L'ho trovato sul web...niente di ché...
Infatti, per molti, questa parola e quindi lo sport stesso, significa “aumento spropositato della massa muscolare”.
In realtà si è parlato di costruzione del corpo senza apporvi parametri di riferimento; ne consegue che, un allenamento eseguito anche con carichi di peso extra corporeo atto a modificare la struttura morfologica dell’atleta è di per sé una costruzione del corpo.
In altri termini si condiziona il corpo a subire uno stress (allenamento o work out) con conseguente adattamento non solo esterno, ma anche interno; per esempio: miglioramento dell’attività cardio-respiratoria, recupero di post traumatologie, ecc.
Quando si costruisce qualcosa, lo si fa sulla base di un progetto ben preciso, utilizzando tecniche e materiali idonei, anche quando si tratta di un corpo umano.
Traducendo questi termini edili in parole sportive si ottiene quanto segue:
- progetto = disciplina sportiva dinamica;
-materiale = work out;
-tecniche = gesti sportivi.
Una disciplina statica, quale può essere il tiro a segno, non necessita di particolari work out specifici presi dal BB perciò non sono trattati in questa sede.
Tra le discipline sportive dinamiche, analizzeremo quelle da combattimento e, in particolar modo, le arti marziali.
E’ pensiero comune che, più si aumenta la massa muscolare, più si rallentano i movimenti; cosa improponibile agli sport da combattimento e comunque dinamici.
Questo potrebbe essere vero se si pratica il BB fine a se stesso, ma se utilizzato in supporto ad altre discipline, la questione si pone sotto un’altra visione.
Quali sono i parametri fondamentali da rispettare in una qualsiasi disciplina dinamica? Forza e velocità. Infatti, se consideriamo il lancio del martello, oppure il getto del peso, oppure tirare calci e pugni, questi due parametri devono coesistere e devono essere sviluppati o allenati. Sono importanti parimenti: la velocità di roteazione del martello e la forza impressa, così come la velocità di esecuzione di un pugno o di un calcio e la forza impressa ad essi. In fisica, il rapporto tra forza e velocità si definisce potenza.
Va da se che, alla luce di quanto anzidetto, è impensabile proporre degli allenamenti volti alla ricerca esasperata della sola velocità di esecuzione del gesto atletico senza costruire una struttura muscolare forte, molto forte. Infine e non meno importante, la mobilità articolare nonché la capacità elastica muscolare sono aspetti da non trascurare.
Per tradurre in termini pratici quanto detto fin ora, è sufficiente portare alcuni esempi di innegabile conoscenza a tutti. La struttura fisica di YURI CHECHI evidenzia notevoli masse muscolari le quali non solo non gli hanno impedito di praticare il suo sport, anzi gli hanno permesso di raggiungere ammirevoli traguardi che tutti ben conoscono dando dimostrazione di forza e di agilità di esecuzione di movimenti complessi richiesti dalla disciplina degli anelli.
BEN JONSON ha corso i 100 metri battendo tutti i record grazie alla sua potenza muscolare; JEAN CLAUDE VAN DAMME deve la propria notorietà cinematografica al connubio tra sviluppo muscolare e conoscenze tecniche della kick boxing.
E’ ben inteso che non si sta parlando di “fenomeni” di genetica umana, ma sono questi solo riferimenti che balzano agli occhi di tutti.
Quanto detto fin ora è rivolto agli atleti in quanto praticanti lo sport in questione. Per quanto riguarda chi proponelo sport, in questo caso i maestri di arti marziali, si capisce ora la necessità che questi hanno di possedere un certo bagaglio culturale sportivo per poter poi tradurre in allenamenti quanto di più è necessario ad un atleta per eseguire le performance richieste.
In altri termini il maestro non deve essere solo un super tecnico della disciplina praticata, bensì deve avere anche le stesse conoscenze tecniche di un istruttore di BB.
Deve conoscere bene l’anatomia del corpo umano, deve conoscere com’è strutturato un corpo umano, conoscere il funzionamento del sistema nervoso e quindi di trasmissione neuro muscolare, sapere come alimentare un atleta in fase di preparazione di una gara, durante e dopo una gara, quindi alimentazione e supplementazione, ecc.
L’alimentazione e la supplementazione rivestono un ruolo spesso trascurato dagli istruttori ed è invece molto importante gestire le risorse energetiche dell’atleta nei vari periodi dell’anno agonistico; altra cosa molto importante negli sport da combattimento da tenere costantemente controllata è il peso corporeo e qui entra in gioco nuovamente la necessità di avere una certa struttura muscolare. Perché un atleta dovrebbe fare digiuni assurdi (non me ne vogliano i maestri di discipline tradizionali quali il karate) per stare entro una certa categoria di peso, quando se analizziamo il rapporto fra massa magra (muscolo) e massa grassa dell’atleta scopriamo che sono quasi tutti abbastanza “grassi”. Attenzione, essere esili non significa essere magri!!! Perché dovrebbe un atleta portarsi a spasso un tot di kg. di grasso quando questo potrebbe essere sostituito dal muscolo? Non è forse la massa muscolare o massa magra quella che necessita piuttosto che la massa grassa?
Ecco crollato un altro mito. L’ipertrofia (sviluppo della massa magra), non significa per forza aumento esagerato del peso corporeo, cosa che solitamente a vista d’occhio favorisce tale associazione d’idee, tutt’altro. Significa solamente sostituzione di massa magra a quella grassa. Inoltre, cos’è che necessita durante un combattimento? E’ stato spiegato, credo, in modo insindacabile; la potenza.
Fondamentale è il ruolo che riveste lo stretching, tant’è che per ragioni di spazio saranno solo menzionate le caratteristiche più importanti (meriterebbe di essere trattato approfonditamente in un secondo momento).
Dopo una seduta d’allenamento con i pesi, bisogna fare dello stretching statico passivo, cioè tenendo il muscolo in allungamento senza che ci siano contrazioni sul muscolo antagonista; per esempio, se eseguo una spaccata laterale reggendo il peso del corpo con le mani in appoggio a terra, ho un allungamento degli abduttori (muscoli agonisti, cioè direttamente interessati), avendo gli adduttori (muscoli antagonisti) rilassati.
Si parla di stretching statico attivo quando, usando l’esempio dell’esercizio sopraccitato, spingo lateralmente le gambe senza l’ausilio di un appoggio, ottenendo una contrazione degli adduttori (in questo caso muscoli agonisti), per permettere alle gambe di sollevarsi facendo scendere verso terra il bacino, nonché una contrazione eccentrica degli abduttori (muscoli antagonisti).
Lo stretching statico attivo può essere considerato di per sé un allenamento in quanto produce contrazioni muscolari, ecco perché, per esempio, dopo un work out per le gambe va eseguito uno stretching su di esse di tipo statico passivo.
Quale work out con i pesi si può utilizzare per prepararsi ad una performance di karaté o di kick boxing?
Durante l’off seasonva bene un allenamento classico per aumentare l’ipertrofia e diminuire la massa grassa; in season si consiglia un allenamento con carichi sub massimali (90% del massimale) per i primi due giorni della settimana, il terzo giorno un allenamento molto intenso mirato al combattimento, il quarto e il quinto giorno ripetere l’allenamento dei primi due giorni aumentando il numero delle ripetizioni e riducendo il carico al 50%, aumentando la velocità d’esecuzione degli esercizi e riducendo a 1minuto il tempo di recupero tra le serie. Sesto e settimo giorno riposo attivo, vale a dire attività a bassa intensità cardio respiratoria per 30/45 minuti. Questo work out va fatto quattro settimane prima della gara.
L’alimentazione deve essere calibrata al tipo d’allenamento che si sta seguendo, quindi va fatto un computo del fabbisogno calorico ogni volta che si cambia allenamento; è importante determinare anche in quale misura bisogna assumere le calorie pro die costituite dai macro nutrienti (carboidrati, proteine, lipidi), ovvero le percentuali devono variare col variare della dieta seguita. In altri termini, in season bisogna aumentare l’apporto dei carboidrati riducendo quello proteico; off season si deve incrementare l’introito dei protidi abbassando quello dei carboidrati. Fatto questo, si deve anche tener in considerazione che i carboidrati si distinguono in semplici e composti; le proteine sono di natura animale e vegetale. Perciò bisogna determinare anche in che misura tra loro si assumono carboidrati semplici e composti, quante proteine della carne (carni bianche o carni rosse), oppure da latticini, o ancora da vegetali o da sintesi di laboratorio.
Forse ora è ancora più evidente il perché un maestro di arti marziali non deve essere esclusivamente un tecnico della propria disciplina, ma deve avvicinarsi al mondo del body building.
.: A.S. LUPO TEAM - FAENZA:.
IL BODY BUILDING E LE ARTI MARZIALI
di ANDREA CASADEI
Cosa significa Body Building?La traduzione stessa, costruzione del corpo, è di per sé esplicativa, tuttavia poche persone ne intuiscono il vero significato e conseguentemente il fine.di ANDREA CASADEI
Infatti, per molti, questa parola e quindi lo sport stesso, significa “aumento spropositato della massa muscolare”.
In realtà si è parlato di costruzione del corpo senza apporvi parametri di riferimento; ne consegue che, un allenamento eseguito anche con carichi di peso extra corporeo atto a modificare la struttura morfologica dell’atleta è di per sé una costruzione del corpo.
In altri termini si condiziona il corpo a subire uno stress (allenamento o work out) con conseguente adattamento non solo esterno, ma anche interno; per esempio: miglioramento dell’attività cardio-respiratoria, recupero di post traumatologie, ecc.
Quando si costruisce qualcosa, lo si fa sulla base di un progetto ben preciso, utilizzando tecniche e materiali idonei, anche quando si tratta di un corpo umano.
Traducendo questi termini edili in parole sportive si ottiene quanto segue:
- progetto = disciplina sportiva dinamica;
-materiale = work out;
-tecniche = gesti sportivi.
Una disciplina statica, quale può essere il tiro a segno, non necessita di particolari work out specifici presi dal BB perciò non sono trattati in questa sede.
Tra le discipline sportive dinamiche, analizzeremo quelle da combattimento e, in particolar modo, le arti marziali.
E’ pensiero comune che, più si aumenta la massa muscolare, più si rallentano i movimenti; cosa improponibile agli sport da combattimento e comunque dinamici.
Questo potrebbe essere vero se si pratica il BB fine a se stesso, ma se utilizzato in supporto ad altre discipline, la questione si pone sotto un’altra visione.
Quali sono i parametri fondamentali da rispettare in una qualsiasi disciplina dinamica? Forza e velocità. Infatti, se consideriamo il lancio del martello, oppure il getto del peso, oppure tirare calci e pugni, questi due parametri devono coesistere e devono essere sviluppati o allenati. Sono importanti parimenti: la velocità di roteazione del martello e la forza impressa, così come la velocità di esecuzione di un pugno o di un calcio e la forza impressa ad essi. In fisica, il rapporto tra forza e velocità si definisce potenza.
Va da se che, alla luce di quanto anzidetto, è impensabile proporre degli allenamenti volti alla ricerca esasperata della sola velocità di esecuzione del gesto atletico senza costruire una struttura muscolare forte, molto forte. Infine e non meno importante, la mobilità articolare nonché la capacità elastica muscolare sono aspetti da non trascurare.
Per tradurre in termini pratici quanto detto fin ora, è sufficiente portare alcuni esempi di innegabile conoscenza a tutti. La struttura fisica di YURI CHECHI evidenzia notevoli masse muscolari le quali non solo non gli hanno impedito di praticare il suo sport, anzi gli hanno permesso di raggiungere ammirevoli traguardi che tutti ben conoscono dando dimostrazione di forza e di agilità di esecuzione di movimenti complessi richiesti dalla disciplina degli anelli.
BEN JONSON ha corso i 100 metri battendo tutti i record grazie alla sua potenza muscolare; JEAN CLAUDE VAN DAMME deve la propria notorietà cinematografica al connubio tra sviluppo muscolare e conoscenze tecniche della kick boxing.
E’ ben inteso che non si sta parlando di “fenomeni” di genetica umana, ma sono questi solo riferimenti che balzano agli occhi di tutti.
Quanto detto fin ora è rivolto agli atleti in quanto praticanti lo sport in questione. Per quanto riguarda chi proponelo sport, in questo caso i maestri di arti marziali, si capisce ora la necessità che questi hanno di possedere un certo bagaglio culturale sportivo per poter poi tradurre in allenamenti quanto di più è necessario ad un atleta per eseguire le performance richieste.
In altri termini il maestro non deve essere solo un super tecnico della disciplina praticata, bensì deve avere anche le stesse conoscenze tecniche di un istruttore di BB.
Deve conoscere bene l’anatomia del corpo umano, deve conoscere com’è strutturato un corpo umano, conoscere il funzionamento del sistema nervoso e quindi di trasmissione neuro muscolare, sapere come alimentare un atleta in fase di preparazione di una gara, durante e dopo una gara, quindi alimentazione e supplementazione, ecc.
L’alimentazione e la supplementazione rivestono un ruolo spesso trascurato dagli istruttori ed è invece molto importante gestire le risorse energetiche dell’atleta nei vari periodi dell’anno agonistico; altra cosa molto importante negli sport da combattimento da tenere costantemente controllata è il peso corporeo e qui entra in gioco nuovamente la necessità di avere una certa struttura muscolare. Perché un atleta dovrebbe fare digiuni assurdi (non me ne vogliano i maestri di discipline tradizionali quali il karate) per stare entro una certa categoria di peso, quando se analizziamo il rapporto fra massa magra (muscolo) e massa grassa dell’atleta scopriamo che sono quasi tutti abbastanza “grassi”. Attenzione, essere esili non significa essere magri!!! Perché dovrebbe un atleta portarsi a spasso un tot di kg. di grasso quando questo potrebbe essere sostituito dal muscolo? Non è forse la massa muscolare o massa magra quella che necessita piuttosto che la massa grassa?
Ecco crollato un altro mito. L’ipertrofia (sviluppo della massa magra), non significa per forza aumento esagerato del peso corporeo, cosa che solitamente a vista d’occhio favorisce tale associazione d’idee, tutt’altro. Significa solamente sostituzione di massa magra a quella grassa. Inoltre, cos’è che necessita durante un combattimento? E’ stato spiegato, credo, in modo insindacabile; la potenza.
Fondamentale è il ruolo che riveste lo stretching, tant’è che per ragioni di spazio saranno solo menzionate le caratteristiche più importanti (meriterebbe di essere trattato approfonditamente in un secondo momento).
Dopo una seduta d’allenamento con i pesi, bisogna fare dello stretching statico passivo, cioè tenendo il muscolo in allungamento senza che ci siano contrazioni sul muscolo antagonista; per esempio, se eseguo una spaccata laterale reggendo il peso del corpo con le mani in appoggio a terra, ho un allungamento degli abduttori (muscoli agonisti, cioè direttamente interessati), avendo gli adduttori (muscoli antagonisti) rilassati.
Si parla di stretching statico attivo quando, usando l’esempio dell’esercizio sopraccitato, spingo lateralmente le gambe senza l’ausilio di un appoggio, ottenendo una contrazione degli adduttori (in questo caso muscoli agonisti), per permettere alle gambe di sollevarsi facendo scendere verso terra il bacino, nonché una contrazione eccentrica degli abduttori (muscoli antagonisti).
Lo stretching statico attivo può essere considerato di per sé un allenamento in quanto produce contrazioni muscolari, ecco perché, per esempio, dopo un work out per le gambe va eseguito uno stretching su di esse di tipo statico passivo.
Quale work out con i pesi si può utilizzare per prepararsi ad una performance di karaté o di kick boxing?
Durante l’off seasonva bene un allenamento classico per aumentare l’ipertrofia e diminuire la massa grassa; in season si consiglia un allenamento con carichi sub massimali (90% del massimale) per i primi due giorni della settimana, il terzo giorno un allenamento molto intenso mirato al combattimento, il quarto e il quinto giorno ripetere l’allenamento dei primi due giorni aumentando il numero delle ripetizioni e riducendo il carico al 50%, aumentando la velocità d’esecuzione degli esercizi e riducendo a 1minuto il tempo di recupero tra le serie. Sesto e settimo giorno riposo attivo, vale a dire attività a bassa intensità cardio respiratoria per 30/45 minuti. Questo work out va fatto quattro settimane prima della gara.
L’alimentazione deve essere calibrata al tipo d’allenamento che si sta seguendo, quindi va fatto un computo del fabbisogno calorico ogni volta che si cambia allenamento; è importante determinare anche in quale misura bisogna assumere le calorie pro die costituite dai macro nutrienti (carboidrati, proteine, lipidi), ovvero le percentuali devono variare col variare della dieta seguita. In altri termini, in season bisogna aumentare l’apporto dei carboidrati riducendo quello proteico; off season si deve incrementare l’introito dei protidi abbassando quello dei carboidrati. Fatto questo, si deve anche tener in considerazione che i carboidrati si distinguono in semplici e composti; le proteine sono di natura animale e vegetale. Perciò bisogna determinare anche in che misura tra loro si assumono carboidrati semplici e composti, quante proteine della carne (carni bianche o carni rosse), oppure da latticini, o ancora da vegetali o da sintesi di laboratorio.
Forse ora è ancora più evidente il perché un maestro di arti marziali non deve essere esclusivamente un tecnico della propria disciplina, ma deve avvicinarsi al mondo del body building.
.: A.S. LUPO TEAM - FAENZA:.
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