che Samuele si sia nascosto per farmi lo scherzo del 'cucu'', ma, nello stesso momento, sento un respiro strano, prendo il piumone e lo alzo, buttandolo sul letto. Un sussulto. Urlo 'Samuele!', ma la voce è affogata. Lo choc è grande, un tonfo al cuore, tutto si ferma e il respiro manca. Sobbalzo indietro, non capisco ciò che vedo, non capisco, lo chiamo ma lui è lì fermo, solo un rantolo del respiro, gli occhi socchiusi, il viso pallido, bianco, tanto sangue intorno a lui. Una grossa e profonda ferita in mezzo alla fronte fino all' occhio (...) lo tocco, mi accorgo di avere sul dito una sostanza bianca (...) penso che forse mi ha chiamato talmente forte che, insistendo, gli e' scoppiata la testa''.

    Poi, dopo aver raccontato del suo arresto in piena notte a casa del padre, rivela: ''Ero certa che non sarei sopravvissuta a un figlio, perchè non c'è dolore più innaturale, straziante e terribile (...). Sono stata inquisita come responsabile del suo omicidio assurdo e condannata in primo grado. Secondo la giustizia italiana, l' avrei ucciso 'con lucidità, cinismo e spietata freddezza'. Poi un gruppo di cosiddetti scienziati della mente, senza mai incontrarmi, ha stabilito che soffro di 'crepuscolo della memoria' e che, se a uccidere mio figlio sono stata io, allora in quel momento ero inferma di mente (...). 'Non puo' essere stata che lei', è la frase più ricorrente, 'perchè in quella stanza non c' era nessun altro''. Questa certezza accusatoria mi perseguita fin dalla detenzione alle Vallette di Torino (...) dove il magistrato, anche sulla base di una consulenza errata, mi disse: ''Non le credo, lei capisce. Gli zoccoli... chi poteva indossare i suoi zoccoli?''.

    Ma la Franzoni, con amarezza aggiunge: ''Alla fine gli zoccoli, assunti dal pm come prova della mia colpevolezza, persero di significato. Io, intanto, m'ero dovuta difendere da un'accusa basata su una prova non veritiera''. La ''mamma'' di Cogne conclude così il suo racconto: ''In tutti questi anni non sono mai stata angosciata dalla prospettiva del carcere, o del manicomio. La detenzione mi ha sempre fatto meno paura dell' ospedale psichiatrico, è vero, ma io non ho mai accettato nessuna delle due ipotesi. Nel pozzo nero nel quale qualcuno, volontariamente o no, mi sta facendo sprofondare, il terrore è' sempre stato solo quello, pur volendolo con tutte le mie forze, di non riuscire a conoscere il nome dell' assassino del mio piccolo Samuele (...) ucciso in quel modo da qualcuno che ancora gira libero''.




    http://www.youtube.com/watch?v=lgidB5Bzofk
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    #2
    Originariamente Scritto da maurillo Visualizza Messaggio
    quell' incontro del figlio con Papa Wojtyla, ''è un ricordo che io e mio marito Stefano conserviamo gelosamente''.
    così gelosamente che adesso lo sanno tutti...

    assassina e pure speculatrice...bon

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