Ciao a tutti ![Smilie](https://www.bodyweb.com/core/images/icons/icon7.gif)
Volevo condividere un articolo che mi ha lasciato molto perplesso, premetto che io i bcaa li uso solo 1-2 mesi in def :
Spero di aver scritto nella corretta sezione
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Volevo condividere un articolo che mi ha lasciato molto perplesso, premetto che io i bcaa li uso solo 1-2 mesi in def :
Chi non ricorda Fulvio Bernardini, Gianluca Signorini, Adriano Lombardi, Armando Segato, illustri deceduti affetti dalla SLA, o i lungodegenti Geovani e Stefano Borgonovo?Non sarebbe il doping la causa delle loro tragedie ma l’abuso di integratori alimentari.
Da uno studio condotto presso l’Universita’ Tor Vergata di Roma e dalla Fondazione S. Lucia sembrerebbe questa la causa della diffusione della SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica) nel mondo del calcio, malattia nota anche come morbo di Lou Gehrig, dal nome del giocatore statunitense di baseball che fu la prima vittima accertata di questa patologia.Lo studio, coordinato dalla Prof.ssa Cristina Zona, ha dimostrato che gli aminoacidi ramificati (BCAA) contenuti negliintegratori alimentari possono causare alterazioni delle cellule nervose rendendole simili a quelle malate di SLA.Finanziata dal Ministero della Salute, dall’Istituto Superiore di Sanita’ e dalla Wyeth Italia, la ricerca è partita proprio dall’ipotesi che l’abuso sproporzionato di integratori alimentari da parte degli atleti per incrementare le prestazioni fisiche e mentali e per velocizzare il recupero fisico dopo frequenti prestazioni agonistiche sia propedeutico al diffondersi del morbo.Lo studio condotto dai ricercatori dell’Università romana ha evidenziato che sia delle cellule nervose esposte agli aminoacidi ramificati, sia topi di laboratorio nutriti di cibo contaminato di grossi quantitativi di BCAA, hanno sviluppato delle proprietà simili a quelle affette da SLA.
Per la prima volta è stato così evidenziato un potenziale collegamento tra le categorie che presentano una diffusa incidenza di SLA e l’assunzione incontrollata di integratori alimentari contenenti alte dosi di BCAA, e dunque tra i calciatori, tra i quali l’incidenza del morbo misura 143/100.000 rispetto ai 6/100.000 della popolazione generale, e l’uso abitudinario che essi fanno di integratori alimentari pre e post-partita.I risultati sono stati pubblicati sulla rivista internazionale Experimental Neurology ed evidenziano soprattutto l’esigenza di una maggiore informazione e controllo sull’assunzione di sostanze non sottoposte a nessun monitoraggio medico e ritenute innocue nell’immaginario collettivo.
Da uno studio condotto presso l’Universita’ Tor Vergata di Roma e dalla Fondazione S. Lucia sembrerebbe questa la causa della diffusione della SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica) nel mondo del calcio, malattia nota anche come morbo di Lou Gehrig, dal nome del giocatore statunitense di baseball che fu la prima vittima accertata di questa patologia.Lo studio, coordinato dalla Prof.ssa Cristina Zona, ha dimostrato che gli aminoacidi ramificati (BCAA) contenuti negliintegratori alimentari possono causare alterazioni delle cellule nervose rendendole simili a quelle malate di SLA.Finanziata dal Ministero della Salute, dall’Istituto Superiore di Sanita’ e dalla Wyeth Italia, la ricerca è partita proprio dall’ipotesi che l’abuso sproporzionato di integratori alimentari da parte degli atleti per incrementare le prestazioni fisiche e mentali e per velocizzare il recupero fisico dopo frequenti prestazioni agonistiche sia propedeutico al diffondersi del morbo.Lo studio condotto dai ricercatori dell’Università romana ha evidenziato che sia delle cellule nervose esposte agli aminoacidi ramificati, sia topi di laboratorio nutriti di cibo contaminato di grossi quantitativi di BCAA, hanno sviluppato delle proprietà simili a quelle affette da SLA.
Per la prima volta è stato così evidenziato un potenziale collegamento tra le categorie che presentano una diffusa incidenza di SLA e l’assunzione incontrollata di integratori alimentari contenenti alte dosi di BCAA, e dunque tra i calciatori, tra i quali l’incidenza del morbo misura 143/100.000 rispetto ai 6/100.000 della popolazione generale, e l’uso abitudinario che essi fanno di integratori alimentari pre e post-partita.I risultati sono stati pubblicati sulla rivista internazionale Experimental Neurology ed evidenziano soprattutto l’esigenza di una maggiore informazione e controllo sull’assunzione di sostanze non sottoposte a nessun monitoraggio medico e ritenute innocue nell’immaginario collettivo.
Spero di aver scritto nella corretta sezione
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