Cominciamo dal “padre” o se si preferisce dal più ancestrale precursore del Vale Tudo: il Pancrazio.
Pancrazio (da kratos) significa "intera forza del corpo". Esso era un'unione della lotta e del pugilato; poichè i combattenti adoperavano tutti i mezzi tecnici di queste discipline per superarsi: stringer la gola, far sgambetto e simili, praticati dall'uno, e usati dall'altro. Avevano persino libertà di percuotere con i piedi e fare uso delle unghie e dei denti. Il Pancrazio era una delle più micidiali e complete discipline da combattimento, essa comprendeva tecniche di varia natura: la lotta in piedi, a terra, pugilato, calci, morsi ed acrocorismi (torsione e rottura delle dita delle mani). In genere si approdava al Pancrazio dopo una certa "militanza" nella Pale (lotta olimpica). Si tratta di una disciplina che si sviluppa in un periodo di decadenza politico/sociale nell' antica Grecia, nel periodo della XXXIII° Olimpiade. Pancrazio, inoltre, vuol dire combattimento totale ed è la più vicina al concetto di combattimento per la sopravvivenza. La posta in gioco, infatti, tra i contendenti era la propria vita.Il corpo di un pancratiasta era riconoscibilissimo ed era come una carta d' identità: orecchie lacerate dai colpi, naso deforme e cicatrici su tutto il corpo. Più avanti questa disciplina rude divenne una dimostrazione sportiva di tutto rispetto, in quanto si ricercava la "bella vittoria" e non l’annientamento dell’avversario. Il periodo di massimo sviluppo del Pancrazio fu l'era di Alessandro Magno, profondo appassionato di questo sport che lo fece conoscere sulle rive del Gange, quindi arrivò a Roma. Dal Pancrazio presero spunto secoli dopo, alcune attività sportive quali il Catch, ed appunto il Vale-Tudo.
La competizione è senza colpi proibiti e, a seconda delle denominazioni si svolge in un regolare ring per la boxe oppure all’interno di una gabbia ottagonale. Il risultato della gara è deciso da knock-out, bloccaggi dell’avversario o resa dello stesso. Per capire completamente il riemergere di questo tipo di combattimento e’ necessario dare anche un breve sguardo alla storia della famiglia Gracie in Brasile.
Nel 1801 George Gracie immigrato in Brasile dalla Scozia si stabilì nel Para, una provincia a nord-est del Paese. La sua famiglia crebbe florida e nei primi del ‘900 un giapponese, Mitsuyo Maeda in veste di rappresentante del governo giapponese arrivò nel Para per stabilirne una colonia. Egli diventò un grande amico di Gastão Gracie, nipote di George Gracie e figura politica del Para.
Oltre all’abilità e capacità politica, Maeda era anche riconosciuto per essere stato campione di Judo. Maeda, o “Count Koma”, come veniva chiamato in Giappone, si offrì di insegnare l’arte del Judo a Carlos,il figlio di Gastão. Fu così che Maeda allenò Carlos dai 15 ai 21 anni, fino a quando cioè Maeda fece ritorno in Giappone. Carlos cominciò a insegnare ai fuoi fratelli: Helio, Jeorge, Osvaldo e Gastão Jr.
I fratelli Gracie iniziarono ad adattare l’arte appresa, nel modo che era loro più consono, rendendola più pratica (cosa questa che non piacque ai tradizionalisti). Era il 1925 quando Carlos, con suo fratello Helio, di 11 anni più giovane, a Rio de Janerio, aprì la prima scuola di Jiu-jitsu. Mentre i due continuavano a perfezionare la loro arte, Carlos concepì un brillante schema di marketing per attirare maggiore attenzione sulla loro scuola. Nacque così l’oggi famoso “Gracie Challenge”: “devo fare qualcosa per meravigliare la gente” disse… Gli incontri assomigliavano molto a quelli di Pankratio dell’antica Grecia e vi partecipavano rappresentanti di scuole di karate, boxe, capoeira e tante altre che tentarono di provare la loro abilità e supremazia contro i Gracie. La voce su questi incontri si sparse per Rio, il pubblico li richiese sempre più. Come risultato gli incontri cominciarono a prendere posto negli stadi di calcio, attirando folle da record. Il primo di questi incontri, a livello professionale, fu tra il peso leggero brasiliano Antonio Portugal e il giovane, smilzo e molto fragile Helio, fratello di Carlos Gracie. Helio vinse il match in meno di 30 secondi, diventando così eroe nazionale. Quando la voce arrivò in Giappone, i grandi campioni del Paese chiesero di partecipare in questo nuovo tipo di combattimento contro i Gracie, pensando che questi ultimi denigrassero la loro tradizionale arte. I campioni giapponesi volarono a Rio per combattere contro Helio Gracie e nonostante pesassero fino a 100 libbre in più di Helio, furono tutti sconfitti; inoltre in un viaggio negli States, Helio sconfisse il campione del mondo dei pesi massimi di Freestyle Wrestling, Fred Erbert.
Helio sostenne più di 1000 incontri tra il 1935 e il 1951, finchè lo sostituirono i suoi figli Roice, Rickson, Rorion e Carlson figlio di Carlos. Il vale-tudo crebbe cosi’ tanto da diventare, in termini di biglietti venduti, il secondo sport nazionale, dopo il calcio, in Brasile. Varie leghe e organizzazioni crebbero e gli incontri cominciarono a espandersi in tutto il Brasile. Nei primi anni ’80 il figlio maggiore di Helio, Rorion partì per gli States per insegnare il Brazilian J-J, o Gracie jiu-jitsu come lui preferiva chiamarlo, in California.
Come fecero suo padre e suo zio invitò chiunque al “Gracie Challenge” e in più offrì $ 100,000 a chiunque lo avesse sconfitto. Fu così che il Brazilian ju-jitsu prese piede anche negli States.
Dopo anni di duro lavoro per creare una vera lega americana di vale-tudo, Riorion incontro’ diverse personalita’ del mondo televisivo: Art Davie e Bob Meyrowitz. I tre crearono così la UFC “Ultimate Fighting Championship” che ebbe debutto il 12 novembre del 1993. Grazie agli sforzi congiunti di Rorion (che oltre ad essere un campione nel Brazilian J-J. era anche un abilissimo manager) e l’agenzia S.E.G (Semafhore Enterteinement Group) si avviò questo evento che in seguito divenne un vero e proprio fenomeno sociale.
All’inizio, quando il primo UFC apparve sugli schermi di tutto il mondo, i partecipanti si confrontavano senza limitazioni né di categorie né di peso. Le categorie verranno inserite solo più tardi all’interno della X° edizione dell’UFC. Inizialmente gli incontri furono banditi in tutti gli states. Comunque, grazie alla caparbietà di persone come i Gracie, furono ammessi gradualmente in molti stati americani. Oggi sono pochi gli stati che non ne consentono ancora lo svolgimento.
Illustreremo ora alcune delle caratteristiche principali che contraddistinguono i diversi tipi di eventi (U.F.C. e PRIDE).
UFC:
Gli incontri hanno una durata di 5 minuti e si disputano dentro una gabbia ottagonale. Le sfide possono essere molteplici e si caratterizzano in incontri singoli ed incontri valevoli per la vittoria della cintura di campione. Le categorie, inserite per la sicurezza degli stessi atleti sono sei: massimi, medio massimi, medi, welter, leggeri, bantam.
Nell’UFC sono autorizzate tutte le tecniche di sottomissione, calci e ginocchiate, pugni e gomitate. Sono vietati i calci in faccia ad un avversario che si trovi a terra e tutti i calci per chi indossi scarpe.
PRIDE:
Anche se il fenomeno vale tudo partì pubblicamente con l’ l’UFC, uno dei massimi antagonisti e promotori di questo tipo di combattimenti è il “concorrente” Pride (orgoglio). La filosofia che contraddistingue il Pride è quella di permettere ai contendenti qualsiasi forma di tecnica con una limitazione minima atta alla salvaguardia degli stessi. Nel Pride si può fare quasi tutto (anche colpire con calci l’avversario a terra). Quello che invece è vietato fare è: tirare i capelli, attaccare gli occhi, colpire la zona genitale, mordere e dare colpi di gomito al viso. Una caratteristica del Pride è quella che possono parteciparvi solo dei campioni affermati delle singole discipline e non tutti, come invece può avvenire nell’UFC.
Il Pride ha origine nel 1997 quando in una sfida si incontrano due “fuori classe”: Rickson Gracie per il Brazilian Jiu-Jitsu ed il lottatore Nobuhiko Takada. Rickson, imbattuto da 400 incontri e Takada, ritenuto come il migliore pro-wrestler al mondo diedero vita ad uno dei combattimenti epici di questo torneo. I combattimenti del Pride si svolgono su un ring da pugilato e si articolano attraverso tre round: il primo di 10 minuti il secondo e terzo di 5 minuti. Le categorie sono attualmente tre: massimi sopra i 93 kg, mediomassimi al di sotto dei 93 kg, e dal 2003 la categoria Pride Bushido prevede incontri tra atleti medi, leggeri e di piccola taglia. Altri eventi similari tra i più importanti al mondo sono l’M1 russo ed il K1 nipponico (a nostro avviso un vero e proprio “senza regole” tra strikers, in cui non è concesso afferrarsi). Ma di questo ne parleremo approfonditamente in un altro settore.
Infine una considerazione va fatta su come gli atleti inizialmente combattevano. Sintomatico il fatto che ad avere la meglio su tutti, furono fin dagli esordi del primo UFC, i grapplers del Brazilian Jiu-Jitsu ed il lottatori. La supremazia durò per circa sei/sette anni. I confronti si moltiplicavano, le esperienze crescevano e la qualità dei contendenti migliorava. Il Brazilian J.J ha fatto scuola per anni anche a tutta una sfilza di campioni e semplici praticanti provenienti dalle altre discipline marziali (lotta, kick, muai thai...) illuminandone spesso la strada. Il risultato constatato è che allo stato attuale, non esiste più una disciplina migliore di un’altra in quanto l’atleta stesso che partecipa a questo tipo di eventi è conscio del fatto che la sua preparazione tecnica deve basarsi, tenendone conto, sullo studio comparativo delle diverse discipline che sono state e saranno per molto tempo ancora dei fari illuminanti nel panorama marzialistico mondiale.
Alessio Peluso
Il vale tudo (o valetudo) è uno sport da combattimento nato in Brasile circa a metà del secolo scorso e deriva dal pancrazio.
Avendo un regolamento decisamente permissivo, con poche regole (il nome "vale tudo", in portoghese significa appunto "vale tutto"), consente il confrontarsi di atleti che adottano tecniche di combattimento derivanti dalle più diverse discipline marziali: sono consentite infatti sia tecniche di lotta corpo a corpo (comprendenti tutti i tipi chiavi articolari e di strangolamenti) sia tecniche di colpo (effettuate con qualsiasi parte del corpo verso qualsiasi parte del corpo dell'avversario, eccezione fatta per l'inguine). Le protezioni obbligatorie sono minime e comprendono paradenti, guanti a dita libere con imbottitura minima antigraffio e conchiglia. Questo tipo di combattimento viene anche chiamato MMA: Mixed Martial Arts (arti marziali miste) perché è possibile parteciparvi con qualsiasi arte marziale. Infatti i tornei di vale tudo sono nati con lo scopo di mostrare quale fosse l'arte marziale migliore. Nella storia del vale tudo brasiliano si deve tenere conto di una disciplina brasiliana che ne ha influenzato maggiormente gli atleti: il brazilian ju jitsu. Infatti grazie anche al lavoro della famiglia Gracie e al capostipite Helio le tecniche di ju jitsu e judo portate in Brasile dal conte Koma, un nobile giapponese trasferitosi nello stato sudamericano alla fine dell'ottocento, vennero rielaborate e migliorate eliminando i Kata della tradizione marziale nipponica per creare un sistema di combattimento efficace al massimo in grado di essere assimilato senza difficoltà da qualsiasi atleta. Erroneamente a volte si definisce il vale tudo come "luta livre" termine sbagliato giacché i "lutadores" adottavano uno stile ibrido che traeva origine dal catch wrestling con rielaborazioni di altri stili da presa, tanto che tra gli anni '70 e '80 vi fu una lunghissima faida tra i due stili che si risolse sui ring circa dieci anni più tardi. Bisogna precisare, comunque, che la luta livre esiste in due modalità : "esportiva" e "vale tudo". Proprio a causa del suo regolamento estremamente ridotto, il vale tudo offre spesso spettacoli molto cruenti dove gli atleti possono ferirsi a volte anche in modo grave. Anche per questo in molti paesi, esso è bandito e ne vengono consentite solo forme più limitate dal punto di vista regolamentare (come il free fight, la shoot boxe ecc.). Nonostante questo negli ultimi anni sta riscuotendo un ampio successo a livello mondiale e molti di questi bandi stanno gradualmente venendo rimossi. In Italia questo sport è praticato da un numero ristretto di atleti in rapida crescita numerica. La competizione Italiana più importante è il New Generation Tournament (NGT) che ospita atleti Italiani e internazionali con cadenza semestrale o annuale e ad ogni edizione aumenta il suo seguito di appassionati. Dal 2004 esiste anche un campionato Italiano a contatto leggero, che da la possibilità ai praticanti delle più svariate discipline da combattimento e/o arti marziali di confrontarsi tra loro utilizzando un regolamento molto permissivo, ma con minori rischi di infortunio e conseguenti match meno cruenti rispetto alla compagine a contatto totale. Il campionato Italiano a contatto leggero, meno violento e sicuramente differente sotto diversi aspetti dalla compagine a contatto pieno, ha ogni anno e ad ogni tappa riscosso un numero sempre più elevato di adesioni sia di atleti che di teams partecipanti ed ha contribuito e sta ancora oggi contribuendo ad allargare il bacino di atleti Italiani in questo sport, ancora di nicchia, in maniera esponenzialiale, infatti sono molti quegli atleti che dopo aver partecipato a questi eventi hanno deciso di fare il passo successivo, e dunque sperimentare il contatto pieno.
La vittoria, nel contatto totale, può ottenersi per knock out, per sottomissione, per resa da parte di uno dei due contendenti o ai punti. Ne consegue che gli atleti sono portati a non indossare paratibie né grossi guantoni che smorzerebbero la potenza del colpo. Nel Contatto Leggero, sono obbligatorie diverse protezioni, come paratibie conchiglia e paradenti, e rimangono di uso facoltativo corpetto, caschetto protettivo ed altre protezioni, in questa versione, si vince per sottomissione o ai punti, non è previsto il Knockout (KO).
Generalmente gli atleti vincenti in questi tornei conoscono almeno due stili di combattimento: uno per le percussioni ( muay thai, kickboxing, boxe) ed uno per la lotta ( lotta libera, grappling, brazilian jujitsu, lotta greco-romana). Ma un fighter completo deve saper lottare in piedi (lotta libera e greco-romana),lottare a terra (grappling/bjj senza gi) e colpire (muay thai/kickboxing). La storia del Vale Tudo a livello mondiale dimostra che gli atleti vincenti nei tornei "interstile" come i primi 12 UFC sono stati principalmente quelli della Lotta e del bjj ; lo stesso risultato emerge considerando le statistiche di oltre 2000 incontri di MMA/Vale Tudo, come riportato dal più importante sito al mondo di arti marziali miste. Il regolamento solitamente prevede tre riprese da cinque minuti ciascuna per i match senza un titolo in palio e cinque riprese da cinque minuti ciascuna per gli incontri in cui c'è in palio un titolo di campione di categoria, difficilmente però si arriva alla vittoria ai punti e dunque alla fine delle riprese stabilite.
Di recente sono nate delle vere e propie scuole di "Vale tudo";Tali scuole fanno uso di un metodo di insegnamento innovativo: infatti insegnano nell'insieme come primeggiare in tale disciplina mischiando i stili di lotta principi di questi competizzioni come il kickboxing sia europeo che tailandese e il judo o alte tra le meno conosciute come la lotta mongola o il sambo,derivante dalla russia,in questo modo si ha un atleta più preparato e con maggior nozioni in campo di arti marziali e quindi con più possibilità di vittoria.
Vale tudo nel mondo
Il concetto del Vale Tudo, ovvero dei combattimenti senza regole, è stato esportato dal Brasile ben presto anche nel resto del mondo. Giappone e alcuni stati americani hanno proposto attorno agli anni Novanta la loro personale versione della disciplina. Il campionato più importante è famoso al mondo è l'Ultimate Fighting Championship (UFC) che fu creato all'inizio degli anni '90 e oggi ha tappe in tutto il mondo con cadenza mensile, un reality show e decine di sponsor. Uno dei più famosi tornei di Vale Tudo è quello dell' International Vale Tudo Championships (IVC). Il più famoso combattente italiano di UFC è probabilmente l'ex pugile Alessio Sakara di Pomezia.
Link Utili
------------ BRAZILIAN VALE TUDO --------------
GLADIATORS CAGE FIGHTING-OFFICIAL WEBSITE (414) 967-7767
UFC® : Ultimate Fighting Championship®
Cage Rage Championships
Le palestre in Italia per SDC e anche MMA
Palestre
Video
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Le tecniche principali
Le tecniche principali
Il sistema è una miscela del meglio del pugilato, muay thay, wrestling, luta livre e ju-jitsu che combinati con l'esperienza diretta di combattimento maturata negli anni sui ring e nelle arene di tutto il mondo ed alle più moderne ed avanzate metodologie specifiche dell'allenamento al Vale Tudo, ha preso una forma propria, un qualcosa di unico e ben definito.
E' un sistema in continua evoluzione, che matura, cresce e si perfeziona ogni giorno grazie al costante banco di prova al quale il sistema è sottoposto offerto dal confronto scaturito dal susseguirsi dei combattimenti ,cosa che dovrebbe caratterizzare ogni sistema di combattimento o forma di lotta che si prefigge come suo scopo lo studio del combattimento reale e della difesa personale.
ll praticante di Vale Tudo si allena con lo scopo di diventare un combattente completo e con l'obiettivo di sviluppare le qualità di uno striker quanto quelle di un grappler accrescendo in questo modo la capacità di trasformarsi nell'uno e nell'altro e di interpretare il combattimento fluendo con facilità da un'area di combattimento all'altra a seconda degli avversari e delle diverse situazioni.
Tali capacità vengono acquisite mediante la pratica corretta delle metodologie di allenamento specifiche che costituiscono il punto di forza del sistema e la comprensione dei dettagli che caratterizzano le diverse azioni tecnico-tattiche frutto dell'esperienza diretta e non di vaghe supposizioni.
Ogni combattimento porta nuove informazioni, strategie e forme di adattamento alle diverse situazioni che cambiano ogni qual volta si affronta un nuovo avversario, a seconda della loro diversa morfologia, tecnica, tattica, strategia, personalità e modo di combattere.
Va considerato che il Ruas Vale Tudo nasce e si struttura nel periodo in cui i due fighters si affrontavano a mano nuda, senza alcuna protezione, senza limite di tempo e categoria di peso usando qualsiasi colpo, compreso l'uso della testa e dei gomiti nel combattimento in piedi e in quello al suolo.
Pancrazio (da kratos) significa "intera forza del corpo". Esso era un'unione della lotta e del pugilato; poichè i combattenti adoperavano tutti i mezzi tecnici di queste discipline per superarsi: stringer la gola, far sgambetto e simili, praticati dall'uno, e usati dall'altro. Avevano persino libertà di percuotere con i piedi e fare uso delle unghie e dei denti. Il Pancrazio era una delle più micidiali e complete discipline da combattimento, essa comprendeva tecniche di varia natura: la lotta in piedi, a terra, pugilato, calci, morsi ed acrocorismi (torsione e rottura delle dita delle mani). In genere si approdava al Pancrazio dopo una certa "militanza" nella Pale (lotta olimpica). Si tratta di una disciplina che si sviluppa in un periodo di decadenza politico/sociale nell' antica Grecia, nel periodo della XXXIII° Olimpiade. Pancrazio, inoltre, vuol dire combattimento totale ed è la più vicina al concetto di combattimento per la sopravvivenza. La posta in gioco, infatti, tra i contendenti era la propria vita.Il corpo di un pancratiasta era riconoscibilissimo ed era come una carta d' identità: orecchie lacerate dai colpi, naso deforme e cicatrici su tutto il corpo. Più avanti questa disciplina rude divenne una dimostrazione sportiva di tutto rispetto, in quanto si ricercava la "bella vittoria" e non l’annientamento dell’avversario. Il periodo di massimo sviluppo del Pancrazio fu l'era di Alessandro Magno, profondo appassionato di questo sport che lo fece conoscere sulle rive del Gange, quindi arrivò a Roma. Dal Pancrazio presero spunto secoli dopo, alcune attività sportive quali il Catch, ed appunto il Vale-Tudo.
Alcune date fondamentali per il Pancrazio:
776 a.c. - 1° Olimpiade
648 a.c. - viene inserito il Pancrazio nel programma olimpico
200 a.c. - inserito il Pancrazio per gli adolescenti.
Fatta questa breve premessa cominciamo finalmente ad inoltrarci nello specifico del Vale Tudo.
Nato in Brasile nel 1920 circa, il fenomeno Vale Tudo ha avuto l’attenzione mondiale grazie all’ UFC (Ultimate Fighting Championship) che nel 1993, per la prima volta al mondo, proponeva combattimenti tra diversi praticanti di altrettante diverse arti marziali. Da allora il Vale tudo si è diffuso rapidamente in tutto il mondo attraverso le diverse filosofie proposte dai vari eventi che lo proponevano (UFC, Pride, K1, M1).La competizione è senza colpi proibiti e, a seconda delle denominazioni si svolge in un regolare ring per la boxe oppure all’interno di una gabbia ottagonale. Il risultato della gara è deciso da knock-out, bloccaggi dell’avversario o resa dello stesso. Per capire completamente il riemergere di questo tipo di combattimento e’ necessario dare anche un breve sguardo alla storia della famiglia Gracie in Brasile.
Nel 1801 George Gracie immigrato in Brasile dalla Scozia si stabilì nel Para, una provincia a nord-est del Paese. La sua famiglia crebbe florida e nei primi del ‘900 un giapponese, Mitsuyo Maeda in veste di rappresentante del governo giapponese arrivò nel Para per stabilirne una colonia. Egli diventò un grande amico di Gastão Gracie, nipote di George Gracie e figura politica del Para.
Oltre all’abilità e capacità politica, Maeda era anche riconosciuto per essere stato campione di Judo. Maeda, o “Count Koma”, come veniva chiamato in Giappone, si offrì di insegnare l’arte del Judo a Carlos,il figlio di Gastão. Fu così che Maeda allenò Carlos dai 15 ai 21 anni, fino a quando cioè Maeda fece ritorno in Giappone. Carlos cominciò a insegnare ai fuoi fratelli: Helio, Jeorge, Osvaldo e Gastão Jr.
I fratelli Gracie iniziarono ad adattare l’arte appresa, nel modo che era loro più consono, rendendola più pratica (cosa questa che non piacque ai tradizionalisti). Era il 1925 quando Carlos, con suo fratello Helio, di 11 anni più giovane, a Rio de Janerio, aprì la prima scuola di Jiu-jitsu. Mentre i due continuavano a perfezionare la loro arte, Carlos concepì un brillante schema di marketing per attirare maggiore attenzione sulla loro scuola. Nacque così l’oggi famoso “Gracie Challenge”: “devo fare qualcosa per meravigliare la gente” disse… Gli incontri assomigliavano molto a quelli di Pankratio dell’antica Grecia e vi partecipavano rappresentanti di scuole di karate, boxe, capoeira e tante altre che tentarono di provare la loro abilità e supremazia contro i Gracie. La voce su questi incontri si sparse per Rio, il pubblico li richiese sempre più. Come risultato gli incontri cominciarono a prendere posto negli stadi di calcio, attirando folle da record. Il primo di questi incontri, a livello professionale, fu tra il peso leggero brasiliano Antonio Portugal e il giovane, smilzo e molto fragile Helio, fratello di Carlos Gracie. Helio vinse il match in meno di 30 secondi, diventando così eroe nazionale. Quando la voce arrivò in Giappone, i grandi campioni del Paese chiesero di partecipare in questo nuovo tipo di combattimento contro i Gracie, pensando che questi ultimi denigrassero la loro tradizionale arte. I campioni giapponesi volarono a Rio per combattere contro Helio Gracie e nonostante pesassero fino a 100 libbre in più di Helio, furono tutti sconfitti; inoltre in un viaggio negli States, Helio sconfisse il campione del mondo dei pesi massimi di Freestyle Wrestling, Fred Erbert.
Helio sostenne più di 1000 incontri tra il 1935 e il 1951, finchè lo sostituirono i suoi figli Roice, Rickson, Rorion e Carlson figlio di Carlos. Il vale-tudo crebbe cosi’ tanto da diventare, in termini di biglietti venduti, il secondo sport nazionale, dopo il calcio, in Brasile. Varie leghe e organizzazioni crebbero e gli incontri cominciarono a espandersi in tutto il Brasile. Nei primi anni ’80 il figlio maggiore di Helio, Rorion partì per gli States per insegnare il Brazilian J-J, o Gracie jiu-jitsu come lui preferiva chiamarlo, in California.
Come fecero suo padre e suo zio invitò chiunque al “Gracie Challenge” e in più offrì $ 100,000 a chiunque lo avesse sconfitto. Fu così che il Brazilian ju-jitsu prese piede anche negli States.
Dopo anni di duro lavoro per creare una vera lega americana di vale-tudo, Riorion incontro’ diverse personalita’ del mondo televisivo: Art Davie e Bob Meyrowitz. I tre crearono così la UFC “Ultimate Fighting Championship” che ebbe debutto il 12 novembre del 1993. Grazie agli sforzi congiunti di Rorion (che oltre ad essere un campione nel Brazilian J-J. era anche un abilissimo manager) e l’agenzia S.E.G (Semafhore Enterteinement Group) si avviò questo evento che in seguito divenne un vero e proprio fenomeno sociale.
All’inizio, quando il primo UFC apparve sugli schermi di tutto il mondo, i partecipanti si confrontavano senza limitazioni né di categorie né di peso. Le categorie verranno inserite solo più tardi all’interno della X° edizione dell’UFC. Inizialmente gli incontri furono banditi in tutti gli states. Comunque, grazie alla caparbietà di persone come i Gracie, furono ammessi gradualmente in molti stati americani. Oggi sono pochi gli stati che non ne consentono ancora lo svolgimento.
Illustreremo ora alcune delle caratteristiche principali che contraddistinguono i diversi tipi di eventi (U.F.C. e PRIDE).
UFC:
Gli incontri hanno una durata di 5 minuti e si disputano dentro una gabbia ottagonale. Le sfide possono essere molteplici e si caratterizzano in incontri singoli ed incontri valevoli per la vittoria della cintura di campione. Le categorie, inserite per la sicurezza degli stessi atleti sono sei: massimi, medio massimi, medi, welter, leggeri, bantam.
Nell’UFC sono autorizzate tutte le tecniche di sottomissione, calci e ginocchiate, pugni e gomitate. Sono vietati i calci in faccia ad un avversario che si trovi a terra e tutti i calci per chi indossi scarpe.
PRIDE:
Anche se il fenomeno vale tudo partì pubblicamente con l’ l’UFC, uno dei massimi antagonisti e promotori di questo tipo di combattimenti è il “concorrente” Pride (orgoglio). La filosofia che contraddistingue il Pride è quella di permettere ai contendenti qualsiasi forma di tecnica con una limitazione minima atta alla salvaguardia degli stessi. Nel Pride si può fare quasi tutto (anche colpire con calci l’avversario a terra). Quello che invece è vietato fare è: tirare i capelli, attaccare gli occhi, colpire la zona genitale, mordere e dare colpi di gomito al viso. Una caratteristica del Pride è quella che possono parteciparvi solo dei campioni affermati delle singole discipline e non tutti, come invece può avvenire nell’UFC.
Il Pride ha origine nel 1997 quando in una sfida si incontrano due “fuori classe”: Rickson Gracie per il Brazilian Jiu-Jitsu ed il lottatore Nobuhiko Takada. Rickson, imbattuto da 400 incontri e Takada, ritenuto come il migliore pro-wrestler al mondo diedero vita ad uno dei combattimenti epici di questo torneo. I combattimenti del Pride si svolgono su un ring da pugilato e si articolano attraverso tre round: il primo di 10 minuti il secondo e terzo di 5 minuti. Le categorie sono attualmente tre: massimi sopra i 93 kg, mediomassimi al di sotto dei 93 kg, e dal 2003 la categoria Pride Bushido prevede incontri tra atleti medi, leggeri e di piccola taglia. Altri eventi similari tra i più importanti al mondo sono l’M1 russo ed il K1 nipponico (a nostro avviso un vero e proprio “senza regole” tra strikers, in cui non è concesso afferrarsi). Ma di questo ne parleremo approfonditamente in un altro settore.
Infine una considerazione va fatta su come gli atleti inizialmente combattevano. Sintomatico il fatto che ad avere la meglio su tutti, furono fin dagli esordi del primo UFC, i grapplers del Brazilian Jiu-Jitsu ed il lottatori. La supremazia durò per circa sei/sette anni. I confronti si moltiplicavano, le esperienze crescevano e la qualità dei contendenti migliorava. Il Brazilian J.J ha fatto scuola per anni anche a tutta una sfilza di campioni e semplici praticanti provenienti dalle altre discipline marziali (lotta, kick, muai thai...) illuminandone spesso la strada. Il risultato constatato è che allo stato attuale, non esiste più una disciplina migliore di un’altra in quanto l’atleta stesso che partecipa a questo tipo di eventi è conscio del fatto che la sua preparazione tecnica deve basarsi, tenendone conto, sullo studio comparativo delle diverse discipline che sono state e saranno per molto tempo ancora dei fari illuminanti nel panorama marzialistico mondiale.
Alessio Peluso
Il vale tudo (o valetudo) è uno sport da combattimento nato in Brasile circa a metà del secolo scorso e deriva dal pancrazio.
Avendo un regolamento decisamente permissivo, con poche regole (il nome "vale tudo", in portoghese significa appunto "vale tutto"), consente il confrontarsi di atleti che adottano tecniche di combattimento derivanti dalle più diverse discipline marziali: sono consentite infatti sia tecniche di lotta corpo a corpo (comprendenti tutti i tipi chiavi articolari e di strangolamenti) sia tecniche di colpo (effettuate con qualsiasi parte del corpo verso qualsiasi parte del corpo dell'avversario, eccezione fatta per l'inguine). Le protezioni obbligatorie sono minime e comprendono paradenti, guanti a dita libere con imbottitura minima antigraffio e conchiglia. Questo tipo di combattimento viene anche chiamato MMA: Mixed Martial Arts (arti marziali miste) perché è possibile parteciparvi con qualsiasi arte marziale. Infatti i tornei di vale tudo sono nati con lo scopo di mostrare quale fosse l'arte marziale migliore. Nella storia del vale tudo brasiliano si deve tenere conto di una disciplina brasiliana che ne ha influenzato maggiormente gli atleti: il brazilian ju jitsu. Infatti grazie anche al lavoro della famiglia Gracie e al capostipite Helio le tecniche di ju jitsu e judo portate in Brasile dal conte Koma, un nobile giapponese trasferitosi nello stato sudamericano alla fine dell'ottocento, vennero rielaborate e migliorate eliminando i Kata della tradizione marziale nipponica per creare un sistema di combattimento efficace al massimo in grado di essere assimilato senza difficoltà da qualsiasi atleta. Erroneamente a volte si definisce il vale tudo come "luta livre" termine sbagliato giacché i "lutadores" adottavano uno stile ibrido che traeva origine dal catch wrestling con rielaborazioni di altri stili da presa, tanto che tra gli anni '70 e '80 vi fu una lunghissima faida tra i due stili che si risolse sui ring circa dieci anni più tardi. Bisogna precisare, comunque, che la luta livre esiste in due modalità : "esportiva" e "vale tudo". Proprio a causa del suo regolamento estremamente ridotto, il vale tudo offre spesso spettacoli molto cruenti dove gli atleti possono ferirsi a volte anche in modo grave. Anche per questo in molti paesi, esso è bandito e ne vengono consentite solo forme più limitate dal punto di vista regolamentare (come il free fight, la shoot boxe ecc.). Nonostante questo negli ultimi anni sta riscuotendo un ampio successo a livello mondiale e molti di questi bandi stanno gradualmente venendo rimossi. In Italia questo sport è praticato da un numero ristretto di atleti in rapida crescita numerica. La competizione Italiana più importante è il New Generation Tournament (NGT) che ospita atleti Italiani e internazionali con cadenza semestrale o annuale e ad ogni edizione aumenta il suo seguito di appassionati. Dal 2004 esiste anche un campionato Italiano a contatto leggero, che da la possibilità ai praticanti delle più svariate discipline da combattimento e/o arti marziali di confrontarsi tra loro utilizzando un regolamento molto permissivo, ma con minori rischi di infortunio e conseguenti match meno cruenti rispetto alla compagine a contatto totale. Il campionato Italiano a contatto leggero, meno violento e sicuramente differente sotto diversi aspetti dalla compagine a contatto pieno, ha ogni anno e ad ogni tappa riscosso un numero sempre più elevato di adesioni sia di atleti che di teams partecipanti ed ha contribuito e sta ancora oggi contribuendo ad allargare il bacino di atleti Italiani in questo sport, ancora di nicchia, in maniera esponenzialiale, infatti sono molti quegli atleti che dopo aver partecipato a questi eventi hanno deciso di fare il passo successivo, e dunque sperimentare il contatto pieno.
La vittoria, nel contatto totale, può ottenersi per knock out, per sottomissione, per resa da parte di uno dei due contendenti o ai punti. Ne consegue che gli atleti sono portati a non indossare paratibie né grossi guantoni che smorzerebbero la potenza del colpo. Nel Contatto Leggero, sono obbligatorie diverse protezioni, come paratibie conchiglia e paradenti, e rimangono di uso facoltativo corpetto, caschetto protettivo ed altre protezioni, in questa versione, si vince per sottomissione o ai punti, non è previsto il Knockout (KO).
Generalmente gli atleti vincenti in questi tornei conoscono almeno due stili di combattimento: uno per le percussioni ( muay thai, kickboxing, boxe) ed uno per la lotta ( lotta libera, grappling, brazilian jujitsu, lotta greco-romana). Ma un fighter completo deve saper lottare in piedi (lotta libera e greco-romana),lottare a terra (grappling/bjj senza gi) e colpire (muay thai/kickboxing). La storia del Vale Tudo a livello mondiale dimostra che gli atleti vincenti nei tornei "interstile" come i primi 12 UFC sono stati principalmente quelli della Lotta e del bjj ; lo stesso risultato emerge considerando le statistiche di oltre 2000 incontri di MMA/Vale Tudo, come riportato dal più importante sito al mondo di arti marziali miste. Il regolamento solitamente prevede tre riprese da cinque minuti ciascuna per i match senza un titolo in palio e cinque riprese da cinque minuti ciascuna per gli incontri in cui c'è in palio un titolo di campione di categoria, difficilmente però si arriva alla vittoria ai punti e dunque alla fine delle riprese stabilite.
Di recente sono nate delle vere e propie scuole di "Vale tudo";Tali scuole fanno uso di un metodo di insegnamento innovativo: infatti insegnano nell'insieme come primeggiare in tale disciplina mischiando i stili di lotta principi di questi competizzioni come il kickboxing sia europeo che tailandese e il judo o alte tra le meno conosciute come la lotta mongola o il sambo,derivante dalla russia,in questo modo si ha un atleta più preparato e con maggior nozioni in campo di arti marziali e quindi con più possibilità di vittoria.
Vale tudo nel mondo
Il concetto del Vale Tudo, ovvero dei combattimenti senza regole, è stato esportato dal Brasile ben presto anche nel resto del mondo. Giappone e alcuni stati americani hanno proposto attorno agli anni Novanta la loro personale versione della disciplina. Il campionato più importante è famoso al mondo è l'Ultimate Fighting Championship (UFC) che fu creato all'inizio degli anni '90 e oggi ha tappe in tutto il mondo con cadenza mensile, un reality show e decine di sponsor. Uno dei più famosi tornei di Vale Tudo è quello dell' International Vale Tudo Championships (IVC). Il più famoso combattente italiano di UFC è probabilmente l'ex pugile Alessio Sakara di Pomezia.
Link Utili
------------ BRAZILIAN VALE TUDO --------------
GLADIATORS CAGE FIGHTING-OFFICIAL WEBSITE (414) 967-7767
UFC® : Ultimate Fighting Championship®
Cage Rage Championships
Le palestre in Italia per SDC e anche MMA
Palestre
Video
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Le tecniche principali
Le tecniche principali
Il sistema è una miscela del meglio del pugilato, muay thay, wrestling, luta livre e ju-jitsu che combinati con l'esperienza diretta di combattimento maturata negli anni sui ring e nelle arene di tutto il mondo ed alle più moderne ed avanzate metodologie specifiche dell'allenamento al Vale Tudo, ha preso una forma propria, un qualcosa di unico e ben definito.
E' un sistema in continua evoluzione, che matura, cresce e si perfeziona ogni giorno grazie al costante banco di prova al quale il sistema è sottoposto offerto dal confronto scaturito dal susseguirsi dei combattimenti ,cosa che dovrebbe caratterizzare ogni sistema di combattimento o forma di lotta che si prefigge come suo scopo lo studio del combattimento reale e della difesa personale.
ll praticante di Vale Tudo si allena con lo scopo di diventare un combattente completo e con l'obiettivo di sviluppare le qualità di uno striker quanto quelle di un grappler accrescendo in questo modo la capacità di trasformarsi nell'uno e nell'altro e di interpretare il combattimento fluendo con facilità da un'area di combattimento all'altra a seconda degli avversari e delle diverse situazioni.
Tali capacità vengono acquisite mediante la pratica corretta delle metodologie di allenamento specifiche che costituiscono il punto di forza del sistema e la comprensione dei dettagli che caratterizzano le diverse azioni tecnico-tattiche frutto dell'esperienza diretta e non di vaghe supposizioni.
Ogni combattimento porta nuove informazioni, strategie e forme di adattamento alle diverse situazioni che cambiano ogni qual volta si affronta un nuovo avversario, a seconda della loro diversa morfologia, tecnica, tattica, strategia, personalità e modo di combattere.
Va considerato che il Ruas Vale Tudo nasce e si struttura nel periodo in cui i due fighters si affrontavano a mano nuda, senza alcuna protezione, senza limite di tempo e categoria di peso usando qualsiasi colpo, compreso l'uso della testa e dei gomiti nel combattimento in piedi e in quello al suolo.
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