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Rapporto sulla sicurezza della creatina

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    Rapporto sulla sicurezza della creatina

    Un gruppo di scienziati dell’università del Texas e di una clinica di Dallas che collaborano con il ricercatore Anthony Almada della EAS, hanno presentato i risultati della più lunga integrazione con creatina monoidrato. Questi studi sono stati destinati per valutare l’influenza di otto settimane di ingestione di creatina sui vari indicatori della funzione degli organi e metabolica.

    Sì, sembra essere il solito studio sulla creatina ma questo si differenzia dai precedenti perché l’integrazione è durata per un periodo maggiore, infatti nei tantissimi studi intrapresi sulla creatina, tutti hanno virtualmente messo a fuoco il processo del metabolismo muscolare e delle prestazioni dopo un integrazione di breve durata.

    Gli uomini e le donne che hanno partecipato a questo studio erano 34 e di età compresa tra i 32 e 70 anni, la sperimentazione è stata fatta utilizzando il metodo del doppio-cieco controllato con un gruppo di controllo sotto placebo. Venti soggetti hanno ricevuto inizialmente un integrazione di creatina di 20 gr/d per 5 giorni, quindi di 10 gr/d per 51 seguito da un periodo di scarico di 4 settimane (senza integrazione); mentre i 14 restanti hanno ricevuto un placebo di glucosio.

    Si sono verificati pochi cambiamenti nel profilo del sangue: nelle donne all’ottava settimana è stato riscontrata la presenza di una molecola che è un indicatore della funzione renale, epatica e del metabolismo della proteina; fra gli uomini nella terza settimana si è riscontrata una concentrazione particolarmente alta di fosfochinasi della creatina (CPK).

    Entrambi i valori anormali (sia degli uomini che delle donne) sono ritornati nella norma dopo la dodicesima settimana dello studio. Il CPK è un enzima critico (inportante) nelle trasformazioni della creatina nel metabolismo energetico. Questo è liberato da varie cellule (comprese quelle scheletriche) ed è un indicatore (anche se grezzo, cioè non sempre attendibile) dell’integrità delle membrane delle cellule muscolari.

    In un altro studio universitario si cerca di capire il perché di questo innalzamento di CPK che si ha nei soggetti che integrano la dieta con creatina. Si sa che l’aumento del CPK nelle cellule muscolari favorisce un aumento della forza della contrazione, ma la perdita dell’enzima in questione è una conseguenza della diminuzione della stabilità delle membrane delle cellule muscolari.

    Un ipotesi dell’aumento di CPK nella cellula sembra dovuta all’aumento del substrato (la creatina)di questo enzima il cui compito è quello di ricaricare la creatina di ione fosfato. Per le donne non è stato individuato questo aumento di CPK, questo può essere dovuto all’effetto protettivo degli estrogeni sulle membrane cellulari (infatti le donne hanno naturalmente più estrogeni circolanti, a volte anche dovuti ad apporti orali con medicinali).

    Altre informazioni importanti sono queste: gli enzimi del fegato non sono aumentati; la creatinina ha seguito l’andamento questi ultimi, questa è il prodotto della decomposizione (irreversibile) della creatina, perciò è errata l’ipotesi che la creatina sia tossica ai reni.

    L’osservazione più affascinante di questo studio è stato il calo nei trigliceridi del sangue del colesterolo totale e di VLDL, una lipoproteina del sangue arricchita con trigliceridi.

    Dato che tutti i partecipanti hanno iniziato lo studio con il colesterolo moderatamente alto, questi risultati suggeriscono che la creatina può rivelarsi un supplemente nutrizionale utile nella gestione di alte quantità di lipidi nel sangue.

    Il meccanismo può essere suggerito tramite la riduzione di glucosio nel sangue di chi aveva integrato con creatina; infatti l’integratore ha una funzione simile ai farmaci dei diabetici cioè è una regolatrice del glucosio con un azione simile all’insulina (naturalmente di minore portata!)
Working...
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