ANNUNCIO CHOC
'Vendo i miei organi
per salvare la casa'
Nel Messinese una donna di 48 anni, disperata dopo essere stata truffata da alcune imprese, ha messo in vendita un occhio e un rene. Il marito si è ammalato e la loro abitazioni è stata messa all'asta
Messina, 19 ottobre 2006 - ''Metto in vendita un rene e un occhio e faccio appello a chiunque sia interessato a farsi avanti il più presto possibile: è l'unico modo che ho per aiutare i miei familiari ed evitare di perdere la casa''. Annuncio choc nel Messinese da parte di una 48enne, Anna Pino, affetta dalla sindrome post-polio che la costringe a stare su una sedia a rotelle.
La donna con il marito, Aurelio Rumia, gestiva un'azienda di commercio all'ingrosso di prodotti alimentari a Santa Teresa di Riva (Messina). Il marito, per conto di due società di Perugia, commercializzava liquori e generi alimentari nel Mezzogiorno. ''Fino a quando - racconta l'uomo - mi convinsero a investire in una operazione di franchising. Ho versato oltre 400 mila euro, ma il progetto non decollò mai. I soldi non li ho più visti, con la complicità del mio consulente di allora e altra gente e col risultato che nel '95 ho perso l'attività''.
La coppia è ormai giunta alla disperazione. ''Mi sono fidato - prosegue il marito della donna - di alcune persone che pensavo fossero imprenditori seri e invece hanno rovinato me e la mia famiglia, ma sono riuscito a non svendere la mia dignità''.
Archiviata dai magistrati umbri la causa penale a carico dei responsabili delle due società umbre, accusati dai commercianti di truffa ed estorsione, mentre è ancora aperto il procedimento civile a Taormina per la restituzione delle somme che i coniugi hanno versato agli imprenditori con i quali erano in affari, anche se le due società intanto sono fallite.
''Ci hanno truffati prendendoci tutti i soldi - accusa Aurelio Rumia - Ho dovuto vendere automobili, azienda, praticamente tutto tranne la casa che però ora è stata messa all'asta per i debiti cumulati con le banche. Non so cosa potremo fare se ci dovessero prendere anche la casa, per noi sarebbe la rovina, non avremmo neanche un tetto dove ripararci''.
In questi anni l'uomo ha avuto due infarti (gli è stato inserito un by pass) e si è ammalato di depressione. ''In paese ci hanno abbandonati - si sfoga Anna Pino - Per anni abbiamo dovuto mangiare patate perché non avevamo un soldo, ma poi con la forza di volontà abbiamo trovato qualcosa, abbiamo comprato qualche fornetto e abbiamo realizzato dei prodotti che abbiamo venduto durante le fiere. Ora nostro figlio ha una piccola rivendita di questi prodotti. Abbiamo però bisogno di aiuto''.
'Vendo i miei organi
per salvare la casa'
Nel Messinese una donna di 48 anni, disperata dopo essere stata truffata da alcune imprese, ha messo in vendita un occhio e un rene. Il marito si è ammalato e la loro abitazioni è stata messa all'asta
Messina, 19 ottobre 2006 - ''Metto in vendita un rene e un occhio e faccio appello a chiunque sia interessato a farsi avanti il più presto possibile: è l'unico modo che ho per aiutare i miei familiari ed evitare di perdere la casa''. Annuncio choc nel Messinese da parte di una 48enne, Anna Pino, affetta dalla sindrome post-polio che la costringe a stare su una sedia a rotelle.
La donna con il marito, Aurelio Rumia, gestiva un'azienda di commercio all'ingrosso di prodotti alimentari a Santa Teresa di Riva (Messina). Il marito, per conto di due società di Perugia, commercializzava liquori e generi alimentari nel Mezzogiorno. ''Fino a quando - racconta l'uomo - mi convinsero a investire in una operazione di franchising. Ho versato oltre 400 mila euro, ma il progetto non decollò mai. I soldi non li ho più visti, con la complicità del mio consulente di allora e altra gente e col risultato che nel '95 ho perso l'attività''.
La coppia è ormai giunta alla disperazione. ''Mi sono fidato - prosegue il marito della donna - di alcune persone che pensavo fossero imprenditori seri e invece hanno rovinato me e la mia famiglia, ma sono riuscito a non svendere la mia dignità''.
Archiviata dai magistrati umbri la causa penale a carico dei responsabili delle due società umbre, accusati dai commercianti di truffa ed estorsione, mentre è ancora aperto il procedimento civile a Taormina per la restituzione delle somme che i coniugi hanno versato agli imprenditori con i quali erano in affari, anche se le due società intanto sono fallite.
''Ci hanno truffati prendendoci tutti i soldi - accusa Aurelio Rumia - Ho dovuto vendere automobili, azienda, praticamente tutto tranne la casa che però ora è stata messa all'asta per i debiti cumulati con le banche. Non so cosa potremo fare se ci dovessero prendere anche la casa, per noi sarebbe la rovina, non avremmo neanche un tetto dove ripararci''.
In questi anni l'uomo ha avuto due infarti (gli è stato inserito un by pass) e si è ammalato di depressione. ''In paese ci hanno abbandonati - si sfoga Anna Pino - Per anni abbiamo dovuto mangiare patate perché non avevamo un soldo, ma poi con la forza di volontà abbiamo trovato qualcosa, abbiamo comprato qualche fornetto e abbiamo realizzato dei prodotti che abbiamo venduto durante le fiere. Ora nostro figlio ha una piccola rivendita di questi prodotti. Abbiamo però bisogno di aiuto''.
Commenta