Allenamento funzionale , Kettlebell e sport da combattimento.
Al mondo esistono due tipi di sport, quelli figli d’una “scienza esatta” e quelli figli del “ buco di culo”. Sicuramente questa è una estremizzazione ma nei primi è molto più facile risalire alla chiave del successo, vedi per esempio la programmazione di un sollevatore di peso. Se il programma prevedeva che avrebbe slanciato 200 Kg difficilmente potrà slanciarne 210. In altri sport invece è più difficile risalire alla chiave del successo, soprattutto in quegli sport in cui il risultato non è determinato da freddi numeri programmati. Per esempio negli sport da ring.
Da qui la programmazione almeno apparentemente si sviluppa in modo molto differente, mentre nel sollevare un peso , correre in un tot tempo, saltare con l’asta si può quantificare , negli sport da combattimento questo ,quasi, non avviene. Metto quasi e poi lo riprendo.
Da qui partono mille domande su cosa rende forte un fighter e su cosa possiamo fare per renderlo ancora più forte. Per esempio la caratteristica d’aver il pugno pesante o la mascella di vetro quanto è influenzabile? Se mi uccido di panca , tirerò pugni più forti? O forse rispetto alla panca è meglio fare i piegamenti sulle braccia? O i jerk coi kettlebells? Insomma ,qua per i miei gusti ci sono troppi punti interrogativi.
Per poterci districare dobbiamo fare un passo indietro e cercare di guardare le cose dall’alto. La bravura di uno sportivo è data dalla somma delle sue abilità:
1 Fisiche
2 Tecniche
3 Tattiche
4 Psicologiche
Da qui possiamo evincere subito che a parità di abilità fisiche vincerà il combattente più tecnico, oppure quello che tiene meglio psicologicamente il ring. Morale della favola io ho visto un sacco di fighters vincere anche senza essere fisicamente superiori rispetto all’avversario.
Così se dovessi preparare un atleta ad un combattimento mi chiederei in che percentuale lavorare sulle differenti abilità. Da chiarire che anche qui la preparazione dovrebbe essere individuale perché ognuno ha esigenze differenti.
Arriviamo al dunque, tenendo presenti tutte le premesse decidiamo di occuparci della preparazione fisica. Le cose però sono molto complesse. Un conto è suddividere le capacità fisiche in: forza, resistenza, velocità, ecc un conto è iniziare a vedere la forza massimale, la forza resistente, la resistenza alla velocità , ecc. In più anche tenendo presente questo bisogna calcolare forza generale e forza specifica, periodi d’acculo e di trasformazione, ecc ecc. Vi siete persi?, se pensate che solo il leggere queste cose sia complicato pensate a come deve esserlo metterlo giù in un piano sensato.
Vi ricordate il quasi che avevo lasciato all’inizio? Adesso ci viene in aiuto.
Sicuramente la caratteristica base che si richiede ad un atleta è quella di durare per tutto il tempo della competizione. Partiamo da questo punto qua, un incontro dilettantistico di pugilato quanto dura? Da poco, tre round da tre minuti, 9 minuti in tutto. Bene in quel tempo sono sicuramente in una fascia aerobica intervallata da periodi anaerobici. Questo già mi fa capire che allenarmi sui 100 metri mi può relativamente servire mentre correre per più di mezzora non mi serve ad una ****. Il corpo dell’atleta richiede uno smaltimento del lattato per una durata complessiva di nove minuti, allenarlo su più di 30 minuti sto utilizzando un altro metabolismo che ha un transfer minimo poi sulla performance da gara. Ai miei tempi correvamo in steady state per 10 minuti intervallati da brevi scatti. Insomma si cercava d’aumentare una capacità aerobica/anaerobica generale per poi trasformala sul ring in specifica. Questo può avvenire sicuramente anche con l’allenamento funzionale o i kettlebell. Il grosso problema è che come al solito ci si fa prendere la mano. Il sacco bulgaro diventa il segreto dei lottatori quando invece è solo uno strumento. Idem con le kettlebell e tutto il resto. Sono attrezzi utili ma se usati con senso. Fare circuiti a casaccio sicuramente darà un risultato ma i benefici si protrarranno per quanto? Chi fa questo genere di lavoro fa mai dei test per vedere i miglioramenti sullo smaltimento del lattato? Alla fine lo so sono palloso ma se vogliamo fare le cose fatte bene dobbiamo testare, dire che oggi ho fatto un buon allenamento perché non riesco ad alzare la forchetta mentre ceno, nel 21 secolo, non è più segno che si è fatto un buon lavoro.
Kettlebell e allenamento funzionale sicuramente possono portare un gran contributo per gli sport da combattimento basta che siano inseriti in un programma sensato. Altrimenti è meglio tornare a quando non c’erano.
Per capirci se fate il turkish get up con 24kg o 32kg per poche ripetizioni è meglio lasciar stare. Meglio allenare le varie catene muscolari separatamente arrivare a carichi importanti e alla fine riunirle di nuovo.
Non mi dileguo oltre perché sento già gli sbadigli lascio solo questo filmato, anche se non riguarda gli sport da combattimento, per far capire com’è una vera programmazione atletica.
Ps Non è che tutto quello che si vede nel filmato è corretto ma è per dare un’idea.
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