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    Ciao Sergio, se io fossi una azienda italiana
    e volessi produrre e commercializzare dei prodotti di qualità paragonabili ai prodotti Twinlab,quali sarebbero a tuo avviso le difficoltà che si presenterebbero.

    saluti

    #2
    Per creare un marchio questo è un momento assai difficile a causa dell'inflazione che c'è sul mercato degli integratori in Italia , ognuno vuole fare la sua marca e vorrebbe vendere la propria merce. In questo ultimo periodo le marche di integratori sono sorte come i funghi ed anche noi abbiamo ricevuto tantissime richieste da parte di diverse ditte interessate a commercializzare i loro integratori.
    Una delle difficoltà principali sarebbe produrre effettivamente dei prodotti di qualità che sono , di solito , appannaggio di grandi ditte con alle spalle laboratori di ricerca assai costosi, in secondo luogo bisognerebbe fare provare i prodotti al pubblico riuscendo prima ad entrare a fare parte della catena di distribuzione Italiana ; credimi , oggi come oggi è assai difficile convincere un negoziante a vendere la X marca perchè tutti cercano di farlo.
    Ultimo , ma non meno significativo punto il costo dell'operazione , dalla produzione alla pubblicizzazione.
    Sergio.

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      #3
      Concordo con le difficoltà che ai elencato,ma il mio dubbio è se le industrie chimiche Italiane e più in generale europee, "prevedano " nelle loro produzioni alcuni elementi adatti alla integrazione.
      Supponiamo che io industria abbia un mercato dei minerali che preveda la produzione dei medesimi nella forma per esempio di zinco solfato oppure di cromo cloridrato,faccio diciamo contemporaneamente una produzione di minerali nella forma più nobile ed efficace ad esempio nella forma picolinata?, perchè se così non fosse si capirebbe facilmente la difficoltà di una azienda che produce integratori nel reperire la "materia prima" con la quale realizzare i suoi prodotti.
      Al di là delle difficoltà che tu ai messo in rilievo, che sono difficoltà umane, in una certa misura risolvibili, non credi che ci possa essere una arretratezza nelle industrie chimiche che non anno previsto(oppure non ritengono conveniente),l'utilizzo di una parte della produzione per un fine che non sia l'ordinaria produzione di farmaci.
      A naso direi che gli americani l'anno prevista eccome.

      saluti

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        #4
        Scusate se mi intrometto con 2 considerazioni
        1- ho notato che i prodotti si distinguono genericamente in 2 categorie, quelli con certificazione di qualita' farmaceutica (la twin lab ad esempio lo specifica sulle confezioni)e quelli no.
        I secondi non li prendo nemmeno in considerazioni, per la produzione dei primi ho i miei dubbi che una media azienda abbia la struttura e capacita'di produrre sostanze come la creatina monoidrato di qualita' farmaceutica, mi pare piu' verosimile che si riforniscano dalle multinazionali chimiche come la byern....penso quindi che la forza di un'azienda stia nella disponibilita' di acquistarne grossi quantitativi a prezzo minore e sul contenere i costi di distribuzione.
        In sostanza,se prendi i cataloghi byern o fuckla trovi tutte le sostanze che vuoi sia di qualita' farmaceutica che per analisi, il problema quindi rimane il costo elevato.
        Il fatto che gli integratori sia appunto classificati come integratori alimentari e non farmaci ha dei vantaggi e svantaggi,si possono acquistare senza ricetta ma di contro non tutti mantengono una qualita' accettabile per la salute e per la ragione per cui si prendono(a mio avviso).
        Non so se queste mie considerazione centravano l'argomento ma mi parevano interessanti :-)
        ciao a tutti

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          #5
          Concordo con entrambi sul discusso , infatti la qualità del componente singolo non è cosa difficile da ottenere poichè spetta di solito ad una terza industria , all'azienda che produce integratori non resta che scegliere solo la forma e la purezza.
          Bisogna poi vedere però la convenienza e la volontà che si ha nel mettere uno o l'altro componente nel formulare una miscela come può essere ad esempio un pasto sostitutivo , in questo intervengono talmente tante variabili , compresa la sperimentazione dello stesso , che stà alla ditta di integratori decidere se il prodotto finale sia poi eccellente o una schifezza.
          Nel mio ambiente ho visto circolare diverse analisi di prodotti di ditte anche molto conosciute con creatine al 60%(presunto 100%) e proteine al 50%(presunto 90%) , a questo punto posso concludere che le difficoltà nell'ottenere un buon prodotto non sono di tipo tecnico , ma diventano una scelta dell'azienda in base alla convenienza , ai guadagni ed al target che si sono prefissi.
          Ciao , Sergio.

          [This message has been edited by Sergio (edited 06-04-2000).]

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