Apple iPhone: Topic Ufficiale

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  • Sergio
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    Originariamente Scritto da Giagotto Visualizza Messaggio
    Sergio, è come quando si fanno le discussioni sulla chiesa e tu(come tanti altri) ne parlate male... Questa è una discussione sull'iphone, pro e contro...
    Io te lo spiego, so che può non sembrare facile, ma è semplicissimo.
    Non è come nelle discussione sulla "chiesa", ce n'era una generica, sulla religione, sull'esistenza di dio o meno e l'abbiamo chiusa perchè era un flames continuo, sia da una parte che dall'altra, ora c'è una discussione privata su Cristo e non mi permetto di intervenire, come non mi permetterei di iscrivermi ad un forum di Comunione e Liberazione per dire che la chiesa mi sta sulle palle.

    Allo stesso modo chi viene su questo thread dovrebbe essere interessato all'iPhone, se ha un Samsung e deve venire qui per fare notare che l'iPhone costa X euro in più o che non ha la schedina di espansione... grazie, lo vedete, lo vediamo da noi, lo vedono anche gli altri, stop, ribadirlo all'infinito o rimarcare che per una frazione di secondo le azioni apple sono scese è un FLAMES.

    Se aprono una discussione come questa , suggeritemi un telefonino, non mi metto li a dire l'iPhone va meglio, è più bello, è più lungo è più grosso, non me ne frega una emerita mazza, ciascuno si compera ciò che vuole.
    Che la stragrande maggioranza di quelli che hanno il Samsung però vengano qui a fare a chi l'ha più lungo mi sembra una cosa fastidiosa e poco produttiva. Vale ovviamente il discorso opposto



    Colgo l'occasione per vedere se la nuova funzionalità "Ban user from a thread" è attiva



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    • Sergio
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      • May 1999
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      Originariamente Scritto da Je ssò Foorttt'' Visualizza Messaggio
      Sulla screen lock dovrebbero comparire le notifiche,non il centro notifiche (intesa come la tendina che si abbassa),cmq prova a vedere le impostazioni delle notifiche
      Mhhmm.... allora avevo capito male io, la tendina appare, si, ma come io spengo il telefono e riaccendo sparisce tutto e lo "Screen Lock" è bello pulito a me serviva un applicazione che appunto mostrasse tutto sullo screen lock, in questo modo devo accendere lo schermo, sbloccare il lock screen e poi tirare giù la tendina, tre cose

      Fino ad ora ho usato intelliscreen, l'unica applicazione che abbia mai pagato in vita mia, speravo la Apple la facesse di default, è la cosa più comoda del mondo.



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      • Je ssò Foorttt''
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        Originariamente Scritto da Sergio Visualizza Messaggio
        Mhhmm.... allora avevo capito male io, la tendina appare, si, ma come io spengo il telefono e riaccendo sparisce tutto e lo "Screen Lock" è bello pulito a me serviva un applicazione che appunto mostrasse tutto sullo screen lock, in questo modo devo accendere lo schermo, sbloccare il lock screen e poi tirare giù la tendina, tre cose

        Fino ad ora ho usato intelliscreen, l'unica applicazione che abbia mai pagato in vita mia, speravo la Apple la facesse di default, è la cosa più comoda del mondo.[/COLOR][/COLOR]
        Ma infatti le notifiche compaiono sulla lockscreen,tipo:

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        • lukasmile
          Lucamele
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          • Napoli
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          Sergio, per dire una cosa simile alla tua in questo thread sono stato sreppato da un gs2 user



          Leggete questo articoletto:

          Steve Jobs è cresciuto a Mountain View, nella contea di Santa Clara, in California. Qui,* con il suo amico Steve Wozniak, fonda la Apple Computer, il primo aprile del 1976. Per finanziarsi, Jobs vende il suo pulmino Volkswagen, e Wozniak la propria calcolatrice. La prima sede della nuova società fu il garage dei genitori: qui lavorarono al loro primo computer, l’Apple I. Ne vendono qualcuno, sulla carta, solo sulla base dell’idea, ai membri dell’Homebrew Computer Club. Con l’impegno d’acquisto, ottengono credito dai fornitori e assemblano i computer, che consegnano in tempo. Successivamente portano l’idea ad un industriale, Mike Markkula, che versa, senza garanzie, nelle casse della società la somma di 250.000 dollari, ottenendo in cambio un terzo di Apple. Con quei soldi Jobs e Wozniak lanciano il prodotto. Le vendite toccano il milione di dollari. Quattro anni dopo, la Apple si quota in Borsa.

          Mettiamo che Steve Jobs sia nato in provincia di Napoli. Si chiama Stefano Lavori. Non va all’università, è uno smanettone. Ha un amico che si chiama Stefano Vozzini. Sono due appassionati di tecnologia, qualcuno li chiama ricchioni perchè stanno sempre insieme. I due hanno una idea. Un computer innovativo. Ma non hanno i soldi per comprare i pezzi e assemblarlo. Si mettono nel garage e pensano a come fare. Stefano Lavori dice: proviamo a venderli senza averli ancora prodotti. Con quegli ordini compriamo i pezzi.

          Mettono un annuncio, attaccano i volantini, cercano acquirenti. Nessuno si fa vivo. Bussano alle imprese: “volete sperimentare un nuovo computer?”. Qualcuno è interessato: “portamelo, ti pago a novanta giorni”. “Veramente non ce l’abbiamo ancora, avremmo bisogno di un vostro ordine scritto”. Gli fanno un ordine su carta non intestata. Non si può mai sapere. Con quell’ordine, i due vanno a comprare i pezzi, voglio darli come garanzia per avere credito. I negozianti li buttano fuori. “Senza soldi non si cantano messe”. Che fare? Vendiamoci il motorino. Con quei soldi riescono ad assemblare il primo computer, fanno una sola consegna, guadagnano qualcosa. Ne fanno un altro. La cosa sembra andare.

          Ma per decollare ci vuole un capitale maggiore. “Chiediamo un prestito”. Vanno in banca. “Mandatemi i vostri genitori, non facciamo credito a chi non ha niente”, gli dice il direttore della filiale. I due tornano nel garage. Come fare? Mentre ci pensano bussano alla porta. Sono i vigili urbani. “Ci hanno detto che qui state facendo un’attività commerciale. Possiamo vedere i documenti?”. “Che documenti? Stiamo solo sperimentando”. “Ci risulta che avete venduto dei computer”.

          I vigili sono stati chiamati da un negozio che sta di fronte. I ragazzi non hanno documenti, il garage non è a norma, non c’è impianto elettrico salvavita, non ci sono bagni, l’attività non ha partita Iva. Il verbale è salato. Ma se tirano fuori qualche soldo di mazzetta, si appara tutto. Gli danno il primo guadagno e apparano.

          Ma il giorno dopo arriva la Finanza. Devono apparare pure la Finanza. E poi l’ispettorato del Lavoro. E l’ufficio Igiene. Il gruzzolo iniziale è volato via. Se ne sono andati i primi guadagni. Intanto l’idea sta lì. I primi acquirenti chiamano entusiasti, il computer va alla grande. Bisogna farne altri, a qualunque costo. Ma dove prendere i soldi?

          Ci sono i fondi europei, gli incentivi all’autoimpresa. C’è un commercialista a Napoli che sa fare benissimo queste pratiche. “State a posto, avete una idea bellissima. Sicuro possiamo avere un finanziamento a fondo perduto almeno di 100mila euro”. I due ragazzi pensano che è fatta. “Ma i soldi vi arrivano a rendicontazione, dovete prima sostenere le spese. Attrezzate il laboratorio, partire con le attività, e poi avrete i rimborsi. E comunque solo per fare la domanda dobbiamo aprire la partita Iva, registrare lo statuto dal notaio, aprire le posizioni previdenziali, aprire una pratica dal fiscalista, i libri contabili da vidimare, un conto corrente bancario, che a voi non aprono, lo dovete intestare a un vostro genitore. Mettetelo in società con voi. Poi qualcosa per la pratica, il mio onorario. E poi ci vuole qualcosa di soldi per oliare il meccanismo alla regione. C’è un amico a cui dobbiamo fare un regalo sennò il finanziamento ve lo scordate”. “Ma noi questi soldi non ce li abbiamo”. “Nemmeno qualcosa per la pratica? E dove vi avviate?”.

          I due ragazzi decidono di chiedere aiuto ai genitori. Vendono l’altro motorino, una collezione di fumetti. Mettono insieme qualcosa. Fanno i documenti, hanno partita iva, posizione Inps, libri contabili, conto corrente bancario. Sono una società. Hanno costi fissi. Il commercialista da pagare. La sede sociale è nel garage, non è a norma, se arrivano di nuovo i vigili, o la finanza, o l’Inps, o l’ispettorato del lavoro, o l’ufficio tecnico del Comune, o i vigili sanitari, sono altri soldi. Evitano di mettere l’insegna fuori della porta per non dare nell’occhio. All’interno del garage lavorano duro: assemblano i computer con pezzi di fortuna, un po’ comprati usati un po’ a credito. Fanno dieci computer nuovi, riescono a venderli. La cosa sembra poter andare.

          Ma un giorno bussano al garage. E’ la camorra. Sappiamo che state guadagnando, dovete fare un regalo ai ragazzi che stanno in galera. “Come sarebbe?”. “Pagate, è meglio per voi”.

          Se pagano, finiscono i soldi e chiudono. Se non pagano, gli fanno saltare in aria il garage. Se vanno alla polizia e li denunciano, se ne devono solo andare perchè hanno finito di campare. Se non li denunciano e scoprono la cosa, vanno in galera pure loro.

          Pagano. Ma non hanno più i soldi per continuare le attività. Il finanziamento dalla Regione non arriva, i libri contabili costano, bisogna versare l’Iva, pagare le tasse su quello che hanno venduto, il commercialista preme, i pezzi sono finiti, assemblare computer in questo modo diventa impossibile, il padre di Stefano Lavori lo prende da parte e gli dice “guagliò, libera questo garage, ci fittiamo i posti auto, che è meglio”.

          I due ragazzi si guardano e decidono di chiudere il loro sogno nel cassetto. Diventano garagisti.

          La Apple in provincia di Napoli non sarebbe nata, perchè saremo pure affamati e folli, ma se nasci nel posto sbagliato rimani con la fame e la pazzia, e niente più.


          Owner - CEO Wellness Project

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          • leonardoS
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            • Verso la riva dello Stige
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            Originariamente Scritto da lukasmile Visualizza Messaggio
            Sergio, per dire una cosa simile alla tua in questo thread sono stato sreppato da un gs2 user



            Leggete questo articoletto:

            Steve Jobs è cresciuto a Mountain View, nella contea di Santa Clara, in California. Qui,* con il suo amico Steve Wozniak, fonda la Apple Computer, il primo aprile del 1976. Per finanziarsi, Jobs vende il suo pulmino Volkswagen, e Wozniak la propria calcolatrice. La prima sede della nuova società fu il garage dei genitori: qui lavorarono al loro primo computer, l’Apple I. Ne vendono qualcuno, sulla carta, solo sulla base dell’idea, ai membri dell’Homebrew Computer Club. Con l’impegno d’acquisto, ottengono credito dai fornitori e assemblano i computer, che consegnano in tempo. Successivamente portano l’idea ad un industriale, Mike Markkula, che versa, senza garanzie, nelle casse della società la somma di 250.000 dollari, ottenendo in cambio un terzo di Apple. Con quei soldi Jobs e Wozniak lanciano il prodotto. Le vendite toccano il milione di dollari. Quattro anni dopo, la Apple si quota in Borsa.

            Mettiamo che Steve Jobs sia nato in provincia di Napoli. Si chiama Stefano Lavori. Non va all’università, è uno smanettone. Ha un amico che si chiama Stefano Vozzini. Sono due appassionati di tecnologia, qualcuno li chiama ricchioni perchè stanno sempre insieme. I due hanno una idea. Un computer innovativo. Ma non hanno i soldi per comprare i pezzi e assemblarlo. Si mettono nel garage e pensano a come fare. Stefano Lavori dice: proviamo a venderli senza averli ancora prodotti. Con quegli ordini compriamo i pezzi.

            Mettono un annuncio, attaccano i volantini, cercano acquirenti. Nessuno si fa vivo. Bussano alle imprese: “volete sperimentare un nuovo computer?”. Qualcuno è interessato: “portamelo, ti pago a novanta giorni”. “Veramente non ce l’abbiamo ancora, avremmo bisogno di un vostro ordine scritto”. Gli fanno un ordine su carta non intestata. Non si può mai sapere. Con quell’ordine, i due vanno a comprare i pezzi, voglio darli come garanzia per avere credito. I negozianti li buttano fuori. “Senza soldi non si cantano messe”. Che fare? Vendiamoci il motorino. Con quei soldi riescono ad assemblare il primo computer, fanno una sola consegna, guadagnano qualcosa. Ne fanno un altro. La cosa sembra andare.

            Ma per decollare ci vuole un capitale maggiore. “Chiediamo un prestito”. Vanno in banca. “Mandatemi i vostri genitori, non facciamo credito a chi non ha niente”, gli dice il direttore della filiale. I due tornano nel garage. Come fare? Mentre ci pensano bussano alla porta. Sono i vigili urbani. “Ci hanno detto che qui state facendo un’attività commerciale. Possiamo vedere i documenti?”. “Che documenti? Stiamo solo sperimentando”. “Ci risulta che avete venduto dei computer”.

            I vigili sono stati chiamati da un negozio che sta di fronte. I ragazzi non hanno documenti, il garage non è a norma, non c’è impianto elettrico salvavita, non ci sono bagni, l’attività non ha partita Iva. Il verbale è salato. Ma se tirano fuori qualche soldo di mazzetta, si appara tutto. Gli danno il primo guadagno e apparano.

            Ma il giorno dopo arriva la Finanza. Devono apparare pure la Finanza. E poi l’ispettorato del Lavoro. E l’ufficio Igiene. Il gruzzolo iniziale è volato via. Se ne sono andati i primi guadagni. Intanto l’idea sta lì. I primi acquirenti chiamano entusiasti, il computer va alla grande. Bisogna farne altri, a qualunque costo. Ma dove prendere i soldi?

            Ci sono i fondi europei, gli incentivi all’autoimpresa. C’è un commercialista a Napoli che sa fare benissimo queste pratiche. “State a posto, avete una idea bellissima. Sicuro possiamo avere un finanziamento a fondo perduto almeno di 100mila euro”. I due ragazzi pensano che è fatta. “Ma i soldi vi arrivano a rendicontazione, dovete prima sostenere le spese. Attrezzate il laboratorio, partire con le attività, e poi avrete i rimborsi. E comunque solo per fare la domanda dobbiamo aprire la partita Iva, registrare lo statuto dal notaio, aprire le posizioni previdenziali, aprire una pratica dal fiscalista, i libri contabili da vidimare, un conto corrente bancario, che a voi non aprono, lo dovete intestare a un vostro genitore. Mettetelo in società con voi. Poi qualcosa per la pratica, il mio onorario. E poi ci vuole qualcosa di soldi per oliare il meccanismo alla regione. C’è un amico a cui dobbiamo fare un regalo sennò il finanziamento ve lo scordate”. “Ma noi questi soldi non ce li abbiamo”. “Nemmeno qualcosa per la pratica? E dove vi avviate?”.

            I due ragazzi decidono di chiedere aiuto ai genitori. Vendono l’altro motorino, una collezione di fumetti. Mettono insieme qualcosa. Fanno i documenti, hanno partita iva, posizione Inps, libri contabili, conto corrente bancario. Sono una società. Hanno costi fissi. Il commercialista da pagare. La sede sociale è nel garage, non è a norma, se arrivano di nuovo i vigili, o la finanza, o l’Inps, o l’ispettorato del lavoro, o l’ufficio tecnico del Comune, o i vigili sanitari, sono altri soldi. Evitano di mettere l’insegna fuori della porta per non dare nell’occhio. All’interno del garage lavorano duro: assemblano i computer con pezzi di fortuna, un po’ comprati usati un po’ a credito. Fanno dieci computer nuovi, riescono a venderli. La cosa sembra poter andare.

            Ma un giorno bussano al garage. E’ la camorra. Sappiamo che state guadagnando, dovete fare un regalo ai ragazzi che stanno in galera. “Come sarebbe?”. “Pagate, è meglio per voi”.

            Se pagano, finiscono i soldi e chiudono. Se non pagano, gli fanno saltare in aria il garage. Se vanno alla polizia e li denunciano, se ne devono solo andare perchè hanno finito di campare. Se non li denunciano e scoprono la cosa, vanno in galera pure loro.

            Pagano. Ma non hanno più i soldi per continuare le attività. Il finanziamento dalla Regione non arriva, i libri contabili costano, bisogna versare l’Iva, pagare le tasse su quello che hanno venduto, il commercialista preme, i pezzi sono finiti, assemblare computer in questo modo diventa impossibile, il padre di Stefano Lavori lo prende da parte e gli dice “guagliò, libera questo garage, ci fittiamo i posti auto, che è meglio”.

            I due ragazzi si guardano e decidono di chiudere il loro sogno nel cassetto. Diventano garagisti.

            La Apple in provincia di Napoli non sarebbe nata, perchè saremo pure affamati e folli, ma se nasci nel posto sbagliato rimani con la fame e la pazzia, e niente più.

            ahahahahahhaha sono con le lacrimeeeeeeeeeee

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            • Sergio
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              Originariamente Scritto da Je ssò Foorttt'' Visualizza Messaggio
              Ma infatti le notifiche compaiono sulla lockscreen,tipo:

              [ATTACH=CONFIG]111010[/ATTACH]
              Sul cell di mia moglie (detto "la cavia") non appare nulla ho provato a settare appuntamenti e reminders per oggi, ma non appare nulla. Vedo che nelle impostazioni del centro notifiche c'è anche uno switch che permette di fare apparire o meno le notifiche, ma qui non appare nulla, appare solo nel momento dell'appuntamento (ma ovviamente è già tardi) o quando hai una chiamata non risposta.



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              • Je ssò Foorttt''
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                Originariamente Scritto da Sergio Visualizza Messaggio
                Sul cell di mia moglie (detto "la cavia") non appare nulla ho provato a settare appuntamenti e reminders per oggi, ma non appare nulla. Vedo che nelle impostazioni del centro notifiche c'è anche uno switch che permette di fare apparire o meno le notifiche, ma qui non appare nulla, appare solo nel momento dell'appuntamento (ma ovviamente è già tardi) o quando hai una chiamata non risposta.
                Decidi tu quando farlo apparire,quando aggiungi l'evento (e puoi aggiungerlo anche tramite Mac,tutto sincronizzato automaticamente via iCloud) selezioni che tipo di avviso e quando notificarlo (5 min prima,mezz'ora prima,con secondo avviso,ecc...)

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                • Sergio
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                  Originariamente Scritto da lukasmile Visualizza Messaggio
                  Sergio, per dire una cosa simile alla tua in questo thread sono stato sreppato da un gs2 user

                  Leggete questo articoletto:

                  Steve Jobs è cresciuto a Mountain View, nella contea di Santa Clara, in California. Qui,* con il suo amico Steve Wozniak, fonda la Apple Computer, il primo aprile del 1976. Per finanziarsi, Jobs vende il suo pulmino Volkswagen, e Wozniak la propria calcolatrice. La prima sede della nuova società fu il garage dei genitori: qui lavorarono al loro primo computer, l’Apple I. Ne vendono qualcuno, sulla carta, solo sulla base dell’idea, ai membri dell’Homebrew Computer Club. Con l’impegno d’acquisto, ottengono credito dai fornitori e assemblano i computer, che consegnano in tempo. Successivamente portano l’idea ad un industriale, Mike Markkula, che versa, senza garanzie, nelle casse della società la somma di 250.000 dollari, ottenendo in cambio un terzo di Apple. Con quei soldi Jobs e Wozniak lanciano il prodotto. Le vendite toccano il milione di dollari. Quattro anni dopo, la Apple si quota in Borsa.

                  Mettiamo che Steve Jobs sia nato in provincia di Napoli. Si chiama Stefano Lavori. Non va all’università, è uno smanettone. Ha un amico che si chiama Stefano Vozzini. Sono due appassionati di tecnologia, qualcuno li chiama ricchioni perchè stanno sempre insieme. I due hanno una idea. Un computer innovativo. Ma non hanno i soldi per comprare i pezzi e assemblarlo. Si mettono nel garage e pensano a come fare. Stefano Lavori dice: proviamo a venderli senza averli ancora prodotti. Con quegli ordini compriamo i pezzi.

                  Mettono un annuncio, attaccano i volantini, cercano acquirenti. Nessuno si fa vivo. Bussano alle imprese: “volete sperimentare un nuovo computer?”. Qualcuno è interessato: “portamelo, ti pago a novanta giorni”. “Veramente non ce l’abbiamo ancora, avremmo bisogno di un vostro ordine scritto”. Gli fanno un ordine su carta non intestata. Non si può mai sapere. Con quell’ordine, i due vanno a comprare i pezzi, voglio darli come garanzia per avere credito. I negozianti li buttano fuori. “Senza soldi non si cantano messe”. Che fare? Vendiamoci il motorino. Con quei soldi riescono ad assemblare il primo computer, fanno una sola consegna, guadagnano qualcosa. Ne fanno un altro. La cosa sembra andare.

                  Ma per decollare ci vuole un capitale maggiore. “Chiediamo un prestito”. Vanno in banca. “Mandatemi i vostri genitori, non facciamo credito a chi non ha niente”, gli dice il direttore della filiale. I due tornano nel garage. Come fare? Mentre ci pensano bussano alla porta. Sono i vigili urbani. “Ci hanno detto che qui state facendo un’attività commerciale. Possiamo vedere i documenti?”. “Che documenti? Stiamo solo sperimentando”. “Ci risulta che avete venduto dei computer”.

                  I vigili sono stati chiamati da un negozio che sta di fronte. I ragazzi non hanno documenti, il garage non è a norma, non c’è impianto elettrico salvavita, non ci sono bagni, l’attività non ha partita Iva. Il verbale è salato. Ma se tirano fuori qualche soldo di mazzetta, si appara tutto. Gli danno il primo guadagno e apparano.

                  Ma il giorno dopo arriva la Finanza. Devono apparare pure la Finanza. E poi l’ispettorato del Lavoro. E l’ufficio Igiene. Il gruzzolo iniziale è volato via. Se ne sono andati i primi guadagni. Intanto l’idea sta lì. I primi acquirenti chiamano entusiasti, il computer va alla grande. Bisogna farne altri, a qualunque costo. Ma dove prendere i soldi?

                  Ci sono i fondi europei, gli incentivi all’autoimpresa. C’è un commercialista a Napoli che sa fare benissimo queste pratiche. “State a posto, avete una idea bellissima. Sicuro possiamo avere un finanziamento a fondo perduto almeno di 100mila euro”. I due ragazzi pensano che è fatta. “Ma i soldi vi arrivano a rendicontazione, dovete prima sostenere le spese. Attrezzate il laboratorio, partire con le attività, e poi avrete i rimborsi. E comunque solo per fare la domanda dobbiamo aprire la partita Iva, registrare lo statuto dal notaio, aprire le posizioni previdenziali, aprire una pratica dal fiscalista, i libri contabili da vidimare, un conto corrente bancario, che a voi non aprono, lo dovete intestare a un vostro genitore. Mettetelo in società con voi. Poi qualcosa per la pratica, il mio onorario. E poi ci vuole qualcosa di soldi per oliare il meccanismo alla regione. C’è un amico a cui dobbiamo fare un regalo sennò il finanziamento ve lo scordate”. “Ma noi questi soldi non ce li abbiamo”. “Nemmeno qualcosa per la pratica? E dove vi avviate?”.

                  I due ragazzi decidono di chiedere aiuto ai genitori. Vendono l’altro motorino, una collezione di fumetti. Mettono insieme qualcosa. Fanno i documenti, hanno partita iva, posizione Inps, libri contabili, conto corrente bancario. Sono una società. Hanno costi fissi. Il commercialista da pagare. La sede sociale è nel garage, non è a norma, se arrivano di nuovo i vigili, o la finanza, o l’Inps, o l’ispettorato del lavoro, o l’ufficio tecnico del Comune, o i vigili sanitari, sono altri soldi. Evitano di mettere l’insegna fuori della porta per non dare nell’occhio. All’interno del garage lavorano duro: assemblano i computer con pezzi di fortuna, un po’ comprati usati un po’ a credito. Fanno dieci computer nuovi, riescono a venderli. La cosa sembra poter andare.

                  Ma un giorno bussano al garage. E’ la camorra. Sappiamo che state guadagnando, dovete fare un regalo ai ragazzi che stanno in galera. “Come sarebbe?”. “Pagate, è meglio per voi”.

                  Se pagano, finiscono i soldi e chiudono. Se non pagano, gli fanno saltare in aria il garage. Se vanno alla polizia e li denunciano, se ne devono solo andare perchè hanno finito di campare. Se non li denunciano e scoprono la cosa, vanno in galera pure loro.

                  Pagano. Ma non hanno più i soldi per continuare le attività. Il finanziamento dalla Regione non arriva, i libri contabili costano, bisogna versare l’Iva, pagare le tasse su quello che hanno venduto, il commercialista preme, i pezzi sono finiti, assemblare computer in questo modo diventa impossibile, il padre di Stefano Lavori lo prende da parte e gli dice “guagliò, libera questo garage, ci fittiamo i posti auto, che è meglio”.

                  I due ragazzi si guardano e decidono di chiudere il loro sogno nel cassetto. Diventano garagisti.

                  La Apple in provincia di Napoli non sarebbe nata, perchè saremo pure affamati e folli, ma se nasci nel posto sbagliato rimani con la fame e la pazzia, e niente più.
                  Forse qualche d'uno crede si tratta di un simpatico scherzetto, ma non è così.
                  Negli USA le banche le finanziano le imprese (e le imprese finanziano le imprese) valutando i progetti, i rischi d'impresa, chiedendo qualche cosa in cambio e condividendo il rischio d'impresa, è semplice. In Italia non esiste ciò e fanno di tutto per farti chiudere, triste, ma vero. Io per partire con la mia dittarella nel 99 dal classico garage dovetti chiedere 10 milioni di lire in prestito alla
                  banca, ma con la garanzia di mio nonno che aveva dei risparmi da parte, poveretto... lui mi fece credito in sostanza alla fine, li si era assunto il rischio, non la banca.
                  Poi il resto della mia storia la dovresti sapere, un paio di anni fa, viaaa....... fuori dall'Italia, e come per miracolo, POFF, fatturato raddoppiato.
                  Ci saranno certamente pro e contro nell'abitare in Italia, in USa, in India o altrove, ma qui io vedo per lo più gente che ha poca voglia di lavorare, che si limita a spostare carte e dice "l'ho fatto", fregandosene completamente di quale alla fine è il risultato, il fine dell'operazione, che poi era il senso del fare la cosa.



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                  • Sergio
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                    Originariamente Scritto da Je ssò Foorttt'' Visualizza Messaggio
                    Decidi tu quando farlo apparire,quando aggiungi l'evento (e puoi aggiungerlo anche tramite Mac,tutto sincronizzato automaticamente via iCloud) selezioni che tipo di avviso e quando notificarlo (5 min prima,mezz'ora prima,con secondo avviso,ecc...)
                    Si si.... in teoria... ma in pratica su questo 3Gs no
                    Proverei sul mio, il 4, per vedere se funziona, poi tornerei al vecchio firmware se non va. Un centro notifiche che mi ricordi appuntamenti e "pippe varie" è l'unica cosa che mi serve veramente



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                    • Je ssò Foorttt''
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                      Originariamente Scritto da Sergio Visualizza Messaggio
                      Si si.... in teoria... ma in pratica su questo 3Gs no
                      Proverei sul mio, il 4, per vedere se funziona, poi tornerei al vecchio firmware se non va. Un centro notifiche che mi ricordi appuntamenti e "pippe varie" è l'unica cosa che mi serve veramente
                      Boh,è strano,la gm dovrebbe essere identica alla versione che arriverà mercoledì a tutti,hai provato a vedere in impostazioni--->notifiche

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                      • Sergio
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                        Originariamente Scritto da Je ssò Foorttt'' Visualizza Messaggio
                        Boh,è strano,la gm dovrebbe essere identica alla versione che arriverà mercoledì a tutti,hai provato a vedere in impostazioni--->notifiche
                        Si si, non ti so dire.
                        Hai uno screen del tuo dove si vedono gli appuntamenti nel lock screen? Anche solo una foto fatta con il cellulare.



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                        • Je ssò Foorttt''
                          Bodyweb Senior
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                          Originariamente Scritto da Sergio Visualizza Messaggio
                          Si si, non ti so dire.
                          Hai uno screen del tuo dove si vedono gli appuntamenti nel lock screen? Anche solo una foto fatta con il cellulare.
                          Devo usare il cell di mio padre,te lo posto in serata

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                          • huntermaster
                            GUFOGNA
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                            Originariamente Scritto da lukasmile Visualizza Messaggio
                            Sergio, per dire una cosa simile alla tua in questo thread sono stato sreppato da un gs2 user



                            Leggete questo articoletto:

                            Steve Jobs è cresciuto a Mountain View, nella contea di Santa Clara, in California. Qui,* con il suo amico Steve Wozniak, fonda la Apple Computer, il primo aprile del 1976. Per finanziarsi, Jobs vende il suo pulmino Volkswagen, e Wozniak la propria calcolatrice. La prima sede della nuova società fu il garage dei genitori: qui lavorarono al loro primo computer, l’Apple I. Ne vendono qualcuno, sulla carta, solo sulla base dell’idea, ai membri dell’Homebrew Computer Club. Con l’impegno d’acquisto, ottengono credito dai fornitori e assemblano i computer, che consegnano in tempo. Successivamente portano l’idea ad un industriale, Mike Markkula, che versa, senza garanzie, nelle casse della società la somma di 250.000 dollari, ottenendo in cambio un terzo di Apple. Con quei soldi Jobs e Wozniak lanciano il prodotto. Le vendite toccano il milione di dollari. Quattro anni dopo, la Apple si quota in Borsa.

                            Mettiamo che Steve Jobs sia nato in provincia di Napoli. Si chiama Stefano Lavori. Non va all’università, è uno smanettone. Ha un amico che si chiama Stefano Vozzini. Sono due appassionati di tecnologia, qualcuno li chiama ricchioni perchè stanno sempre insieme. I due hanno una idea. Un computer innovativo. Ma non hanno i soldi per comprare i pezzi e assemblarlo. Si mettono nel garage e pensano a come fare. Stefano Lavori dice: proviamo a venderli senza averli ancora prodotti. Con quegli ordini compriamo i pezzi.

                            Mettono un annuncio, attaccano i volantini, cercano acquirenti. Nessuno si fa vivo. Bussano alle imprese: “volete sperimentare un nuovo computer?”. Qualcuno è interessato: “portamelo, ti pago a novanta giorni”. “Veramente non ce l’abbiamo ancora, avremmo bisogno di un vostro ordine scritto”. Gli fanno un ordine su carta non intestata. Non si può mai sapere. Con quell’ordine, i due vanno a comprare i pezzi, voglio darli come garanzia per avere credito. I negozianti li buttano fuori. “Senza soldi non si cantano messe”. Che fare? Vendiamoci il motorino. Con quei soldi riescono ad assemblare il primo computer, fanno una sola consegna, guadagnano qualcosa. Ne fanno un altro. La cosa sembra andare.

                            Ma per decollare ci vuole un capitale maggiore. “Chiediamo un prestito”. Vanno in banca. “Mandatemi i vostri genitori, non facciamo credito a chi non ha niente”, gli dice il direttore della filiale. I due tornano nel garage. Come fare? Mentre ci pensano bussano alla porta. Sono i vigili urbani. “Ci hanno detto che qui state facendo un’attività commerciale. Possiamo vedere i documenti?”. “Che documenti? Stiamo solo sperimentando”. “Ci risulta che avete venduto dei computer”.

                            I vigili sono stati chiamati da un negozio che sta di fronte. I ragazzi non hanno documenti, il garage non è a norma, non c’è impianto elettrico salvavita, non ci sono bagni, l’attività non ha partita Iva. Il verbale è salato. Ma se tirano fuori qualche soldo di mazzetta, si appara tutto. Gli danno il primo guadagno e apparano.

                            Ma il giorno dopo arriva la Finanza. Devono apparare pure la Finanza. E poi l’ispettorato del Lavoro. E l’ufficio Igiene. Il gruzzolo iniziale è volato via. Se ne sono andati i primi guadagni. Intanto l’idea sta lì. I primi acquirenti chiamano entusiasti, il computer va alla grande. Bisogna farne altri, a qualunque costo. Ma dove prendere i soldi?

                            Ci sono i fondi europei, gli incentivi all’autoimpresa. C’è un commercialista a Napoli che sa fare benissimo queste pratiche. “State a posto, avete una idea bellissima. Sicuro possiamo avere un finanziamento a fondo perduto almeno di 100mila euro”. I due ragazzi pensano che è fatta. “Ma i soldi vi arrivano a rendicontazione, dovete prima sostenere le spese. Attrezzate il laboratorio, partire con le attività, e poi avrete i rimborsi. E comunque solo per fare la domanda dobbiamo aprire la partita Iva, registrare lo statuto dal notaio, aprire le posizioni previdenziali, aprire una pratica dal fiscalista, i libri contabili da vidimare, un conto corrente bancario, che a voi non aprono, lo dovete intestare a un vostro genitore. Mettetelo in società con voi. Poi qualcosa per la pratica, il mio onorario. E poi ci vuole qualcosa di soldi per oliare il meccanismo alla regione. C’è un amico a cui dobbiamo fare un regalo sennò il finanziamento ve lo scordate”. “Ma noi questi soldi non ce li abbiamo”. “Nemmeno qualcosa per la pratica? E dove vi avviate?”.

                            I due ragazzi decidono di chiedere aiuto ai genitori. Vendono l’altro motorino, una collezione di fumetti. Mettono insieme qualcosa. Fanno i documenti, hanno partita iva, posizione Inps, libri contabili, conto corrente bancario. Sono una società. Hanno costi fissi. Il commercialista da pagare. La sede sociale è nel garage, non è a norma, se arrivano di nuovo i vigili, o la finanza, o l’Inps, o l’ispettorato del lavoro, o l’ufficio tecnico del Comune, o i vigili sanitari, sono altri soldi. Evitano di mettere l’insegna fuori della porta per non dare nell’occhio. All’interno del garage lavorano duro: assemblano i computer con pezzi di fortuna, un po’ comprati usati un po’ a credito. Fanno dieci computer nuovi, riescono a venderli. La cosa sembra poter andare.

                            Ma un giorno bussano al garage. E’ la camorra. Sappiamo che state guadagnando, dovete fare un regalo ai ragazzi che stanno in galera. “Come sarebbe?”. “Pagate, è meglio per voi”.

                            Se pagano, finiscono i soldi e chiudono. Se non pagano, gli fanno saltare in aria il garage. Se vanno alla polizia e li denunciano, se ne devono solo andare perchè hanno finito di campare. Se non li denunciano e scoprono la cosa, vanno in galera pure loro.

                            Pagano. Ma non hanno più i soldi per continuare le attività. Il finanziamento dalla Regione non arriva, i libri contabili costano, bisogna versare l’Iva, pagare le tasse su quello che hanno venduto, il commercialista preme, i pezzi sono finiti, assemblare computer in questo modo diventa impossibile, il padre di Stefano Lavori lo prende da parte e gli dice “guagliò, libera questo garage, ci fittiamo i posti auto, che è meglio”.

                            I due ragazzi si guardano e decidono di chiudere il loro sogno nel cassetto. Diventano garagisti.

                            La Apple in provincia di Napoli non sarebbe nata, perchè saremo pure affamati e folli, ma se nasci nel posto sbagliato rimani con la fame e la pazzia, e niente più.


                            Temo che "Napoli" si potrebbe cambiare con qualsiasi città d'Italia ed il risultato sarebbe lo stesso...

                            ---------- Post added at 16:26:58 ---------- Previous post was at 16:24:07 ----------
                            Originariamente Scritto da laplace
                            Io che sono innocente, il più innocente di tutti maledetti bastardi che mi avete concepito per poi farmi passare serate come questa
                            Originariamente Scritto da Pesca
                            vuole disperatamente scoprire se scopo, bevo, mi faccio inculare. cose che non saprà mai.

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                            • leonardoS
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                              Originariamente Scritto da Sergio Visualizza Messaggio
                              Forse qualche d'uno crede si tratta di un simpatico scherzetto, ma non è così.
                              Negli USA le banche le finanziano le imprese (e le imprese finanziano le imprese) valutando i progetti, i rischi d'impresa, chiedendo qualche cosa in cambio e condividendo il rischio d'impresa, è semplice. In Italia non esiste ciò e fanno di tutto per farti chiudere, triste, ma vero. Io per partire con la mia dittarella nel 99 dal classico garage dovetti chiedere 10 milioni di lire in prestito alla
                              banca, ma con la garanzia di mio nonno che aveva dei risparmi da parte, poveretto... lui mi fece credito in sostanza alla fine, li si era assunto il rischio, non la banca.
                              Poi il resto della mia storia la dovresti sapere, un paio di anni fa, viaaa....... fuori dall'Italia, e come per miracolo, POFF, fatturato raddoppiato.
                              Ci saranno certamente pro e contro nell'abitare in Italia, in USa, in India o altrove, ma qui io vedo per lo più gente che ha poca voglia di lavorare, che si limita a spostare carte e dice "l'ho fatto", fregandosene completamente di quale alla fine è il risultato, il fine dell'operazione, che poi era il senso del fare la cosa.
                              per la serie "se non hai un capitale di partenza non vai da nessuna parte".

                              Originariamente Scritto da huntermaster Visualizza Messaggio
                              Temo che "Napoli" si potrebbe cambiare con qualsiasi città d'Italia ed il risultato sarebbe lo stesso...

                              ---------- Post added at 16:26:58 ---------- Previous post was at 16:24:07 ----------
                              esatto

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                              • Je ssò Foorttt''
                                Bodyweb Senior
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