Originariamente Scritto da Ecatombe
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Cavolo il falling step e il Doble shift!
Sul primo sono quasi sicuro che si tratti di una tecnica che consentiva a Dempsey di mettere nei suoi colpi tutto il peso del suo corpo!
Ho trovato una spiegazione dove c'è scritto che vi è un aumento della potenza del corpo perchè non proviene solo dalla rotazione del busto e della spalla ma anche dalla spinta del piede arretrato.
"Sono tre gli elementi determinati che "compongono" il falling step:
-passo a caduta; uso di tutto il peso corporeo nel movimento
-power line; sfruttamento della catena cinetica
-esplosività; gestione del rilassamento e della contrazione muscolare
Passo a caduta(in avanti)
La prima cosa, per ottenere l’effetto dirompente della tecnica, consiste nell’effettuare un passo in avanti, partendo da una posizione di guardia in cui il piede sinistro, carico del peso del corpo, è anteriore al destro che ha la funzione di bilanciare l’appoggio del corpo sul terreno. Un avanzamento a caduta, dove l’inevitabile perdita dell’equilibrio, dovrà essere recuperato non appena i piedi si appoggiano nuovamente sul terreno. Psicologicamente, lasciarsi andare, seppure per lo spazio di un passo, rievoca a molti la paura di mollare la propria rigidità sia fisica, sia psicologica, e la sensazione di cadere nel vuoto.
Le tensioni corporee, i disagi emotivi, impediscono l’effetto valanga del fallig step.
Acquisire consapevolezza di tali tensioni è un passo assolutamente necessario per migliorare la capacità di liberare il corpo nel movimento di avanzamento.
Power line
Il passo a caduta è propedeutico per passare allo studio del secondo elemento:
uso della linea di forza; determinata dall’allineamento della catena cinetica di un gesto tecnico, composta da una serie di azioni che coinvolgono tutti i distretti corporei implicati.
Per esempio, utilizzando il falling step, oltre a lanciare il peso del corpo in avanti, è necessario coinvolgere nell’azione i piedi, le caviglie, le ginocchia, le anche, il tronco, la schiena, le spalle il viso e solo infine il braccio.
La somma della carica energetica sviluppata dall’intervento di ognuno di questi distretti corrisponde alla potenza generata dal colpo che si scaglia sul bersaglio.
Per ottenere questo, è necessaria la consapevolezza delle proprie caratteristiche posturali, ma anche delle specifiche zone di tensione muscolare che talvolta trattengono il movimento.
Psicologicamente, lanciarsi lungo la linea di forza implica una forte, chiara, convinta decisione, consapevoli che la verifica dell’efficacia dei gesti lasci un senso di soddisfazione rigenerante.
Esplosività
E’ un concetto sottile, che fa pensare all’effetto di una freccia lanciata che punta al bersaglio. E’ necessario comprendere che è possibile sopperire alla "mancanza di massa" con la velocità del movimento che aumenta il potere di impatto. Ciò si ottiene grazie alla gestione adeguata del rilassamento e della contrazione muscolare.
Si deve comprendere la necessità che i muscoli, per esprimersi con esplosività, siano in una posizione di partenza rilassata per poi tendersi e scattare con le articolazioni adeguatamente sciolte nel movimento.
Psicologicamente, esplodere un colpo, implica la sensazione sia fisica che psichica di "sfondare", e non solo, nella nostra linea di confine, ma addirittura di provocare un varco entro il confine dell’altro.
Questi confini, ai quali siamo abituati e che spesso temiamo superare, sono segnati dalla paura (più o meno consapevole) di colpire l’altro, e dal terrore di entrare nella guardia (varcare la linea di confine) dell’avversario. Per superare le resistenze d’ordine psicologico a utilizzare in modo esplosivo le proprie azioni, è necessario acquisire consapevolezza e migliorare la capacità di gestione della propria aggressività. Con questo termine si intende, quel gesto istintivo innato in ogni persona spinto dal diritto di difendersi per sopravvivere. Questo tipo di reazione non lascia spazio al controllo razionale del gesto stesso.
Portando un esempio; le donne, educate a sopportare a soccombere alle aggressioni altrui, sono a volte giudicate inadeguate a portare un’azione aggressiva (fisica e psichica) per difendere un’aggressione. Molte di esse quando, in palestra sono "in difficoltà", al primo contatto fisico, tendono a coprirsi il viso, acquisendo una posizione di rimessa; nella realtà della vita, le stesse se aggredite, vittime della loro immobilità, sono intrappolate nel ruolo di vittime, incapaci di reagire attivamente. E’ pur vero però, che di fronte all’aggressione del proprio figlio sono capaci di esplodere balzando alla gola dell’aggressore mordendone la carotide.
Quindi anch’esse possiedono l’aggressività, il problema è di imparare ad utilizzarla.
L’attacco esplosivo contro l’aggressore consente alla vittima di ribaltare la situazione, e acquisire per un breve momento il ruolo inverso cogliendo di sorpresa e spiazzando l’aggressore.
Concludendo, la combinazione sapiente e completa dei tre elementi, grazie ad un’armoniosa integrazione del corpo con la mente, genera la forza esplosiva del falling step, che se studiato con criterio, è adattabile a numerose tecniche efficaci nelle azioni di difesa personale, anche se eseguite da individui con modesta forza muscolare, aumentandone la potenza e la forza d’impatto.
Sul primo sono quasi sicuro che si tratti di una tecnica che consentiva a Dempsey di mettere nei suoi colpi tutto il peso del suo corpo!
Ho trovato una spiegazione dove c'è scritto che vi è un aumento della potenza del corpo perchè non proviene solo dalla rotazione del busto e della spalla ma anche dalla spinta del piede arretrato.
"Sono tre gli elementi determinati che "compongono" il falling step:
-passo a caduta; uso di tutto il peso corporeo nel movimento
-power line; sfruttamento della catena cinetica
-esplosività; gestione del rilassamento e della contrazione muscolare
Passo a caduta(in avanti)
La prima cosa, per ottenere l’effetto dirompente della tecnica, consiste nell’effettuare un passo in avanti, partendo da una posizione di guardia in cui il piede sinistro, carico del peso del corpo, è anteriore al destro che ha la funzione di bilanciare l’appoggio del corpo sul terreno. Un avanzamento a caduta, dove l’inevitabile perdita dell’equilibrio, dovrà essere recuperato non appena i piedi si appoggiano nuovamente sul terreno. Psicologicamente, lasciarsi andare, seppure per lo spazio di un passo, rievoca a molti la paura di mollare la propria rigidità sia fisica, sia psicologica, e la sensazione di cadere nel vuoto.
Le tensioni corporee, i disagi emotivi, impediscono l’effetto valanga del fallig step.
Acquisire consapevolezza di tali tensioni è un passo assolutamente necessario per migliorare la capacità di liberare il corpo nel movimento di avanzamento.
Power line
Il passo a caduta è propedeutico per passare allo studio del secondo elemento:
uso della linea di forza; determinata dall’allineamento della catena cinetica di un gesto tecnico, composta da una serie di azioni che coinvolgono tutti i distretti corporei implicati.
Per esempio, utilizzando il falling step, oltre a lanciare il peso del corpo in avanti, è necessario coinvolgere nell’azione i piedi, le caviglie, le ginocchia, le anche, il tronco, la schiena, le spalle il viso e solo infine il braccio.
La somma della carica energetica sviluppata dall’intervento di ognuno di questi distretti corrisponde alla potenza generata dal colpo che si scaglia sul bersaglio.
Per ottenere questo, è necessaria la consapevolezza delle proprie caratteristiche posturali, ma anche delle specifiche zone di tensione muscolare che talvolta trattengono il movimento.
Psicologicamente, lanciarsi lungo la linea di forza implica una forte, chiara, convinta decisione, consapevoli che la verifica dell’efficacia dei gesti lasci un senso di soddisfazione rigenerante.
Esplosività
E’ un concetto sottile, che fa pensare all’effetto di una freccia lanciata che punta al bersaglio. E’ necessario comprendere che è possibile sopperire alla "mancanza di massa" con la velocità del movimento che aumenta il potere di impatto. Ciò si ottiene grazie alla gestione adeguata del rilassamento e della contrazione muscolare.
Si deve comprendere la necessità che i muscoli, per esprimersi con esplosività, siano in una posizione di partenza rilassata per poi tendersi e scattare con le articolazioni adeguatamente sciolte nel movimento.
Psicologicamente, esplodere un colpo, implica la sensazione sia fisica che psichica di "sfondare", e non solo, nella nostra linea di confine, ma addirittura di provocare un varco entro il confine dell’altro.
Questi confini, ai quali siamo abituati e che spesso temiamo superare, sono segnati dalla paura (più o meno consapevole) di colpire l’altro, e dal terrore di entrare nella guardia (varcare la linea di confine) dell’avversario. Per superare le resistenze d’ordine psicologico a utilizzare in modo esplosivo le proprie azioni, è necessario acquisire consapevolezza e migliorare la capacità di gestione della propria aggressività. Con questo termine si intende, quel gesto istintivo innato in ogni persona spinto dal diritto di difendersi per sopravvivere. Questo tipo di reazione non lascia spazio al controllo razionale del gesto stesso.
Portando un esempio; le donne, educate a sopportare a soccombere alle aggressioni altrui, sono a volte giudicate inadeguate a portare un’azione aggressiva (fisica e psichica) per difendere un’aggressione. Molte di esse quando, in palestra sono "in difficoltà", al primo contatto fisico, tendono a coprirsi il viso, acquisendo una posizione di rimessa; nella realtà della vita, le stesse se aggredite, vittime della loro immobilità, sono intrappolate nel ruolo di vittime, incapaci di reagire attivamente. E’ pur vero però, che di fronte all’aggressione del proprio figlio sono capaci di esplodere balzando alla gola dell’aggressore mordendone la carotide.
Quindi anch’esse possiedono l’aggressività, il problema è di imparare ad utilizzarla.
L’attacco esplosivo contro l’aggressore consente alla vittima di ribaltare la situazione, e acquisire per un breve momento il ruolo inverso cogliendo di sorpresa e spiazzando l’aggressore.
Concludendo, la combinazione sapiente e completa dei tre elementi, grazie ad un’armoniosa integrazione del corpo con la mente, genera la forza esplosiva del falling step, che se studiato con criterio, è adattabile a numerose tecniche efficaci nelle azioni di difesa personale, anche se eseguite da individui con modesta forza muscolare, aumentandone la potenza e la forza d’impatto.

Originariamente Scritto da NakMuay84
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bestiolina ha ragione...
ma dipende molto dall'esperienza del fighter...
se invece mettiamo contro un pugile e un thai boxer, le cose cambiano... perchè quest'ultimo può anche non usare affatto i calci, ma dalla sua sa come usare bene ginocchia e gomiti...
ma dipende molto dall'esperienza del fighter...
se invece mettiamo contro un pugile e un thai boxer, le cose cambiano... perchè quest'ultimo può anche non usare affatto i calci, ma dalla sua sa come usare bene ginocchia e gomiti...
in fondo, è molto simile ad un gancio chiuso come movimento
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