Originariamente Scritto da JPP
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Cercando di sbagliare il meno possibile per non cadere nello stesso errore, posso dire che ho discusso di doping anche con un famoso ciclista purtroppo scomparso, cosi' come l'ho fatto con molti campioni del nostro sport. Il comun denominatore e' la NON FIEREZZA nell'affrontare il capitolo, come una triste "conditio sine qua". Un lavoro sul quale pesa il macigno di un rischio piu' o meno calcolato, piu' o meno a breve-medio termine.
Pazzi ne ho conosciuti in Italia, quello si. I non Pro, mi hanno davvero spaventato. I soldi di mezzo rendono tutto razionale e calcolato.
Il "dilettante", chiamiamolo cosi', si diverte in senso etimologico, si separa da se stesso e diventa "altro". Questa alienazione fa del tuo corpo qualcosa di non piu' tuo, come gestione a lungo termine , ma diventa l'unico modo di uscire dal ghetto della mediocrita'. Anche il culturista affermato, come in molti altri casi, fa fatica a smettere. In tutti i sensi. Se sei stato quello conosciuto in gara, nelle fiere perche' grosso; tutti si girano, si parla di te, di te,in gara , hanno paura....Sei disposto a perdere tutto questo? Hai creato un altro "IO" di supporto? Se non l'hai fatto nei tempi giusti diventi un vecchio patetico che scimmietta il se stesso di un tempo con le pieghe sotto il petto e con tua moglie che ti guarda con il velo di tristezza di chi ha commesso uno sbaglio irreparabile.
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