Ero indeciso se pubblicare questo argomento nella sezione "Doping" o in questa delle "Gare", ma vista la stretta attualità del problema ho preferito quest'ultima.
Il sito www.ifbbmagazine.com sottolinea, piuttosto ironicamente nei confronti della nuova dirigenza IFBB Italia, la squalifica subita da Gianpiero Cataldi, Simone Meiattini e Carla Cabau ai campionati mondiali maschili e femminili tenutisi recentemente in India e in Spagna.
Per dovere di cronaca vi riporto integralmente i commenti:
17 Dicembre 2003- "ERRATA CORRIGE: (TRI)CASCATI...": Leggo sulla rubrica "giornopergiorno" che gli atleti italiani inviati alle gare internazionali sono (ri)cascati nella squalifica per positività al controllo antidoping. Forse non avete controllato bene, perchè oltre a Cataldi (primo nella sua categoria), è stato squalificato anche Meiattini (terzo nella stessa categoria). Quindi gli atleti italiani sono (t)ricascati nell'antidoping. E se ci fosse stato il sorteggio tra quelli che non sono entrati in finale, come avveniva in passato, cosa sarebbe successo ? (Angelo/Forte dei Marmi)
-15 Dicembre 2003- "...(RI)CASCATI IN PIENO...": Ancora una volta un titolo ed una prestazione significativa di un atleta italiano sono stati vanificati dal mancato rispetto delle procedure antidoping che ogni Federazione che fa capo alla IFBB è tenuta a rispettare nel momento in cui invia i suoi portacolori ad una competizione internazionale. Ci spiace dover constatare che Giampiero Cataldi si sia trovato ai Mondiali di Mumbay nella condizione di essere proclamato decaduto dal titolo conquistato. La IFBB International ha infatti pubblicato le classiche definitive a seguito dei controlli antidoping effettuati (www.ifbb.com) . Ed ora? Sul sito nazionale tutto tace, i trionfalistici proclami stanno lasciando spazio al silenzio più totale sulla vicenda. E Santonja, e Ben Weider non dicono niente?
-2 Dicembre 2003- "...SIAMO CON GLI ATLETI, NON CON CHI NON LI TUTELA..." E' bene chiarire a chi aggredisce anonimamente, con maleducazione e livore, che non abbiamo nulla contro Carla Cabau; avremmo volentieri condiviso con la Ifbb-Italia la grande soddisfazione di vederla laureata vice campionessa mondiale nel pieno rispetto della normativa antidoping, che altri invece hanno ignorato di applicare. Purtroppo, è un dato di fatto che l'atleta italiana è stata tolta di classfica, non è certo una visione. E' la Ifbb-Italia che deve ora rispondere a Cabau ed a tutti i tesserati di fronte ad una inadempienza che l'ha privata di un piazzamento di assoluto valore. O no?
-1 Dicembre 2003- "...E (PURTROPPO) IL PRIMO CASO E' ARRIVATO...": Ci duole segnalare che una delle atlete italiane in gara al Campionato Mondiale svoltosi in Spagna (Mondiali Femminili), CARLA CABAU, è stata trovata positiva al test antidoping effettuato in tale occasione. Il risultato di gara aveva visto Carla Cabau seconda classificata, ad un passo dal titolo iridato.Ma evidentemente non si erano fati i conti con il fatto di non essere stata mandata in Spagna in regola con quanto prevede la normativa in materia di anti doping. Che dire? Se in Italia la Federazione non effettua i test preventivi, se non ci si assicura che un atleta parta "pulito", se ci si affida allo stellone, o si spera che "...tanto il test non lo fanno...", allora stiamo freschi.... Non bastano lambade e balli esotici per esorcizzare il problema, serio, ed è avvilente che la Ifbb-Italia, punti sui "grossi" risultati, rischiando la faccia, sua e degli atleti, che vanno educati alla cultura dello sport pulito, non mandati semplicemente allo sbaraglio.
Mi dispiace sinceramente per i nostri tre validissimi atleti, però il problema sottolineato - seppur enfatizzato in maniera miratamente provocatoria - non è da sottovalutare e neanche da tacere come mi pare si stia facendo ora (come in passato).
Personalmente non so se i test preventivi sono stati fatti o se esiste una qualche forma di tutela della federazione nei confronti degli atleti che decidono di recarsi all'estero per disputare gare internazionali.
Mi preme però sottolineare anche un altro, più importante aspetto, volutamente sorvolato da chi critica: il controllo antidoping, almeno in India, pare sia stato fatto a tutti e cinque i finalisti di ogni categoria!
I risultati?
Categoria -65Kg = Nessuno squalificato
Categoria -70Kg = 1 squalificato (ex 2° classificato - Sud Africa)
Categoria -75Kg = 3 squalificati (ex 1°-2°-3° classificati - Rep. Ceca, Svizzera, Spagna)
Categoria -80Kg = 1 squalificato (ex 4° classificato - Ucraina)
Categoria -85Kg = 4 squalificati (ex 1°-2°-3°-5° classificati - Italia, Azerbaijan, Qatar)
Categoria -90Kg = 1 squalificato (ex 2° classificato - Qatar)
Categoria +90Kg = 3 squalificati (ex 2°-4°-5° classificati - Siria, Palestina, Austria)
Si tratta dunque di un problema non solo italiano, ma generalizzato: il 40% degli atleti testati viene trovato positivo al controllo antidoping.
Ora tutti sappiamo qual'è la situazione a livello di doping negli sport ad alto livello ed in particolare del bodybuilding, quindi non parlerei di positivi e negativi ma piuttosto di positivi e non-positivi...
Però è pur vero che, se vogliamo avere una seppur lontana speranza di farci riconoscere come sport serio, dovremo prendere atto del fatto che i controlli antidoping, buoni o cattivi che siano, vanno effettuati e superati.
Lo ripeto...mi dispiace per Cataldi, Meiattini e per la Cabau ma considero questo un brutto momento per la credibilità del nostro sport in generale ed una pesante battuta di arresto nel piano di rilancio internazionale della IFBB Italia.
Lo so, si tratta di un argomento da affrontare da molteplici sfaccettature, ma prima o poi occorrerà pure cominciare a farlo e a mettere nero su bianco propositi e buone o cattive intenzioni.
Potremo anche riuscire ad arrivare alla tanto aspirata unità federale, ma alla fine il problema cruciale contro cui tutti dovremo sbattere la testa per ottenere una credibilità nei confronti dei mass media sarà proprio questo.
Oggi come oggi, per l'opinione pubblica, la spada di Damocle che divide il giusto dal cattivo, l'eroe dall'imbroglione, il re dallo schiavo è proprio il tanto famigerato ed interpretabile controllo antidoping ufficiale del CIO...non possiamo far finta di niente ed ignorare questo stato di fatto, nascondere il problema sarebbe infantile e patetico oltre a non servire a niente...
Voi che ne dite?
Il sito www.ifbbmagazine.com sottolinea, piuttosto ironicamente nei confronti della nuova dirigenza IFBB Italia, la squalifica subita da Gianpiero Cataldi, Simone Meiattini e Carla Cabau ai campionati mondiali maschili e femminili tenutisi recentemente in India e in Spagna.
Per dovere di cronaca vi riporto integralmente i commenti:
17 Dicembre 2003- "ERRATA CORRIGE: (TRI)CASCATI...": Leggo sulla rubrica "giornopergiorno" che gli atleti italiani inviati alle gare internazionali sono (ri)cascati nella squalifica per positività al controllo antidoping. Forse non avete controllato bene, perchè oltre a Cataldi (primo nella sua categoria), è stato squalificato anche Meiattini (terzo nella stessa categoria). Quindi gli atleti italiani sono (t)ricascati nell'antidoping. E se ci fosse stato il sorteggio tra quelli che non sono entrati in finale, come avveniva in passato, cosa sarebbe successo ? (Angelo/Forte dei Marmi)
-15 Dicembre 2003- "...(RI)CASCATI IN PIENO...": Ancora una volta un titolo ed una prestazione significativa di un atleta italiano sono stati vanificati dal mancato rispetto delle procedure antidoping che ogni Federazione che fa capo alla IFBB è tenuta a rispettare nel momento in cui invia i suoi portacolori ad una competizione internazionale. Ci spiace dover constatare che Giampiero Cataldi si sia trovato ai Mondiali di Mumbay nella condizione di essere proclamato decaduto dal titolo conquistato. La IFBB International ha infatti pubblicato le classiche definitive a seguito dei controlli antidoping effettuati (www.ifbb.com) . Ed ora? Sul sito nazionale tutto tace, i trionfalistici proclami stanno lasciando spazio al silenzio più totale sulla vicenda. E Santonja, e Ben Weider non dicono niente?
-2 Dicembre 2003- "...SIAMO CON GLI ATLETI, NON CON CHI NON LI TUTELA..." E' bene chiarire a chi aggredisce anonimamente, con maleducazione e livore, che non abbiamo nulla contro Carla Cabau; avremmo volentieri condiviso con la Ifbb-Italia la grande soddisfazione di vederla laureata vice campionessa mondiale nel pieno rispetto della normativa antidoping, che altri invece hanno ignorato di applicare. Purtroppo, è un dato di fatto che l'atleta italiana è stata tolta di classfica, non è certo una visione. E' la Ifbb-Italia che deve ora rispondere a Cabau ed a tutti i tesserati di fronte ad una inadempienza che l'ha privata di un piazzamento di assoluto valore. O no?
-1 Dicembre 2003- "...E (PURTROPPO) IL PRIMO CASO E' ARRIVATO...": Ci duole segnalare che una delle atlete italiane in gara al Campionato Mondiale svoltosi in Spagna (Mondiali Femminili), CARLA CABAU, è stata trovata positiva al test antidoping effettuato in tale occasione. Il risultato di gara aveva visto Carla Cabau seconda classificata, ad un passo dal titolo iridato.Ma evidentemente non si erano fati i conti con il fatto di non essere stata mandata in Spagna in regola con quanto prevede la normativa in materia di anti doping. Che dire? Se in Italia la Federazione non effettua i test preventivi, se non ci si assicura che un atleta parta "pulito", se ci si affida allo stellone, o si spera che "...tanto il test non lo fanno...", allora stiamo freschi.... Non bastano lambade e balli esotici per esorcizzare il problema, serio, ed è avvilente che la Ifbb-Italia, punti sui "grossi" risultati, rischiando la faccia, sua e degli atleti, che vanno educati alla cultura dello sport pulito, non mandati semplicemente allo sbaraglio.
Mi dispiace sinceramente per i nostri tre validissimi atleti, però il problema sottolineato - seppur enfatizzato in maniera miratamente provocatoria - non è da sottovalutare e neanche da tacere come mi pare si stia facendo ora (come in passato).
Personalmente non so se i test preventivi sono stati fatti o se esiste una qualche forma di tutela della federazione nei confronti degli atleti che decidono di recarsi all'estero per disputare gare internazionali.
Mi preme però sottolineare anche un altro, più importante aspetto, volutamente sorvolato da chi critica: il controllo antidoping, almeno in India, pare sia stato fatto a tutti e cinque i finalisti di ogni categoria!
I risultati?
Categoria -65Kg = Nessuno squalificato
Categoria -70Kg = 1 squalificato (ex 2° classificato - Sud Africa)
Categoria -75Kg = 3 squalificati (ex 1°-2°-3° classificati - Rep. Ceca, Svizzera, Spagna)
Categoria -80Kg = 1 squalificato (ex 4° classificato - Ucraina)
Categoria -85Kg = 4 squalificati (ex 1°-2°-3°-5° classificati - Italia, Azerbaijan, Qatar)
Categoria -90Kg = 1 squalificato (ex 2° classificato - Qatar)
Categoria +90Kg = 3 squalificati (ex 2°-4°-5° classificati - Siria, Palestina, Austria)
Si tratta dunque di un problema non solo italiano, ma generalizzato: il 40% degli atleti testati viene trovato positivo al controllo antidoping.
Ora tutti sappiamo qual'è la situazione a livello di doping negli sport ad alto livello ed in particolare del bodybuilding, quindi non parlerei di positivi e negativi ma piuttosto di positivi e non-positivi...
Però è pur vero che, se vogliamo avere una seppur lontana speranza di farci riconoscere come sport serio, dovremo prendere atto del fatto che i controlli antidoping, buoni o cattivi che siano, vanno effettuati e superati.
Lo ripeto...mi dispiace per Cataldi, Meiattini e per la Cabau ma considero questo un brutto momento per la credibilità del nostro sport in generale ed una pesante battuta di arresto nel piano di rilancio internazionale della IFBB Italia.
Lo so, si tratta di un argomento da affrontare da molteplici sfaccettature, ma prima o poi occorrerà pure cominciare a farlo e a mettere nero su bianco propositi e buone o cattive intenzioni.
Potremo anche riuscire ad arrivare alla tanto aspirata unità federale, ma alla fine il problema cruciale contro cui tutti dovremo sbattere la testa per ottenere una credibilità nei confronti dei mass media sarà proprio questo.
Oggi come oggi, per l'opinione pubblica, la spada di Damocle che divide il giusto dal cattivo, l'eroe dall'imbroglione, il re dallo schiavo è proprio il tanto famigerato ed interpretabile controllo antidoping ufficiale del CIO...non possiamo far finta di niente ed ignorare questo stato di fatto, nascondere il problema sarebbe infantile e patetico oltre a non servire a niente...
Voi che ne dite?
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