In una mini pista allestita presso il circuito Ricardo Tormo di Valencia proviamo la S5 con cambio S Tronic e 420 Cv, sperando che questa evoluzione diventi presto realtà.
Il circuito “de la Comunitat Valenciana Ricardo Tormo” è indubbiamente uno dei maggiori templi della velocità, a 2 o 4 ruote. In uno degli enormi spazi dell’autodromo (purtroppo non sulla pista principale, ma siamo comunque grati ad Audi dell’invito) siamo stati chiamati a provare un esercizio ingegneristico che, ci auguriamo vivamente, potrebbe andare ad allestire la S5.
Esteticamente la macchina è la normale S5, se l’aggettivo normale può essere usato per questo tipo di veicolo: un’elegante coupé attaccato al terreno, basso e filante, tranquilla d’aspetto nasconde a prima vista i cambiamenti che l’hanno toccata.
Sostanzialmente alla Audi hanno fatto un esperimento, o almeno presumiamo che sia tale, visto che non ci hanno spiegato troppo bene il perché di questa evoluzione, né se sia solo un esercizio tecnico né se, come speriamo, sia invece l’upgrade per una versione ancora più sportiva della S5. Sia come sia, le quattro Audi S5 parcheggiate ad attenderci montano il nuovo cambio S Tronic, di serie sull’altrettanto nuovo Sport SUV Q5, invece del solito Tip Tronic e nel loro propulsore V8 tengono nascosti ben 70 cavalli in più, passando così dai “soli” 354 a ben 420.
Una volta calzatisi nell’abitacolo si possono scegliere tre differenti modalità di guida: comfort, dynamic e auto. Nella funzione dynamic il cambio a doppia frizione esegue la cambiata ad un regime di giri più alto, sfruttando quindi maggiormente ogni singola marcia; quello comfort và da sé che ha un’erogazione più tranquilla, mentre nella modalità auto si regola a seconda della vostra guida: passa a comfort se vi godete il paesaggio, ma quando schiacciate il pedale e cominciate a correre passa da solo a dynamic.
Il nuovo S Tronic a doppia frizione garantisce minori tempi di cambiata, riducendo i tempi morti fra l’inserimento delle marce, grazie al sistema delle due frizioni per cui, mentre una sta lavorando con la marcia in uso, l’altra “tiene pronta” quella a venire, superiore se si sta accelerando, inferiore se decelerando. Quando poi si mette il cambio in modalità manuale e si agisce su di esso tramite le palette al volante, si percepisce ancora meglio la velocità d’esecuzione della cambiata di questo nuovo dispositivo e quasi sembra che non ci sia soluzione di continuità in tutto l’arco delle 6 marce.
Il volante attivo e gli ammortizzatori a smorzamento controllato garantiscono sempre un’eccellente guidabilità, mentre l’ASR e l’ESP la tengono incollata all’asfalto, a meno che non vengano disinseriti, operazione che consigliamo solo a chi guida in pista. I cavalli in più si sentono, soprattutto se in partenza si schiaccia energicamente il pedale dell’acceleratore per essere spinti contro lo schienale del sedile.
La linea, come dicevamo, invece rimane inalterata, probabilmente appunto perché l’Audi sta provando i suoi nuovi sistemi su macchine sportive e non pianificando un restyling della S5, o magari, più semplicemente, perché la S5 è già sufficientemente bella ed elegante e non è il caso di cambiarla.
Quale che sia il futuro di questo eccellente coupé ci sembra che le migliorie apportate siano effettivamente valide e se adottate stabilmente potrebbero rendere la S5 una degna rivale della R8, però in abito da sera.
Il circuito “de la Comunitat Valenciana Ricardo Tormo” è indubbiamente uno dei maggiori templi della velocità, a 2 o 4 ruote. In uno degli enormi spazi dell’autodromo (purtroppo non sulla pista principale, ma siamo comunque grati ad Audi dell’invito) siamo stati chiamati a provare un esercizio ingegneristico che, ci auguriamo vivamente, potrebbe andare ad allestire la S5.
Esteticamente la macchina è la normale S5, se l’aggettivo normale può essere usato per questo tipo di veicolo: un’elegante coupé attaccato al terreno, basso e filante, tranquilla d’aspetto nasconde a prima vista i cambiamenti che l’hanno toccata.
Sostanzialmente alla Audi hanno fatto un esperimento, o almeno presumiamo che sia tale, visto che non ci hanno spiegato troppo bene il perché di questa evoluzione, né se sia solo un esercizio tecnico né se, come speriamo, sia invece l’upgrade per una versione ancora più sportiva della S5. Sia come sia, le quattro Audi S5 parcheggiate ad attenderci montano il nuovo cambio S Tronic, di serie sull’altrettanto nuovo Sport SUV Q5, invece del solito Tip Tronic e nel loro propulsore V8 tengono nascosti ben 70 cavalli in più, passando così dai “soli” 354 a ben 420.
Una volta calzatisi nell’abitacolo si possono scegliere tre differenti modalità di guida: comfort, dynamic e auto. Nella funzione dynamic il cambio a doppia frizione esegue la cambiata ad un regime di giri più alto, sfruttando quindi maggiormente ogni singola marcia; quello comfort và da sé che ha un’erogazione più tranquilla, mentre nella modalità auto si regola a seconda della vostra guida: passa a comfort se vi godete il paesaggio, ma quando schiacciate il pedale e cominciate a correre passa da solo a dynamic.
Il nuovo S Tronic a doppia frizione garantisce minori tempi di cambiata, riducendo i tempi morti fra l’inserimento delle marce, grazie al sistema delle due frizioni per cui, mentre una sta lavorando con la marcia in uso, l’altra “tiene pronta” quella a venire, superiore se si sta accelerando, inferiore se decelerando. Quando poi si mette il cambio in modalità manuale e si agisce su di esso tramite le palette al volante, si percepisce ancora meglio la velocità d’esecuzione della cambiata di questo nuovo dispositivo e quasi sembra che non ci sia soluzione di continuità in tutto l’arco delle 6 marce.
Il volante attivo e gli ammortizzatori a smorzamento controllato garantiscono sempre un’eccellente guidabilità, mentre l’ASR e l’ESP la tengono incollata all’asfalto, a meno che non vengano disinseriti, operazione che consigliamo solo a chi guida in pista. I cavalli in più si sentono, soprattutto se in partenza si schiaccia energicamente il pedale dell’acceleratore per essere spinti contro lo schienale del sedile.
La linea, come dicevamo, invece rimane inalterata, probabilmente appunto perché l’Audi sta provando i suoi nuovi sistemi su macchine sportive e non pianificando un restyling della S5, o magari, più semplicemente, perché la S5 è già sufficientemente bella ed elegante e non è il caso di cambiarla.
Quale che sia il futuro di questo eccellente coupé ci sembra che le migliorie apportate siano effettivamente valide e se adottate stabilmente potrebbero rendere la S5 una degna rivale della R8, però in abito da sera.
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